Augusta. Il relitto affondato e ripescato non si tocca. Il sindaco: "farne giardino della memoria"
Il relitto del motopesca carico di migranti affondato nell’aprile 2015 e recuperato nei mesi scorsi al termine di una grande operazione tecnologica italiana non deve lasciare Augusta. Deve, anzi, diventare il primo e più importante pezzo del “Giardino della Memoria” in una città che dell’accoglienza ai migranti ha fatto bandiera.
A sposare l’iniziativa del Comitato 18 Aprile è anche il sindaco di Augusta, Cettina di Pietro. Ha scritto al premier Renzi ed al ministro della Difesa, Pinotti, chiedendo che il relitto – attualmente ancora al pontile Nato di Augusta – non venga destinato ad altro se non al “monumento” che la città megarese vorrebbe realizzare. “Sarebbe un gesto di civiltà e solidarietà per la città di Augusta, il porto europeo con il maggior numero di approdo di navi di soccorso”, scrive tra l’altro la Di Pietro.
Il Giardino della Memoria dovrebbe essere realizzato dentro la chiesetta all’aperto di Monte Tauro.