Siracusa. Fulmine a ciel sereno per i lavoratori della BPIS: "Fallita nel silenzio, nemmeno la Naspi"
Solo questa mattina sarebbero venuti a conoscenza del fatto che la ditta per cui lavoravano è fallita per debiti verso il fisco. Ma non sono stati licenziati, nè messi in cassa integrazione. Nulla. Fulmine a ciel sereno per i dipendenti della BPIS srl, società impegnata nel polo industriale.
La notizia sarebbe stata appresa dai dipendenti solo tramite un tam tam telefonico. Poi, in mattinata, un veloce raduno presso la Sede BPIS, per chiedere alle istituzioni preposte di assumere le decisioni del caso. La società sarebbe fallita il 23 dicembre scorso. Ha sede ad Augusta. La richiesta avanzata questa mattina al Curatore Fallimentare è che i lavoratori, che non percepiscono stipendio dallo scorso novembre, possano quantomeno essere licenziati, avendo diritto in tal modo a Naspi e Tfr. Ad oggi, infatti, sarebbero sospesi in un “limbo” che li lascia anche fuori da qualsiasi tutela e non consente loro nemmeno la possibilità eventuale di trovare un altro lavoro, né di percepire quanto dovuto.Gli ammortizzatori sociali darebbero la possibilità alle 120 famiglie coinvolte in questa vicenda di prendere una boccata d’ossigeno dopo mesi di estreme difficoltà.
Il segretario provinciale del Pd, Salvo Adorno esprime profondo rammarico per quanto accaduto, come per la gestione di questa vicenda nei confronti dei lavoratori, fino ad oggi ignari. “Nessuna comunicazione è arrivata ad ognuno di loro-spiega Adorno- Ancora una volta centinaia di famiglie a rischio povertà perché datori di lavoro poco lungimiranti bruciano vite, risorse ed energie umane importanti per il nostro territorio. 120 dipendenti-prosegue il segretario del Partito Democratico- chiedono di sciogliere definitivamente il vecchio contratto lavorativo con la speranza di poter lavorare altrove ma chiedono anche che si accelerino le procedure fallimentari per ottenere quanto dovuto, per consentire di accedere alla Naspi per ottenere il TFR. I lavoratori BPIS-fa notare Adorno- si battono per il diritto al lavoro e sollevano un problema più generale sul futuro della zona industriale legato alla ricaduta sull’indotto della crisi. Il Pd è vicino alla loro lotta e guarda al lavoro come bene e valore da difendere”.