“Astratti Furori siciliani” in scena al Teatro Massimo di Siracusa

 “Astratti Furori siciliani” in scena al Teatro Massimo di Siracusa

(cs) Quali ragioni accomunano il capolavoro di Elio Vittorini e la tradizione catanese dell’Opera dei Pupi? Lo scopriremo con la pièce “Astratti Furori siciliani” riduzione e adattamento per pupi catanesi da “Conversazione in Sicilia” di Elio Vittorini di Alessandro e Fiorenzo Napoli, una messinscena originale dell’opera “contaminata” dagli interventi degli amatissimi eroi paladini. Lo spettacolo della Compagnia Arte Pupi Fratelli Napoli arriva domani 6 settembre alle 21 al Teatro Massimo di Siracusa nell’ambito degli eventi della Settimana Vittoriana in attesa del XXIII Premio Letterario Nazionale Vittorini), la IV edizione di Mediterrartè – Classico Contemporaneo, festival internazionale delle realtà artistiche del Mediterraneo, ideato e organizzato da Artelè. Mediterrartè offre, infatti, proposte innovative e interdisciplinari, creando un progetto culturale unico nel suo genere per approccio e dislocazione geografica e focalizzandosi su artiste e artisti che, ispirandosi alla tradizione classica e alla cultura popolare, rinnovano il linguaggio artistico e riflettono sul significato profondo dello spettacolo dal vivo.
“I personaggi di Conversazione in Sicilia – spiega Alessandro Napoli – palesano una perfetta corrispondenza con molti dei personaggi delle storie dell’Opera dei Pupi e, come loro, aspirano a un ordine del mondo più giusto. Ad esempio, l’arrotino Calogero, il sellaio Ezechiele, il panniere Porfirio e l’oste Colombo, che nel romanzo di Vittorini incarnano quattro diverse modalità di rapportarsi col potere (nella contingenza del 1938 la dittatura fascista e la sua adesione alla guerra civile spagnola), ripropongono tutta intera la dialettica dei rapporti tra il ribelle Rinaldo, il conciliante Orlando, l’ottuso Carlo Magno e il perfido Gano di Magonza”.
“In altre parole – continua Napoli – , sia il romanzo di Vittorini, sia le storie e i personaggi dell’Opera dei Pupi raccontano (ciascuno nel suo specifico linguaggio) – simbolicamente e allegoricamente – una storia che intende riflettere sul mondo offeso e sulla necessità di ristabilirvi ordine e giustizia. Abbiamo voluto far incontrare questi personaggi (forse facendo “cozzare” fra loro i registri linguistici in cui rispettivamente si esprimono…), immaginando che i nostri pupi assistano a una messinscena di Conversazione e intervengano durante lo spettacolo, facendo ciò che faceva il pubblico tradizionale dell’Opira durante la rappresentazione delle storie dei paladini. Orlando, Rinaldo e tutti vedranno in Conversazione la rappresentazione delle loro stesse vicende, commenteranno la messinscena e, al momento opportuno, interverranno direttamente sul palco. A far da medium tra i due mondi ovviamente non poteva che essere Peppininu, la maschera tradizionale dell’Opira catanese. Se questo esperimento teatrale sia stato troppo azzardato o se sia riuscito, giudicherà il pubblico. Noi, da parte nostra, lo abbiamo fatto credendo nelle infinite possibilità espressive dell’Opira catanese”.

 

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