A Sortino la prima famiglia di immigrati: accoglienza diffusa negli Iblei
Un progetto di accoglienza di migranti che prevede un accordo vero e proprio, sottoscritto dal sindaco di Sortino, Enzo Parlato e una famiglia, la prima, di beneficiari di protezione internazionale dello Sprar diffuso e integrato “Obioma Iblei-accoglienza diffusa della Valle degli Iblei”. Questa mattina il primo cittadino e i rappresentanti della giunta, del consiglio comunale e delle associazioni del territorio hanno, quindi, dato ufficialmente il benvenuto a Blessing e Ike Adieme con il piccolo David, di soli dieci giorni, accolti nell’aula consiliare del Palazzo municipale insieme ai responsabili della Coerativa “Passwork” che ha condotto nel territorio dei paesi dell’Unione dei Comuni Valle degli Iblei i nuclei familiari di beneficiari di protezione internazionale che hanno già superato tutti i livelli di controllo e di valutazione da parte del Ministero dell’Interno e che danno vita ad una formula sperimentale di struttura diffusa unica nel suo genere.
Il sindaco e il capofamiglia Ike Adieme hanno firmato un contratto di impegno sui termini dell’accoglienza che vuole condurre la giovane famiglia all’autonomia economica e sociale. La famiglia sarà assistita da un team di operatori della cooperativa “Passwork”.
“Iniziamo il progetto di accoglienza con questa famiglia tenendo ben presente che il nostro sistema è diffuso – dichiara il sindaco Vincenzo Parlato-Sortino accoglie questa famiglia con il calore con cui si è sempre contraddistinta”. Il percorso verso il “si” all’accoglienza a Sortino è stato, lo scorso anno, abbastanza turbolento, con un secco e deciso “no” iniziale, poi modificato, strada facendo, con la condivisione di quanto deciso in prefettura nell’ambito del piano di riparto nazionale. La chiusura iniziale si è ammorbidita anche in virtù della scelta di fare accoglienza diffusa nella zona montana, con il coinvolgimento anche dei comuni di Palazzolo, Cassaro, Ferla, Buscemi e Buccheri . Il “si” è arrivato, lo scorso aprile, come unica strada percorribile per non incorrere in un’imposizione da parte della prefettura, di centri straordinari di accoglienza, con un numero di ospiti che , a quel punto, sarebbe stato ben superiore rispetto a quelli attualmente stabiliti, secondo cui non ci saranno più di una decine di ospiti per ogni struttura.