Siracusa. Autodromo presto all'asta? L'esperto di motorsport Fabio Spatafora: "Impossibile"
“Mettere all’asta l’autodromo di Siracusa? Impossibile”. Fabio Spatafora è uno dei principali esponenti del motorsport siciliano, insieme all’altro siracusano Lavaggi. Esperienza internazionale da vendere, Spatafora attualmente ha eletto come sede della sua attività Malta dove sta sviluppando diversi progetti anche relativi a strutture per gare motoristiche. Vanta partecipazioni a grandi classiche come Daytona, Le Mans e Millemiglia.
Appassionato del “circuito” di Siracusa, che conosce curva per curva, ha saputo della volontà della ex Provincia di mettere all’asta la struttura. “Ma oggi non ha valore. Non ha neanche lo status di autodromo. Sarebbe come acquistare un terreno da pascolo con dei box e una lingua di asfalto. Il discorso cambia se si chiede alla Federazione o al Coni la certificazione sportiva. Comunque non vedo oggi nessuno disposto ad acquistare una struttura alle prese con mille problemi: è degradata e con reali difficoltà territoriali, rappresentate anzitutto dai politici”, spiega tutto d’un fiato Fabio Spatafora.
In passato, vuole la leggenda, un ricco arabo era interessato all’acquisto e – tramite il pilota siracusano – aveva avviato una trattativa, poi chiusa con un nulla di fatto. L’arabo comprò altrove, in Europa. “Storia vera ma preferisco non parlarne”, taglia corto il driver aretuseo trapiantato a Malta.
Ma allora cosa farne dell’autodromo di Siracusa? “Io lascerei perdere i sogni di tornare ad ospitare gare. Impossibile. Più realistico puntare alla realizzazione di un consorzio di gestione, costituito da veri appassionati e competenti e non da gente che viene da altri mondi. Lo farei rinascere come area ricreativa per attività motoristiche e spettacoli. Nessuno si è, per esempio, accorto che con le dovute ed economiche infrastrutture, l’area può portare tanti soldi per grandi eventi, non necessariamente sportivi? Cosi si fa cassa e si spendono soldi per fare rinascere l’autodromo con, per esempio, un museo permanente. Oppure si potrebbe mettere a norma almeno il rettilineo d’arrivo che potrebbe ospitare le gare di dragster, per cominciare. Il punto è sempre il solito: se le cose le fai fare a chi è competente, del settore, magari funzionano. Altrimenti cancelli chiusi e abbandono”, l’amara chiosa di Fabio Spatafora.