“Ascensore rotto da giorni, io paraplegica costretta a strisciare per le scale: il Comune intervenga”

Da circa dieci giorni costretta a vivere una situazione umiliante, dolorosa, insopportabile. Antonia ha 48 anni,è paraplegica dalla nascita. Si muove esclusivamente in carrozzina, sia dentro casa, sia – a maggior ragione – quando deve uscire. Succede spesso, soprattutto per sottoporsi a frequenti visite mediche e alle terapie che le sono necessarie per migliorare quanto più possibile la sua condizione e di conseguenza la qualità della sua vita. Tutto ben collaudato. Un episodio che per molti non ha nessuna particolare rilevanza ed è al massimo un gran fastidio, si è però trasformato per lei in un vero e proprio incubo. L’ascensore del palazzo popolare in cui vive in via Rizza, di proprietà del Comune, si è guastato “ e nessuno, a distanza di parecchi giorni, ha ancora fatto nulla per ripararlo”. Per Antonia l’ascensore fuori uso rappresenta un problema enorme. “Per uscire da casa sono stata costretta a trovare soluzioni estreme: strisciare per terra, scalino dopo scalino, per raggiungere l’uscita- racconta- e poi cercare aiuto come ho potuto per tornare a casa. Non immaginate quanto possa essere umiliante una situazione del genere. In altri casi -continua a raccontare- mia madre, che ha 67 anni e problemi di salute, ha dovuto prendermi in braccio. Non è giusto che una persona sia sottoposta a tutto questo. Chiedo all’amministrazione comunale di adoperarsi subito. Quelle tre rampe rappresentano per me un ostacolo terribile, barriera fisica e ferita inferta alla mia dignità”. Nel palazzo vivono anche degli anziani. “Anche alcuni di loro hanno difficoltà a muoversi- puntualizza Antonia- e avvertono come me la necessità che venga ripristinato il servizio. Credo di aver sopportato già fin troppo-conclude Antonia- non è giusto che i miei diritti vengano calpestati. In caso di mancato riscontro, dovrò farli valere nelle sedi opportune ma mi auguro che non si arrivi a tanto e che il Comune si accorga di me e del mio piccolo calvario”.