Aeronautica e via Elorina, progetto waterfront: “si rilanci confronto con la Difesa”

 Aeronautica e via Elorina, progetto waterfront:  “si rilanci confronto con la Difesa”

Dieci mesi fa, l’allora sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè – oggi parlamentare di Forza Italia – apriva a Siracusa all’ipotesi di una parziale smilitarizzazione della grande area di via Elorina, di pertinenza dell’Aeronautica. Per quell’importante annuncio, venne a Siracusa anche il generale Caccamo, responsabile delle dismissioni della Difesa. Sembrava l’impulso decisivo per il progetto del water front immaginato e progettato dal Comitato per la riqualificazione ed il decoro di Siracusa. “Restituirebbe alla città un’area di straordinaria suggestione urbana, civile e turistico-culturale, che a differenza degli anni 20 quando era area periferica e paludosa, è ora invece inserita nel contesto urbano e centrale di Siracusa, a soli 900 metri dal suo centro storico”, ricordano alcuni dei professionisti che fanno parte del Comitato. Nomi di primo piano della cosiddetta società civile di Siracusa come l’avvocato Umberto di Giovanni gli ingegneri Pucci La Torre e Gino Montecchi e ancora Roberto Fai, Marco Ruscica, Francesco Sgarlata, Renato Cappuccio, Pietro Gallaro, Natale Bordonali e Stefano Bonifacio.
Dopo le elezioni e la nascita di un nuovo esecutivo, emerge con forza oggi la necessità di riavviare i contatti con il Ministero della Difesa e le sue strutture, per non perdere l’occasione – non a torto definita “storica” – di pensare un nuovo sviluppo per Siracusa. “Si avvii al più presto anche in sede nazionale ogni valutazione sul destino dell’area sulla base dell’idea progettuale esposta e richiamata”, l’invito che parte dal Comitato che, questi mesi, ha seguito la definizione di una sorta di progetto di massima, insieme all’amministrazione comunale.

“Dal momento stesso in cui il sottosegretario alla Difesa annunciava, con sorpresa dei presenti, che quell’area poteva essere smilitarizzata e concessa al territorio di Siracusa all’interno di un organico disegno di riqualificazione, il sindaco Francesco Italia e l’assessore Pierpaolo Coppa coinvolgevano il nostro Comitato in un lavoro di analisi e studio su un’area più ampia e sulle zone limitrofe per verificare le condizioni di poter fare redigere uno studio di fattibilità tecnico-economico da prospettare al Ministero della Difesa e ai vertici militari. Da quel momento – ricordano – diversi sono stati gli incontri in presenza tra il Comitato e l’assessore Coppa, coadiuvato dai tecnici del Comune di Siracusa, ove si è discusso circa la necessità di dover predisporre un ‘documento di fattibilità delle alternative progettuali’ prima ancora di poter redigere uno studio di fattibilità tecnico-economico. Si sono quindi esaminati diversi aspetti tecnici, quali vincoli e concessioni preesistenti riguardanti le aree limitrofe all’area oggi ex Idroscalo, in una proiezione urbana più ampia del contesto posto a base dello studio; senza considerare che dovrà tenersi in conto che le aree deputate alla realizzazione del porto turistico Marina di Archimede, dopo il suo fallimento, sarebbero state completamente svincolate da una recente decisione del TAR”.
Cosa è stato fatto in questi mesi? “L’impegno di questi mesi è quindi transitato da ipotesi di progetti di massima, relativamente all’utilizzo dell’area, alle sue possibili e plurali destinazioni naturalmente sempre ad uso pubblico: in primo luogo viarie, veicolari, ciclo-pedonali, di svago, ecc. (water-front sul mare), e in secondo luogo, anche previa riqualificazione ed eventuale recupero/trasformazione di parte degli immobili esistenti, per destinazioni culturali, sociali e turistiche, sport e tempo libero. Si tratta, senza alcun dubbio, di una delle più straordinarie operazioni di ricucitura urbanistica col resto del centro-città, per aprire la strada ad un progetto di grande suggestione estetica e civile e di maggior prestigio degli ultimi 50 anni per Siracusa. Basti solo pensare al collegamento sinergico e di intensa tessitura urbana che l’area dell’ex Idroscalo non potrà che avere con lo scenario di riqualificazione della futura Stazione Marittima al Molo Sant’Antonio, della Stazione Centrale, del sito archeologico del Ginnasio Romano, del Mercato Ittico, dell’ex Macello Comunale, ecc.: tutte aree, per le quali sono in corso importanti progetti di riqualificazione da parte dell’Amministrazione Comunale”. L’occasione del Pnrr e delle sue risorse è più unica che rara. Difficilmente passerà di nuovo un simile treno nei prossimi 50 anni.

 

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