Ancora un raid contro la Cgil a Lentini, sbotta Alosi: “meritiamo più tutela”

Cresce l’inquietudine dopo il quarto raid nella sede della Cgil di Lentini. Nottetempo i malviventi hanno di nuovo preso di mira la locale Camera del Lavoro. Una volta all’interno, hanno messo a soqquadro gli ambienti con azioni di danneggiamento non indifferenti. “A noi sembra piuttosto evidente che non debba essere esclusa a priori una eventuale matrice politica e questo non solo perché è la quarta volta nel giro di poco più di un anno, ma anche perché non viene portato via nulla, ma solo devastato quanto c’è all’interno”, dice il segretario provinciale della Cgil, Roberto Alosi.
“Il fatto che ancora una volta sia stata colpita la casa dei lavoratori, dei pensionati, dei giovani non può non allarmarci, tanto più che si tratta della camera del lavoro di Lentini che vanta una lunga storia di presenza e impegno sociale costante sul territorio costituendo, lo voglio ribadire, presidio di democrazia e libertà per tutti, in particolare verso i più bisognosi. Credo che sia giunto il momento che si presti maggiore attenzione da parte delle istituzioni perché quattro attentati in meno di un anno credo che non possano e non debbano essere sottovalutati”.




Quattro parcheggiatori abusivi sanzionati in Ortigia, la domenica della Municipale

Quattro posteggiatori abusivi sono stati sanzionati dalla Polizia Municipale di Siracusa. I quattro erano “in servizio” nella zona del Molo Sant’Antonio e di via Eritrea. Approfittando dell’invitante domenica, mite e soleggiata, che ha attirato numerosi visitatori nel centro storico di Ortigia, hanno ben pensato di piazzarsi nelle aree di sosta.
La Municipale lì ha sanzionati per esercizio abusivo dell’attività illecita. Nel corso dei controlli elevate anche 2 sanzioni per infrazioni al codice della strada, 2 elezioni di domicilio e 60 avvisi di accertamento per mancata esposizione del tagliando di sosta o perché non risultante dall’applicazione Easy Park.
Non sono mancati i controlli repressivi per le vie della città, anche mediante street control, attraverso cui si sono riscontrate una trentina di infrazioni al codice della strada.




Omicidio a Lentini, sorvegliato speciale freddato sotto casa

Omicidio questa mattina a Lentini, poco dopo le 11. La vittima è un 38enne sorvegliato speciale. Secondo una prima ricostruzione, il killer – non è ancora chiaro se con il contributo di un complice – lo avrebbe atteso sotto casa e non appena ha varcato il portone, gli ha esploso uno o più colpi al volto. Una vera e propria esecuzione in stile mafioso.
A chiamare i soccorsi, alcuni passanti. Le indagini sono affidate ai Carabinieri che hanno condotto le prime analisi sulla scena del crimine. Raccolte anche le prime testimonianze, utili a ricostruire gli ultimi movimenti della vittima e la rete di rapporti intessuta. Acquisite anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti tutto attorno all’area in cui è avvenuto il delitto.




Incendio di via Elorina, primi risultati Arpa: benzene, metacrilato e acroleina

Arpa Sicilia ha reso noti i primi risultati delle analisi compiute dopo l’incendio di via Elorina. Sono stati prelevati tre campioni di aria ambiente con canister ed è stato effettuato un campionamento per la determinazione delle diossine in aria, utilizzando infine anche i dati delle centraline fisse dal 12 al 17 febbraio.
I campioni di aria prelevati con i canister, in prossimità dell’incendio, evidenziano la presenza di composti tipici dei fenomeni di combustione, quali benzene, metacrilato, acroleina. Sostanze che possono essere prodotte dalla combustione di materiali plastici, plexiglass e vernici ad esempio. Segnale anche questo della presenza di discariche abusive, anche con presenza di rifiuti speciali. Lievi sforamenti che diminuiscono nel prelevato il 17 febbraio.
Le analisi condotte nell’area di via Columba non evidenziano livelli significativi di composti organici volatili.
Dall’analisi dei dati delle centraline fisse per il monitoraggio della qualità dell’aria (le più vicine sono Teracati e Pantheon) emergono concentrazioni medie orarie di benzene più elevate di quanto si osserva di norma negli agglomerati urbani, in cui non sono presenti impianti industriali.
Inoltre, è stato superato il 16 febbraio il limite della concentrazione media giornaliera per il PM10 nella stazione Pantheon e il valore guida OMS della concentrazione media giornaliera di PM2.5 (15 μg/m3) sia nella stazione Pantheon che Teracati.
Per i livelli di diossina, bisognerà attendere ancora qualche giorno per gli esiti dei campionamenti in continuo condotti con apposito macchinario arrivato da Arpa Ragusa.
Nessuno dei valori riportati nel report pubblico consultabile sul sito di Arpa Sicilia permette di ipotizzare la presenza di amianto. Questo anche perché le fibre di amianto derivano da fenomeni di abrasione e una volta immesse nell’ambiente possono essere rilevate nelle polveri e con analisi al microscopio di alta definizione.




Inferno in via Elorina: come è partito quel rogo devastante? Cosa abbiamo respirato?

Il giorno dopo l’inferno di via Elorina, sono diversi gli interrogativi che attendono risposta. Come è partito il rovinoso incendio, di più che probabile origine dolosa? Perchè c’erano tutti quei rifiuti in plastica e amianto in una vasta area sottoposta a diversi vincoli di tutela, ambientale e paesaggistica? Cosa hanno respirato i siracusani per ore, con l’acre odore di plastica bruciata (e non solo) sino a questa mattina nell’aria? Perchè non ci sono state comunicazioni ufficiali di Protezione Civile rivolte alla popolazione ma solo iniziative singole (canali social del sindaco)? Tutte domande che attendono una risposta da parte delle istituzioni locali.
Solo alle 19 di ieri sera, a quasi sei ore dallo scoppio dell’incendio e la chiusura delle strade adiacenti, l’invito a chiudere finestre e porte nelle zona limitrofe. Nella tarda serata sono iniziati i rilievi e campionamenti di da parte di Arpa Sicilia, per capire in quale proporzione sono finite nell’aria diossine e ipa (idrocarburi policiclici aromatici) e con quale rischio per la popolazione. Da questa mattina sono iniziate le prime analisi di laboratorio su quanto prelevato tramite canister. Per quanto utili, i canister sono però tarati sulle sostanze collegabili alla zona industriale e non a combustioni come quella generata dal rogo di via Elorina. Ecco perchè ieri notte è stato messo in funzione un particolare strumento arrivato appositamente da Arpa Ragusa: serve a misurare le diossine. Fino all’una di questa notte continuerà a ricercare la presenza di quelle pericolose sostanze nell’aria del capoluogo. Deve infatti lavorare su un campionamento di 24 ore almeno. Saranno poi i laboratori di Arpa Palermo ad esaminare i risultati.
Il Comune di Siracusa ha attivato già ieri il Centro Operativo Comunale, la sala di coordinamento delle attività. Ed è stato Palazzo Vermexio a spingere per l’intervento di Arpa, sotto le centinaia di chiamate di cittadini preoccupati ed in cerca di notizie.
Per tutta la notte, Vigili del Fuoco e Protezione Civile hanno monitorato la zona dell’incendio, per evitare che un nuovo cambio di vento potesse generare una ripartenza delle fiamme. “Ce la siamo vista brutta”, confidano a mezza bocca dopo oltre dieci ore di lotta contro l’incendio e il vento. Dieci mezzi, un elicottero e squadra da Ragusa e Catania – insieme alle associazioni di Protezione Civile ed alla sala operativa comunale – mobilitati per un tempo infinito. Anche questo dà la misura di quello che è successo.




Quei 12 candelotti nascosti in casa alla Mazzarrona, “pericolo per l’intera zona”

Sono stati fatti brillare questa mattina i 12 candelotti sequestrati nel corso del blitz antidroga condotto in largo Russo, a Siracusa. Erano nascosti nell’armadio di una camera da letto, dentro un sacchetto, in uno degli appartamenti sottoposti a perquisizione. La loro potenza è stata definita “micidiale”, di certo non delle “semplici” bombe carta.
Cosa volevano farne gli arrestati? Questa è una delle domande a cui stanno lavorando le forze dell’ordine. “Intanto è stato importante toglierle dalla disponibilità della criminalità organizzata”, sottolinea Genevieve Di Natale, a capo della Squadra Mobile della Questura di Siracusa. L’esplosione di un solo candelotto avrebbe potuto causare danni notevoli e mette i brividi pensare che tutti e 12 fossero uno accanto all’altro, dentro un sacchetto, nell’armadio di un appartamento: inconsapevolmente, l’intera palazzina è stata esposta ad un rischio enorme. “Il modo in cui erano conservati era un pericolo per tutta la zona”, conferma Di Natale.
E anche per questo aspetto è giusto allora sottolineare l’importanza del blitz interforze scattato ieri, in una delle zone maggiormente “sensibili” della città. Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza sono entrate in azione in maniera coordinata e dopo attente attività di indagine che hanno permesso di eludere anche il “controllo” affidato ad un sofisticato impianto di videosorveglianza. E mentre le unità cinofile scovavano quasi un chilo di sostanza stupefacente varia, inclusi 2 grammi della nuova e pericolosa Wax, il fiuto del cane anti-esplosivo in forza alla Polizia ha guidato al ritrovamento dei 12 candelotti.




Malore in strada, perde la vita un 80enne. Vani i disperati tentativi di rianimazione

Momenti concitati questa mattina in via Cannizzo, a Siracusa. Un 80enne ha perduto la vita mentre percorreva la strada. Nonostante quaranta minuti di rianimazione sul posto, purtroppo non c’è stato nulla da fare per l’anziano. Secondo le prime informazioni, avrebbe accusato un malore, probabilmente un infarto. Si è accasciato al suolo, privo di sensi. Sul posto sono arrivate due ambulanze inclusa la medicalizzata del 118. Disperatamente hanno tentato di strapparlo alla morte.




Il piano per il ritorno di Oncologia a Siracusa in una mossa: tornare all’antico

Quelli in foto sono gli ambienti che ospitavano l’ex Pronto Soccorso covid all’Umberto I di Siracusa. Durante la fase calda della pandemia – ricorderete – venne “ridisegnato” l’ospedale, sotto la guida di un triumvirato regionale. Un PS “pulito” (quello attuale) ed uno covid. Per far spazio al Pronto Soccorso non covid, venne spostato il reparto di oncologia. Ed è ancora in quei locali che si trova il reparto di emergenza. Quanto al “gemello” ma dedicato ai casi covid, venne poi chiuso al termine di quella particolare fase. E si presenta oggi nelle condizioni che vedete. Viene allora da domandarsi se quegli ambienti oggi non possano tornare ad ospitare il Pronto Soccorso “liberando” i locali che in precedenza era dell’Unità Operativa di Oncologia che, così, da Avola ritornerebbe al suo posto.
Anche il nuovo management dell’Asp di Siracusa si è posto la stessa domanda. E con il parere positivo degli ingegneri aziendali, sarebbe già partito lo studio preliminare dell’operazione “ritorno all’antico”. Vale a dire che il Pronto Soccorso traslocherebbe dove era sempre stato, sino al covid, mentre Oncologia si riapproprierebbe di quelli che erano i suoi spazi. Tra poche settimane, parlando di Pronto Soccorso, dovrebbe poi essere finalmente pronto il nuovo padiglione (su via del Santuario) per l’ultimo e definitivo trasloco. Almeno fino alla nascita (si spera) del nuovo ospedale.
Ripercorriamo la vicenda. Ad aprile del 2020 – dopo alcuni contagi covid – venne disposto il trasferimento del reparto di Oncologia dall’ospedale del capoluogo a quello di Avola. La decisione, spiegò all’epoca l’Asp di Siracusa, venne adottata “al fine di tutelare i pazienti oncologici, notoriamente pazienti fragili e garantire la continuità assistenziale”. Con quello spostamento di reparto, nei locali liberati, venne realizzato il pronto soccorso non covid dell’Umberto I. Doveva trattarsi di uno spostamento temporaneo. Di anni, nel frattempo, ne sono temporaneamente trascorsi quasi quattro.
Ad ottobre del 2020, l’Asp di Siracusa – accogliendo delle richieste in tal senso – dava il via ad un servizio di trasporto da Siracusa ad Avola di alcuni pazienti oncologici, attraverso l’associazione Oltre. Un servizio attivato per “andare incontro alle esigenze di pazienti particolarmente fragili e debilitati e senza caregiver che avrebbero potuto anche decidere, a causa di una difficoltà per loro insormontabile, di rinunciare alle cure”, il tutto “in attesa del rientro del reparto nel capoluogo”.
A determinare il ritardo nel ritorno alla normalità, ci si è messa di mezzo anche l’attesa del nuovo pronto soccorso (con annessa terapia intensiva). E dire che l’allora presidente della Regione, Nello Musumeci, nel 2022 con un post sui social annunciava che “a Siracusa si lavora anche la domenica” per centrare l’obiettivo. La struttura (nuovo padiglione) è sorta nell’area ospedaliera detta usualmente “nuova” che si affaccia su via del Santuario. Ma non è ancora completa. I lavori vennero consegnati ad aprile del 2021 e dovevano concludersi entro cento giorni, con la guida della Regione per attività di potenziamento della rete ospedaliera in Sicilia.
Il nuovo manager della sanità provinciale, Alessandro Caltagirone, ha subito preso di petto la questione. Dopo un confronto con gli uffici, alla luce del nuovo ruolo dell’Asp di Siracusa come soggetto attuatore promette “un piano di azione che sia il più tempestivo possibile” che poi significa apertura ritorno di Oncologia a Siracusa e, subito dopo, apertura del padiglione del nuovo Pronto Soccorso.




Il caso via Ofanto, i residenti: “Davvero la parziale riapertura mina la sicurezza?”

Riaprire o non riaprire via Ofanto e una parte della piazza Arcobaleno realizzata davanti alla scuola Paolo Orsi, a Siracusa? Il tema è diventato anche squisitamente politico, dopo il tentativo di riapertura bloccato e che ha visto in campo il consigliere comunale Ivan Scimonelli, l’assessore Enzo Pantano ed i vertici dell’istituto comprensivo. Alla fine, si è optato per effettuare nuove valutazioni sull’impatto della misura.
Delusi i residenti di via Ofanto- “La riapertura della strada sarebbe stata per noi la fine di un disagio quotidiano”, spiegano.
Quello che non va giù a chi vive in quella piccola strada è che la sicurezza possa valere a corrente alternata. “È evidente a chiunque frequenti la zona che i momenti di maggiore affollamento e criticità nascono negli orari di entrata e di uscita degli studenti ed a controllare chiediamo una presenza più costante dei Vigili Urbani in quegli orari. La piazza infatti nella parte transitabile è sempre ingolfata di vetture in sosta non autorizzata. La stessa cosa vale per la Via Brenta e per la Via Ofanto, sebbene l’accesso sia riservato (in apparenza) solo ai residenti
Ci stupisce che sia un problema la parziale riapertura della via Ofanto e non il disordine quotidiano. E ci stupisce anche che altrettanto interesse non venga attirato dalle condizioni di fatiscenza del vecchio tribunale che rappresenta un vero pericolo sia per chi frequenta ed abita nell’area sia per i ragazzi che frequentano la scuola e per i loro accompagnatori”, aggiungono in una nota inviata alle redazioni.
“La parziale riapertura di via Ofanto non può pregiudicare la sicurezza, tant’è che tutte le altre strade che costeggiano la piazza sono rimaste transitabili. Da due anni gli abitanti di via Ofanto possiamo accedere alle nostre abitazioni solo in retromarcia o ricorrendo a manovre fantasiose. È grave che non siano mai stati affrontati i rischi per la sicurezza. Già più di una volta sia ambulanze che Vigili del fuoco non sono riusciti ad entrare e intervenire con rapidità mettendo, in un caso, a serio rischio la salute di un bambino che stava soffocando. Porsi un quesito su chi discadano le responsabilità nel caso di un malaugurato incidente o di una tragedia è obbligatorio. La Politica deve contemplare e contemperare le esigenze di tutti anche del singolo cittadino. Gli abitanti di Via Ofanto rivendicano il loro diritto di ritornare a fruire della strada, la cui chiusura palesa senz’altro una limitazione che va valutata con buon senso e senza pregiudizio”, spiegano nella accorata lettera.




Ospedale di Siracusa, la nuova Asp è operativa: più posti letto in Area Medica

La Direzione strategica dell’Asp di Siracusa ha disposto la riorganizzazione dei posti letto dell’ospedale del capoluogo, l’Umberto I. Il primo passo è l’ottimizzazione dell’asset di utilizzo delle cosiddette “Bolle” per pazienti covid-19 ed il pieno utilizzo dei restanti posti letto. Questo ha determinato l’implementazione di 14 posti letto di Area Medica concentrati nell’ambito pneumologico e di malattie infettive.
“E’ una prima iniziativa che abbiamo potuto attuare nell’immediato, dopo avere ottenuto il parere positivo di alcuni direttori di reparti ospedalieri – dichiara il commissario straordinario dell’Asp di Siracusa Alessandro Caltagirone – che ci consente di dare maggiore respiro alle attività ordinarie rendendo disponibili ulteriori 14 posti letto di Area medica, che potranno anche essere utilizzati per decongestionare il Pronto soccorso, riducendo così le attese di pazienti che necessitano di ricovero. Come già annunciato, altre importanti azioni sono in via di valutazione e prossime ad essere attuate finalizzate al miglioramento delle condizioni di accoglienza e presa in carico dei pazienti al Pronto soccorso di Siracusa”.