Ex Carcere Borbonico, la Municipale bacchetta la Provincia: “Rischio per l’incolumità”, via le ringhiere pericolanti

 Ex Carcere Borbonico, la Municipale bacchetta la Provincia: “Rischio per l’incolumità”, via le ringhiere pericolanti

Interventi urgenti all’ex Carcere Borbonico di Siracusa. Le condizioni dello stabile non garantiscono la sicurezza, al contrario mettono a repentaglio l’incolumità pubblica, soprattutto per il rischio di distacco delle ringhiere metalliche, sempre più precarie. E’ già successo. Il Comune di Siracusa ha espresso chiaramente questa preoccupazione, tanto che il comandante della Polizia Municipale, Stefano Blasco ha scritto all’ex Provincia regionale, proprietaria dell’immobile, chiedendo un intervento di messa in sicurezza urgente.
Ne è scaturito un sopralluogo. I tecnici del Libero Consorzio Comunale hanno “constatato la necessità di eliminare questa situazione di pericolo”. Che si possa verificare il distacco di porzioni di ringhiera metallica pericolante, insomma, non è solo possibile, ma altamente probabile. Velocemente, quindi, si è provveduto all’affidamento dei lavori, per poche centinaia di euro, ad una ditta di Priolo (circa 700 euro per rimuovere soltanto alcune ringhiere).
Il recupero complessivo dell’ex Carcere Borbonico necessiterebbe di un consistente investimento. Occorre innanzitutto decidere una volta per tutte quale debba essere la destinazione d’uso dello stabile. Nonostante sia dell’ex Provincia, alcune competenze sono del Comune di Siracusa. Per questo i due enti dovrebbero collaborare, cosa che fino ad oggi non è mai accaduta, semmai, a volte, appena abbozzata. Nei giorni scorsi l’assessore alla Cultura, Fabio Granata è intervenuto su questo tema, auspicando l’avvio di un confronto reale, per superare gli ostacoli, non solo burocratici, che fino ad oggi hanno ostacolato il recupero ed il riutilizzo di diversi immobili nel capoluogo: dall’ex cine-teatro Verga, all’Ostello della Gioventù, passando, appunto, per il Carcere Borbonico. L’idea del Comune sarebbe quella di farne un luogo di testimonianza della presenza borbonica a Siracusa, mantenendo, dunque, la struttura pubblica e abbandonando le ipotesi, paventate in passato, secondo cui sarebbe stato possibile affidarlo ai privati per farne una struttura ricettiva di lusso.

 

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