Siracusa. Traffico di cocaina, operazione dei carabinieri: 16 arresti nel fortino della droga della Tonnara

Nuova operazione dei carabinieri di Siracusa contro il traffico di droga. Elicottero in volo e auto a sirene spiegate poco dopo le 6.00 del mattino.Custodia cautelare nei confronti di 16 persone, ritenute responsabili di associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di cocaina. Il sodalizio aveva creato nel capoluogo un vero e proprio fortino di spaccio, organizzato con vedette, corrieri e spacciatori al minuto, rifornendo giornalmente centinaia di assuntori. Su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania – Direzione Distrettuale Antimafia, il Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Siracusa ha dato esecuzione alle ordinanze a carico delle  16 persone, in qualche caso soggetti più che noti alle forze dell’ordine. La complessa attività investigativa, svolta avvalendosi sia di metodi tradizionali che di supporti tecnici, oltre che dell’apporto di collaboratori di giustizia, ha disvelato l’esistenza di un’organizzazione da tempo operante nel capoluogo aretuseo, ed in particolare nella area compresa tra la via Aldo Carratore e viale Santa Panagia, meglio conosciuta come zona della “Tonnara”, da cui ha preso il nome l’operazione dei Carabinieri. Il gruppo criminale, ben noto nell’ambiente dei consumatori di stupefacente della città, che vedevano nella “piazza di spaccio della Tonnara” un luogo ove poter acquistare nell’arco dell’intera giornata la cocaina, si era dotato di una vera e propria organizzazione, caratterizzata dalla suddivisione dei compiti tra i sodali.In particolare, sotto la direzione degli indagati  Danilo Briante e Antonio Rizza, individuati come i promotori dell’associazione a delinquere, venivano predisposte le numerose dosi giornaliere di stupefacente che poi venivano distribuite agli spacciatori organizzati in veri e propri “turni di lavoro”, in modo tale da garantire le cessioni di stupefacente senza soluzione di continuità durante l’arco dell’intera giornata. Al fine di scongiurare l’intervento delle forze dell’ordine l’organizzazione si avvaleva di apposite “vedette” posizionate strategicamente e, in alcune circostanze, utilizzate per essere inviate nei pressi della caserma dei carabinieri al fine di verificare se vi fossero le auto dei militari pronte ad intraprendere servizi anti spaccio.Le indagini hanno inoltre consentito di appurare come la sostanza stupefacente venisse acquistata attraverso due canali di approvvigionamento, uno catanese e uno messinese, per poi essere tagliata e suddivisa in dosi all’interno di un appartamento di via Aldo Carratore, casa popolare in uso a Briante e occupata da Raffaele Ballocco, a cui sarebbe stata affidata la distribuzione delle dosi ai singoli pusher, spesso lanciando dal balcone alcuni involucri appositamente preparati. Nel corso delle indagini, partite da febbraio 2016, sono stati sequestrati oltre tre chili di cocaina, arrestate 20 persone in flagranza di reato e sequestrati circa 5.000 euro, ritenuti provento dell’attività di spaccio.




Siracusa ed il suo nuovo porto "tentano" le navi da crociera Msc: incontri per un matrimonio possibile

Non è una novità ma rispetto al passato adesso ci sono tutte le condizioni per chiudere. La società Msc, leader internazionale nel settore della crocieristica, mostra interesse per Siracusa e studierà, attraverso i tecnici, la possibilità di far attraccare le sue navi, anche di ultima generazione, nelle banchine del Porto grande.
È questo l’esito di un incontro promosso dalla Società di Rimorchio Portuale di Siracusa e tenuta alla Capitaneria di porto. Oltre al comandante, il capitano di vascello Giuseppe Sciarrone, al presidente e all’amministratore delegato dei rimorchiatori, Aldo Garozzo e Giovanni Dipasquale, alla riunione hanno partecipato il sindaco, Giancarlo Garozzo, il funzionario direttivo del Servizio demanio marittimo, Aldo Vernengo e Alfredo Boccadifuoco dell’omonima agenzia marittima. La società di navigazione era rappresentata dal responsabile Relazioni istituzionali di MSC Italia, Luigi Merlo, dall’amministratore delegato e dal direttore generale di MSC Sicilia, William Munzone e Salvo Lo Re.
“Abbiamo rilevato – afferma il sindaco Garozzo – una sincera attenzione verso il nostro scalo a conferma dell’interesse che il sud-est della Sicilia riscuote tra gli operatori turistici. Credo che oggi, in questo avvio di contatti, sia stato importante da parte nostra avere mostrato unità di intenti nel raggiungimento degli obiettivi”.
Il comandante Sciarrone, con il supporto tecnico capo dei piloti, Franco Tringali, ha illustrato in dettaglio le caratteristiche del nostro porto e ne ha evidenziato le potenzialità. Il sindaco Garozzo, coadiuvato dal dirigente Emanuele Fortunato e dal direttore dei lavori, Agostino Calandrino, ha illustrato le opere effettuate e quelle ancora da realizzare, indicando per la fine del mese di maggio il termine per il completamento della banchina numero 2. Inoltre ha dato la disponibilità dell’Amministrazione a trovare, di concerto con la MSC, soluzioni per migliorare l’accoglienza dei turisti in attesa della stazione marittima, per la quale si sta completando l’iter autorizzativo. Assicurazioni sono arrivate anche da Aldo Vernengo circa il suo impegno nei rapporti con l’assessorato regionale al Territorio per procedere nei rispetto dei tempi.
Il direttore Relazioni istituzionali della MSC Italia, Merlo, ha ringraziato per l’accoglienza ricevuta e per la disponibilità dimostrata dalle istituzioni, congratulandosi per la coesione dimostrata considerata di aiuto per una proficua prosecuzione dei rapporti. Gli incontri continueranno tra responsabili tecnici per un più approfondito esame dei limiti di navigabilità e ormeggio visto che MSC è interessata anche a portare a Siracusa le navi più moderne o in fase di costruzione.




Siracusa. Fiume di liquami finito in mare all'Arenella? Le analisi rassicurano: acque meteoriche

Un video pubblicato nelle scorse ore sui social network, denuncia un caso di fiume d’acqua fognaria finito in mare all’Arenenlla. Immediate sono scattate le analisi congiunte di Arpa e Siam: “il valore rilevato di azoto ammoniacale non è compatibile con acqua di tipo fognario”. E’ probabile allora che si tratti di acque meteoriche e che la fuoriuscita dai tombini sia dovuta al fatto che alle centrali di sollevamento – soprattutto nelle zone balneari – continua a pervenire una portata di acqua piovana anomala a causa delle ingenti precipitazioni dei giorni scorsi.
Il gestore del servizio idrico più volte ha comunicato ad Asp, Comune di Siracusa, Capitaneria di Porto e Arpa, l’ultima il 22 febbraio scorso, che tutte le centrali di sollevamento liquami e la rete fognaria “a gravità” sono oggetto di collettamento di acque meteoriche che va oltre la capacità di ricezione.
L’insufficienza allo smaltimento della pioggia riguarda in particolare quelle centrali che, pur essendo regolarmente in esercizio, non riescono a smaltire le acque che vi pervengono determinando così la fuoriuscita delle acque dai chiusini presenti sulla sede stradale.
È evidente pertanto che per porre una soluzione definitiva a questa problematica bisognerà intervenire sull’impiantistica per evitare di permettere alle acque meteoriche di confluire in quelle fognarie. Siam – è bene ricordare – non è proprietaria degli impianti ma li gestisce e si occupa della manutenzione ordinaria e straordinaria.




Siracusa. Parla l'uomo che ha "pescato" la granata in Darsena: "ho avuto paura davvero"

Si chiama Francesco Limpido ed è il pescatore che questa mattina si è ritrovato pericolosamente vicino ad una bomba a mano della Seconda Guerra mondiale. Il residuo bellico, hanno poi stabilito gli artificieri, era in grado di esplodere.
A SiracusaOggi.it ha raccontato il ritrovamento dell’ordigno. “Mi sembrava una seppia, l’ho tirata su con il retino e appena fuori dall’acqua ho capito di cosa si trattava. Ho preso la granata con cautela, l’ho poggiata delicatamente ed ho subito chiamato la polizia. Ho avuto paura”. L’intervista completa, con le immagini dell’intervento degli artificieri, qui:




Siracusa. Ordigno bellico rinvenuto in rete da pesca, artificieri al ponte Umbertino. "Mi sembrava una seppia"

Gran movimento attorno al ponte Umbertino, all’ingresso di Ortigia. Chiusa al traffico Riva forte Gallo e massiccia presenza di forze dell’ordine, polizia in particolare. E’ stato rinvenuto un residuato bellico e per effettuare in sicurezza le operazioni di recupero si è deciso di avere una ampia zona libera dalla presenza di uomini e auto. In una rete da pesca c’era, incagliata, una granata risalente al secondo conflitto mondiale. Sul posto gli artificieri. L’ordigno sarà fatto brillare in luogo sicuro.
In un primo momento si era temuto per un allarme bomba, poi chiariti i contorni della vicenda. Ad allertare le forze dell’ordine, un pescatore. “Stavo tirando su la rete da pesca, ho visto quell’oggetto. Mi sembrava una seppia. Poi ho compreso che era altro”.




Dramma a Floridia: donna di 42 anni si toglie la vita nell'appartamento di via IV Novembre

Ha deciso di farla finita togliendosi la vita in casa, impiccandosi. Una donna di 42 anni, tunisina, è stata così trovata senza vita dentro l’abitazione di via IV Novembre. Ai carabinieri arrivati sul posto insieme ai soccorritori del 118 non è rimasto altro da fare che riscontrare l’avvenuto decesso. La chiamata di auto è arrivata poco dopo le 9.30. Non sono ancora noti i motivi alla base del disperato gesto. Con gli investigatori c’è anche il marito, che lavora in un vicino panificio. Il pm ha disposto l’ispezione cadaverica.




Siracusa. Il Libero Consorzio deve pagare 300.000 euro, ma i soldi non ci sono. E non si costituisce in giudizio

Il Libero Consorzio di Siracusa è stato condannato dal Tar a pagare 300.000 euro alle società cooperative che si sono occupate per anni del servizio Asacom senza ricevere il canone pattuito. Polemiche per la mancata costituzione in giudizio della ex Provincia Regionale, attorcigliato in una crisi economica senza precedenti e – forse – senza soluzione. “La scelta di non costituirsi in giudizio è stata determinata dalla decisione di non esporre l’Ente a ulteriori spese legali”, la giustificazione contenuta in una nota ufficiale partita dagli uffici di via Roma. “Le pretese avanzate dalle società cooperative erano fondate, e una costituzione in giudizio avrebbe esposto l’Ente ad ulteriori spese. Per quanto riguarda il pagamento, lo stesso non è stato effettuato attesa la grave situazione dell’Ente”.
Insomma, hanno ragione ma anche di fronte ad una sentenza si mettano in fila. I creditori sono tanti. Troppi. E il peso dei debiti sta per schiacciare definitivamente i conti della ex Provincia Regionale. Addossare tutta la colpa al prelievo forzoso pare solo un tentativo di spostare attenzioni altrove.




Augusta. Sversamento in mare di prodotto industriale bituminoso: contaminazione ridotta, indagini sulle cause

Le indagini sui campioni di acqua prelevati da Arpa diranno se c’è stata contaminazione nella rada di Augusta dopo lo sversamento di prodotto viscoso e bituminoso da una linea di residuo dell’impianto Isab Nord. Il rischio di contaminazione ambientale sarebbe ridotto, secondo le prime stime.
Le panne già presenti lungo il canale che sbocca in rada, hanno ridotto la quantità di “residuo” finito in mare. Si tratta dello scarto della lavorazione del petrolio, una sorta di asfalto, non liquido e che solitamente solidifica in pochi minuti. Queste caratteristiche del prodotto pesante avrebbero in parte reso più semplice il contenimento e la pulizia. Gli esami che saranno eseguiti nei laboratori Arpa daranno il responso finale.
La perdita è avvenuta sabato mattina e subito è stata attivata la procedura che prevede l’attivazione di squadre interne dell’azienda, specializzate nella bonifica ambientale, Arpa e Capitaneria di Porto. Tutte le procedure concordate per evenienze di questo tipo sono state messe in atto, compreso anche il “rafforzo” delle panne di contenimento già presenti e revisionate lungo i canali che arrivano in rada ad Augusta.
Il materiale recuperato sarà smaltito secondo le vigenti normative ambientali. Ma bisogna quantificare esattamente quanto residuo è stato sversato. Secondo la prima valutazione di Arpa circa 300 metri cubi. L’azienda si è riservata maggiori controlli prima di confermare o modificare il dato. Disposta anche una indagine interna per comprendere cosa abbia causato la perdita lungo la linea.

foto: archivio




Augusta. Giochi di guerra con unità navali a propulsione nucleare, "non entrino in porto"

La base navale di Augusta tornerà ad essere utilizzata dalle unità navali impegnate nelle manovre militari dell’esercitazione Dynamic Manta. Appuntamento annuale che vede protagoniste le forze armate di una decina di Paesi aderenti al Patto Atlantico (Nato). La mega simulazione di guerra marittima svolta dalla Nato nel Mediterraneo, vede in campo Italia, Stati Uniti, Francia, Regno Unito, Spagna, Grecia, Germania e Turchia sotto la regia del Comando Marittimo Alleato (MARCOM) di Northwood (Londra).
Augusta e Sigonella basi logistiche per Dynamic Manta, con 5 mila militari impiegati e una trentina di mezzi tra pattugliatori, elicotteri, unità navali di superficie e sottomarini convenzionali ed a propulsione nucleare.
Proprio per la presenza di unità nucleari (lo scorso anno l’Uss New Mexico approdò al pontile Nato di Augusta), i comitati No Muos e No Sigonella minacciano azioni di protesta. Giovedì 9 marzo previsto alle 10 un presidio davanti alla Prefettura di Siracusa, in piazza Archimede. Nel pomeriggio, alle 17.30, conferenza ad Augusta a Palazzo San Biagio.
Il portavoce Gianmcaro Catalano lamenta “l’assenza di un piano prefettizio di emergenza nucleare esterna, aggiornato ed esteso al pubblico, così come impone dal 1995 la legislazione nazionale di recepimento delle direttive europee in materia di radioprotezione”.
I Comuni di Priolo, Augusta, Melilli e Siracusa – su direttiva della Prefettura – tra l’estate e l’autunno scorsi, hanno predisposto dei piani particolareggiati di emergenza nucleare che, eccetto il Comune di Siracusa, sono stati pubblicati con apposite delibere di giunta. “Un’iniziativa che desta notevoli perplessità, in quanto i piani particolareggiati di emergenza dovrebbero seguire, e non anticipare, la predisposizione della parte generale e dei lineamenti della pianificazione che compongono il piano d’emergenza di competenza prefettizia. E ciò perché sono i prefetti, non i Comuni, gli enti in possesso dei presupposti tecnici del piano, contenuti in un Rapporto Tecnico redatto dalla Marina militare, soggetto a classifica di segretezza e accompagnato da una Relazione critica riassuntiva dell’Istituto di protezione ambientale (ISPRA) del Ministero dell’Ambiente”, dice ancora Catalano.
Su questa vicenda sarebbero in corso indagini da parte della Procura di Siracusa, dopo l’esposto dei No Muos e di Peacelink del maggio dello scorso anno. Nessuna notizia sullo stato di avanzamento della pianificazione d’emergenza. “Quest’ultima avrebbe lo scopo di garantire specifiche condizioni di sicurezza delle popolazioni limitrofe all’area portuale di Augusta, preparando un’adeguata risposta di protezione civile per l’ipotesi d’incidente che abbia a coinvolgere una nave militare alimentata da reattori atomici”, illustra Catalano.
Rinnovata la richiesta del divieto di accesso e sosta di unità navali a propulsione nucleare nelle acque territoriali e nel porto di Augusta




Siracusa. Appello al ministro Orlando dopo la nuova aggressione in carcere: "più agenti a Cavadonna"

“Esprimo la mia solidarietà all’agente di polizia penitenziaria aggredito ieri nel carcere di Cavadonna”. La parlamenta Sofia Amoddio (Pd) torna a segnalare “l’ennesimo episodio di violenza dovuto al sovraffollamento carcerario e al sottodimensionamento del personale di polizia penitenziaria”.
Nel 2017, anche grazie al suo impegno in Commissione Giustizia della Camera, furono assegnate alla casa circondariale di Cavadonna 35 nuove unità di polizia penitenziaria. “Ma nonostante questo, la carenza di organico non è stata del tutto eliminata. Per questo motivo ho scritto al ministro Orlando affinché, in attesa del Fondo per l’attuazione della riforma del processo penale e dell’ordinamento penitenziario, che stanzia svariati milioni di euro per il triennio 2018-2020 e prevede assunzioni straordinarie nel corpo di polizia penitenziaria, il Ministero possa intervenire da subito per colmare la carenza di organico per soddisfare le esigenze di sicurezza e vigilanza del nuovo padiglione del carcere”.