Pubblico il Piano di Emergenza Nucleare per il porto di Augusta

Pubblicato sul sito istituzionale della Prefettura il piano di emergenza esterna per la sosta e il transito di navi nucleari nel porto di Augusta. Era stato richiesto a gran voce nei mesi scorsi dal Comitato No Muos e PeaceLink. “A prescindere dalla sua efficacia e adeguatezza, tutte da verificare, la pubblicazione di questo strumento di protezione civile rappresenta un importante risultato”, spiega il portavoce No Muos Gianmarco Catalano.
“Il nostro obbiettivo nel lungo termine rimane la denuclearizzazione dei porti euro-mediterranei, a partire da quelle aree di crisi ambientale e densamente popolate, come Augusta e Taranto, dove il tasso d’inquinamento e la soglia di rischio industriale rimangono elevatissimi e suscitano un fondato allarme sociale”, spiegano ancora da PeaceLink.




Siracusa. Il futuro del commercio: contenere Gdo, tutelare negozi storici e mercati

Niente mercatino di Natale dopo la fallimentare esperienza dello scorso. Il dicembre dei mercati potrà contare sulla tradizionale fiera di Santa Lucia e sull’esposizione natalizia lungo via Tisia. Il commercio su aree pubbliche è nell’agenda dell’assessorato alle Attività Produttive che vuole incentivare le esperienze e le funzioni dei mercati rionali e settimanali.
Il tutto nella cornice del piano urbanistico commerciale di cui Siracusa non dotata e per la realizzazione del quale si stanno spendendo in queste settimane gli uffici dell’assessorato al ramo. “Siamo chiamati a disegnare il futuro delle attività commerciali, cercando un giusto equilibrio tra commercio di vicinato e commercio sua aree pubbliche e private. Linee guida: contenere l’avanzata della grande distribuzione e difendere i negozi storici. Per le nuove attività, allo studio anche incentivi fiscali”, anticipa alla nostra redazione l’assessore Fabio Moschella.




Cinquant'anni dai Fatti di Avola, alla commemorazione anche Musumeci

A cinquantanni da quelli che sono passati alla storia come “i fatti di Avola”, iniziative e erimonie per ircordare uno degli eventi più drammatici del secolo scorso. Il 2 dicembre del 1968, durante uno sciopero generale a sostegno della vertenza salariale dei braccianti agricoli di Avola, la polizia sparò sui manifestanti: due di loro morirono, altri 48 rimasero feriti, cinque in maniera grave. Per quelle vicenda non venne mai imbastito un processo o individuato un colpevole.
A causa di un’ondata di scioperi organizzati dai braccianti di Avola e provincia, i lavoratori agricoli bloccarono la SS 115. La polizia ordinò ai manifestanti di liberare la strada ma, al rifiuto, scoppiò una sorta di sassaiola che portò a diverse cariche contro i lavoratori. Alcuni poliziotti iniziarono a sparare ad altezza d’uomo. I tragici avvenimenti di quei giorni fecero scattare la scintilla ad alcune rivolte studentesche ed operaie sfociate nelle settimane successive su tutto il territorio nazionale, nell’ambito dei movimenti di massa del ’68. I braccianti volevano solo trecento lire in più.
Insieme ai sindacati, questa mattina, commemorazione in contrada chiusa di Carlo e poi al comune di Avola dove c’è la lapide che ricorda quei tragici atti. Dopo le note del silenzio, Sebastiano Artale ha letto una poesia sui morti di Avola. Alla cerimonia partecipa anche il presidente della Regione, Nello Musumeci, arrivato attorno alle 10 ad Avola. Ad accoglierlo, il sindaco Luca Cannata e la deputata regionale Rossana Cannata.




"Non ci avete protetto a dovere", la rabbia di un testimone dei Fatti di Avola

Fuori programma durante le cerimonia per commemorare i cinquant’anni dai tragici fatti di Avola. All’interno del palazzo comunale, dove c’è una lapide che ricorda quel tragico avvenimento, uno dei braccianti dell’epoca ha rotto il protocollo per raggiungere il sindaco di Avola, Luca Cannata, e denunciare l’assenza delle istituzioni di allora colpevoli – secondo ‘Nzino Martorana, questo il suo nome – di non aver protetto a dovere i lavoratori che protestavano per un sacrosanto diritto. Nessun processo dopo quei drammatici fatti, nessun colpevole.




"Desecretare i fascicoli sui fatti di Avola del '68", richiesta al presidente Mattarella

Al teatro comunale di Avola, la deputata regionale Rossana Cannata ha approfittato della presenza del governatore Musumeci per annunciare la presentazione di un disegno di legge per garantire sostegno anche economico ai familiari dei lavoratori uccisi cinquant’anni fa, durante i fatti di Avola. “Il disegno di legge è condiviso da altri gruppi parlamentari e dal presidente Musumeci – ha detto – spero possa trovare unanime condivisione in tutto il parlamento, affinché si dia dignità e solidarietà anche ai familiari di quei braccianti che con il loro sangue hanno segnato una pagina della storia non solo di Avola, ma di tutta l’Italia.” Furono due le vittime.
Il segretario generale della Fai Cisl, Onofrio Rota, ha parlato di un nuovo messaggio “per la dignità del lavoro ed il rafforzamento delle tutele che parte da Avola a distanza di 50 anni da quella drammatica protesta”. “A cinquant’anni dai tragici fatti di Avola, in cui persero la vita due braccianti – ha aggiunto il sindacalista – è doveroso chiedersi cosa ereditiamo. Io credo che una delle lezioni da trarre è che il ruolo dei corpi intermedi è fondamentale per dare voce ai lavoratori e agire con senso di responsabilità, mentre invece oggi facciamo fatica a interloquire, come vediamo sulla manovra di bilancio, sull’allargamento dei voucher in agricoltura, oppure con il tavolo sul caporalato, dove i sindacati potranno avere al massimo il ruolo di uditori”.
Al presidente della Regione, Musumeci, chiesto di intervenire per desecretare gli atti e riaprire una riflessione profonda su cosa accadde veramente in quel 2 dicembre del ’68. “Sarebbe un modo per risanare la ferita, e per dare un senso alla vita di quelle persone che con il loro sacrificio contribuirono a tante conquiste per il mondo del lavoro, compreso lo statuto dei lavoratori. Lo dobbiamo al Paese, alle famiglie, e a tutti coloro che si sono battuti per fare avanzare in Italia i diritti di lavoratrici e lavoratori”. Il governatore Musumeci si appellerà al presidente della Repubblica per condividere il percorso di trasparenza e verità, cinquant’anni dopo.




Ospedale alla Pizzuta, cresce opposizione in provincia: anche Canicattini vota il suo no

Anche il Consiglio comunale di Canicattini Bagni si schiera con Palazzolo e chiede che venga ripensata da Siracusa la scelta della Pizzuta come area su cui costruire il nuovo ospedale. Approvata a larga maggioranza la mozione “per una adeguata e funzionale pianificazione strategica del nuovo ospedale distrettuale e provinciale di Siracusa nell’area dello svincolo Siracusa sud della rete autostradale”. Si mette nero su bianco, così, la contrarietà del Comune di Canicattini Bagni, in linea con la decisione assunta e manifestata da tutti i Comuni dell’area montana e non solo, all’individuazione all’interno del centro abitato del capoluogo, nell’area FS2 della “Pizzuta”, fatta dal Consiglio comunale di Siracusa per la costruzione del nuovo ospedale.
“Una battaglia di civiltà che guarda al futuro, alle nuove generazioni che non dovranno essere penalizzate nel diritto ai servizi sanitari e negli standard qualitativi, da scelte dettate dall’ottusità e dallo scontro politico”, ha detto il presidente dell’assise, Amenta. “L’ospedale di Siracusa, finanziato al 95% dallo Stato, per il 5% dalla Regione e per il restante dall’alienazione dei beni esistenti, le vecchie strutture, per cui l’Asp, vera responsabile del progetto, deve individuare l’area più adeguata per le sue funzioni distrettuali e provinciali, non può essere rinchiuso nel centro abitato in una zona ad alta intensità abitativa e commerciale, qual è la Pizzuta, dove i costi di espropriazioni, così come sentenziato anche dal CGA, oscillano sui 130 euro al metro quadro. Quando, invece, c’è la possibilità di avere una struttura libera da criticità viarie, aperta a possibili allargamenti dei servizi, compreso un eliporto per il primo soccorso, come presuppone una moderna struttura sanitaria che opera in una provincia ad alto rischio sismico e con uno dei più grandi petrolchimici d’Europa, in un’area più omogenea, nei pressi dello svincolo autostradale Siracusa Sud, dove i costi si riducono notevolmente intorno ai 30 euro a metroquadro. Che oltre ad essere facilmente raggiungibile senza vincoli viari, da tutti i Comuni, permetterà a questa provincia di mettere in rete tutte le strutture ospedaliere (Avola-Noto, Augusta, Lentini, Siracusa), migliorando notevolmente i servizi e l’offerta ai cittadini del territorio, soprattutto con un suo passaggio ad Hub, l’unico in tutta la Sicilia Sud orientale”.
Alla Conferenza dei Sindaci della scorsa settimana, la posizione di Canicattini era stata anticipata dalla sindaco Marilena Miceli. “Abbiamo ribadito la contrarietà al nuovo ospedale alla Pizzuta e l’esigenza di avere una struttura efficiente e funzionale a ridosso dell’asse autostradale che attraversa e unisce tutta la provincia. In merito alle perplessità sui tempi e sulla garanzia del finanziamento, la Conferenza ha dato mandato al suo presidente, il Sindaco di Siracusa, di chiedere un incontro con l’Asp e il Presidente della Regione, Nello Musumeci, per ribadire la necessità di individuare una nuova e più funzionale area per l’ospedale”.
La mozione verrà ora trasmessa alla Regione, all’Asp ed a tutti i Comuni della Provincia a cominciare da Siracusa.




Scoperta nel mare siracusano: individuato caccia statunitense a 50m di profondità

Nuova scoperta nei fondali siracusani. A poco più di 50 metri di profondità, a largo di Brucoli, il diver Fabio Portella ha individuato insieme al suo team di ricerca un aereo americano abbattuto nel 1943. Manca poco alla identificazione esatta del velivolo, capovolto e interamente coperto da pesanti reti a strascico. Il fondale sabbioso con una visibilità di un metro appena ha reso le operazioni più complicate del previsto.
Il pneumatico Good-Year lascia pochi dubbi sulla fabbricazione statunitense dell’aereo. Dai report degli abbattimenti, i cosiddetti Mac, risultano tre aerei con quelle caratteristiche scomparsi in azione in quel quadrante di operazioni, proprio nell’anno in cui gli Alleati intensificarono i bombardamenti su Siracusa, Augusta e Catania in preparazione dello sbarco.
Sarebbe decollato dalle basi in Tunisia dell’aviazione a stelle e strisce, da dove partivano i raididiretti verso la Sicilia. Portella ed il suo team stanno verificando gli ultimi dettagli prima di rendere nota l’identificazione dell’aereo. Potrebbe essere stato abbattuto dalla contraerea siracusana o dai velivoli italo-tedeschi in ricognizione.




Siracusa si prepara alla Festa per Lucia: il 9 dicembre apertura della nicchia

Avrà luogo martedì prossimo, 4 dicembre, alle ore 10.00, nel tempietto del Sepolcro di Santa Lucia, alla Borgata, la conferenza stampa di presentazione della Festa di Santa Lucia. Interverranno il presidente della Deputazione della Cappella di Santa Lucia, Pucci Piccione; mons. Salvatore Marino, componente della Deputazione e parroco della chiesa Cattedrale; fra Daniele Cugnata, parroco della Basilica Santa Lucia al Sepolcro. Saranno presenti i componenti della Deputazioneed il maestro di cappella Benedetto Ghiurmino.
Nel corso della conferenza sarà presentato il programma della festa, dal 13 al 20 dicembre. Ma anche le diverse iniziative organizzate in preparazione alla giornata del 13 dicembre e durante l’ottavario.
In questi giorni le reliquie di Santa Lucia stanno visitando diverse parrocchie della Diocesi, in città e in provincia. La festa prenderà il via ufficialmente domenica 9 con l’apertura della nicchia che custodisce il simulacro della patrona nella sua cappella nella Chiesa Cattedrale.
Proprio in occasione della festa del 13, la basilica di Santa Lucia al sepolcro sarà elevata a Santuario diocesano nella ricorrenza del IV centenario della custodia del sepolcro da parte dei frati minori di Sicilia.
Per conoscere le diverse iniziative promosse dalla Deputazione della Cappella di Santa Lucia sul culto della vergine e martire siracusana basta seguire la pagina facebook: https://www.facebook.com/DeputazioneCappellaSantaLuciaSiracusa




Siracusa. Ex Provincia rischia secondo default, Cafeo porta tema in Ars

Troppo ridotte le risorse che la Regione può mettere a disposizione delle ex Province. E per l’ente siracusano si profila una nuova dichiarazione di dissesto anche per il 2018.
“Ad aggravare il quadro generale – dice il deputato regionale Giovanni Cafeo – proprio sul destino dei Liberi Consorzi sembra aleggiare quasi una sorta di rassegnazione da parte del Governo e di buona parte della politica, come se non ci fossero ormai speranze di salvataggio per un ente vittima di errori politici certamente trasversali ma che di sicuro, nonostante le promesse elettorali, perseverano ancora oggi e ad ogni livello istituzionale”.
Siracusa rischia il secondo default consecutivo. “È evidente che alle chiacchiere e alle buone intenzioni, captate spesso in ordine sparso più attraverso i media che nelle apposite sedi istituzionali, si debba sostituire adesso una vera e propria azione sinergica da parte della politica e delle istituzioni, mirata ad ottenere soluzioni reali al problema, come ad esempio la riduzione del prelievo forzoso da parte dello Stato”, aggiunge Cafeo.
“Se l’obiettivo comune sarà quello di fare squadra per provare a far rientrare una crisi ormai divenuta inaccettabile, nella quale dietro ai numeri e ai bilanci delle ex Province si celano donne e uomini meritevoli della stessa dignità lavorativa di tutti gli altri impiegati pubblici, allora il mio impegno e la mia disponibilità saranno massime; in caso contrario – conclude il parlamentare regionale – posso garantire sin da adesso che non mi accoderò in nessun caso a questo clima di rassegnazione e accettazione passiva dello status quo, facendo sentire in tutte le occasioni possibili, anche se inascoltato, il mio forte dissenso”. Domani seduta in Commissione sul tema.




Siracusa. Arrestato con cocaina e marijuana e rimesso in libertà

Agenti della Mobile della Questura di Siracusa hanno arrestato Roberto Rosario Lentini. Il 32enne siracusano è stato colto nella flagranza del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. In particolare, a seguito di perquisizione, è stato trovato in possesso di 7 grammi di cocaina (suddivisa in 29 involucri) e 26 grammi di marijuana (suddivisa in 34 dosi) pronte per lo spaccio. Dopo le incombenze di rito, l’uomo è stato rimesso in libertà.