"Archia" e "Fiera del Sud", le due operazioni della Guardia di Finanza sul gruppo Frontino
La Guardia di Finanza parla di “imponente operazione” nei confronti del Gruppo Frontino. Due distinti provvedimenti disposti dal gip del Tribunale di Siracusa, su richiesta della Procura che ha coordinato le indagini, hanno permesso ai finanzieri di Palermo e Siracusa di portato a compimento due importanti operazioni di polizia economico-finanziaria con al centro gli interessi imprenditoriali del Gruppo Frontino, “gravitanti intorno al centro Commerciale Fiera del Sud”, spiegano gli investigatori. Si tratta delle operazioni “Archia” e “Fiera del Sud”.
Con la prima, le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Palermo hanno eseguito un decreto di misure cautelari nei confronti di Davide Venezia, Alfredo Sapienza e Rosa Gibilisco, indagati per bancarotta fraudolenta e frode fiscale nella costruzione del centro commerciale “Fiera del Sud” di Siracusa. Una quarta misura cautelare è in corso di esecuzione.
L’attività, iniziata nel 2016, ha tratto origine da una delega rilasciata alla Guardia di Finanza palermitana dalla Procura della Repubblica di Siracusa tesa a delineare le vicende economico-finanziarie di numerose imprese avvicendatisi nella costruzione del centro commerciale a seguito della quale i finanzieri del I Gruppo Tutela Entrate hanno svolto complesse indagini con l’esame di migliaia di documenti cartacei e digitali, l’audizione di testimoni e l’esecuzione di indagini finanziarie, che hanno svelato vorticosi passaggi di denaro tra persone fisiche e giuridiche. Quanto alla bancarotta, appurato che gli amministratori di diritto succedutesi nel tempo e quello di fatto della Codaf S.r.l. avrebbero distratto somme per oltre 250.000 euro, eseguendo pagamenti non giustificati in favore di alcune imprese ed esponevano nel bilancio fatti materiali rilevanti non rispondenti al vero, celando maggiori perdite per quasi 3,5 milioni di euro. Peraltro, celavano le scritture contabili della società, in modo da rendere impossibile la completa ricostruzione del patrimonio e degli affari. In aggiunta, avrebbero aggravato il dissesto della Attività Edilizie S.r.l. astenendosi dal richiedere il fallimento quando già era emersa una situazione di dissesto irreversibile. Con riguardo ai reati fiscali, è stato appurato che la RGD S.r.l. ha evaso le imposte per circa 250.000 euro e che alcune persone coinvolte dalle indagini avevano compiuto atti fraudolenti sui beni della Emmea S.r.l. al fine di sottrarsi al pagamento delle imposte, rendendo inefficace la procedura di riscossione coattiva, non versavano l’iva per oltre 500.000 euro e conferivano simulatamente nel trust “Quantias Superuisorem”, avente trustee un trust di diritto elvetico a sua volta partecipato da una fiduciaria sempre elvetica, le quote del capitale sociale di alcune società che a loro volta, a cascata, detengono i capitali sociali di svariate imprese tutte riconducibili alla medesima famiglia.
A seguito di ciò, in un primo momento, sono stati eseguiti sequestri di disponibilità liquide, beni immobili e quote societarie, tra le quali il capitale sociale, pari a 2.000.000 di euro, della società proprietaria del menzionato centro commerciale il cui valore è stato stimato in circa 29 milioni di euro. I vincoli cautelari venivano successivamente confermati in toto dal Tribunale del Riesame di Siracusa a seguito dei ricorsi presentati.
A conclusione delle attività odierne, i finanzieri del Nucleo P.E.F. di Palermo, coadiuvati da quelli della Compagnia di Augusta, sul totale di sette persone indagate, hanno eseguito quattro arresti, nonché sequestrato le quote di uno sham trust di diritto italiano avente trustee un trust di diritto elvetico a sua volta partecipato da una fiduciaria sempre elvetica, quote societarie e disponibilità finanziarie a fronte dell’emissione del provvedimento di sequestro per oltre mezzo milione di euro emesso dal gip di Siracusa.
L’operazione “Fiera del Sud” riguarda le vicende relative alla costruzione ed apertura del Centro commerciale omonimo, originariamente di proprietà della società Open Land S.r.l., successivamente per cessione di ramo d’azienda della Emmea S.r.l. ed infine di altra azienda riconducibile alla famiglia Frontino. Risultano indagate, in concorso tra loro, per il reato di truffa 10 persone fisiche individuate quali amministratori di fatto e di diritto ovvero procuratori di società facenti parte del “Gruppo Frontino”: le sorelle Concetta e Daniela Frontino, Maria Cimino, Rosa Gibilisco, Alfredo Sapienza, Davide Venezia, Oumar Aidara, Adama Zombo, Graziano Del Greco e Salvatore Noto. Agli odierni indagati si contestano una serie di condotte fraudolente qualificate come “truffe
contrattuali”, finalizzate a consentire al Gruppo imprenditoriale Frontino di edificare il Centro Commerciale “Fiera del Sud” eludendo fraudolentemente i debiti contratti nei confronti dei subappaltatori che avevano realizzato le diverse opere infrastrutturali. Questi ultimi, creditori di notevoli cifre di denaro corrisposte solo in minima parte dalla società appaltatrice, sarebbero stati indotti a proseguire e ultimare i lavori in subappalto, confidando sulle rassicurazioni e nelle artificiose rappresentazioni fornite loro dagli amministratori di fatto e di diritto del gruppo imprenditoriale Frontino.
Le evidenze d’indagine hanno consentito di delineare uno scenario delittuoso il cui risultato finale seguito dalle società del gruppo Frontino era quello di pervenire alla costruzione e all’apertura del centro commerciale sostenendo costi minimi, non onorando sostanzialmente i debiti verso terzi, e neutralizzando preventivamente la possibile azione giudiziaria dei terzi mediante l’intervento, quali cessionari dei contratti, di scatole societarie incapienti, in modo da frustrare ogni effettiva possibilità di recupero del credito vantato nei confronti delle società del gruppo Frontino.
Pertanto, il complesso edilizio dove insiste il centro commerciale “Fiera del Sud” si qualifica come “prodotto” delle molteplici condotte integranti ipotesi di “truffa contrattuale” perpetrate in danno dei subappaltatori che hanno proceduto alle opere, considerando pertanto il manufatto realizzato, quanto meno nella sua maggior parte, il “prodotto” di tali condotte. L’immobile sequestrato è stato affidato in giudiziale custodia ad un amministratore giudiziario appositamente nominato dalla Procura.