Augusta. Marina Militare, servizio pulizie: licenziati i 96 dipendenti Pts
La strada sembrava già segnata, ma adesso c’ è anche l’ufficialità. La “Pts srl”, che ha in appalto il servizio di pulizia presso la base della Marina Militare di Augusta e della Regione Sicilia , ha licenziato i 96 lavoratori con decorrenza 28 febbraio. Ai dipendenti è stata recapitata la comunicazione ufficiale. A darne notizia è la segreteria provinciale della Filcams Cgil, guidata da Stefano Gugliotta. “Il licenziamento dei lavoratori-spiega il segretario della sigla di categoria- è stato deciso dall’azienda a fronte dell’impossibilità di continuare a gestire l’appalto per la decurtazione del canone mensile da 55 mila a 34 mila euro mensili, stabilito dalla Marina Militare dal mese di marzo” . Il sindacato locale ha sollecitato un intervento della segreteria nazionale per chiedere un incontro immediato con i rappresentanti del ministero della Difesa. “La tensione – fa presente Gugliotta- tra i lavoratori all’arrivo delle lettere di licenziamento è salita a livelli di massima esasperazione”. Lo scorso dicembre si era già verificata una situazione più o meno analoga, ma il prefetto, Armando Gradone aveva reperito i fondi necessari per assicurare la prosecuzione del servizio. “Oggi-dice ancora il segretario Filcams- l’appalto sopravvive grazie al ricorso alla Cassa integrazione in deroga con un percentuale del 70 per cento. Con questa ennesima riduzione di oltre il 38 per cento i lavoratori non hanno più alcuna possibilità di poter proseguire “. I motivi di preoccupazione sarebbero, però, anche altri. “ Dal 1 marzo, con queste riduzione di canone -spiega l’esponente del sindacato- di fatto non sarà più possibile garantire il minimo servizio di pulizia e sanificazione all’interno dei siti della Marina Militare, tra cui gli ospedali e le mense. La magistratura dovrebbe valutare se esistono responsabilità in seno al ministero delle Difesa o della Marina Militare per interruzione di pubblico servizio per gli ospedali militari e i Nas valutare anche la chiusura delle mense”.