Acqua torbida a Palazzolo, vertice in Prefettura. La siccità e il rischio che collassi il pozzo

Si è concluso poco prima delle 18 il vertice convocato in Prefettura a Siracusa sulla situazione idrica di Palazzolo Acreide. Nella cittadina montana è rientrato nelle ultime ore l’allarme per l’acqua torbida che esce dai rubinetti. Ma i segnali di sofferenza che arrivano dal pozzo che rifornisce gran parte del centro montano preoccupano non poco.
Nei giorni scorsi è arrivato l’aiuto offerto dal Comune di Sortino. Con la nuova autobotte da 4.500 litri ha rifornito alcune bonze ed i bidoni di alcuni cittadini. Il sindaco di Sortino, Vincenzo Parlato, si è mosso così in aiuto della comunità palazzolese. Una soluzione tampone, che potrebbe essere ripetuta in caso di necessità.
Ma sono diverse le soluzioni allo studio per risolvere quella che potrebbe diventare una vera e propria criticità. Perchè l’intorbidimento dell’acqua di falda potrebbe anche rappresentare un segnale di sofferenza del pozzo. La siccità potrebbe aver prosciugato la riserva idrica, è una delle paure. Non che l’approvvigionamento idrico di Palazzolo sia a rischio nell’immediato, questo è bene chiarirlo. Ma per evitare problemi futuri, bisognerà elaborare una delicata strategia di intervento.
Le prime idee sono state abbozzate nel corso del vertice odierno in Prefettura, a cui ha preso parte il sindaco di Palazzolo Salvatore Gallo con la presenza anche della Protezione Civile regionale. Lunedì, nuovo appuntamento, sempre a Siracusa, per entrare nel dettaglio operativo dei passi da attuare.
Batteriologicamente, l’acqua che sgorga dai rubinetti non avrebbe fatto segnare livelli preoccupanti. Quel colore fangoso, però, non invita all’uso per scopi alimentari o umani, come peraltro da ordinanza del sindaco.
Nelle ore scorse, grazie ad alcune manovre sulla rete idrica cittadina, la situazione è migliorata. L’acqua non è più torbida il che, però, non vuol dire che l’emergenza sia scongiurata.
Nella peggiore delle ipotesi, il pozzo potrebbe persino collassare secondo alcuni esperti. E la colpa sarebbe da attribuire alla straordinariamente lunga stagione secca che ha cambiato il clima anche nel centro montano aretuseo, prosciugando o quasi la falda.