Fiera di Santa Lucia, la tradizione che sparisce: solo 41 bancarelle. “La Patrona merita di meglio”

Da domani alla Borgata via alla edizione 2022 della Fiera di Santa Lucia. Novità rispetto al passato? Praticamente nessuna. Triste e stanca, quella manifestazione con appeal in caduta libera da anni si trascina nel poco interesse cittadino. Minimo storico di richieste da parte di venditori ambulanti: appena 41 su 111 stalli disponibili. Così pochi che potranno tutti stare nel perimetro di piazza Santa Lucia, senza coinvolgere le vie limitrofe.
Se dal settore commercio non filtra alcuna preoccupazione, preoccupa invero la tradizione in via di sparizione. E dire che la fiera di Santa Lucia si svolgeva già nel 1300 a Siracusa, prima ancora che venisse creato il simulacro della patrona. “Non chiamatela fiera di Santa Lucia. E’ un’offesa per la Santa”, sbotta il presidente della Deputazione della Cappella, Pucci Piccione. “Al nord Italia hanno le vere fiere di Santa Lucia, sentite e partecipate: a Verona, a Bergamo, ad Alessandria. Qui solo tanta sciatteria, perchè? Meglio sarebbe non farla”, spiega in diretta su FMITALIA.
Il concetto è semplice: si chiama fiera di Santa Lucia, ma cosa ha di diverso rispetto a tutte quelle altre fiere che si tengono nei giorni settimanali a Siracusa? “Nulla. Non i prodotti, non la forma estetica. Bisogna fare un grande sforzo, coinvolgere altre realtà. Provare a chiamare madonnari, artisti di strada, fare spettacolo, giochi per trasformare una piazza bella e di fascino in un luogo in cui andare con la famiglia a vedere e comprare qualcosa di particolare. Non so, per il presepe, per la buona cucina. Ma ditemi che c’entra il pelapatate con Santa Lucia? Non sappiamo farla come Comune? Chiediamo a qualcun altro”, l’analisi cruda di Pucci Piccione.