Siracusa. Zes, pressing della Uil: "Gli enti locali individuino le aree"

Zone economiche speciali e sviluppo del territorio. Questione sempre più al centro dell’attenzione per il segretario generale territoriale della Uil Siracusa-Ragusa-Gela, Stefano Munafò, il quale a proposito della recente comunicazione da parte del Governo sul fatto che entro fine mese saranno comunicate tutte le disposizioni per le applicazioni Zes, ha aggiunto: “Questa è una buona notizia, anche se un po’ tardiva. Ma ricordo però che devono essere i territori ad esprimersi in tal merito, unitamente con gli enti locali, affinché comunichino quali possano essere le aree destinate a Zes. Non tutta la Sicilia può diventare zona economica speciale, perché ci sono della specifiche aree – ha aggiunto il segretario generale territoriale della Uil – che devono beneficiare di questo riconoscimento. Come le aree portuali e ritengo che Augusta, ad esempio, non abbia alcun vincolo in merito e possa tranquillamente diventare Zes, anche per la costante attività delle navi container il cui flusso garantirebbe un lavoro maggiore e dunque rilancerebbe il sito”.
Munafò si era già espresso in merito circa un anno fa quando venne istituito ad Augusta un primo tavolo di confronto sulle Zes e successivamente ad un convegno sindacale riguardante le infrastrutture e dunque le aree di sviluppo del territorio: “Se ne parla da molto tempo e il fatto che ci si stia già muovendo è qualcosa anche se con notevole ritardo – ha aggiunto il segretario generale territoriale della Uil – però non si può più perdere tempo anche perché ci sono aspetti negativi legati all’attività portuale e attraverso questo riconoscimento si parlerebbe di rilancio definitivo”.




Siracusa. Una evasione mostruosa mette in ginocchio il Comune: 400 milioni mai visti

Prima o poi il nodo doveva venire al pettine, dopo anni in cui non si è voluto vedere il problema. Almeno un decennio di cieca “allegria”, con l’orchestra a suonare mentre il Titanic andava dritto verso l’iceberg. E il Titanic in questione è il Comune di Siracusa, costretto ora a ballare sul filo di un equilibrio di bilancio striminzito per via di tutte quelle entrate purtroppo rivelatesi fittizie, ovvero le tasse.
L’evasione ha raggiunto cifre pazzesche, circa 400 milioni di euro con la tassa sulla spazzatura regina tra quelle più evase. A nulla sono valsi gli allarmi degli ultimi mesi. Adesso si deve correre ai ripari. E l’assessore alla fiscalità locale Nicola Lo Iacono ha individuato il metodo: accordo con la Ifel per l’accesso ad una cinquantina di banche dati per conoscere nel dettaglio la situazione patrimoniale di ogni contribuente per poter “aggredire” con piena conoscenza per riscuotere le somme dovute e mai pagate.
Il peso di questa massiccia, e per anni tollerata, evasione ha come riflesso un equilibrio di bilancio oggi risicatissimo con quanto accaduto nella vicina Catania come preoccupante esempio. Specie dopo i recenti rilievi della Corta dei Conti.




Siracusa. I conti del Comune ed i rilievi della Corte dei Conti: "bilancio in equilibrio"

Arriva ad inizio novembre l’ok della giunta comunale al bilancio di previsione 2018. In ritardo, come ormai purtroppo prassi, ma “in equilibrio”. Lo ha spiegato questa mattina il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, insieme ai suoi assessori riuniti nella sede delle Politiche Sociali.
Lo schema predisposto dall’esecutivo cittadino dovrà adesso passare all’analisi del Consiglio comunale, con il rischio stravolgimento se non addirittura bocciatura, come paventato dal leader dell’opposizione Ezechia Paolo Reale.
Bilancio “ristretto”, che non brilla per investimenti per via di quelle che vengono definite criticità pregresse e relative soprattutto alla alta evasione dei tributi nell’arco degli ultimi 15 anni e interessi su anticipazioni di cassa. Su questi due punti, peraltro, molto critica era stata recentemente anche la Corte dei Conti. Ma l’assessore al Bilancio, Nicola Lo Iacono, si mostra sereno.




Siracusa. Sul Bilancio è scontro politico, Reale: "ad un passo dal dissesto"

Il passaggio in Consiglio comunale dello schema di bilancio preventivo esitato dalla giunta non si preannuncia semplice. L’opposizione – che in assise può contare su di un numero maggiore di consiglieri – attende di ricevere le carte per studiare bene numeri e pieghe del bilancio di previsione. In particolare sotto l’aspetto dei rilievi evidenziati dalla Corte dei Conti con una procedura che, secondo Ezechia Paolo Reale, avrebbe diversi punti di contatto con Catania, Comune recentemente in dissesto proprio sotto la scure della Corte dei Conti.
Ci sarebbe un rischio simile anche per Palazzo Vermexio, secondo il leader di Progetto Siracusa. Che punta l’indice contro l’ultima sindacatura rea – a suo dire – di non aver saputo porre un argine al crescente rischio di rosso continuo in bilancio.




Siracusa. Refezione scolastica al palo, "difficile partire prima di febbraio 2019"

La refezione scolastica non potrà partire prima del nuovo anno. Il tema è stato oggetto di approfondimento in commissione consiliare, con la partecipazione dell’assessore Pierpaolo Coppa. L’ottimismo che traspare dagli uffici si scontrerebbe, però, con la realtà dei fatti. “Senza bilancio approvato non si può dare il via al servizio”, spiega il leader dell’opposizione, Ezechia Paolo Reale. “L’ok allo strumento da parte della giunta è arrivato nei giorni scorsi. Se facciamo in fretta, il Consiglio potrebbe esitarlo favorevolmente tra dicembre e gennaio. Il che significa che, se tutto dovesse andare per il meglio, prima di febbraio 2019 la refezione scolastica non potrà partire”, spiega con attenzione. “Sono mancate programmazione e attenzione negli anni passati, quando al governo cittadino c’era di fatto la stessa squadra di oggi. Dire che il servizio partirà a breve è una menzogna”.
Sul fronte asili nido comunali, intanto, a fine novembre dovrebbero aprire i battenti le prime tre strutture per le quali sono state avviate nei giorni scorsi le procedure di gara. Posti garantiti per 150 bambini. Altri 200 circa dovranno attendere gli sviluppi delle altre gare.

 




Siracusa. Minacce in aula a cronista, aggravate dal metodo mafioso: ai domiciliari

E’ finito ai domiciliari Umberto Montoneri, gravemente indiziato di tentata violenza privata e violenza privata consumata e continuata aggravata dal metodo mafioso. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Catania ed eseguita da agenti della Mobile di Siracusa.
Il 54enne avrebbe minacciato il direttore di un quotidiano on-line siracusano in occasione di una udienza in Tribunale a Siracusa. Era il mese di ottobre. Avrebbe pronunciato frasi minatorie dirette al giornalista presente in aula, in qualità di cronista, per “convincerlo” a desistere dal pubblicare articoli relativi al cognato (Gianfranco Urso, elemento di spicco del clan Bottaro-Attanasio). L’indagato avrebbe anche impedito il rientro in aula del cronista, ponendosi dinanzi la porta di ingresso e apostrofandolo con ulteriori frasi intimidatorie.
A Montoneri è stata contestata anche l’aggravante di aver agevolato l’attività dell’associazione mafiosa.




Truffa da 4 milioni di euro nel ragusano, anche risparmiatori siracusani tra i "beffati"

Ci sono anche alcuni investitori della provincia di Siracusa nella lunga lista di truffati da due promotori finanziari ed un imprenditore ragusano. Una quarta persona, una donna, è ricercata. Da mesi vive all’estero. Secondo la Guardia di Finanza, avevano organizzato una truffa del valore di oltre quattro milioni di euro approfittando della fiducia di ignari investitori delle province di Ragusa, Siracusa e Catania che continuavano ad affidargli i loro risparmi.
Associazione a delinquere dedita all’esercizio abusivo della raccolta del risparmio, fatture false, appropriazione indebita e truffa aggravata ai danni di circa 70 famiglie: sono queste le accuse contestate ai due promotori finanziari, il cui compito era quello di raccogliere il denaro, ed ai due imprenditori, che avrebbero dovuto gestire ed investire il le somme.
L’indagine è partita nel 2017 dopo le denunce di alcuni risparmiatori che, dietro la promessa di rendimenti altissimi, avevano deciso di investire i risparmi di una vita. Il sistema era ingegnoso, ma allo stesso tempo molto semplice: i promotori finanziari, forti del rapporto di fiducia che potevano vantare con molti investitori e, soprattutto, consapevoli della consistenza dei risparmi di molti loro clienti, sceglievano con cura le proprie vittime, in alcuni casi anche ultra 70enni, selezionandole tra quelle che non avrebbero fatto troppe domande sugli investimenti proposti.
D’altro canto i guadagni e le condizioni promesse erano ottime: basso rischio, tassi di rendimento fissi, investimenti garantiti e possibilità di smobilizzare in qualsiasi momento. Peccato che nulla di tutto questo fosse vero.
Infatti, le vittime, pensando di investire in strumenti finanziari o addirittura in titoli azionari di grosse società, in verità, sottoscrivevano contratti di associazione in partecipazione riconducibili ad una società a ristretta base azionaria, denominata CIFRA S.r.l.. Questo particolare istituto giuridico consente alle società di ottenere finanziamenti in partecipazione da parte di soggetti associati senza che questi acquisiscano la veste di soci.
Gli associati, a ragion di legge, investono capitale di rischio in un particolare progetto, nel caso di specie in una costruzione residenziale, in merito al quale devono però essere costantemente informati e liquidati nel caso in cui detto progetto porti degli utili.
Gli ignari investitori, invece, ricevevano periodicamente delle cedole, contabilmente giustificate come anticipi sugli utili, che non servivano ad altro se non a far credere che tutto procedesse secondo quanto promesso e l’investimento fosse fruttuoso.
Nel frattempo gli amministratori della società potevano appropriarsi indisturbati del capitale investito, spostando periodicamente somme sui propri conti correnti. In alcuni casi, addirittura, è stato provato come alcune movimentazioni finanziarie dai conti della società siano state fatte grazie all’utilizzo di fatture per operazioni
inesistenti emesse per lavori di edilizia da un imprenditore compiacente, che poi provvedeva a girare il denaro sui conti correnti degli amministratori della CIFRA S.r.l.
Complessivamente il valore della truffa arriva ad oltre 4 milioni di euro. Contestualmente alle misure cautelari personali è stato disposto anche il sequestro delle quote della CIFRA S.r.l.. La società, che avrebbe dovuto procedere ad eseguire la costruzione residenziale, verrà ora affidata alla gestione di un amministratore giudiziario, il quale tenterà, per quanto possibile, di risarcire i malcapitati investitori. L’immobile di proprietà della società del valore di circa 2,5 milioni euro, ad oggi in costruzione, servirà per risarcire tutti gli associati, alcuni dei quali sono arrivati a perdere anche più di mezzo milione di euro, con gravi ripercussioni anche sulla vita dei nuclei familiari delle persone coinvolte.




Siracusa. Escrementi di topo tra i preziosi reperti, scandalo al museo Paolo Orsi

Povero Museo Regionale Paolo Orsi. Di “regionale” è rimasta solo l’incuria e il disinteresse. L’importante sito museale siracusano pare essere finito nel dimenticatoio dei Beni Culturali. E mentre si discute di grande parco archeologico di Siracusa, del turismo come settore economico predominante ecco che all’interno del museo si passeggia tra clamorose macchie di umidità sulla moquette del pavimento, escrementi di topi anche all’interno delle bacheche accanto ai preziosi reperti in mostra e addirittura cartacce dentro vasi in terracotta esposti in teca. Per non tacere delle lampade rotte nelle sale e vari loro resti sul pavimento.
Sono ormai settimane, se non mesi, che si ripetono episodi simili e segnalazioni al limite del masochismo di una presunta città turistica. Abbastanza per gridare allo scandalo. Anche se il vero scandalo è l’assenza di risorse messe a disposizione anche solo pulire, dopo i recenti tagli al personale. Verrebbe da suggerire all’attuale direzione una clamorosa iniziativa di protesta: chiudere il museo per protesta verso le condizioni in cui Palermo e la sua miopia costringono una istituzione culturale che meriterebbe ben altro livello.




Siracusa in tv: Il Borgo dei Borghi (Rai Tre) tra i vicoli di Ortigia e Noto

C’è gloria tv anche per Siracusa e Noto nella trasmissione di Rai Tre “Il Borgo dei Borghi”. Dopo il debutto nella competizione di Ferla, in lizza tra i 60 borghi italiani coinvolti nella sfida televisiva (si vota anche online fino al 22 novembre), sabato sera tocca al capoluogo ed alla cittadina barocca far bella mostra di sè sulla terza rete.
Camila Raznovich, che conduce la trasmissione, e lo storico dell’arte Philippe Daverio condurranno gli spettatori alla scoperta dei borghi in gara durante un percorso eccezionale fra le stradine e i monumenti di Ortigia e tra le acque del Porto Grande, con mezzi di trasporto storici e caratteristici locali. Lo stesso anche a Noto, presentata oltre le tradizionali immagini e storie da copertina.
Alla realizzazione delle riprese ha collaborato la Film Commission del Comune di Siracusa, affiancando i protagonisti, la troupe e la Produzione “Elephant Italia” per l’intera organizzazione sul territorio e per una migliore valorizzazione e promozione, nonché visibilità del Patrimonio inserito nella impostazione prevista dal citato programma televisivo.
L’assessore alla Cultura, Fabio Granata, ha ribadito “come Siracusa sia stata messa ancora una volta in vetrina grazie al suo patrimonio storico-artistico di eccellenza che non è sfuggito alla nuova interpretazione che la Rai ha voluto dare a quest’edizione straordinaria de Il Borgo dei Borghi. Non è un caso – ha aggiunto – che Siracusa continui ad avere richieste di collaborazione da svariate Produzioni televisive che scelgono la nostra città quale location di particolare rilevanza per i programmi, dove proprio Siracusa riempie spesso la durata di una intera puntata e le Produzioni che si occupano di spot pubblicitari per noti brand, la scelgono per il lancio sul mercato dei loro progetti”.
E tra gli spot in lavorazione con Siracusa come set c’è la versione dedicata al mercato americano della nuova campagna Martini. Non solo, la Song Design Factory (etichetta musicale tedesca) sta lanciando un brano interamente dedicato a Siracusa e ad un amore che nasce tra gli incantevoli scorci di Ortigia, che presto sarà divulgato sui canali web.




Gare d'appalto pilotate al porto di Augusta, sei arresti

Avevano costituito un articolato sistema per “alterare” le gare d’appalto bandite dall’autorità portuale di Augusta. Lavori da importi anche milionari per la realizzazione di opere infrastrutturali nel porto commerciale, finanziate con fondi nazionali o europei. In sei sono finiti agli arresti (1 in carcere, 5 ai domiciliari) a conclusione di una nuova tranche dell’operazione Port Utility della Guardia di Finanza di Siracusa, articolata indagine coordinata dalla Procura. Due persone sono state raggiunte anche da misure interdittive mentre è stata posta sotto sequestro una società ed alcune somme di denaro per circa 1 milione di euro.Gli arrestati sono:  Gaetano Nunzio Miceli, ingegnere, Pietro Magro, architetto con il geometra Giovanni Magro, soci dello studio di progettazione Tecnass. I funzionari dell’Autorità Portuale arrestati sono invece l’ingegnere Giovanni Sarcià e il geometra Venerando Toscano, oltre ad Antonino Sparatore. Interdetti, invece Salvatore La Rosa e Francesco Patania, ingegneri. Nel dettaglio , gli appalti “pilotati” rientrano in quelli previsti nella “Scheda Grandi Progetti – Hub porto di Augusta”. Le opere sono finanziate nell’ambito della programmazione 2007/2013 con fondi PON e ammontano a circa 100 milioni di euro. Le investigazioni, condotte dal Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria sotto la direzione e il coordinamento della Procura, hanno anzitutto dimostrato che le gare pubbliche bandite dall’A.P.A. sono state “turbate”. I bandi e i disciplinari di gara, infatti, non venivano direttamente predisposti dai funzionari dell’Ente pubblico appaltante, bensì venivano realizzati da professionisti titolari di una società di progettazione siracusana. Inoltre in alcune circostanze, taluni commissari di gara, dopo aver svolto l’incarico di
componente della commissione aggiudicatrice, ricevevano – anche con lo schermo di terzi
soggetti – incarichi di consulenza dalla società che si era aggiudicata l’appalto.
Attraverso la meticolosa ricostruzione delle “relazioni” intercorrenti tra i tre professionisti
titolari della società di progettazione e i due funzionari dell’A.P.A. addetti alle procedure
di evidenza pubblica, è stato acclarato che i tre privati “ideavano” i bandi e i disciplinari di
gara, mentre i Responsabili Unici del Procedimento dell’Autorità Portuale si limitavano, di
fatto, alla stampa e alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Sotto altro profilo è emerso che l’illecito condizionamento delle procedure era preordinato alla pilotata aggiudicazione dell’appalto a soggetti economici con i quali i titolari dello studio di progettazione avevano già concluso “accordi preventivi” finalizzati a trasferire agli stessi importanti quote di utili, attraverso apposite “consulenze”. Un collaudato sistema che ha portato gli stessi professionisti ad assicurarsi “consulenze” per quasi 8 milioni di euro, da incassare dai vincitori delle milionarie gare d’appalto.
Per la gestione dei contratti di consulenza i tre professionisti avevano anche creato alcune
società di diritto maltese. Queste però sono risultate strumentalmente utilizzate solo per
incassare i relativi compensi. Infatti, all’esito delle apposite rogatorie internazionali, le
società straniere sono risultate prive di effettiva operatività e preordinate all’illecito
sistema.
Dal lato pubblico, i due funzionari dell’Autorità Portuale, incaricati di gestire le gare di
appalto quali Responsabili Unici del Procedimento, avrebbero incassato circa 500 mila euro
ciascuno a titolo di incentivi per le relative attività d’istituto. Come dimostrato dalle indagini,
queste attività sono state in realtà svolte dai tre professionisti titolari dello studio di
progettazione.
Il meccanismo sopra delineato troverebbe  conferma negli atti d’indagine eseguiti.
Nei personal computer in uso ai privati è stata infatti rinvenuta documentazione di quasi
tutte le gare di appalto bandite, nonché diversi atti dell’Autorità Portuale. L’indagine tecnica
sui computers ha poi acclarato che lo studio di progettazione aveva stipulato accordi con
le imprese che avrebbero vinto gli appalti ancor prima che venisse pubblicato il bando di
gara. Inoltre gli stessi indagati, sentiti sul punto, hanno ammesso che gli atti di gara erano
stati predisposti da mano privata.
Figura di spicco del complesso sistema corruttivo è risultato l’ingegnere dello studio di
progettazione, il quale assume il ruolo di “regista” del sistema di distribuzione degli appalti.
Soci in affari sono risultati invece gli altri titolari dello Studio, un architetto e un geometra,
tra loro fratelli e i due funzionari pubblici “piegati” al generale sistema.
Agli indagati, a vario titolo, vengono contestati i reati di corruzione per atto contrario ai
doveri d’ufficio unitamente alle circostanze aggravanti  e alle pene per il corruttore , turbata libertà degli incanti.
Infine è stato disposto il sequestro della somma di circa 1 milione di euro, anche per
equivalente, in ordine ai patrimoni personali di ciascuno, ivi comprese eventuali
partecipazioni in società o enti. Sequestrata anche la società di progettazione siracusana