Aumento del carburante, gli autotrasportatori siracusani pronti a fermarsi: “900 euro il pieno”
L’aumento del costo del carburante mette in ginocchio gli autotrasportatori. Il presidente provinciale della Fita-Cna, Salvatore Ranno, non fa mistero del momento drammatico. “Aumenta tutto. Il carburante, l’ad blue, le manutenzioni, il costo del traghetto. Siamo messi male. Se non c’è un intervento deciso del governo, qua si ferma tutto. E non è una minaccia, piuttosto una necessità. Non possiamo continuare a lavorare in perdita”.
Fermare tutto significherebbe, di fatto, bloccare l’Italia. Con i tir che non partono e le merci che non vengono consegnate. In Italia l’80% delle merci viaggia infatti su gomma, da sud a nord. Pensare ad una serrata delle ditte di autotrasporto e logistica avrebbe conseguenze immediate sui banchi dei supermercati (che si svuoterebbero) e sui prezzi del fresco (che aumenterebbero).
“Non abbiamo più soldi per andare avanti. Un pieno in media per un tir non costa meno di 900 euro. Produciamo i carburanti dietro casa, escono dalle raffinerie a 50 centesimi e poi paghiamo almeno 1,80 a litro. Il governo lì deve intervenire. Pensate che dal primo marzo aumenta anche il costo per traghettare. D’altronde, anche le navi si spostano con carburante e subiscono a loro volta gli aumenti. Il governo già domani deve muoversi se non vuole ritrovarsi con il Paese fermo, come nel 2013”, dice ancora Ranno, intervenendo su FMITALIA.
“Oggi viaggiamo in perdita. Quando un camion esce, non porta utili. Ma dobbiamo accontentare il cliente storico, con cui lavoriamo da sempre. E allora usciamo comunque. Ma possiamo resistere ancora per pochissimo tempo. Il malumore è diffuso. La maggior parte delle aziende qua è pronta a fermarsi. Parlo con i colleghi tutti i giorni, hanno bisogno di respirare. E’ aumentato tutto. Per le famiglie, per le aziende e per noi del settore trasporti. E purtroppo gli aumenti peggiori devono ancora arrivare.