Sale la tensione: in fiamme l'auto del sindaco, posteggiata in viale Santa Panagia. E' Far West Siracusa

L’auto del sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo, è stata data alle fiamme questa sera. Poco dopo le 18 un incendio di chiara origine dolosa ha avvolto il suv, posteggiato lungo viale Santa Panagia, poco distante da dove lavora la moglie che aveva in uso la vettura. Alcune testimonianze parlano di uno scooter visto sfrecciare via poco prima che le fiamme divampassero, avvolgendo il mezzo.
Il primo cittadino non è a Siracusa, per impegni istituzionali. Immediata e trasversale la solidarietà e la condanna della politica di casa nostra di fronte ad un nuovo, allarmante atto.




Siracusa. Sicurezza nelle scuole, disposte verifiche a tappeto: scenari imprevedibili

La scuola siracusana è una scuola “spezzatino”. Non c’è istituto comprensivo che non abbia almeno un plesso distaccato o che non abbia “scarificato” i laboratori (previsti per legge, ndr) per farne aule, quando gli stretti spazi di uno stesso edificio non sono “condivisi” con un altro plesso distaccato di altro istituto comprensivo. Ad onor del vero, a parte la Vittorini, quasi tutte le altre conoscono da vicino questi problemi, causa ed effetto al tempo stesso del sovraffollamento. Le famigerate iscrizioni in sovrannumero. Il caso della Archia è esploso mediaticamente. Adesso l’effetto domino è dietro l’angolo.
La popolazione scolastica è cresciuta, gli edifici scolastici non hanno saputo seguire quella crescita. La scuola primaria andava ripensata almeno 15 anni fa. Ed invece si è andati, al solito, dietro alle emergenze ed alle situazioni singole, senza visione d’insieme e senza prospettiva futura. Navigando a vista, ma mai oltre il proprio uscio. Le dirigenze scolastiche non fanno gruppo, perchè l’autonomia dei singoli istituti vale più dell’interesse dei bambini. E per tante altre ragioni.
Palazzo Vermexio fischietta, ma chi si è succeduto alla guida della cosa pubblica negli ultimi 15 anni almeno quel tema lì – scuola – non lo ha mai voluto veramente mettere al centro delle attenzioni. Risolti casi singoli, i problemi del momento, le richieste più impellenti. Ma a furia di toppe, si diventa di pezza. Come la scuola siracusana oggi.
E ora tremano le dirigenze. Perchè se la Seconda Commissione andrà davvero a fondo nella sua volontà di verificare il rispetto degli standard di sicurezza nei singoli istituti, si rischia di aprire un vaso di Pandora dalle imprevedibili conseguenze. Alcune scuole accusano problematiche di carattere burocratico e quindi di non difficile soluzione ma alcune – secondo indiscrezioni non confermate – sarebbero prive di requisiti o certificazioni indispensabili a rigor di legge. Ecco perchè una verifica a tappeto apre a scenari oggi impossibili da prevedere.
Sicurezza ed agibilità delle aule utilizzate per lo svolgimento dell’attività didattica: la Seconda Commissione consiliare ha votato all’unanimità i controlli agli edifici scolastici comunali, tutti. Richiesta subito inoltrata all’Ufficio Tecnico e al comandante provinciale dei Vigili del Fuoco per realizzare un calendario di sopralluoghi e verifiche per stabilire se e quali istituti raggiungono gli standard di sicurezza previsti dalla normativa vigente.
“Riteniamo infatti che il problema della sicurezza dei minori, fino ad oggi ignorato dall’amministrazione comunale, debba essere per la prima volta affrontato in modo serio e responsabile, al fine di comprendere quante scuole oggi possiedono i requisiti previsti dalla legge, e garantire quindi ai nostri figli di svolgere la propria attività scolastica in piena sicurezza”, si legge nel provvedimento esitato dalla Commissione.
Sulla base delle relazioni ricevute, verrà predisposto un atto d’indirizzo per la riorganizzazione ed il ridimensionamento della rete scolastica.

foto archivio




Siracusa. Barbiere colpito da una bomba carta, raccolta fondi per aiutare la ripresa

Ha riaperto oggi il salone da barbiere di via Torino, colpito sabato sera da una bomba carta. Il titolare, Peppe Prazza, prova ad andare avanti. “Non ho ricevuto alcuna richiesta o strano messaggio”, ripete. Ma ripartire non è semplice. Ci sono i danni da pagare, qualche
migliaio di euro: la saracinesca, la porta d’ingresso, alcune attrezzature.
Il Consiglio di Circoscrizione Santa Lucia, il Centro Commerciale Naturale la Borgata e la pagina Facebook “Siracusa nel Mondo” hanno lanciato un appello: “aiutiamo Peppe a ripartire”.
E per rendere l’appello concreto, hanno dato il via ad una raccolta di solidarietà. Chiunque volesse donare delle somme per aiutare l’attività vittima della vile intimidazione può recarsi in via Aristofane 10, traversa di corso Gelone, presso l’attività del presidente della Circoscrizione, Fabio Rotondo, dalle 8:00 alle 14:00 e dalle 17:00 alle 20:30.
Oppure effettuando una ricarica sicura alla carta Postepay numero 4023600655108845 intestata alla signora Viviana Franco, moglie del titolare della sala da barba.




Siracusa. Le bombe carta, il pizzo e l'ombra del racket: dov'è la risposta della società civile?

La cosiddetta società civile pare aver digerito senza colpo ferire quanto accaduto nelle ultime giornate. Due bombe carta per colpire altrettante attività commerciali, un locale dato alle fiamme a Floridia. Qualche nota stampa di solidarietà, una ferma condanna dell’accaduto e del clima pesante che torna a respirarsi. E basta.
Nessuna reazione sensibile e visibile. Non una fiaccolata, non una passeggiata della legalità. Come se i commercianti colpiti fossero stati lasciati soli dalla città che non sente il bisogno di mostrare la sua vicinanza, solidarietà e – ancor più – il suo no al pizzo.
Lauretta Rinauro è la coordinatore provinciale di Libera, una delle principali associazioni impegnate nel contrasto alla mentalità mafiosa. Gli ultimi accadimenti hanno turbato la serenità delle persone, l’economia del nostro territorio e lo sviluppo dello stesso”, ci racconta. “Ci stiamo muovendo per fare rete con le altre realtà del terzo settore, per incontrarci e programmare insieme un percorso, che non finisca nell’immediato e che ci ponga vicini alla gente, dando loro fiducia a collaborare con la giustizia”, il progetto. Che però guarda ai giorni a venire, rischiando di far metabolizzare come normali i gesti avvenuti e abituando la gente a questa mesta rassegnazione e non risposta da cui Siracusa non si scuote. “Desideriamo davvero impegnarci in sinergia perché Siracusa rialzi la testa, per essere d’esempio e da pungolo per ogni altra realtà circostante nel nostro territorio”, dice con passione Lauretta Rinauro. “Venerdì sera ci incontreremo nel quartiere Santa Lucia, coinvolgendo anche i presidenti di quartiere, per programmare iniziative che spingano la cittadinanza verso un percorso di riappropriazione di valori quali la libertà e la legalità, con manifesti, incontri di confronto ed informazione con le forze dell’ordine e le istituzioni, supporto pratico ai commercianti nel fare scelte chiare ed etiche, senza sentirsi soli. Sono semplici idee, ma che richiedono impegno e voglia di cambiamento, oltre che coraggio di fare scelte giuste. In questo abbiamo deciso di prendere esempio dai nostri conterranei palermitani, che di recente a Brancaccio hanno denunciato e portato alla cattura di 34 uomini del racket, nonché di sentirci emotivamente sostenuti dal ruolo importante che le forze istituzionali stanno portando avanti, alla luce della recente operazione Chaos, che ha visto realizzati 30 arresti alcuni del siracusano, legati al mondo del racket”.
Lodevole, come è del resto l’impegno quotidiano di Libera a Siracusa. Rimane però un senso di vuoto nell’immediato, nella chiamata alla risposta dei cittadini per bene, che restano chiusi dietro portoni e finestre, spettatori disinteressati, lontani da quelle bombe carta. Quasi come non fosse successo nulla, come fosse qualcosa da rimuovere in fretta. Nel silenzio, nell’indifferenza che rischiano di lasciare terreno fertile, fertilissimo ad una criminalità più giovane e spregiudicata, forse meno organizzata, di certo più sfacciata.




Augusta. Fondi a rischio per il fiocco ferroviario, Assoporto: "cappio al collo dello sviluppo"

“La possibile rimodulazione dei fondi PON 2014-2020 da parte del Ministero delle Infrastrutture che punta a penalizzare ancora una volta Augusta, con la cancellazione dell’investimento per la stazione ferroviaria a Punta Cugno è grave e preoccupante”.
Lo afferma Marina Noè, presidente di Assoporto Augusta. Alla quale tutto sembra un film già visto, come quando un anno fa il Ministero decise di rimodulare i fondi Pon per la costruzione dei piazzali per container.
“In questo scorcio di fine legislatura – aggiunge Noè- sarebbe da irresponsabili punire il porto di Augusta che, ricordiamo, è inserito nella rete transeuropee (TENs) per i trasporti, l’energia e le telecomunicazioni e quindi ritenuto centrale e di rilevanza strategica per il mercato Nazionale ed Europeo. E’ evidente lo strabismo di un Governo che firma in Europa impegnandosi a realizzare tutti gli investimenti necessari per innalzare l’efficienza del corridoio transnazionale multimodale (ferro, strada, vie navigabili) a cui appartiene Augusta e allo stesso tempo continua a cancellare slealmente risorse che contribuiscono alla coesione dei territori e della collettività siciliana, oltre che migliorare i servizi di mobilità e la loro accessibilità ai viaggiatori e alle merci a favore di tutto il paese”.
Secondo la presidente di Assoporto Augusta i politici o i burocrati romani, “con un comportamento così superficiale, stanno ponendo un cappio mortale attorno alle prospettive di sviluppo della nostra terra. E’, infatti, inaccettabile pensare che si possa programmare uno sviluppo in linea con il raddoppio del canale di Suez e con i traffici da e per l’Asia, l’Europa e l’Africa previsti nei prossimi anni”.
Da qui l’auspicio che si possa ancora intervenire. “Siamo certi che il presidente dell’Autorità di sistema del Mare di Sicilia orientale, Annunziata, riuscirà a far rispettare gli accordi internazionali e a confermare le risorse necessarie per il nodo ferroviario che è fondamentale per lo sviluppo del porto megarese”, pungola Noè.
“Chiediamo al contempo che il neoeletto Presidente della Regione Musumeci, così come i parlamentari e senatori siciliani, facciano sentire forte il proprio dissenso al presidente del Consiglio Gentiloni”.




Resort di Capo Passero, la soprintedente Panvini: "parere in regola, denuncio Natura Sicula"

Tirata in ballo da più parti, in particolare Legambiente e poi Natura Sicula, la Soprintendenza di Siracusa prova a chiarire la sua posizione in merito al resort che si vorrebbe costruire sull’isolotto di Capo Passero. “Non abbiamo autorizzato la costruzione di opere esterne entro i 150 metri dalla costa, solamente il restauro conservativo degli immobili esistenti ricadenti in un’area a vincolo paesaggistico, Livello 3”, spiega Rosalba Panvini. “Si tratta nello specifico di magazzini che non conservano le tracce di attività produttive o di trasformazione dei prodotti e, pertanto, gli stessi non potevano essere sottoposti a formale provvedimento di vincolo di cui alle norme del Codice dei Beni Culturali”, aggiunge. “I magazzini rientrano nell’area di tutela 3 del Piano Paesaggistico in cui è consentito il restauro conservativo degli edifici ed è quello che è stato autorizzato, poiché il progetto presentato dal loro proprietario non prevedeva demolizioni o riedificazioni. Il cambio di destinazione d’uso dei magazzini non necessita di alcuna preventiva autorizzazione paesaggistica”, puntualizza la soprintendente, rispondendo così alle critiche degli ultimi giorni.
Il parere favorevole rimane, perchè “è stato reso nel totale rispetto della norme di attuazione del Piano Paesaggistico; nessun incremento della volumetria assentita, niente nuove volumetrie, né tantomeno movimenti terra, strade, ponti galleggianti per collegare l’isola alla terraferma. Di conseguenza, si rileva che le opere di cui alle foto riportate da Natura Sicula non rientrano nell’autorizzazione paesaggistica rilasciata”, argomenta la Panvini.
Quanto alla Riserva Naturale Integrata, come già ricordato anche da SiracusaOggi.it, quella dell’Isola di Capo Passero è stata annullata con sentenza del Tar per vizio di forma. Ma la soprintendente non si ferma qui e replica anche ad alcune accuse piovute proprio sulla sua persona. “Le ispezioni disposte dall’assessorato Beni Culturali hanno chiarito la correttezza delle procedure adottate in merito ai fatti contestati. Del resto i risultati delle ispezioni sono stati anche pubblicati dall’agenzia Ansa a fine settembre. In ogni caso, per le accuse rivolte in maniera offensiva nei miei confronti dal presidente di Natura Sicula, adirò per le vie legali”.




Siracusa. Gran pasticcio Archia, la protesta dei genitori arriva in Provveditorato: "proposte soluzioni miopi"

La protesta dei genitori della scuola Archia è arrivata anche sotto la sede dell’ex Provveditorato oggi Ufficio Scolastico Provinciale. Siracusa però dipende da Catania e il dirigente, catanese, oggi pare non fosse in sede nonostante un cartello all’esterno spieghi che le giornate di ricevimento del pubblico siano il martedì e il giovedì.
I genitori hanno srotolato uno striscione con cui chiedono le dimissioni della dirigente scolastica dell’istituto Archia, con sede centrale in via Monte Tosa e succursale in via Asbesta. Non è comunque l’unica responsabile in un caso che da due mesi cerca soluzione e che rischia di essere il primo di una lunga serie. E’ mancata negli ultimi 15 anni una visione d’insieme del problema scuola a Siracusa, sempre più spezzettata in mille sedi distaccate e senza la capacità di accogliere in maniera piena e concreta una popolazione scolastica in continua crescita.
Stranisce il silenzio dell’Ufficio Scolastico Provinciale, come di altre istituzioni che avrebbero anche il dovere di indicare una strada e – forse- prodursi in un sentito mea culpa perchè quello che sta accendo oggi alla scuola Archia, domani potrebbe riguardare a cascata tutti gli altri comprensivi siracusani.
Per il sovrannumero dell’istituto Archia al momento sono stati istituiti i doppi turni. A breve sette classi si sposteranno in via Temistocle, lontana dalla villaggio Miano e dalla Pizzuta. Con l’anno nuovo,ancora trasloco in via Calatabiano.




Siracusa. Tabaccai, fine di un incubo: arrestati i presunti autori dei furti con taglio alle saracinesche

Un marocchino di 24 anni e un siracusano di 32 erano diventati il terrore di varie attività commerciali del capoluogo. Sarebbero loro i presunti responsabili di una serie di furti a eseguiti con la stessa tecnica:taglio orizzontale della saracinesca e apertura, bypassando i sistemi antifurto di ritenzione e blocco. Sono stati arrestati in flagranza di reato dai Carabinieri. Sono Mehdi Hatim, classe 1993, e Stefano Schifitto, classe 1985.
Un tabaccaio di via Brenta aveva segnalato alla centrale operativa dei Carabinieri di Siracusa un tentato furto avvenuto con le stesse modalità. Non riuscendo a completare il taglio o forse interrotti per la presenza di qualcuno, i malfattori avevano deciso di lasciar perdere. Ma questa notte i due sono tornati sul luogo del tentato furto per completare l’attività delittuosa lasciata a metà il giorno prima. Sul posto erano presenti i militari dell’Arma che hanno colto sul fatto i due. Hatim è stato sorpreso all’interno della tabaccheria con una grossa busta contenente numerosi biglietti gratta e vinci di diverso valore unitario (850 euro complessivi), 1 cacciavite di 30 cm di lunghezza, 3 banconote da 20 euro. Stefano Schifitto era all’esterno, intento a fare il palo imbracciando un grosso piede di porco.
Arrestati per furto aggravato in concorso, i due sono stati posti ai domiciliari.




Siracusa. Incidente a Targia, auto finisce su di un fianco dopo probabile carambola: ferito in ospedale

Forte rallentamento del traffico in uscita da Siracusa nord, direzione zona industriale. Poco dopo le 7 del mattino, una utilitaria – una Fiat 500 bianco – ha sbandato pochi metri dopo la bretella di Targia finendo adagiata sul fianco sinistro dopo aver, con ogni probabilità, impattato con un arbusto a bordo strada che ha evitato che la vettura finisse nelle campagne circostanti.
L’auto ha finito la sua carambola sul fianco lato guidatore. Soccorso da altri automobilisti di passaggio, è stato condotto in ospedale in ambulanza per i controlli del caso. Traffico rallentato in zona fino alle 8.00




Siracusa. Disservizi all'Inps, il sistema telematico va a singhiozzo: la denuncia della Amoddio

La parlamentare del Pd, Sofia Ammoddio, richiama l’Inps dopo i disservizi causati a Siracusa. “Colpa del sistema telematico che continua a provocare enormi disagi per l’utenza e per i dipendenti dell’ente”, denuncia la Amoddio. “Da settembre 2017 continui blocchi al sistema informatico hanno comportato il rallentamento delle attività lavorative dell’Ente e l’accumulo di pratiche da esitare. L’esternalizzazione dei servizi telematici, oltre ad essere finita sotto la lente d’ingrandimento della Corte dei Conti per via del cospicuo incremento del 135% che si evince dal bilancio pluriennale 2014/2016, non ha portato i frutti sperati in termini di funzionalità e miglioramento del servizio. L’utenza – continua Amoddio – ha il diritto di usufruire di un servizio capace di garantire prestazioni sociali certe ed in tempi rapidi ma questo obiettivo, centrale nella funzione di un servizio pubblico, non viene raggiunto”.
I malfunzionamenti sarebbero continui. “Questa situazione, oltre a logorare il lavoro dei dipendenti dell’Ente, rischia di sfociare in una vera e propria problematica di ordine pubblico con reazioni quotidiane critiche e conflittuali sia tra gli utenti che tra gli operatori”. Per questo motivo – conclude la parlamentare – “ho presentato una interrogazione dettagliata al Ministro del lavoro e delle politiche sociali affinché intervenga con tutti i mezzi a disposizione, per risolvere questo grave disservizio”.