Alta tensione in zona industriale, la raffinazione a rilento e i 65 esuberi di Sasol

 Alta tensione in zona industriale, la raffinazione a rilento e i 65 esuberi di Sasol

Quanto è delicato il momento della zona industriale di Siracusa? Oltre alla vicenda Ias ed al dibattito in corso sulla riconversione e la partenza in avanti di Eni, sono altri due fatti a sollevare nuove preoccupazioni nei sindacati e ad agitare i lavoratori.
Il primo riguarda la decisione di Isab,il pezzo più importante del polo, che per la prima volta in 70 anni di storia industriale ha avviato le procedure per un accordo preventivo con i creditori su di una parte definita “minoritaria” del debito accumulato. È la cosiddetta composizione negoziata della crisi di impresa. Il segretario della Cgil di Siracusa, Roberto Alosi, non ha nascosto le preoccupazioni e nel corso di una intervista su FMITALIA ha richiamato lo strumento della Golden Power con dubbi sul suo reale impiego.
Il secondo arriva da Sasol, altro pezzo pregiato dell’area industriale siracusana. L’azienda ha comunicato ai sindacati la prospettiva di una riduzione dell’organico di 65 unità, con ricorso ad incentivi all’esodo e ammortizzatori sociali.
Nelle prossime ore potrebbe maturare la mossa dei sindacati: una mobilitazione generale come non se ne vedevano da anni. “Dobbiamo agire, con responsabilità ma mettendo in campo ogni azione di lotta possibile”, spiegano alcune fonti sindacali.
Il termometro della preoccupazione segna una linea rossa come non mai. E monta, tra i lavoratori, una certa delusione verso la politica e, in particolare, verso quei tavoli ministeriali giudicati privi di incisività e risultati concreti. Il ministro Urso, atteso a fine gennaio, non verrà a Siracusa. Incontro rinviato a data da destinarsi. Tutto genera un clima di sfiducia che pesa adesso sull’umore di migliaia di persone. Una tensione che non può essere ignorata.

 

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