Rischia di perdere un occhio la donna investita da un pirata della strada a Floridia

È stata sottoposta ad un delicato intervento chirurgico ad un occhio la donna che ieri è stata investita mentre percorreva a piedi viale Papa Paolo VI, a Floridia. La 44enne è stata centrata da un’auto che, dopo l’impatto, si è dileguata.
Ancora un pirata della strada, a cui stanno dando la caccia le forze dell’ordine, attraverso la visione delle immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona e alcune testimonianze.
La dinamica non è ancora chiara. Pare che la donna stesse attraversando la strada, quando è sopraggiunta l’auto pirata. Nonostante l’urto e con la donna sanguinante in terra, chi era alla guida del mezzo si è dato alla fuga, senza prestare il minimo soccorso.




Odissea al Pronto Soccorso, l’Asp: “Nessun errore”. I familiari: “Farà luce la Magistratura”

“Pur comprendendo il disappunto del familiare sui tempi di permanenza in area di emergenza e sull’evento accidentale della frattura del femore, non si ravvisano nella gestione della paziente né errori diagnostici né gestionali e si sottolinea ancora una volta che tutto il personale del Pronto Soccorso si adopera instancabilmente nell’interesse dei pazienti nonostante le difficoltà”. L’Asp di Siracusa replica così alle denuncia dei familiari della donna di 78 anni (clicca qui).
Il direttore medico di presidio Paolo Bordonaro ha comunque avviato una indagine interna per verificare quanto segnalato. Il direttore del Pronto Soccorso, Aulo Di Grande, puntualizza che “la paziente è stata trasferita in meno di 12 ore dall’arrivo, dopo i primi accertamenti, in Holding area per la prosecuzione dell iter diagnostico. L’Holding Area – spiega Di Grande – è una articolazione funzionale del PS ideata e realizzata al fine di assistere i pazienti in attesa del ricovero in reparto, assicurando loro quanto necessario, dotata di personale medico dedicato dalle ore 8 alle 20 così come di personale infermieristico e ausiliario sempre presente. La paziente ha proseguito la terapia medica prescritta fino al ricovero in reparto ed è stata assistita al pari degli altri pazienti e in merito alla diagnosi, è stata sottoposta a tutti gli accertamenti non ravvisando alcun errore diagnostico. In riferimento alla caduta accidentale esitata nella frattura del femore, è stata seguita pedissequamente la procedura aziendale con utilizzo delle sponde sin dall’accettazione in triage, dove è stato opportunamente segnalato il rischio caduta. Purtroppo qualunque procedura finalizzata a ridurre il rischio di cadute non le azzera, come documentato dai dati presenti in letteratura”.
Il ricovero in Ortopedia – secondo quanto sostenuto dall’Asp – sarebbe avvenuto entro 24 ore dalla segnalazione del Pronto Soccorso. “Il tipo di frattura non rientra nel progetto femore ma nonostante questo, vista la situazione clinica generale della paziente, prima di operarla, nell’interesse della paziente stessa, si stanno eseguendo tutti gli accertamenti del caso”, dice il direttore di Ortopedia, Salvatore Caruso.
Infine, il direttore del Pronto Soccorso Aulo De Grande interviene anche in merito all’appunto relativo alla impossibilità per i familiari di assistere i pazienti anziani durante la permanenza in Holding area. “La maggioranza dei pazienti è anziana e la presenza dei familiari congestionerebbe a dismisura i locali, senza tenere conto del rischio legato alla diffusione del covid-19”.
Per i familiari della donna, però, la risposta arrivata dall’Asp (“solo dopo la segnalazione del caso alla stampa”, ndr) è “pilatesca”. Salvatore, il figlio dell’anziana, “in attesa che l’indagine interna avviata produca i dovuti riscontri” si domanda come sia possibile – seguendo la ricostruzione fornita – che la madre si sia rotta il femore mentre era paralizzata in holding area ed in un lettino con le sbarre alzate. “È allora scivolata in avanti? Sarebbe ancora più grave per la struttura sanitaria”, aggiunge. “Ribadisco che il trasferimento dalla barella ad un letto e le sbarre di contenimento sono accorgimenti adottati dopo la caduta e in quel momento la diagnosi era polmonite e non lesione tumorale, come dopo accertato”. Insomma, le accuse restano tutte sul tavolo. “Saranno la Magistratura e lo Stato, a cui ci siamo rivolti, a fare luce su quanto incresciosamente avvenuto all’interno di una struttura sanitaria pubblica. Con un legale, stiamo agendo in ogni sede per tutelare mia madre. E mi riservo il diritto di rendere pubblico ogni dettaglio sulla qualità dell’assistenza che sta ricevendo in questi giorni di degenza. Prendo atto che ai familiari care giver non è consentito l’accesso. Mi pare un fatto grave, non umano verso i degenti anziani”.




Manager della Sanità, verso la riconferma a Siracusa per Salvatore Lucio Ficarra

Manca solo l’ufficialità ma i “giochi” sarebbero ormai chiusi. Per la nomina dei nuovi manager della sanità, a Palermo è cosa fatta. C’è l’accordo nella maggioranza e la prossima settimana ci sarà l’annuncio. Alla guida dell’Asp di Siracusa dovrebbe rimanere, non senza sorpresa, Salvatore Lucio Ficarra.
Lo confermano diverse fonti interne al centrodestra. Determinante, secondo le indiscrezioni, la volontà di Fratelli d’Italia che ha finito per prevalere su qualche perplessità degli alleati. Niente avvicendamento, come chiedevano invece le opposizioni dopo decine di audizioni in commissione Salute dell’Ars.
Da mesi, intanto, si susseguono problemi nei reparti degli ospedali siracusani, dai Pronto Soccorso ai recenti casi in Pediatria. Nella zona sud, noti sono note le tribolazioni dei Pte di Pachino e Rosolini. Situazioni ricondotte solo ed esclusivamente alla (reale) carenza di medici ospedalieri.
Ficarra venne nominato direttore generale dell’Asp di Siracusa nel 2018. In proroga dal 2023 anche con funzione di commissario. Cinquantanove anni, è stato direttore generale dell’Asp di Agrigento e sostituto del commissario straordinario a Enna. Vanta, tra le altre, esperienze anche a Caltanissetta e Gela con ruoli di direzione e responsabilità nei settori amministrativo ed economico-finanziario.




“Si può scambiare una polmonite con un tumore?”, lettera-denuncia sulla sanità siracusana

“Si può scambiare una polmonite con un tumore? Si può lasciare per sei giorni una donna anziana al Pronto Soccorso da sola, senza assistenza alcuna della famiglia? Può questa situazione complicarsi addirittura con la frattura del femore destro?”. Salvatore è il figlio della donna ultrasettantenne al centro di un caso di presunta malasanità a Siracusa.
E’ vero, mancano i medici ed il problema è nazionale. Ma basta il contesto a giustificare l’accaduto? Salvatore se lo domanda da ore. Ripete, quasi ossessivo, le sue domande. “Si può scambiare una polmonite con un tumore?”. Non trovando risposte o interlocuzioni, ha preso carta e penna e scritto una lunga lettera al presidente della Regione, ai vertici della sanità regionale ed alla Prefettura. A chiunque, insomma, potrebbe per ruolo e posizione di tutela della salute pubblica dire o fare qualcosa.
Ripercorriamo l’accaduto. Tutto inizia venerdì 19 gennaio, alle 18 circa. “Mia madre, 78 anni, giungeva in ambulanza al Pronto Soccorso dell’Ospedale Umberto I di Siracusa, a seguito di evidenti difficoltà respiratorie. La prima diagnosi era quella di polmonite. Mia mamma veniva posta su un lettino-barella nel corridoio del Pronto Soccorso. Le veniva somministrato l’ossigeno e le cure necessarie, secondo i medici, per la polmonite che l’affliggeva”. A nessuno dei familiari, in questo frangente, viene permesso di stare con l’anziana. “Solo il tempo di darle dell’acqua e beni necessari”, dice a proposito Salvatore. Eppure, per gli ultrasettantenni dovrebbe essere garantita la presenza costante di un familiare-caregiver.
“Ci informavano che non c’erano posti letto e che, nell’attesa, mia madre doveva rimanere sul lettino-barella, nel corridoio del Pronto Soccorso. La situazione ci è apparsa in stallo, con sporadici aggiornamenti. Dopo cinque giorni, lo scorso mercoledi mattina una fredda telefonata ci informava della sopraggiunta rottura del femore per una caduta durante la notte, senza saperci specificare altro”. Salvatore fa una pausa. Con la mente torna a quei momenti. “Mia moglie è andata in ospedale per comprendere l’accaduto, avere spiegazioni. Solo allora la trovava in una stanza del Pronto Soccorso, in un letto ospedaliero, e con le sbarre al lati. Solo dopo la caduta di una donna
ultrasettantenne, lasciata a sè stessa e senza l’assistenza”, sbotta trattenendo a fatica la rabbia.
“Col femore rotto e una diagnosi iniziale di polmonite rimaneva ancora in Pronto Soccorso. Dopo sei giorni ed in piena emergenza, ancora niente sistemazione in reparto. Solo giovedì mattina – continua il figlio della donna – dopo 6 giorni al Pronto Soccorso, durante il colloquio medico delle 13.45, mia moglie veniva informata dal medico che la diagnosi di polmonite non era corretta ma che si trattava di lesione tumorale polmonare. Come si confonde un tumore con una polmonite, mi chiedo…”.
Ieri dopo che la notizia finisce su tutti i media, “mia madre è stata finalmente ricoverata in Ortopedia per essere operata, forse, il prossimo lunedì 29 Gennaio o, addirittura, martedì 30, vale a dire ben sette giorni dopo la frattura del femore. Il management dell’Asp di Siracusa non fa altro che dire che in Ospedale è tutto sotto controllo. E se questo è il vero significato di avere tutto sotto controllo, c’è da chiedersi molte, moltissime cose”.
Nella lettera inviata al presidente Schifani ed all’assessore Volo, oltre che a Prefetto e sindaco di Siracusa, Salvatore allunga la lista delle domande: “si possono aspettare ore, o giorni, per avere i risultati di un referto, necessario al Pronto Soccorso per comprendere la situazione medica dei pazienti? E’ dignitoso vedere file di lettini-barella, affiancati nei corridoi, senza rispetto alcuno per la dignità e la privacy dei malati? E’ etico, e legale, far permanere una paziente per sei giorni in Pronto Soccorso, con una diagnosi palesemente errata, somministrandole cure sbagliate e causandole indirettamente una complicanza come la rottura del femore? Sono questi gli interrogativi che rivolgo ad ognuno di Voi perché si possa intervenire e far cessare questo malcostume intollerabile della sanità siracusana. Dov’è la Regione? Dov’è lo Stato quando si tratta di poveri cittadini?”.




Un Siracusa calcio tutto al femminile, sono le Leonesse del presidente Aziz

Forse non tutti sanno che esiste anche un Siracusa calcio femminile. Il presidente è Aziz, siracusano d’adozione attivo nel mondo della ristorazione. Si è fatto contagiare dalla passione per il calcio che si vive in famiglia, la figlia gioca come terzino, ed ha deciso di lanciarsi a capofitto in questa avventura. Le leonesse azzurre hanno raggiunto il primo traguardo stagionale: hanno chiuso la fase uno tra le prime sei e quindi accedono alla seconda fase del torneo di Eccellenza. In palio c’è la promozione diretta in Serie C, vero obiettivo stagionale.
La squadra gioca al De Simone, come i colleghi uomini. Divisa rigorosamente azzurra, simbolo del leone sul petto. Il collegamento con la società del presidente Ricci è stretto e diretto. “Siracusa mi ha dato tanto, questo è il mio modo di restituire. Il calcio femminile è un mondo di passione, invito tutti a seguirci e sostenerci”, dice Aziz.




Maxiblitz nelle piazze di spaccio, il bilancio dell’importante operazione

In serata arriva il bilancio dell’importante blitz congiunto di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza. Le forze dell’ordine hanno cinturato le principali piazze di spaccio e dato vita ad una serie di mirati controlli antidroga. Un segnale preciso lanciato alle organizzazioni cittadine che speculano sugli stupefacenti, alimentando la microcriminalità.
A seguito delle perquisizioni effettuate, sono state rinvenute e sequestrate ingenti quantità di droga varia: 182 grammi di cocaina e crack suddivisi in 1830 dosi, 44 grammi di marijuana suddivisi in 44 dosi, 19 grammi di metanfetamine per un totale di 190 dosi, 175 grammi di hashish per 875 dosi e 2,84 grammi di oppiacei.
Nel corso delle operazioni è stato arrestato un uomo di 35 anni con l’accusa di detenzione ai fini dello spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione di arma clandestina. Denunciata invece una donna di 48 anni.
L’arma sequestrata è un revolver con matricola abrasa e relativo munizionamento calibro 38. Sequestrato anche un impianto di videosorveglianza utilizzato dal pusher per tenere sotto osservazione l’area interessata dallo spaccio, anche nel tentativo di contrastare l’operato delle forze dell’ordine. Quest’ultimo escamotage è spesso utilizzato dagli spacciatori e nel recente passato, numerosi impianti sono stati sottoposti a sequestro in alcune zone sensibili della città.
Nel complesso, sono state identificate 117 persone, di cui 25 già conosciute alle forze di polizia, e sono stati controllati 64 veicoli.




Maxi operazione sicurezza, cinturate le piazze di spaccio da Polizia, Carabinieri e GdF

Alle prime luci del giorno è scattata una vasta operazione interforze contro lo spaccio di droga. Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza hanno concentrato le loro attenzioni su alcune aree cittadine note per essere, purtroppo, attive piazze di spaccio. Le operazioni sono state pianificate d’intesa con la Prefettura di Siracusa, dopo le risultanze emerse in sede di comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica. I troppi episodi di microcriminalità collegabili all’uso di stupefacenti hanno convinto gli investigatori circa la necessità di una simile operazione ad alto impatto.
Le piazze di spaccio sono state “cinturate”, avviando un maxi dispositivo di controlli, estesi alle persone ed ai mezzi in entrata ed uscita. Oltre 50 appartenenti alle diverse forze dell’ordine dispiegate sul territorio, con in prima linea i reparti speciali (Unità Cinofile dell’Arma dei Carabinieri e della Polizia di Stato), inclusa la Scientifica per la documentazione foto-video di competenza.

Coordinate dalla Procura di Siracusa, la Polizia di Stato, l’Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza hanno raddoppiato lo sforzo per contrastare i reati legati agli stupefacenti. Prioritario rimane l’obiettivo di abbattere l’offerta di droghe, soprattutto ai più giovani. Oggi Siracusa, secondo le ultime classifiche, è settima realtà italiana per consumo di stupefacenti e 14.a per il numero di reati legati alla droga.




Sanità, la denuncia: “Mia suocera in Pronto Soccorso si è rotta il femore ed è ancora lì”

I familiari di una donna di 76 anni denunciano l’odissea vissuta in ospedale a Siracusa e sfociata in una denuncia. L’anziana è stata condotta al Pronto Soccorso dell’Umberto I lo scorso 19 gennaio, per un problema respiratorio. Sebbene – lamentano i familiari – le sue condizioni peggiorassero, è rimasta in barella nel reparto di emergenza-urgenza, in attesa del ricovero. Nelle lunghe ore di attesa, la donna è anche caduta dal lettino (“era senza sbarre”, raccontano) procurandosi la rottura del femore. Quest’ultimo episodio risale allo scorso mercoledì e, chiaramente, complica il decorso ospedaliera della donna. E tra rabbia e indignazione, i familiari attendono ancora di conoscere quello che sarà il percorso sanitario. La sensazione? “Siamo abbandonati. Attendiamo che venga effettuato l’intervento delicato per la rottura del femore. Però è incredibile che dal 19 gennaio stia al Pronto Soccorso invece che in un reparto. Non sappiamo cosa fare”. Nel frattempo, le informazioni mediche segnalano che la polmonite per cui si era recata in Pronto Soccorso sarebbe in realtà da collegare ad un probabile problema oncologico. “Non ci sentiamo rispettati, qui non viene salvaguardato il diritto del malato. Ho deciso di raccontare questa nostra storia per evitare magari che possa capitare anche ad altri…”, racconta oggi la nuora della donna.
I Pronto Soccorso degli ospedali siracusani sono sotto pressione da mesi. Non solo per il numero di accessi, soprattutto per la carenza di medici. Un problema di respiro nazionale che, però, qui fa sentire i suoi effetti in maniera più grave che altrove. L’Asp ha recentemente pubblicato un avviso pubblico per reperire medici, giovani o in pensione, per tamponare la carenza. Al momento, però, la sanità pubblica siracusana non riesce a trovare la via del rilancio. A fine mese, le nuove nomine della sanità regionale, in mezzo a vecchi (e sempre più avvertiti dalla popolazione) problemi.




Movida violenta, aggressioni e feriti tra giovani. Rafforzati i controlli notturni

Già da questa sera, e per i fine settimana a venire, scatta un nuovo dispositivo di sicurezza contro gli episodi di malamovida. Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza in strada per “vigilare” sui luoghi maggiormente frequentati dai giovani, dopo quanto accaduto lo scorso fine settimana.
Due distinti episodi che hanno in comune il fatto di essere avvenuti a poca distanza uno dall’altro, poco fuori due diversi locali di corso Umberto, a Siracusa. Venerdì e sabato scorsi, per motivi ancora al vaglio degli investigatori, gruppi di giovani se le sono date di santa ragione. Più che scazzottate, vere e proprie aggressioni. Sabato notte la più violenta, con tre ventenni che hanno dovuto fare ricorso alle cure dei sanitari. Per uno di loro, prognosi di ben 30 giorni.
Le indagini sono affidate alla Mobile della Questura di Siracusa, intervenuta sui posti insieme alle Volanti. Non si tratterebbe dell’azione di una gang che non vede l’ora di menar le mani. Gli episodi, in sostanza, non sarebbero collegati. Al momento, non sarebbe emerso alcun collegamento con elementi della criminalità locale.




Siracusa sul palco di Sanremo: Jeffrey Jey (Eiffel 65) in duetto con Fred De Palma

Al Festival di Sanremo ci sarà anche un pezzo di Siracusa. Nella serata dei duetti, sul palco dell’Ariston, si esibirà anche Jeffrey Jey, voce degli Eiffel 65. La formazione dance che ha fatto ballare il mondo riproporrà alcune delle sue intramontabili hit insieme a Fred De Palma, in gara al Festival. Questa mattina l’annuncio di Amadeus che, durante la trasmissione dell’amico Fiorello “VivaRai2”, ha svelato tutti i duetti della quarta serata di Sanremo. I trenta artisti in gara si esibiranno con uno o più ospiti in brani italiani e internazionali.
“Ragazzi, ci vediamo a Sanremo! Venerdì 9 febbraio su Rai1”, si legge sulla pagina social ufficiale degli Eiffel 65.

Jeffrey Jey, nome d’arte di Gianfranco Randone, è tornato a vivere a Siracusa dopo anni tra gli States e Torino. Il successo è arrivato nella prima metà degli anni novanta, prima con il progetto dance “Bliss Team” e poi con le produzioni firmate Da Blitz. La consacrazione internazionale arriva con gli Eiffel 65. Il singolo di debutto, Blue, ricevette anche una nomination ai Grammy Awards del 2001, nella categoria “Miglior canzone dance”.
A Sanremo è un ritorno: nel 2003 gli Eiffel 65 chiusero al 15.o posto con “Quelli che non hanno età”, brano che fu però il più trasmesso dalle radio.
“Sono emozionato”, confessa Jeffrey Jey raggiunto da SiracusaOggi.it. “Sono passati 21 anni dalla nostra ultima volta a Sanremo e adesso torniamo in un contesto, quello dei duetti, molto bello. E portiamo sul palco il nostro repertorio, insieme a Fred De Palma. Abbiamo lavorato tanto nell’ultimo periodo per questo appuntamento. E non vedo l’ora sia febbraio”, le parole di Jeffrey.