Una fiaccolata per "Lauretta", Canicattini si stringe al dolore della famiglia: martedì alle 21.00

Una fiaccolata per ricordare Lauretta, come tutti a Canicattini Bagni chiamavano Laura Petrolito, la 20enne uccisa sabato sera. Ad organizzarla è il Comune siracusano, insieme alle amiche ed ai parenti che hanno chiamato tutti a raccolta per stringersi al dolore di una famiglia che è diventato il dolore di tutta la comunità. La fiaccolata partirà domani, martedì, alle 21:00 da via Vittorio Emanuele, davanti alla Caserma dei Carabinieri: scelta non casuale. Il corteo poi si muoverà verso la chiesa Madre di Piazza XX Settembre.




Lacrime e rabbia, le parole di papà Andrea: "Laura mia, uccisa e buttata nel pozzo"

“Era violento, violentissimo. L’assistente sociale lo sapeva. Glielo aveva detto che la picchiava, che le faceva di tutto”. A parlare, davanti alle telecamere di Pomeriggio Cinque è Andrea Petrolito. E’ il papà di Laura, la 20enne uccisa e gettata in un pozzo. E quel passaggio è forse uno dei più traumatici. Perchè apre uno scorcio nuovo su quel rapporto che forse non era fatto di “litigi sporadici” come capita tra innamorati ma di qualcosa di più, di troppo. Le botte, le violenze. Secondo il papà di Laura, la ragazza aveva chiesto aiuto. “A cosa è servita la denuncia?”, si chiede nel collegamento in diretta su Canale 5. E forse la denuncia è in realtà una qualche confessione agli assistenti sociali. Perchè a lui, suo padre, Laura non parlava di quelle storie. “Si teneva tutto per sé. Solo ora ho saputo che veniva maltrattata. Lei si era rivolta alle assistenti sociali, ma non ha ricevuto aiuto”.
Paolo, il compagno della ragazza, ha confessato. “Un mostro. Non doveva farlo. Laura era una ragazza buona. L’ha uccisa e l’ha buttata in un pozzo. Nessuno potrà darmi indietro la mia bambina”.
La voce di papà Andrea è rotta dalle lacrime. “Chi mi torna indietro mia figlia?”, ripete. “Nessuno potrà mai darmi indietro mia figlia. Morirò senza di lei”.
L’ultimo ricordo, l’ultima frase è quel “vado a comprare il latte, tienimi il bambino”. Laura non ha più fatto ritorno.




VIDEO. Gli investigatori sul femminicidio di Canicattini: "la gelosia è il movente", confessione dopo 10 ore

La gelosia è il movente alla base dell’efferato femminicidio di Canicattini. Lo spiega in conferenza stampa il procuratore capo di Siracusa, Francesco Paolo Giordano, di fronte ad una folla di giornalisti. Ci sono tutte le principali testate, la morte di Laura ha colpito l’opinione pubblica nazionale. Ma dietro quella parola “gelosia” c’è ancora tutta una storia da chiarire. Cosa è successo? Perchè le coltellate e l’occultamento del cadavere?
Il compagno della sfortunata giovane, Paolo Cugno di 26 anni, ha confessato. Ma oltre ad ammettere le proprie responsabilità avrebbe ancora svelato poco dell’insano gesto. Domani l’autpsia. Sarebbero state almeno 12 le coltellate inflitte.

Il procuratore Giordano

Il comandante dei Carabinieri




Lauretta e Paolo, il sogno di una vita felice finisce di sabato sera dentro un pozzo. Rabbia e pietre

Paolo ha 26 anni. Dicono amasse Laura. Avevano avuto un figlio insieme. Paolo ha ucciso Laura. C’è rabbia a Canicattini. Nessun sospetto prima d’ora, nessun segnale. “Litigavano, come fanno i ragazzi. Ma violenza mai”, raccontano in piazza. Paolo aveva anche trovato un lavoro più stabile, un posto da muratore. I ragazzi volevano affittare una casa e andare a vivere insieme. E sorrideva Laura nel raccontarlo. Era venerdì. Sabato la morte.
Lauretta, così la chiamavano tutti, era uscita alle 19. Il bimbo lasciato al nonno e via per una passeggiata con il suo Paolo.
Poi il buio. Telefoni spenti. Il suo e quello del compagno. Genitori allarmati. Entrambi i genitori dei ragazzi che alle 22 di sabato sera raggiungono insieme la caserma dei Carabinieri. Iniziano così le ricerche che si protraggono fino alle 5 di domenica mattina. Senza nessun esito.
Ma quando alle 7 il papà di Paolo si è recato in campagna, ha visto il figlio in una stradina di contrada Tradituso. Lo ha raccontato ai militari. E lì sono riprese le ricerche, passo dopo passo sempre più vicini a quel pozzo dove Laura era stata gettata, senza vita. Come una “cosa” usata.
Paolo ha aspettato la tarda sera per confessare quanto molti avevano già intuito. Silenzio, non una parola per rispondere alle domande degli investigatori. Fino a quando, messo alle strette, ha confessato. “Sono stato io, ho ucciso Laura”. Ha usato un coltello, rinvenuto poco distante dal luogo del delitto insieme alla maglietta sporca di sangue che Paolo indossava. Tutto come aveva raccontato.
Rabbia a Canicattini. C’era chi aveva preparato pietre per “accogliere” il reo confesso. Sono dovuti intervenire i carabinieri per riportare la calma.




Il femminicidio di Canicattini: "non giustificare l'orrore parlando di un raptus di gelosia"

“Raptus di gelosia? Lasciamo stare…”. Daniela La Runa è la presidentessa della Rete dei Centri Antiviolenza di Siracusa, costretta ad annotare il 19.o femminicidio in dieci anni nella provincia aretusea. Ancora Canicattini, quattro anni dopo Maria Ton. Adesso è Laura, due settimane dopo la scopertura di una targa per le vittime della violenza di genere, proprio lì, nel centro del siracusano piombato al centro della cronaca.
“Un uomo che accoltella la compagna, la butta in un pozzo e ne occulta il cadavere vi sembra in preda ad un raptus di gelosia? Cosa vogliamo fare, parlare di delitto passionale e giustificare il delitto d’onore?”. E’ un fiume in piena Daniela La Runa. “La verità è che nessuno registra veramente l’esistenza della violenza di genere. E intanto si continua ad uccidere. E le vittime sono donne, come Laura”.
Uccise per mano dell’uomo che diceva di amarle. Come Paolo, il compagno della ventenne di Canicattini, con cui aveva avuto anche un figlio. “Litigavano, ma mai violenza”, raccontano a Canicattini. In tanti conoscevano Laura, la sua vita difficile e la sua solarità. “Bisogna vedere che litigi avevano, però”, incalza la La Runa. “Uno che uccide con un coltello non mi sembra esattamente una persona di indole mite…”. E su questo faranno luce gli investigatori che da ore lavorano al caso senza sosta.
“Siamo ancora lontani dalla meta. Finchè le donne daranno credito agli uomini violenti, convinte che possano salvarli e redimerli, non andremo da nessuna parte”. Cosa fare, allora, per evitare che succeda ancora? “Al primo segno di violenza, lasciate il vostro compagno”, dice la presidente della Rete Centri Antiviolenza rivolgendosi direttamente alla donne. “Se vi chiede ancora un ultimo appuntamento, non andate. Non credete al cambiamento. Chi è violento non può cambiare la sua natura. Non siete da sole. Chiedete aiuto a chi vi può offrirvelo e se rimanete con lui per dare una famiglia ai figli ricordate: meglio un bambino con genitori separati che un bambino orfano”.




"Assassino": le urla di Canicattini contro Paolo Cugno. E' in carcere, accusato di omicidio. "Almeno 6 coltellate"

Quando nella nottata Paolo Cugno ha lasciato la caserma dei carabinieri di Canicattini per essere trasferito in carcere, c’era una piccola folla fuori ad attenderlo. La notizia della sua confessione ha fatto in fretta il giro del piccolo centro in provincia di Siracusa. “Ho agito in preda ad un raptus di gelosia”, avrebbe alla fine ammesso agli investigatori.
“Sei un assassino!”, “Animale!”, “Devi marcire in carcere”: sono solo alcune delle frasi urlate al suo indirizzo. Una pioggia di insulti. Ma si è rischiata anche una pioggia di pietre. Un controllo preventivo da parte delle forze dell’ordine ne ha scongiurato il lancio.
Secondo il medico legale Francesco Coco, che ha eseguito la prima ispezione cadaverica, la ragazza sarebbe stata raggiunta da “almeno 6 coltellate”, al collo e al petto. Secondo una indiscrezione, in passato Paolo Cugno avrebbe minacciato un uomo con una motosega.




"Sono stato io": confessa nella notte il compagno di Laura, la 20enne uccisa a Canicattini

“Sono stato io”. Paolo Cugno, il compagno di Laura Petrolito, ha confessato nella notte, al termine di un interrogatorio fiume. Ai carabinieri ha indicato il luogo in cui aveva gettato l’arma del delitto. Forse un raptus di gelosia alla base dell’omicidio che ha scosso l’intera comunità di Canicattini Bagni. Cancellate le celebrazioni per San Giuseppe. Laura e Paolo avevano anche avuto un bimbo, 8 mesi. Era il secondo figlio per la giovane, mamma di un pargoletto di 4 anni nato da una precedente relazione.
Era stato il papà di Laura a lanciare sabato notte l’allarme, non vedendola rincasare. Il telefonino era sempre spento. Il corpo della ragazza è stato poi ritrovato in fondo a un pozzo artesiano in contrada Tradituso, al confine fra il territorio di Canicattini Bagni e quello di Noto.
La ragazza aveva ferite in tutto il corpo: probabilmente è stata pugnalata prima di essere gettata nel pozzo. Il cadavere è rimasto incastrato tra delle lamiere e non è arrivato in fondo. L’assassino ha provato a spingerlo giù, poi lo ha coperto con il coperchio di ferro e si è allontanato.
Le indagini, il compagno condotto in caserma nella serata. Poi durante la notte la confessione.
Storia difficile quella di Laura. Abbandonata dalla madre a tre anni, cresciuta dal padre con l’aiuto degli assistenti sociali del Comune. Un amore enorme per i suoi figli che “raccontava” su Facebook, chiedendo di essere compresa, di non essere giudicata.




Siracusa. Morte di Stefano Biondo, condannato a due anni di reclusione l'infermiere accusato di omicidio colposo

Due anni di reclusione e un risarcimento danni alla famiglia. Il Tribunale di Siracusa ha riconosciuto l’infermiere Giuseppe Alicata colpevole di omicidio colposo per la morte di Stefano Biondo. Il giudice è stato più severo del pm che nella sua requisitoria aveva chiesto 9 mesi di reclusione per l’unico imputato. Gli esami autoptici avevano evidenziato una asfissia meccanica indotta da compressione come causa del decesso di Stefano Biondo, 21 anni, ricoverato in una comunità alloggio dopo un tso. Era il 25 gennaio 2011.
“Per il nostro pessimo sistema giudiziario, è un buon segnale che un giudice ribalti ed aumenti la pena richiesta da un pubblico ministero”, il commento della sorella di Stefano, Rossana La Monica. Con l’associazione Astrea ha battagliato per arrivare a questa sentenza.
“Con l’augurio che possa dissuadere ogni sanitario psichiatrico che penserà di praticare il cosiddetto colletto. E un sindaco dal firmare un Tso. Grazie al nostro avvocato Massimo Lo Vecchio, all’avvocato Romano del comitato Antipsichiatria e grazie a chi ha ci è stato vicino in questa dura lotta”.




Siracusa. "Libriamoci", l'istituto Costanzo spicca a livello nazionale e viene premiato con Piero Gabrielli

L’istituto comprensivo Costanzo di Siracusa si è classificato primo istituto a livello nazionale per il numero di attività formative condotte nell’ambito della quarta edizione di “Libriamoci”. E’ stato premiato con un laboratorio di lettura espressiva condotto dal regista Roberto Gandini, direttore del laboratorio teatrale integrato Piero Gabrielli direttamente dal teatro “Argentina” di Roma.
“Libriamoci” è un’iniziativa promossa dal Mibact, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, con il Cepell, Centro per il libro e la Lettura e dal Miur, Ministero dell’Istruzione, dell’Universita’ e della Ricerca. Tre giornate full immersion dedicate ad apprendere le più efficaci tecniche di rilassamento, a padroneggiare gli elementi espressivi della voce, a cercare di eliminare le inflessioni dialettali, ad entrare in empatia con i partners di lavoro, a leggere ad alta voce cercando di modulare espressivamente il tono.
Numerosi i giochi che hanno visto la partecipazione di docenti e alunni, precisamente gli allievi delle classi IV A, IV B e IV C.
“Questo premio – spiega il dirigente scolastico Roberta Guzzardi – costituisce un prestigioso riconoscimento per l’istituto che cerca sempre le soluzioni migliori per promuovere iniziative di eccellenza, anche attraverso un percorso teatrale per lo sviluppo armonioso della personalità. Un’iniziativa, quella di Libriamoci, che certamente vuole far vivere e condividere forti emozioni, perché dentro ad ogni pagina di un libro, c’è sempre un viaggio che merita di essere vissuto”.




Calcio a 5. Serie A2, double per la Maritime Augusta: sua anche la Coppa Italia

È una stagione perfetta quella della Maritime Augusta. La società del presidente Ciccarello fa sua anche la Coppa Italia di serie A2. Battuto il Meta per 5-0 nell’ultimo atto della Final Four disputata proprio al Palajonio.
Pubblico delle grandi occasioni, con un tifo incessante. E i ragazzi di Miki non deludono le attese, prendendo piano piano le misure ai catanesi del Meta.
Poche settimane fa la festa promozione in A1, adesso la Coppa Italia. Un mese di stop e la Maritime disputerà i quarti della Coppa di Lega. Sogno triplete per il quintetto megarese.