Augusta. La rada inserita per sbaglio tra le discariche, errore da 400.000 euro
La Regione siciliana pagherà una sanzione da 400 mila euro alla Commissione Europea perchè nessuno degli uffici in 12 anni – dal momento cioè della prima condanna della Corte di Giustizia UE – ha mai inviato una autocertificazione in cui si affermava che la rada di Augusta non è una discarica abusiva. La scoperta – “paradossale” – è dei deputati del M5S Ignazio Corrao (Parlamento Europeo), Claudia Mannino (Camera dei deputati) e Giampiero Trizzino (ARS) che si sono visti rispondere in questi termini dal Commissario Europeo Karmenu Vella ad una richiesta per ricalcolare la sanzione della sentenza Corte di Giustizia dell’Unione Europea su discariche abusive.
Una volta capito che la rada era stata inserita per sbaglio tra le discariche, tramite appositi documenti i deputati chiedevano un ricalcolo a favore dell’Italia della penalità forfettaria (pro quota € 187.793,40) e della prima sanzione semestrale (€ 200.000). “Oggi – sottolineano Corrao, Mannino e Trizzino – la Commissione Europea ha chiarito che la sanzione riferita alla rada di Augusta non verrà stornata perchè l’errore non è stato dell’Europa ma dell’Italia e della Regione Sicilia in particolar modo. Si tratta di 400.000 euro tra sanzione iniziale e multa semestrale che abbiamo dovuto pagare solo perchè nessuno tra Regione e Ministero in 12 anni si è mai preso la briga di mandare una certificazione con scritto che la rada di Augusta non era una discarica. Quando questo è stato fatto, ovvero soltanto nel 2015, la Commissione ha subito escluso Augusta dalla lista delle discariche fuori legge. Insomma il classico esempio di come una leggerezza costi quasi mezzo milione di euro che paghiamo tutti noi cittadini. Fino al 2014 nessuno a livello politico si era interessato a questa procedura europea. Grazie al nostro intervento abbiamo accesso i fari su questa vicenda delle 200 discariche fuori legge, facendo inserire anche nel bilancio statale decine di milioni di euro per le bonifiche. Ovviamente sottoporremo anche questa volta la questione alla Corte dei Conti, auspicando che anche in questo caso provveda ad aprire una indagine. La cosa assurda – concludono i deputati – è che il Ministero dell’Economia ha avuto il coraggio di avviare la pratica per il diritto di rivalsa nei confronti del Comune di Augusta, nonostante la responsabilità sia del Ministero dell’ambiente e della Regione”.
Come a dire che il Comune megarese, già in default, finirà per far pagare ai suoi cittadini errori di altri. “Stiamo lavorando al fianco del sindaco Cettina Di Pietro al fine di risolvere quella che auspichiamo sia solo una incomprensione burocratica”.