Priolo. Furto di materiale ferroso in contrada Biggemi, sorpresi ed arrestati due siracusani

I carabinieri di Priolo Gargallo hanno tratto in arresto in flagranza di reato Sebastiano Iacono, 45 anni, e Samuele Bordonaro, 33 anni. Sono accusati di furto di materiale ferroso. I due si sarebbero introdotti all’interno dei locali della ormai dismessa società “CO.GE.MA.”, in contrada Biggemi, per trafugare materiale ferroso: componenti d’impiantistica per un peso complessivo di 200 kg circa (di questi, 60 kg circa in rame), nonché un microscopio elettronico Carl Zeiss in disuso.
Sono stati sorpresi ed arrestati in flagranza di reato dai carabinieri che hanno trovato la refurtiva già stipata nei bagagliai delle due autovetture di proprietà degli arrestati. La refurtiva quindi, è stata sequestrata e riconsegnata al legittimo proprietario, mentre i due arrestati, sono stati sottoposti agli arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni come disposto dall’Autorità Giudiziaria di Siracusa.




Siracusa. Atti persecutori, due casi nelle ultime 24 ore: protagonisti una donna ed un uomo

Avrebbe voluto a tutti costi riallacciare quella relazione sentimentale con l’ex fidanzato, che non ne voleva più saperne di lei. Per farlo si sarebbe spinta a comportamenti aggressivi che avevano costretto l’uomo già in passato a rivolgersi alle forze dell’ordine. Motivo per cui aveva già ricevuto una misura di divieto di avvicinamento all’ex compagno. Non abbastanza per tenere a bada la donna, che avrebbe continuato ad avere comportamenti aggressivi e oppressivi nei confronti dell’uomo, un 43enne siracusano. Pedinamenti, continue chiamate al telefono. Uno stress continuo che ha indotto l’uomo a cambiare abitudini pur di sfuggirle alla donna.
Il Tribunale di Siracusa ha allora deciso di inasprire la misura cautelare a cui la 45enne era sottoposta, disponendone gli arresti domiciliari.
Nel corso della notte invece, arresto in flagranza di reato per il siracusano Francesco Moschelli, classe 1984. L’accusa è di atti persecutori nei confronti dell’ex convivente. Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe tentato di strappare fisicamente dalle braccia della madre la figlia di un anno che la coppia – ormai scoppiata – ha avuto. E’ stato bloccato ed arrestato e quindi posto ai domiciliari, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.




Zona industriale. Doppia mobilitazione alle portinerie sud e nord: sciopero Tecnisolo e Cmis

Nuova mattina di mobilitazione alle portinerie della zona industriale siracusana. Mentre continua la protesta dei 43 lavoratori Tecnisol, oggi è cominciato anche lo sciopero dei dipendenti Cmis. Un centinaio circa, lamentano il mancato pagamento delle retribuzioni del mese di gennaio. Con loro in presidio anche i sindacati.




Siracusa. Assegni nucleo familiare e di maternità, in Gazzetta Ufficiale i requisiti e le rivalutazioni

(c.s.) Pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale i requisiti economici e le rivalutazioni 2018 degli assegni di nucleo familiare e di maternità.
Il primo è pari a 142,85 euro mensili. Il valore dell’indicatore della situazione economica, ISEE, con riferimento ai nuclei familiari composti da 5 componenti con tre minori, è pari a 8650,11 euro.
Il secondo, per le nascite, gli affidamenti preadottivi e le adozioni senza affidamento, è pari a 342,62 euro per cinque mensilità. Il valore dell’indicatore ISEE, con riferimento ai nuclei familiari composti da tre membri, è pari a 17.141.45 euro.




Pachino. Bufera sul Consorzio Pachino Igp: tra i soci, un'azienda legata ai clan. Chiesto commissariamento

Bufera sul Consorzio di tutela Pomodoro di Pachino Igp. Tra i suoi soci, l’Agi ha segnalato la presenza di un’azienda che sarebbe riconducibile al presunto capomafia locale, Salvatore Giuliano. Una società agricola creata nel settembre del 2013, “appena pochi mesi dopo l’uscita dal carcere dello stesso Giuliano”, si legge nell’inchiesta del giornalista antimafia Paolo Borrometi. Soci sono Gabriele Giuliano (figlio di Salvatore) e Simone Vizzini. Fra i dipendenti c’e’ proprio Salvatore Giuliano.
Gabriele – spiega l’agenzia – e’ a processo con il padre per minacce di morte, tentata violenza privata aggravata dal metodo mafioso nei confronti proprio di Borrometi (indagine dei carabinieri di Siracusa, per delega della Direzione distrettuale antimafia di Catania). Suo padre Salvatore e’ stato condannato per associazione mafiosa (come ‘capo’), droga, armi ed estorsioni. Dopo circa 20 anni di carcere, è tornato in libertà nel maggio del 2013 in seguito a diversi sconti di pena.
Il Consorzio di tutela Igp non avrebbe chiesto alcun certificato antimafia per l’iscrizione. Spiega all’Agi il presidente, Sebastiano Fortunato: “Secondo quanto previsto dal disciplinare ai fini della legittimazione dell’uso del marchio, è sufficiente che la società abbia ottenuto l’iscrizione all’ente di certificazione, ente che è autorizzato dal Mipaaf”, ovvero “l’Istituto Zooprofilattico per la Sicilia di Palermo”. Il Consorzio, prosegue Fortunato, “ai fini dell’iscrizione di un soggetto della filiera a socio, secondo lo statuto e la normativa vigente, deve solamente verificare che il soggetto sia stato certificato dall’Ente di Certificazione”. E’ questa e’ stata la trafila.
“L’attivita’ istituzionale di tutela del prodotto a marchio Igp riguarda il prodotto immesso in vendita, al fine di garantire al consumatore finale la qualità del prodotto venduto, nessun altro potere e’ attribuito al Consorzio”, ha aggiunto Fortunato che ha rassegnato nel frattempo le sue dimissioni, spiegando in una lettera ai soci: “Il mio incarico doveva durare solo sei mesi e invece sono già trascorsi quasi 11 anni, ora e’ il momento di lasciare il Consorzio ad altri”.
Attualmente Salvatore Giuliano, oltre al processo in cui e’ imputato con il figlio Gabriele, deve rispondere nelle aule del Tribunale di Siracusa, con l’ex sindaco di Pachino, Paolo Bonaiuto, e con due consiglieri comunali in carica, del reato di concussione in concorso. Giuliano, Bonaiuto e i due consiglieri, insieme ad altre cinque persone, avrebbero, fra l’altro – stando all’indagine “Maschere nude” della polizia di Stato – costretto il titolare di una ditta a pagare una tangente di 10 mila euro per un evento comunale nell’ambito del cartellone di appuntamenti “Estate pachinese”, riporta ancora l’Agi.
Anche la Dia, nella sua semestrale Relazione al Parlamento, segnala il clan Giuliano come “clan che preoccupa” nel Siracusano. La Prefettura di Siracusa invio’ alla Commissione bicamerale antimafia presieduta da Rosy Bindi una relazione nella quale si diceva che “proprio nell’anno in corso si è avuto modo di verificare un tentativo di infiltrazione dei sodalizi mafiosi nell’apparato amministrativo nel Comune di Pachino. Si e’ in particolare accertato il tentativo, non riuscito, da parte di Salvatore Giuliano, personaggio di spicco della criminalità organizzata locale, recentemente scarcerato, di fare eleggere un sindaco a lui gradito. Tale progetto era, evidentemente, finalizzato ad ottenere favori dall’amministrazione comunale, quali l’aggiudicazione d’appalti, commesse a trattativa privata, posti di lavoro ed altre attività”.
Il responsabile nazionale legalità del Pd, Giuseppe Antoci, parla di fatto “gravissimo” e chiede al Prefetto di Siracusa di “verificare la motivazione per la quale nei criteri d’accesso alla certificazione del marchio di qualità non venga prevista la certificazione antimafia”. Il senatore del M5S, Mario Giarrusso, ha invece chiesto il commissariamento del Consorzio Igp di Pachino. “La legalità è ancora lontana dall’essere affermata”, le sue parole all’Agi. Chiesto anche l’intervento del Ministero delle Politiche Agricole.




Siracusa. Operazione Tonnara, il ruolo dell'unica donna del gruppo e le dosi lanciate dal balcone

Era l’unica donna inserita nel gruppo che gestiva lo spaccio nella piazza nota Tonnara. Ed è stata arrestata ieri dai carabinieri nel corso dell’operazione che ha preso il nome proprio dall’area in cui la fiorente attività del sodalizio era particolarmente attiva.
Giuseppina Riani, 35 enne, ex moglie di Antonio Rizza (ritenuto dagli investigatori una delle menti dell’associazione a delinquere, ndr) aveva un ruolo non indifferente. Le indagini hanno, per esempio, permesso di accertare che nel 2016, nonostante fosse in gravidanza, si occupava di preparare gli involucri di cocaina da distribuire ai pusher partendo dalle confezioni da 1 kg. realizzando, a seconda delle esigenze e delle richieste, dosi da uno o più grammi. Le stesse poi venivano consegnate agli spacciatori anche con tecniche piuttosto sbrigative, come ad esempio il lancio di alcuni involucri dal balcone dall’appartamento in cui la donna provvedeva alla pesatura e confezionamento.
Le due operazioni antidroga, “Bronx” e “Tonnara” effettuate dai Carabinieri del Comando Provinciale nell’ultima settimana, hanno portato all’arresto complessivamente di 35 persone, tra i destinatari delle ordinanze di custodia cautelare e soggetti colti in flagranza di spaccio nel corso dell’esecuzione, dediti al traffico e spaccio di stupefacenti nella città di Siracusa.




Siracusa. Piscine della Cittadella "inibite" dopo i controlli. Il gestore: "sanificazione effettuata, pronti a riaprire"

A seguito di diversi accertamenti effettuati dai Carabinieri insieme al personale del Servizio Igiene Ambienti di Vita (S.I.A.V.) dell’Asp, è stata emessa un’ordinanza d’inibizione dell’utilizzo delle vasche della piscina della Cittadella dello Sport.
Il provvedimento è scaturito a seguito di ripetuti sopralluoghi ed analisi microbiologiche e chimico fisiche dell’acqua delle vasche adibite al nuoto. Evidenziati valori di microrganismi e batteri oltre i limiti previsti dalla legge. I controlli alla salubrità degli impianti sportivi aretusei da parte dei Carabinieri di Siracusa continueranno anche nei prossimi giorni.
Il pool di gestione dell’impianto sportivo, nell’immediatezza dei controlli, precisa di aver “provveduto alla sanificazione dei filtri e aver affidato ad un laboratorio specializzato i prelievi per le contro-analisi”.
I risultati verranno immediatamente comunicati al Comune e agli altri enti competenti per una pronta riapertura.




La barbarie non si ferma: cinque cani avvelenati a Floridia, quattro a Rosolini. "Società senza rispetto"

Dopo il caso di Sciacca, in cui decine di randagi sono stati avvelenati, si moltiplicano i casi di cani maltrattati ed uccisi. Una agghiacciante scia, forse emulativa, che lascia letteralmente basiti. Mentre si studiano misure adatte per contrastare questa nuova forma di barbarie, quattro cani sono stati trovati impiccati a Rosolini, altri cinque a Floridia. E’ allarme.
“Purtroppo queste storie sono all’ordine del giorno in Sicilia e, mi dispiace dirlo, sono il sintomo di una società senza empatia e senza rispetto”, dice Piera Rosati, presidente di Lndc Animal Protection.
L’ultimo caso, in ordine di tempo, è quello di Floridia. E’ accaduto tutto tra le contrada Rais, Fegotto e Raiana, poco fuori dal centro abitato. A segnalare e denunciare l’accaduto è l’Ente Fauna Siciliana, sezione Randagismo. Appello pubblico lanciato attraverso la pagina facebook: “se abitate in quelle zone, state attenti. E se trovate o avvistate qualcosa, contattateci”. Richiesta la bonifica della zona. Ma è l’evidente gap culturale che andrebbe bonificato.




Siracusa. Operaio della forestale denunciato per truffa: residenza fittizia per lucrare sul rimborso chilometrico

Dovrà rispondere di truffa aggravata ai danni dello Stato un operaio della Forestale di Siracusa, denunciato al termine di indagini condotte dal Nucleo operativo provinciale del Corpo forestale. Il 60enne, originario di Palermo, dal 2007 al 2015 avrebbe cambiato ripetutamente la sua residenza, fissandola a Pachino ed a Portopalo, pur vivendo con la compagna ed il figlio a Siracusa. Così avrebbe chiesto il rimborso chilometrico per recarsi in ufficio, nel capoluogo, intascando indebitamente oltre 30.000 euro. La denuncia di alcuni colleghi ha permesso di avviare le indagini.
Nelle case dove aveva dichiarato di vivere in realtà non c’era nessuno. Dai successivi controlli è emerso che il consumo delle utenze era nullo. La Procura di Siracusa, per recuperare quelle somme, ha disposto il sequestro dei beni dell’operaio.




Siracusa. Il carcere di Cavadonna scoppia: troppi detenuti, pochi poliziotti. "E' una polveriera pronta ad esplodere"

La cosa circondariale di Siracusa rischia di diventare “una polveriera”. La definizione è di Domenico Nicotra, segretario generale dell’Osapp, sindaco di polizia penitenziaria. Dopo l’aggressione di due giorni fa da parte di un detenuto, rilanciato l’allarme sicurezza. Troppo pochi i poliziotti rispetto ad una popolazione carceraria sempre più numerosa. “Cavadonna è una bomba ad orologeria”, l’allarme di Nicotra. “E mentre il personale di Polizia Penitenziaria che cerca di garantire ordine e disciplina nelle sezioni detentive, pare sia stato abbandonato al proprio destino dai ruoli apicali della struttura che non vanno oltre riunioni o briefing con i soli graduati”. Non solo, a far arrabbiare maggiormente il sindacalista è “l’assenza di provvedimenti assunti dal Provveditorato Regionale della Sicilia”, dopo l’accaduto. “E’ lo stesso Provveditorato che solo pochi mesi fa ha permesso che per la Casa Circondariale di Siracusa vi sia una pianta organica che definire sottodimensionata è riduttivo”. Poi la previsione: “a Cavadona la situazione può solo peggiorare”.