Aceri montani piantati a Siracusa: “Errore paradossale nella città di mare più calda d’Europa”
Aceri montani piantati a Siracusa nell’ambito di un bando del MiTe, il ministero della Transizione Ecologica. Una scelta singolare messa in evidenza da Carlo Gradenigo, presidente di Lealtà e Condivisione, che sottolinea come “Siracusa sia la città di mare più calda d’Europa, molto poco adatta ad ospitare aceri montani, specie diffusa tra i boschi degli Appennini”. L’amministrazione comunale a suo dire avrebbe agito frettolosamente, prima delle elezioni, tanto che oggi, a poco più di un anno, “molti di quegli alberi sarebbero in cattivo stato vegetativo,con chiome raggrinzite su cui spuntano piccole foglie verdi che con l’approssimarsi dell’inverno dovrebbero perdere”. Gradenigo ricorda la sua esperienza da assessore, “con oltre 100 alberi piantati, la realizzazioen di una vasca di raccolta delle acque meteoriche per abbattere le isole di calore e favorire il drenaggio urbano, il recupero ed il riuso di acqua piovana, per trasformare Piazza Adda, Piazza Russello a Belvedere, il Parcheggio Tersicore a Fontane Bianche, il terreno abbandonato di via Vanvitelli, il Parcheggio di via Augusta e le scuole Raiti, Martoglio e Montessori in piccoli esempi di rivoluzione e infrastrutturazione verde e blu”. Oggi, invece, si rischia, secondo l’esponente di Lealtà e Condivisione, di vanificare un intero progetto, costato 664 mila euro. Il movimento chiede l’immediato espianto dei 100 alberi ancora giovani così da “ridurre i danni alle opere circostanti (pavimentazione, dreni, tubazioni) in ragione del piccolo e poco sviluppato apparato radicale, ragionevolmente ricompreso ancora nel pane di terra con il quale sono stati originariamente messi a dimora”. Secondo l’ex assessore occorre reimpiantare altrettanti Platani, come previsto dal progetto, per far si che in pochi anni possano crescere, evitando perdite di tempo e di denaro”. Gradenigo definisce sconsiderata la scelta di puntare sugli aceri montani anziché sui platani e si mette a disposizione per approfondire la problematica. Non esclude, infine, di verificare “la possibile tutela giudiziaria delle ragioni del Comune e della collettività”.