A chi è in cerca di aiuto, il toccante messaggio del sindaco Marco Carianni
L’avanzata della droga, l’uso smodato di alcol. Sono sempre più numerosi i giovani ed i giovanissimi siracusani che finiscono nella trappola delle dipendenze. Una “fuga” dai problemi della realtà che spesso famiglie ed amici non riescono ad intercettare, capire, evitare. Si dice che manca spesso chi sia in grado di ascoltare e lo psicologo, così come il Sert, vengono percepiti come “vergogna” e non come possibile via d’uscita da un gorgo dalle conseguenze alle volte fatali. Nelle settimane scorse, una lunga scia di suicidi a Siracusa ha portato l’opinione pubblica a porsi degli interrogativi.
“Tutti i giorni, nel mio ufficio, accolgo ragazzi e ragazze che hanno bisogno d’aiuto. Non fraintendetemi: non mi chiedono soldi o posti di lavoro, ma soltanto di essere ascoltati. Cosa che io faccio volentieri”, conferma il sindaco di Floridia, Marco Carianni. Con i suoi ventisei anni è l’amministratore pubblico più giovane della provincia. Ha una storia personale segnata dal dolore e sa quanto sia importante trovare qualcuno che dica “vieni, parliamo”.
Ed eccolo allora nel suo ufficio, al Municipio di Floridia, mentre apre le porte (non solo metaforicamente) a chiunque abbia bisogno di iniziare a risalire. Fosse anche solo in cerca di un pò di aria nuova. “Molte volte i ragazzi mi raccontano di avere paura del futuro, di non sentirsi adeguati, di stare rincorrendo degli standard di perfezione che, oggettivamente, non sono raggiungibili dagli esseri umani. Altre volte mi parlano della loro rabbia, del loro bisogno di gridare e di distruggere tutto quello che li circonda, paventando il rischio di ricorrere all’uso di alcolici o di droghe. In alcuni casi mi sento disarmato – confida Carianni – in altri cerco di essere utile. Proprio per questo vorrei dire a quanti convivono, in silenzio, con i tanti fantasmi della vita che, se vogliono, io posso ascoltarli e provare ad aiutarli. E se io non vi piaccio non fa nulla, affidatevi ad un professionista e fate terapia, senza nessuna vergogna; parlatene con un vostro amico, con i vostri genitori, con gli insegnanti, con la nonna, la zia, con chi volete. Ma parlatene!”.
Un’umanità improvvisa, che abbaglia, che rallenta quel ritmo frenetico che la vita pare imporci, schiacciando tutti e tutto, mentre gli occhi puntano più alla terra che al cielo. Alle volte, è proprio vero, basta solo una mano che riporti il mento su, per capire che c’è davvero un’alternativa. Ed esiste a Floridia come a Siracusa, a Pachino come a Lentini, a Palazzolo come Avola.
“La vita è alle volte ingiusta, lo sappiamo. Ed io lo so in prima persona. Ma è pur sempre un dono straordinario”, scrive Marco Carianni sui social, in una sorta di lettera a cuore aperto rivolta ai suoi coetanei, agli adulti, a chi si sente arrabbiato, sfortunato, solo. “Non lasciate che qualcuno o qualcosa vi renda cattivi per sempre. Là fuori c’è anche chi vi vuole bene”.