Abusi sessuali nel confessionale, condanna definitiva per l'ex arciprete di Augusta
La Cassazione ha confermato la “responsabilità” dell’ex parroco della chiesa Madre di Augusta, Gaetano Incardona, oggi 81enne, per atti di violenza sessuale compiuti nel confessionale la mattina del 20 febbraio 2013. Vittima fu una ragazza di 21anni che, subito dopo, era andata dai carabinieri. Con una telecamera e d’accordo con i militari, tornò nel pomeriggio dall’arciprete per filmare i suoi comportamenti.
Il video convalidò le accuse della giovane. Anche un’altra parrocchiana raccontò di un “episodio analogo” che le era capitato a tu per tu con l’ex parroco, e il suo racconto è stato ritenuto attendibile ma ormai era troppo tardi per la denuncia.
Gli ‘ermellini’ hanno ritenuto legittima, nei confronti dell’ex parroco del duomo di Augusta, l’applicazione della circostanza aggravante di aver commesso le violenze abusando “dei poteri concernenti la funzione di ministro di culto” ma hanno aperto alla possibilità per l’ex arciprete di avere uno sconto di pena nell’appello bis che, se verrà riconosciuta la contenuta invasività degli atti, come chiede la difesa, potrebbe ridurre la condanna attualmente pari a cinque anni e tre mesi di reclusione.
A tanto infatti hanno condannato l’ex parroco i giudici del Tribunale di Siracusa nel 2015, e poi alla stessa conclusione era arrivata la Corte di Appello di Catania, nel 2018.
Incardona per questa vicenda venne arrestato e messo ai domiciliari per via della sua età. Adesso un’altra sezione della Corte di Appello di Catania valuterà se mitigare la condanna.
Il verdetto è stato emesso dalla Terza sezione penale della Cassazione lo scorso tre ottobre e oggi sono state depositate le motivazioni della sentenza 3451.