Sciopero generale regionale del 20 novembre a Siracusa: “Il Pd siciliano aderisce”

Lunedì 20 a Siracusa la mobilitazione generale regionale indetta da Cgil e Uil, a partire dalle 9. Previsto un corteo da piazzale Marconi con arrivo in piazza Archimede. Alle sigle sindacali si è unito anche il Pd. Il segretario regionale Anthony Barbagallo conferma l’adesione dei Dem siciliani alle iniziative di protesta.
“Il PD Siciliano aderisce allo sciopero generale indetto da Cgil e Uil Sicilia contro le diseguaglianze sociali alimentate dal governo Meloni e da quello guidato da Renato Schifani. Un governo che non ha visione sullo sviluppo del Paese e che non investe a sufficienza sul lavoro e sull’istruzione, che in Sicilia vedrà il drastico taglio di fondi circa 100 istituti in meno. Non scorgiamo inoltre alcuna prospettiva sulle politiche industriali e riscontriamo il progressivo smantellamento della sanità pubblica e il peggioramento del sistema pensionistico da parte di un esecutivo che non sfrutta appieno i fondi europei e del PNRR per contrastare l’emigrazione e lo spopolamento della Sicilia che ha necessità anche di ingenti investimenti infrastrutturali. Un governo che, con arroganza, intende anche limitare il diritto allo sciopero garantito a tutti i lavoratori e le lavoratrici dalla nostra Costituzione”.
La Cisl, intanto, ha convocato per domattina alle 10 una conferenza stampa, durante la quale spiegherà le ragioi della sua mancata adesione allo sciopero indetto da Cgil e Uil.




Ancora danni al Monumento ai Caduti, olio motore e farina. “Installiamo telecamera”

Non c’è pace per il Monumento ai Caduti in Africa, a Siracusa. Ancora un’azione vandalica, senza alcuna rivendicazione. Ignoti, nelle ore scorse, hanno distrutto a martellate la vicina targa che ricorda la tragedia del Conte Rosso mentre le statue del Monumento sono state imbrattate con olio motore e ricoperte di farina.
A denunciare la nuova azione criminale sono stati il delegato di quartiere Grottasanta, Alessandro Maiolino, e il presidente dell’associazione Lamba Doria, Alberto Moscuzza.
“Ai piedi delle statue abbiamo ritrovato i sacchi della farina utilizzata e un contenitore di una macedonia poi buttata sugli scalini. Riportavano l’indicazione di cibo non commerciabile, destinato ai poveri, con tanto di marchio dell’Unione Europea. Serviva per i poveri, sono stati utilizzati per altro. Che rabbia”, commenta Maiolino.
Moscuzza, che con Lamba Doria prova a prendersi cura del monumento, lamenta come “il sito non venga mai tutelato a dovere. Abbiamo richiesto la videosorveglianza, è un problema che si deve risolvere. la zona è stata presa di mira più volte in poche settimane”. E da questo punto di vista, arriva oggi la risposta del Comune di Siracusa: sarà installata la prima telecamera di videosorveglianza.
Fa male, soprattutto, la distruzione a martellate della lapide che commemora i 1244 morti annegati del Conte Rosso, affondato a Capo Murro di Porco nel maggio del 1941. “Ci hanno contattato famiglie da tutta Italia, disgustati per l’accaduto. La ricostruiremo, per la terza volta”.
Per Maiolino e Moscuzza non ci sarebbe una rivendicazione politica alle spalle. “E’ un emerito deficiente che esce la sera per danneggiare questo sito, lo fa da un mese almeno”. Intanto il Monumento ai Caduti in Africa viene ripulito da personale Tekra.




Bandiere di Israele e Palestina al Vermexio, “gesto riparatore dopo parole di Granata”

Esporre sul balcone del Vermexio anche le bandiere di Israele, della Palestina e quella della Pace. La proposta, indirizzata al sindaco di Siracusa, parte dal gruppo consiliare Insieme. E’ una sorta di azione “riparatrice” richiesta dai consiglieri di opposizione dopo le polemiche seguire al convegno sulla situazione in Medio Oriente che ha visto l’attiva partecipazione dell’assessore Fabio Granata. “Toni penetranti, duri e acri utilizzati nei confronti del popolo israeliano, sosteniamo che l’assessore alla cultura del Comune di Siracusa abbia assunto una nettissima posizione contro Israele che, a causa del suo ruolo istituzionale, rischia di coinvolgere l’intera città”, scrivono in una nota. Non solo, il gruppo Insieme battezza le espressioni che sarebbero state utilizzate da Granata come “parole d’odio”.
Per questo chiedono “un gesto simbolico” che valga come segnale concreto della posizione della città di Siracusa “contro qualsiasi retro-pensiero, gesto o azione antisemita”.




Avola ricorda Giuseppe Coletta a vent’anni dalla strage di Nassiriya

Oggi Avola ha voluto ricordare il vicebrigadiere Giuseppe Coletta. Morì vent’anni fa nell’attentato di Nassiriya in cui persero la vita 12 carabinieri, 5 militari dell’esercito e due civili. Sette di loro erano siciliani. Cerimonia ad Avola alla presenza dei familiari, del prefetto Raffaela Moscarella, del colonnello Gabriele Barecchia, delle più alte autorità appartenenti al Comando Provinciale Carabinieri di Siracusa, delle forze dell’ordine, delle autorità religiose, delle associazioni, della dirigente, dei docenti, del personale scolastico e di tutti i bambini e le famiglie. Nella scuola comunale intitolata proprio a Giuseppe Coletta è stata scoperta la targa lapidea accompagnata da una bellissima immagine artistica realizzata da Salvo Muscarà.
“Questa giornata è un momento di riflessione e gratitudine, in cui la nostra città si unisce per rendere omaggio a un figlio di Avola che ha sacrificato la propria vita per difendere i valori di pace e libertà – le parole del sindaco Rossana Cannata – La sua memoria rimarrà sempre viva nei cuori di coloro che lo hanno conosciuto e amato, e continuerà a ispirare le generazioni future. In questo giorno di commemorazione, rinnoviamo il nostro impegno a sostenere le forze dell’ordine e a difendere i valori di giustizia, libertà e pace che Giuseppe Coletta ha rappresentato con coraggio. La sua eredità vive in ogni cittadino avolese, e continueremo a onorarla attraverso il nostro impegno quotidiano a favore della solidarietà e della convivenza pacifica. Onore agli eroi caduti a Nassiriya”.




L’ex ferrovia diventata pista ciclopedonale, “lavori non a regola d’arte e troppe auto”

A fine novembre verrà formalmente inaugurata la pista cicloturistica Cassaro-Buscemi con appuntamento all’ex stazione di Palazzolo Acreide. Il tracciato, quasi del tutto completo, viene già percorso da ciclisti ed escursionisti. Il percorso pedociclabile di 10 km è nato sul vecchio e caratteristico tracciato ferroviario che fiancheggia l’alta valle dell’Anapo. E’ stato realizzato con circa 3 milioni di euro stanziati dall’Unione Europea.
“Visto che mancano pochi giorni alla consegna ufficiale dei lavori, ci permettiamo di segnalare ai Comuni e alla ex Provincia che hanno promosso il progetto, alcune irregolarità affinché la ditta esecutrice faccia in tempo a consegnare i lavori a regola d’arte”, dice Fabio Morreale di Natura Sicula. Secondo l’associazione, “la superficie della pista in molti punti è già solcata dall’acqua; in corrispondenza degli impluvi l’acqua ha cominciato a minare il terrapieno della pista e scoperto il tessuto non tessuto. Ciò significa che ancor prima di consegnare i lavori questi hanno già bisogno di manutenzione; nei pressi della confluenza della Valle Nocilla con la valle dell’Anapo, un tratto della parete idrografica sinistra è franato, malgrado i lavori di messa in sicurezza, strappando via la griglia metallica e la rete in tessuto nero di plastica, ora semplicemente spostati a margine; il cantiere ha abbandonato molti rifiuti ai lati della pista, compreso plastiche, ponteggi, griglie metalliche, vecchie ringhiere, cumuli di pietre, sacchi di materiale edile. In qualche caso viene il sospetto che siano stati abbandonati in alcuni punti attraversati spesso dalle piene invernali”. Un lungo elenco che Natura Sicula presenta ai Comuni interessati ed alla ex Provincia Regionale di Siracusa.
“Ci auguriamo che risolvano il problema delle troppe auto che attraversano la pista. La frequenza è così elevata che risulta difficile credere che siano tutti residenti o proprietari terrieri”.




Al Siracusa Institute presentazione del libro “Investigare.5 Criminologia e Criminalistica viaggio nel mondo delle indagini”

Giovedì 16 novembre, alle 10, nella sala conferenze Giuliano Vassalli del Siracusa International Institute for Criminal Justice and Human Rights verrà presentato il libro “Investigare.5 Criminologia e Criminalistica viaggio nel mondo delle indagini”, a cura di Vittorio Rizzi e Anna Maria Giannini.
Dopo i saluti istituzionali di Filippo Musca, direttore generale Siracusa International Institute, previsti gli interventi del sindaco di Siracusa, Francesco Italia, del prefetto Raffaela Moscarella, del questore Benedetto Sanna, del procuratore capo di Siracusa Sabrina Gambino, del professore ordinario di diritto processuale penale all’Università di Catania, Tommaso Rafaraci, e del vice direttore generale della Pubblica Sicurezza, Vittorio Rizzi.




Droga “take away” ad Avola, la Polizia sgomina organizzazione familiare. A capo, una 34enne

Sgominata ad Avola la piazza di spaccio di via Miramare con l’operazione ribattezzata “Mater familias”. A condurre il blitz sono stati gli agenti del commissariato di Avola che portano a casa un altro brillante risultato dopo Gemini in collaborazione con la Squadra Mobile e del Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica di Siracusa, nonché del Reparto Prevenzione Crimine Sicilia Orientale Catania, e con l’ausilio delle Unità Cinofile Antidroga della Guardia di Finanza.
Nella notte scorsa, 50 poliziotti hanno dato esecuzione all’ordinanza emessa dal Gip che dispone la custodia cautelare in carcere di 7 persone (di cui un minorenne), il collocamento in comunità di una minore e la misura del divieto di dimora nel comune di Avola nei confronti di un altro soggetto.
Contestualmente, sono state eseguite perquisizioni che hanno avuto esito positivo consentendo di rinvenire, presso l’abitazione degli indagati principali, 1.890,00 euro in contanti di piccolo taglio, 3 bilancini di precisone, 699 grammi di hashish suddivisa in panetti e 24 grammi suddivisi in dosi, oltre a 10,80 grammi di marjuana, 20,47 grammi di cocaina e 2 proiettili rispettivamente cal. 12 e 38. Come disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari, gli arrestati sono stati condotti presso le competenti case circondariali provinciali ed extra provinciali.
Nel corso dell’esecuzione delle misure cautelari è stato arrestato e condotto in carcere anche il marito della “Mater Familias” alla luce dell’ingente quantitativo di stupefacente rivenuto e per aver violato con molteplici condotte le prescrizioni imposte dalla misura di sicurezza a cui era già sottoposto.
Sono tutti indagati per “produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti o psicotrope”, accusa aggravata dall’avere, in concorso tra loro, organizzato relativa attività di approvvigionamento, suddivisione in dosi e spaccio di cocaina, hashish e marjuana.
Al vertice dell’organizzazione, secondo gli investigatori, c’era una donna di 34 anni che si serviva del contributo degli altri familiari che si occupavano della cessione al minuto dello stupefacente, dalle prime ore del mattino fino a notte inoltrata. Nel corso delle indagini, sono state riscontrate più di 180 cessioni giornaliere con conseguenti ingenti profitti economici.
La donna – per l’accusa – è la “Mater Familias” (dal latino, madre di famiglia) che curava interamente l’organizzazione e la gestione di tutta l’attività, garantendo il perfetto funzionamento dell’impresa familiare.
In prima persona si sarebbe occupata delle cessioni, del trasporto, dell’occultamento e del rifornimento dello stupefacente. Nel gruppo anche i suoi figli minorenni che ricevevano le forniture dello stupefacente, occupandosi anche dell’occultamento e del trasporto. Per eludere i controlli, la donna contava sulla loro giovane età e sullo status di incensurati. Il figlio più grande si sarebbe adoperato anche nel reperimento di un’arma comune da sparo che deteneva, con l’assenso della madre, all’interno della propria abitazione.
Nella scala gerarchica ricostruita dalle indagini, alle spalle della donna c’era il genero che l’avrebbe sostituita nelle occasioni in cui era assente. Ma ogni operazione – spiegano gli investigatori – doveva essere sempre preventivamente autorizzata dalla donna.
Le cessioni di droga agli assuntori avvenivano presso il domicilio della famiglia, tramite un sistema stile “take away”. I “clienti” parcheggiavano l’auto in una piccola via retrostante l’abitazione e avvicinandosi ad una persiana semichiusa, effettuavano “l’ordine” introducendo la somma di denaro in una fessura per poi ricevere, immediatamente dopo, quanto desiderato.
La complessa attività imprenditoriale era organizzata in modo tale da poter fronteggiare anche eventuali “rischi di impresa” come i sequestri di droga da parte delle forze dell’ordine. Il gruppo aveva la capacità di approvvigionarsi di partite di droga a credito, al fine di compensare le perdite economiche subite con i sequestri e ripianare eventuali passivi. Il sistema criminale era supportato da alcuni corrieri, messi a disposizione del fornitore.




Edy Bandiera ed il suo movimento politico con De Luca, adesione a Sud chiama Nord

Altra novità in vista nel panorama politico siracusano. Il vicesindaco Edy Bandiera insieme al suo gruppo consiliare ed al movimento “Ho scelto Siracusa” è prossimo all’adesione a Sud Chiama Nord, la forza politica creata da Cateno De Luca. Non a caso, domenica prossima, lo stesso Bandiera parteciperà all’assemblea provinciale di Sud Chiama Nord, a Siracusa. Nelle settimane scorse, i due si sono incontrati ad Enna e si sono ritrovati su di una serie di obiettivi come, ad esempio, la totale non condivisione dell’operato dell’attuale governo regionale. Nota è la dichiarata frizione di Edy Bandiera con Forza Italia ed il presidente Schifani, specie dopo la scelta del candidato sindaco che, al tavolo regionale, è caduta su Ferdinando Messina e non su Edy Bandiera.
L’ex assessore del governo Musumeci ha allora sbattuto la porta in faccia agli azzurri, legandosi con Francesco Italia alla cui rielezione ha contributo forte del quasi 10% ottenuto alle amministrative dopo le circa 5000 preferenze collezionate alle regionali.
Bandiera e De Luca avrebbero anche iniziato a tracciare le linee programmatiche di un cammino verso Palermo dello stesso sindaco di Taormina. L’adesione del gruppo politico del vicesindaco a Sud chiama Nord non comporterà alcuno scossone in seno all’amministrazione comunale aretusea, che già conta sul sostegno del Mpa. Compatto il movimento che si riconosce in Edy Bandiera nell’adesione alla forza politica creata da Cateno De Luca e che già al ballottaggio aveva espresso la sua preferenza per Francesco Italia sindaco.




Sbagliati i tempi di convocazione, salta subito la seduta di Consiglio comunale

E’ durata appena pochi minuti la seduta di Consiglio comunale convocata questa mattina a Siracusa. Appuntamento alle 10 in aula Vittorini per trattare i due punti all’ordine del giorno ovvero la variazione del bilancio di previsione 2023/25 relativa al Piano Nazionale Strategico della Mobilità Sostenibile e quella relativa ai servizi sociali.
Ma in apertura dei lavori, il consigliere Ivan Scimonelli (Insieme) ha sollevato una pregiudiziale sui termini di convocazione del Consiglio. Il regolamento prevede, infatti che per questi temi di programmazione economico-finanziaria, l’assise deve essere convocata con un preavviso “di almeno dieci giorni liberi (lavorativi non comprensivi del sabato e dei festivi)”. E la prima data utile, visto che la convocazione riporta data 30 ottobre, sarebbe stata quella del 15 novembre, non del 14.
Per le opportune verifiche, la seduta è stata sospesa. E il segretario comunale ha dato ragione al consigliere di opposizione, con il risultato che la seduta è stata annullata senza alcun costo per l’ente. Nessuno dei consiglieri, in sostanza, ha maturato gettone di presenza.
“E’ evidente la responsabilità della presidenza del Consiglio comunale che non ha tenuto conto del regolamento, sbagliando i termini per la convocazione”, accusa Scimonelli. “Avere annullato la seduta non mi da soddisfazione, segnala semmai impreparazione. Pensate cosa sarebbe successo se il Consiglio avesse approvato provvedimenti di natura economico-finanziaria che un domani sarebbero stati facilmente impugnati per via della mancata validità della convocazione”, analizza ancora l’esponente di opposizione.
Dalla presidenza liquidano la vicenda come un “refuso procedurale degli uffici che ha portato all’annullamento della seduta”.




Rapina ad un disabile, il sospettato arrestato a Pachino: ha 18 anni

Un tunisino di 18 anni è stato arrestato a Pachino dai Carabinieri. Era destinatario di una misura cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sondrio, per rapina in concorso.
L’uomo, irregolare sul territorio nazionale, è ritenuto essere uno degli autori della rapina commessa alla stazione ferroviaria del comune lombardo lo scorso 3 ottobre, peraltro ai danni di un coetaneo disabile.
I carabinieri lo hanno rintracciato nel centro abitato di Pachino e, dopo le formalità di rito, lo hanno condotto in carcere a Cavadonna, come disposto dall’Autorità giudiziaria.