Operazione Alcatraz, spaccio di droga nel carcere di Augusta: arrestate 11 persone

Come il noto penitenziario americano, è stata ribattezzata Alcatraz l’operazione della Dda di Catania che ha sgominato un’organizzazione dedita al traffico di hashish all’interno del carcere di Augusta. Undici persone sono state arrestate, nove in carcere mentre per due degli indagati sono stati disposti i domiciliari.
La droga – e in alcuni casi anche dei telefonini – entravano nell’istituto di pena insieme a detenuti al rientro da permessi premio, oppure nascosti in involucri di patatine da persone in visita dall’esterno. Ma i sistemi erano vai, anche pannolini per bambini o brick di succhi di frutta lasciati in appositi cestini dei rifiuti da dove venivano recuperati da chi sapeva cosa fare.
L’indagine hanno preso le mosse dalle dichiarazioni di alcuni detenuti che hanno permesso, attraverso una serie di accertamenti e servizi di controllo, di risalire e ricostruire l’organizzazione ed il traffico di droga in carcere. Un’attività tecnica condatta dal Gico del nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Catania e dal nucleo Investigativo regionale di Palermo della Polizia penitenziaria.
Sono stati arrestati e condotti in carcere il 39enne Ignazio Ferrante, Michele Ferrante (60), Andrea Marino (46), Domenico Misia (36), Giuseppe Misia (25), Angela Palazzotto (48), Valentina Romito (32), Andrea Scafidi (32) e Carmelo Valentino (52). Disposti invece i domiciliari per Giuseppe Arduo (26 anni) e Clotilde Maranzano (61) anni. Il provvedimento restrittivo è stato eseguito tra Sicilia, Calabria e Friuli Venezia Giulia.
Secondo le risultanze d’indagine, a capo dell’organizzazione vi sarebbero stati i detenuti Andrea Marino e Ignazio Ferrante. Per l’accusa, il primo “avrebbe impartito dal carcere direttive” a complici all’esterno su “quantitativi, tipologia, prezzi e modalità di pagamento della droga, coordinando le successive fasi di introduzione clandestina e cessione ad altri detenuti”. Il secondo, si legge nelle carte dell’inchiesta, “avrebbe curato l’approvvigionamento, il confezionamento, il trasporto e l’ingresso dello stupefacente” nella struttura carceraria, coadiuvato da sei complici. Ferrante, secondo l’indagine, avrebbe così “sfruttato” la sua mansione di addetto alle pulizie per recuperare, con vari stratagemmi, droga e telefonini dai rifiuti.
Il traffico di droga all’interno del carcere di Augusta era fiorente. Il prezzo di un panetto di hashish, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, si attestava tra i 1.500 e i 2.000 euro. Per il pagamento, si sarebbe fatto ricorso a carte prepagate nella disponibilità di complici all’esterno, in particolare la madre e la compagnia di Ferrante e la compagna di Marino. Le tre donne si sarebbero quindi occupate della “contabilità” dell’organizzazione.
Durante le indagini, per tre persone è scattato l’arresto in flagranza per spaccio. Sono stati sequestrati, in diversi momenti, 15 panetti di hashish e diversi telefoni cellulari.
L’attività criminale veniva gestita anche attraverso i cellulari introdotti in carcere. Dotati di sim intestate a persone inesistenti, erano – secondo la Dda – “strumento fondamentale per le quotidiane comunicazioni con l’esterno”.




Cavità sotto la strada, emergenza viabilità a Siracusa sud: cosa succederà adesso?

Inizieranno nelle prossime ore i lavori di scavo al centro del sistema di rotatoria tra viale Paolo Orsi e Necropoli del Fusco. Nel pomeriggio, l’improvvisa apertura di una buca ha portato alla scoperta di una cavità sotto la sede stradale, profonda tra i 7 e gli 8 metri. A rischio cedimento, quindi, ci sarebbe un largo tratto di strada, motivo per cui è stata disposta la chiusura al traffico nell’area.
L’area a rischio viene delimitata con delle barriere in cemento. Per cercare di dare sfogo all’elevato flusso veicolare in entrata ed in uscita da Siracusa sud è stato disposto dal settore Mobilità un intervento di emergenza. Una parte della rotatoria centrale, nei pressi dell’incrocio con la strada per Floridia e Necropoli del Fusco, viene demolito per far spazio ad una corsia di emergenza per le auto in entrata verso viale Paolo Orsi. Disposto il doppio senso di marcia sulla carreggiata prospicente al bar Sun.
I rilievi dei tecnici comunali hanno portato ad una prima scoperta: il cedimento stradale sarebbe da addebitare al cedimento della volta di un grosso tubo in vetroresina che convoglia la fognatura cittadina verso il depuratore. Lo conferma l’assessore Enzo Pantano, presente sul posto. “C’è come un fiume là sotto…”. Non risultano comunque perdite o sversamenti.
La riparazione non sarà semplice, data la presenza di diversi sottoservizi nella stessa area. Prudenza potrebbe consigliare di attendere la luce del sole per avviare lo sbancamento della sede stradale, che dovrà essere totalmente aperta. Non è, evidentemente, una situazione semplice e potrebbero volerci diversi giorni prima di venire a capo del problema, fanno sapere fonti comunali.




Voragine in via Necropoli del Fusco, strada chiusa e traffico paralizzato: ecco cos’è successo

Viabilità in tilt e code interminabili questo pomeriggio sia in entrata che in uscita a Siracusa, e tutto per colpa di una voragine che si è aperta in via Necropoli del Fusco, causando la chiusura al traffico di una parte della rotatoria di viale Paolo Orsi, lato via Necropoli del Fusco e Strada per Floridia, direzione via Columba. Sul posto sono immediatamente intervenuti i Vigili del Fuoco e la Polizia Municipale per mettere in sicurezza la zona e gestire la viabilità.
Secondo le prime informazioni, dovrebbe trattarsi di uno “scavernamento”, ovvero un cedimento del manto stradale, con l’apertura di un foro profondo almeno 10 metri. Il tratto di strada è stato chiuso e verrà messo in sicurezza fino al ripristino. Restano però da individuare le cause di questo crollo, che ha letteralmente paralizzato la città.




Nuovi controlli ambientali e una task force per salvare Ias e la zona industriale

Vertice al Ministero per le Imprese, a Roma, dedicato al polo petrolchimico di Siracusa ed in particolare alla vicenda del depuratore Ias. “Il governo e la Regione Siciliana hanno messo in campo ogni sforzo per salvaguardare il distretto industriale siracusano, ma allo stato attuale solo il gip di Siracusa, alla luce di nuove evidenze sulle emissioni che oggi risultano in netto miglioramento, può arrestare il processo di chiusura del depuratore. Chiusura che comprometterebbe le attività di importanti aziende chimiche, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro e azzerando un’intera filiera industriale sul territorio siciliano”, ha spiegato il ministro Urso. “Confidiamo – ha aggiunto – nella responsabilità e nel buon senso, soprattutto alla luce di elementi oggettivi che certificano la validità del percorso intrapreso”.
Per giungere a un nuovo pronunciamento dell’autorità giudiziaria, è stata costituita una task force tecnica tra il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e la Regione Siciliana, che raccoglierà e analizzerà gli aggiornamenti sulle emissioni del depuratore che, dalle recenti rilevazioni, condotte dai gestori dei singoli stabilimenti industriali e da ARPA Sicilia, indicherebbero un trend positivo sui valori dei reflui industriali. La task force fornirà tutti gli elementi utili per sollecitare un nuovo pronunciamento del GIP di Siracusa, al fine di consentire la prosecuzione delle attività del depuratore IAS S.p.A. di Priolo Gargallo e il completamento degli interventi necessari per l’adeguamento degli impianti di trattamento delle acque entro i primi mesi del 2026.

Nel corso dell’incontro, i grandi utenti dell’area industriale (Isab, Versalis, Sonatrach, Sasol e Consorzio Priolo Servizi) hanno tutti confermato la capacità di distaccare le proprie attività dal depuratore entro il 2026, avviando così le operazioni sui reflui in autonomia e in piena coerenza con il cronoprogramma determinato dal decreto interministeriale Mimit-Mase del 2023. “Non siamo di fronte a una vertenza siciliana, ma a una problematica di portata nazionale. Siamo pienamente consapevoli, infatti, dell’importanza che l’attività delle aziende di quella zona riveste per l’industria e l’intera filiera della chimica italiana, sia in termini di livelli produttivi sia in termini di occupazione”, ha concluso il ministro Urso.
È stata pertanto accolta la proposta di istituire un tavolo tecnico-giuridico per affrontare in modo strutturato la questione delle emissioni nell’area industriale di Priolo. Arpa Sicilia sarà incaricata di effettuare un monitoraggio costante e puntuale dei valori emissivi, assicurando trasparenza e rigore scientifico. Verranno così forniti ulteriori elementi all’autorità giudiziaria, attraverso una task force tecnica tra il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e la Regione Siciliana che raccoglierà e analizzerà gli aggiornamenti sulle emissioni del depuratore. “La Regione segue con la massima attenzione questa vicenda, con il duplice obiettivo di salvaguardare la continuità del polo industriale e garantire il rispetto delle normative ambientali”, dice al termine dell’incontro romano il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani.
“La task force fornirà tutti gli elementi utili per arrivare a un nuovo pronunciamento del Gip di Siracusa, consentire la prosecuzione delle attività del depuratore di Priolo Gargallo e il completamento degli interventi necessari per l’adeguamento degli impianti di trattamento delle acque entro i primi mesi del 2026, quando i grandi utenti si staccheranno dal consortile e gestiranno i reflui in autonomia”, ha aggiunto il parlamentare Luca Cannata, presente all’incontro. “Il nostro impegno, del Governo, è quello di continuare a lavorare in sinergia con le aziende e le parti sociali per coniugare sviluppo economico, salvaguardia dell’occupazione e tutela ambientale”, ha detto l’esponente di FdI.




Il corpo di Santa Lucia a Siracusa: il benvenuto in Santuario, Ottava spostata al 21

Si avvicina dicembre, per Siracusa il mese di Santa Lucia. Non solo la festa di giorno 13, con la processione dal Duomo alla piazza della Borgata dedicata alla Patrona. Giorno 14, infatti, torneranno a Siracusa le spoglie mortali di Lucia, custodite a Venezia. Grazie all’accordo con il Patriarcato della città lagunare, ogni dieci anni si ripete questa storica visita. La prima volta fu nel 2004, con l’arrivo in nave alla Marina; poi nel 2014 al Pantheon e adesso appuntamento al Santuario della Madonna delle Lacrime.
Il corpo della Santa siracusana lascerà la chiesa di Venezia, dove dimora, con un battello della Guardia di Finanza. Raggiungerà l’aeroporto Marco Polo dove troverà ad attenderlo un aereo dell’Aeronautica Militare che farà rotta verso Sigonella. Da qui, in elicottero, raggiungerà Siracusa. Previsto anche un sorvolo della città a mò di saluto. Poi l’atterraggio, verosimilmente nella base dell’Aeronautica di via Elorina, e quindi alle 16 del 14 dicembre il primo “contatto” con i fedeli ed i devoti siciliani, al Santuario della Madonna delle Lacrime. Presiederà la celebrazione il Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia.
Nella basilica sono disponibili 3.200 posti e, come disposto dalle normative di ordine pubblico, è necessario prenotarsi. La prenotazione è gratuita e deve essere fatta via mail scrivendo all’indirizzo santaluciasiracusa2024@gmail.com. Si possono indicare un numero massimo di due nominativi per email ed è necessario lasciare un numero telefonico per poter essere ricontattati. Le prenotazioni avvengono per ordine di arrivo delle email. Comunità o altri enti possono far pervenire le loro richieste sempre attraverso lo stesso indirizzo mail, indicando specifiche e necessità.
Al termine della messa di “benvenuto”, il corpo di Santa Lucia verrà traslato dal Santuario di viale Teocrito alla chiesa della Borgata, con una breve processione. Da giorno 15 dicembre le spoglie mortali dalla Patrona rimarranno esposte sull’altare maggiore della chiesa extra moenia, in piazza Santa Lucia. Anche in questo caso, per le visite è richiesta e consigliata la prenotazione via mail.
Attenzione, una delle novità dell’edizione 2024 della festa di Santa Lucia riguarda l’Ottava. La tradizionale processione del “rientro” non avverrà giorno 20 dicembre bensì il 21. Essendo un sabato, renderà più agevole la partecipazione di quei fedeli e devoti che – altrimenti – sarebbe stati impossibilitati a causa di impegni lavorativi o scolastici. Alla processione dell’Ottava parteciperanno insieme, in strada, il simulacro argenteo di Santa Lucia e il fercolo con il corpo della Patrona. Sino al 25 dicembre, la teca con le spoglie di Lucia rimarrà in Cattedrale. Il 26 dicembre la traslazione nella chiesa di Carlentini, il 27 a Belpasso (Ct) e infine, dal 28 al 29 dicembre, in Cattedrale a Catania prima della partenza per Venezia.




Schianto tra moto alla Pizzuta, trasferito a Catania il più grave dei tre feriti

E’ stato trasferito al San Marco di Catania il 22enne rimasto seriamente ferito nell’incidente avvenuto ieri sera in piazza Cosenza. Le sue condizioni erano subito apparse gravi. Trasportato in codice rosso all’Umberto I di Siracusa è stato stabilizzato dopo i primi esami e quindi trasferito nella specializzata struttura sanitaria catanese.
Migliorano, invece, le condizioni degli altri due feriti, un 17enne ed un 19enne. In un primo momento, era stato attivato il codice rosso anche per il più giovane dei tre.
Quanto alla dinamica che ha portato allo schianto tra i due motocicli, continuano le indagini della Polizia Municipale. Impressionante la scena che si è presentata ai primi soccorritori, con i ragazzi sbalzati sull’asfalto e detriti sparsi in un ampio tratto di strada.
“Si sapeva che prima o poi sarebbe successo qualcosa di grave…”, dicono alcuni residenti. Da tempo lamentano che moto e scooter scorrazzino a velocità sostenuta e alle volte producendosi in pericolose manovre. “Questa zona ormai è un circuito”, dicono altri. Più volte, raccontano, si sono rivolti alle forze dell’ordine chiedendo maggiori controlli durante le ore serali.
Controlli che ci sono ma che non possono avvenire ovunque e per 24 ore al giorno. Solo ieri, Polizia di Stato e Municipale hanno elevato 45 sanzioni in poche ore di controlli su strada dedicati principalmente all’uso del casco.




Incidenti e cattive abitudini: senza casco e al cellulare pure in moto, 45 sanzioni

Il grave incidente stradale avvenuto ieri sera alla Pizzuta ha purtroppo ancora giovani come sfortunati protagonisti. Un elenco di sinistri e feriti che si allunga e che non lascia indifferenti le forze dell’ordine. Nelle scorse ore, agenti delle Volanti e della Polizia Stradale di Siracusa, insieme alla Municipale, hanno effettuato posti di controllo in numerose zone di Siracusa. Controlli dedicati soprattutto al mancato uso del casco per i motociclisti e gli eccessi di velocità.
Sono state 45 sanzioni ed in alcuni casi gli agenti hanno multato ragazzi al cellulare mentre erano alla guida dello scooter o della moto. Ma i contrasti da soli non bastano a mettere al riparo da incidenti, in particolare giovani e giovanissimi.
“E’ necessaria una seria riflessione anche dal punto di vista della prevenzione”, spiegano dalla Questura di Siracusa. Non basta l’invito a tenere comportamenti corretti durante la guida di motocicli e ciclomotori. Anche le famiglie devono dare il loro contributo, assicurando maggiore controllo sulle abitudini dei figli per evitare che l’eccesso di “libertà” ed “amicizia” li esponga al rischio di gravi ed evitabili incidenti stradali.
Tra pochi giorni, intanto, entreranno in vigore le nuove sanzioni al Codice della Strada che inaspriscono le pene per la guida in stato di ebbrezza, sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e per l’eccesso di velocità, soprattutto in aree urbane, arrivando fino al ritiro delle patenti anche per infrazioni sino ad oggi considerate lievi.




Non ce l’ha fatta il pedone travolto a Scala Greca, il decesso tre mesi dopo l’incidente

Dolore e sgomento a Siracusa per l’improvvisa scomparsa di Sebastiano Di Maria, il volontario animalista che lo scorso agosto fu travolto in viale Scala Greca da uno scooter mentre attraversava la strada, all’altezza della Questura. Ricoverato d’urgenza, in gravi condizioni, finì in Rianimazione. Lunghissimo e complicato il percorso per strapparlo alla morte. E quando sembrava che tutto fosse superato, ecco arrivare la tragica notizia del decesso all’Umberto I di Siracusa.
Gli amici in questi giorni hanno invaso di messaggi la sua pagina Facebook. Raccontano di un uomo gentile, anzi “il più buono mai conosciuto” scrivono in tanti. Sotto shock quanti, come lui, si spendono quotidianamente per dare assistenza a cani e gatti vaganti e trovatelli. “Ha donato un pezzo di cuore a chiunque lo abbia conosciuto”, si legge tra i tanti ricordi. Parole da cui traspare l’amarezza per una morte inattesa ed ingiusta, che arriva dopo un’immensa sofferenza che sembrava superata.
Fino a poco prima del decesso, messaggi e saluti come ogni giorno. Nelle chat delle associazioni, dei volontari, degli amici. La situazione appariva assolutamente sotto controllo sebbene si trovasse in ospedale. E invece, il destino aveva in serbo un triste piano per quest’uomo che ha saputo insegnare tanto, che ha saputo essere, con umiltà, “esempio”.
Nella giornata di ieri è stata eseguita l’autopsia disposta dalla Procura, nell’ambito del fascicolo relativo all’incidente stradale dello scorso agosto. La salma è stata riconsegnata alla famiglia per procedere con i funerali.




Clochard trovato senza vita alla stazione ferroviaria di Siracusa

Un clochard di 61 anni è stato trovato senza vita davanti la biglietteria della stazione ferroviaria di Siracusa. Dovrebbe trattarsi di un uomo italiano, il cui corpo è stato rinvenuto questa mattina presumibilmente da passanti che hanno allertato la Polizia Ferroviaria e i soccorsi. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Questura di Siracusa che hanno recintato la zona per i rilievi. Non sono ancora chiare le cause del decesso. Notizia in aggiornamento.

Foto archivio.




Scoperta nei fondali di Capo Passero, identificato uno Junker Ju 88 della II Guerra mondiale

C’è la firma del siracusano Fabio Portella, il “cacciatore di relitti”, nella scoperta di un aereo Junkers Ju 88, ritrovato a 51 metri di profondità nei fondali di Capo Passero, in provincia di Siracusa. Si tratta di un aereo tedesco che è stato possibile identificare con precisione grazie all’individuazione del seriale: un KG 54 (Kampfgeschwader) decollato il 2 marzo 1943 da Catania per bombardare il porto di Tripoli, in Libia. L’aeromobile venne colpito da caccia nemici e ammarò a sud di Capo Passero. Quando è arrivato il momento del riconoscimento e della ricostruzione della storia di quel velivolo inabissatosi nelle acque di Capo Passesso, immediato è stato il ricorso all’esperto team siracusano composto oltre che da Portella, da Linda Pasotti e Ninny Di Grazia. Grazie alle ricerche effettuate dal team del Capo Murro Diving di Siracusa, infatti, è stato possibile identificare anche l’equipaggio: il pilota, Hans Bergé, che risultò ferito, l’osservatore, Werner Paetow, che risultò morto e successivamente sepolto a Motta Sant’Anastasia, in provincia di Catania, il radiotelegrafista, Hans Treffkorn, che risultò ferito, e il mitragliere, Albert Burging, anch’egli morto e sepolto a Motta Sant’Anastasia.
L’aereo mostra ancora distintamente i resti delle due ali, prive in gran parte del rivestimento metallico. Lunghe circa 14 metri, si trovano adagiate sul fondale, in assetto di volo, immerse in una rigogliosa prateria di posidonia. Sono inoltre riconoscibili alcuni serbatoi, tubazioni appartenenti ai sistemi elettrici e idraulici, insieme a componenti strutturali dei motori e dei carrelli.
Lo Junkers Ju 88 fu uno dei velivoli più versatili della Luftwaffe, l’aeronautica militare tedesca, utilizzato in numerosi ruoli: bombardiere, caccia notturna, ricognitore, bombardiere in picchiata, aereo da attacco al suolo e aerosilurante. Ebbe un ruolo centrale durante la Seconda Guerra Mondiale; molti esemplari operarono lungo la costa siracusana, in particolare tra il 10 e il 17 luglio 1943, quando numerosi furono abbattuti durante le operazioni di contrasto all’Operazione Husky. Gli storici riportano che, tra il 10 e il 12 luglio, molti Junkers Ju 88 furono coinvolti nell’affondamento di imbarcazioni nemiche.
Con questa recente scoperta, il numero totale di Junkers Ju 88 ritrovati nelle acque siracusane sale a sei: il primo fu individuato negli anni ‘80 a Punta Izzo, a 26 metri di profondità; successivamente furono ritrovati gli altri a Capo Ognina, nel 2021 a 63 metri di profondità, alla foce del fiume Simeto nel 2023 a 19 metri di profondità, a Punta Campolato nel 2023 a 102 metri, a Calabernardo nel settembre del 2024 a 19 metri e quest’ultimo nei fondali di Capo Passero, a 51 metri di profondità.
Gli ultimi cinque relitti, sono stati ritrovati dal team di Capo Murro Diving, guidato da Fabio Portella e composto da Antonio Di Grazia, Linda Pasolli, Fabrizio Rosina, Edo Salaj, Vincenzo Carrubba, Elio Nicosia e Marco Gargari. Il lavoro del team di subacquei, coordinato dalla Soprintendenza del mare della Regione Siciliana, continua a offrire un prezioso contributo alla comprensione delle operazioni belliche avvenute nel Mediterraneo durante la Seconda Guerra Mondiale.
“La scoperta – commenta l’assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato – rappresenta un ulteriore tassello nella ricostruzione storica delle operazioni aeree che si svolsero lungo il litorale siracusano durante la Seconda Guerra Mondiale, in particolare nel contesto dell’Operazione Husky, lo sbarco alleato in Sicilia del luglio 1943”.




Classi chiuse al Raiti dopo il maltempo, protesta delle mamme a Palazzo Vermexio

Potrebbero tornare ad ospitare alunni e insegnanti lunedì le due aule della primaria dell’istituto comprensivo Raiti interdette temporaneamente, come il vicino bagno, per ragioni di sicurezza dopo l’ultima ondata di maltempo. I lavori “mirati in copertura” annunciati dalla dirigente scolastica, Angela Cucinotta attraverso una circolare, dovrebbero essere conclusi entro domani. Le mamme dei bambini che frequentano la scuola, intanto, chiedono l’abbattimento di una parete che separa due piccolissime aule, per farne una più grande e risolvere problemi che esistevano già prima di quest’emergenza. Questa mattina una delegazione ha raggiunto Palazzo Vermexio per far presenti i motivi di malcontento delle famiglie degli studenti, alle prese con spazi che definiscono insufficienti e con una serie di disagi. I principali timori riguardano il timore che si possa dover ricorrere ai doppi turni, mettendo in crisi l’organizzazione delle giornate delle famiglie. Contro quest’ipotesi, questa mattina, si sono espresse le rappresentanti delle famiglie, durante un incontro a Palazzo Vermexio.
“Abbiamo anche chiesto aule in un plesso che si trova nei pressi della scuola- spiegano le mamme- Impossibile accettare che i nostri figli seguano le loro lezioni in micro-classi. In questi giorni, addirittura, la scuola ha dovuto rinunciare a posizionare all’interno la cattedra per lasciare spazio ai banchi. Continue le rotazioni delle classi, per non penalizzare nessuno in maniera esclusiva. Ma risulta chiaro che tutto questo sia intollerabile”. Novità potrebbero emergere da un sopralluogo previsto in giornata, anche per verificare la possibilità di recuperare spazi attraverso modifiche strutturali. Un altro problema riguarda l’assenza, in alcune classi, di caloriferi. “Stiamo assistendo ad una partita di ping pong-tuonano le mamme- tra Comune, scuola e Ufficio scolastico ma le palline sono i nostri figli e questo non ci sta bene. Chiediamo che lunedì le aule siano pronte e sicure e, in prospettiva, chiediamo nuove aule o addirittura un plesso aggiuntivo”.