Aiace, il più umano degli eroi si guadagna la prima standing ovation del teatro greco

 Aiace, il più umano degli eroi si guadagna la prima standing ovation del teatro greco

In un paesaggio lugubre, dove l’unico colore è il rosso cremisi del sangue sulle tende dell’accampamento degli Achei (scenografia di Nicolas Bovey), si muove l’Aiace di Luca Micheletti, regista che è anche attore protagonista dello spettacolo che ha aperto il 59.o ciclo di rappresentazioni classiche al teatro greco di Siracusa.
Tra senso di colpa e vergogna, l’eroe di Sofocle paga la sua “arroganza”, perdendo il senno per volere di Atena. Aiace si ritrova sempre più fuori dal tempo e fuori dal contesto, fino a smarrirsi. Quando ritorna in sé, dopo aver sgozzato un gregge scambiato per feroci nemici, la sua concubina Tecmessa (una convincente Diana Manea) gli racconta l’accaduto e prova a farlo desistere da progetti suicidi (“una vita misera non è degna di essere vissuta”). Il richiamo agli affetti, la visione del figlio (in scena va Arianna, la figlia di 18 mesi di Micheletti) sembrano convincerlo.
Lo spettacolo prende ancora più ritmo, con le musiche originali firmate da Giovanni Sollima eseguite dal vivo da Francesco Angelico, Christian Barraco, Cecilia Costanzo (violoncelli); Giovanni Caruso (percussioni); Giuseppina Vergine (Arpa); Marcello Zinzani (clarinetto) e Paolo Leonardi (trombone). I movimenti coreografati dei compagni di Aiace vengono appena illuminati da un unico fascio di luce che accentua così il contratto con le ombre. Luci e ombre, come nella vicenda di Aiace e di ogni essere umano.
E sull’eroe affranto di Sofocle, sono le ombre ad avere la meglio. Giù le tende, una scena di vertebre e costole dilaniate da una grande spada. Aiace consuma gli ultimi istanti della sua vita mortale. Solo la luce di tre bracieri per lui, atteso nel regno dei morti.
Menelao (Michele Nani) vieta che venga sepolto, facendosi interprete del volere di Atena. Nessuno osi dare degna sepoltura all’eroe uscito di senno. Il suo valore, la sua generosità verranno però riconosciute da Odisseo (Daniele Salvo) che, sebbene invitato nel prologo da Atena a ridere della follia di Aiace, ammette: “sono stato suo nemico ma lui è stato un valoroso”. Depone le armi di Achille, l’onore è restituito all’eroe Aiace mentre poco prima luci danzanti cantano contro ogni “esecrabile guerra”, quella violenza che distrugge gli uomini, mettendoli uno contro l’altro. Agamennone (Edoardo Siravo) acconsente al volere di Odisseo, campione della strategia e del compromesso, e Teucro (un intenso Tommaso Cardarelli) ricompone la frattura tra gli Achei ed in fondo anche questo è l’insondabile volere degli dei.

 

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