Acqua torbida dai rubinetti di Palazzolo, vietato l’uso. Richiesto potabilizzatore mobile

L’acqua esce torbida dai rubinetti di Palazzolo Acreide. Da domenica, ha un colore marroncino. Il sindaco, Salvatore Gallo, ha emanato un’ordinanza con cui ne vieta precauzionalmente l’utilizzo per usi umani o potabili, sino a data da destinarsi. Ed ha richiesto alla Protezione Civile regionale l’invio di un potabilizzatore mobile, temendo tempi lunghi per la risoluzione della problematica.
Ma cosa è successo? “E’ dovuto alle eccessive piogge degli ultimi giorni, sabato in particolare”, spiega il sindaco Gallo. Si teme una frana o un cedimento all’interno del pozzo di falda e questo avrebbe determinato l’intorbidimento dell’acqua. Le verifiche con sondino richiedono tempo. Esclusa la possibile contaminazione con acque superficiali.
“Stanotte – dice il sindaco – abbiamo intanto escluso quel pozzo e ne stiamo utilizzando un altro gemello per alimentare la rete cittadina. Ci vorranno alcune ore prima di un ricambio pieno delle vasche e solo allora capiremo se questa manovra basterà per produrre i primi miglioramenti”.
Per la mensa scolastica, nella preparazione dei pasti, “già da alcuni giorni si sta utilizzando acqua minerale”, rassicurano fonti amministrative. “L’acqua della rete idrica cittadina rimane comunque batteriologicamente a norma. Dispiace per il disagio, stiamo lavorando per risolverlo. Chiedo prudenza anche ai cittadini, invitandoli a non lasciarsi andare a teorie astruse sui social, creando panico o allarme ingiustificato”.




Riqualificazione urbana, tocca allo Sbarcadero. Lavori in tre fasi, dureranno 12 mesi

L’ultimo dei grandi cantieri di riqualificazione urbana di Siracusa è pronto a partire. All’appello mancava solo lo Sbarcadero Santa Lucia, dopo i lavori conclusi in piazza Euripide, largo Gilippo, via Tisia-Pitia e via Agatocle. Dopo varie traversie, incluso anche il rischio corso di perdere tutto, e grazie ad un complesso gioco di equilibri in fase di riprogettazione ecco che arriva l’ora del cantiere.
Questa è la settimana della consegna dell’area di cantiere, fondamentalmente un passaggio tecnico che permette alla ditta che si è aggiudicata i lavori – la Tixe srl esecutrice per conto del Consorzio Stabile Da Vinci – di entrare in “possesso” delle aree su cui intervenire. Ma la città inizierà a rendersi conto dell’esistenza del cantiere con tanto di recinzioni – e quindi di lavori in corso – solo a partire dalla prossima settimana e, ancora più, subito dopo Ognissanti.
I tempi sono serrati: lo Sbarcadero Santa Lucia dovrà essere riqualificato entro il 20 ottobre del 2025. Individuate tre distinte fasi di intervento, ognuna impegnerà mezzi e operai per quattro mesi. La prima riguarda l’area che dall’ingresso del porto piccolo si allunga a destra verso la Lega Navale. La fase due interessa invece il tratto opposto, verso la diga foranea. Ultima area da riqualificare, quella oggi asfaltata tra le attività esistenti (ristoranti e hotel) e gli approdi.

Se da una parte affascinano le immagini che illustrano con dei render grafici come apparirà l’area una volta riqualificata, dall’altra fa tremare i polsi l’idea di un simile cantiere che finirà per sottrarre da subito posti auto oggi molto utili e persino vitale sull’asse Ortigia-Borgata. Posti auto che spariranno quasi del tutto una volta completata la riqualificazione.
Nel progetto firmato dall’architetto Ivan Minioto, approvato ad ottobre 2023 in conferenza dei servizi, lo Sbarcadero punta a diventare una seconda “Marina”. Gli spazi verranno ridisegnati con la creazione di una grande piazza sul mare, alberi e panchine laddove oggi ci si limita a posteggiare auto e caravan. Poi un’area per futuri chioschi nei pressi del molo e, dalla parte opposta, un lungo marciapiede alberato per una passeggiata fronte mare, dove oggi un muretto cinge lo sguardo. Nuove anche la pavimentazione (pietra bianca) e il sistema di illuminazione (led).
Da viale Regina Margherita si accederà al nuovo “waterfront”, costituito da spazi a vocazione principalmente pedonale e con una corsia carrabile a traffico limitato, con parcheggi laterali. Per finanziare ai lavori si attinge a Fondi Pac Infrastrutture e Reti 2014-2020. Per le alberature, la scelta è ricaduta su essenze tipo Lagunaria patersonii o simili (Jaracanda mimosifolia o Metrosideros excelsa) per ragioni di compatibilità ambientale ed effetto decorativo.




Via Tisia riqualificata finisce sott’acqua, sottovalutati gli avvisi? “Pronti i correttivi”

Alla fine, avevano ragione i critici. Avevano messo in guardia, anche facendo ricorso a pareri tecnici: in caso di pioggia, la riqualificata via Tisia sarebbe finita sotto centimetri di acqua. L’acquazzone di sabato scorso ha evidenziato l’esistenza del problema, decisamente più marcato rispetto al passato. Sarà forse colpa dell’innalzamento della rinnovata sede stradale, sarà forse a causa della rotonda rialzata all’incrocio con via Pitia, sarà per via di un sistema di raccolta e deflusso delle acque piovane già di suo sottodimensionato: fatto sta che non è passato inosservato quanto accaduto nella rinnovata ed elegante area, dove l’acqua ha persino raggiunto l’interno di alcuni negozi.
“Sono molto seccato”, ammette il sindaco di Siracusa, Francesco Italia. “Temo sia stato sottovalutato il tema”, aggiunge. Ed è una frase sibillina. Chi ha seguito le varie fasi del grande cantiere di riqualificazione di via Tisia, infatti, ricorda come l’assessore Enzo Pantano avesse sollevato il tema della regimentazione delle acque piovane, temendo che la collettazione esistente non fosse sufficiente. Considerazione dettata anche dai problemi che via Tisia riscontrava – sotto questo aspetto – anche prima della riqualificazione che ha, però, finito per amplificarli. La considerazione fatta era semplice: c’è una condotta, ma forse era sufficiente negli anni 80 e per questo era lecito pensare ad un suo ampliamento. Perchè, alla fine non si è allora non si è fatto? “Le scelte tecniche finali – spiega pacato e senza accuse – spettano al progettista ed ai tecnici comunali. E bisogna rispettarne le competenze”.
Quanto accaduto però rende evidente come, in occasione dei progetti di riqualificazione urbana, si debba tenere conto delle nuove esigenze di regimentazione delle acque, soprattutto in un città come Siracusa ha sconta già le conseguenza della scelta duale e non felice compita a cavallo degli anni 70/80 del secolo scorso. “E’ un aspetto che terremo in considerazione”, assicura il sindaco Italia. “Certo, comporterà un aumento vertiginoso dei costi, ma dobbiamo farlo. E non ci sottrarremo”.
Ora però si deve correre ai ripari in via Tisia. E fortunatamente potrebbero aiutare semplici correttivi. Come ad esempio alcune caditoie a nastro nei pressi della rotatoria rialzata al centro delle polemiche. Questo dovrebbe bastare per far defluire l’acqua piovana prima che si acconchi pericolosamente. Confluirebbe sotto la rotatoria e da lì sarebbe incanalata naturalmente (per pendenza) verso largo Dicone e via Damone.
Poche settimane – entro novembre rassicurano fonti comunali – e questi accorgimenti saranno operativi. Non resta che attendere. E sperare che nel frattempo non piova troppo.




Cade intonaco in classe, necessari lavori di messa in sicurezza. Giovedì la riapertura della scuola

I tecnici del Comune di Siracusa sono arrivati di primo mattino all’interno dell’istituto comprensivo Lombardo Radice. Dotati anche di termocamera a infrarossi, hanno esaminato una ad una le classi della scuola dove ieri mattina si è verificato il cedimento di una porzione di intonaco da un soffitto. Si cercano eventuali infiltrazioni occulte, pericolose proprio perchè non lasciano traccia evidente come crepe o rigonfiamenti.
Uno dei sospetti, relativamente a quanto accaduto ieri mattina nell’aula al primo piano dell’istituto di via Archia, è che possa essersi trattato dell’effetto della spinta improvvisa collegata alla corrosione di uno dei ferri di armatura del calcestruzzo.
Dalle prime informazioni, sarebbero emerse altre situazioni potenzialmente critiche. Motivo per cui si è deciso di intervenire. Intanto rimuovendo altri elementi di intonaco a rischio distacco. Dopodichè si lavorerà nelle aule in cui sono emersi altri segnali di infiltrazioni o problemi simili. Non sarà necessario chiudere la scuola oltre alla giornata di domani (mercoledì), per procedere si è deciso di adottare un sistema di lavoro secondo cui due classi per volta si sposteranno in ambienti oggi liberi e sicuri. Un trasferimento per il tempo necessario ad effettuare i lavori nelle aule di volta in volta liberate. La Lombardo Radice, a questo punto, dovrebbe riaprire giovedì.
Colpisce il fatto che a marzo scorso, proprio in quella scuola, siano stati effettuati diversi lavori di manutenzione straordinaria, disposti dal Comune di Siracusa. “Impermeabilizzazione del tetto, nuovi pluviali e altri interventi minori nelle classi dove erano state segnalate infiltrazioni”, conferma il sindaco Francesco Italia. “Ma per quell’aula in cui è avvenuto il cedimento, non abbiamo mai ricevuto segnalazioni. Sono molto sorpreso, anche perchè siamo intervenuti a marzo scorso non quattro o cinque anni fà. Dobbiamo verificare cosa è successo, anche relativamente ai lavori effettuati”, aggiunge.
Intanto, tra i dirigenti scolastici siracusani sono in molti quelli che avrebbero ritenuto necessario disporre una chiusura precauzionale degli istituti nella giornata di lunedì. Il pensiero comune è che sarebbe stato utile per verificare che la copiosa pioggia di sabato (domenica le scuole era chiuse) non avesse causato problemi, tali da compromettere la sicurezza degli studenti in aula. Nessuna polemica aperta con il sindaco, ma la posizione assume oggi quasi la valenza di una richiesta preventiva, qualora dovessero ripetersi simili acquazzoni.




La nuova storia del Porto Grande di Siracusa comincia da novembre

Entro metà novembre si completerà il passaggio di consegne dalla Regione all’Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Orientale. Da quel momento, anche il Porto Grande di Siracusa (e il porto rifugio di Santa Panagia, ndr) entrerà nel perimetro di governance dell’AdSP guidata dal presidente Francesco Di Sarcina. L’ente che si occupa dello sviluppo e dell’operatività dei porti che rientrano sotto il suo ombrello (Augusta, Catania, Pozzallo e a breve anche Siracusa) ha le idee chiare sul da farsi in uno scalo, come quello aretuseo, che vuole avere ambizioni da destinazione top.
Già nei mesi scorsi l’AdSP aveva cominciato a studiare e capire la situazione del porto Grande di Siracusa. E con pazienza attende il momento in cui potrà avviare le prime azioni. “Ci vogliono cura e dedizione. I problemi sono diversi: la banchina 2, le condizioni del piazzale su cui si può fare motocross, il fondale da dragare, la stazione marittima. Ma si può fare”, spiegava Di Sarcina poche settimane addietro a SiracusaOggi.it.
Il piano per il Porto Grande ha due priorità di partenza: completare la banchina 2 destinata alle grandi navi e mai entrata in funzione; mettere in sicurezza il porto rifugio di Santa Panagia.
Per la banchina 2, occorre procedere con il dragaggio dei fondali per aumentarne il pescaggio e renderla utile per il motivo per cui è stata costruita. Nel taccuino del presidente Di Sarcina, durante uno degli ultimi sopralluoghi informali, sono finiti anche alcuni cedimenti nel piazzale retrostante – che sarebbe in condizioni tali da dover essere integralmente livellato – e la quota della banchina (“bassissima”, ndr) tipica da diporto e non esattamente indicata per le navi da crociera.
I lavori non sono considerati impossibili dall’AdSP della Sicilia orientale. Vanno chiaramente programmati e realizzati in tempi ragionevoli. Anche perchè alle porte ci sarebbe l’interesse di nuove compagnie crocieristiche, interessate a fare di Siracusa uno dei loro esclusivi porti di imbarco e sbarco. Questo obbliga ad affrontare in maniera decisa il tema della stazione marittima. “Non si può fare crocierismo con i container o con i gazebo. Apprezzabili i sacrifici di chi ha fatto il possibile per rendere funzionale il porto di Siracusa. Ma se lo guardiamo nel panorama internazionale, non è quello il modo di presentarsi”, disse sul punto Francesco Di Sarcina intervistato in diretta su FMITALIA. Come fare? Difficile che si possa costruirla solo contando sulle risorse della società consortile Porto di Siracusa. Probabile, allora, che si studi una soluzione “mista”, come quella adottata a Catania “sull’onda” di una proposta privata.
In coda a questo anno bisesto, pare proprio stia iniziando una nuova storia per il porto Grande di Siracusa.




Intonaco caduto in classe alla Lombardo Radice, servono verifiche: martedì scuola chiusa

Rimarrà precauzionalmente chiusa anche domani la Lombardo Radice di via Archia, a Siracusa. Sono stati richiesti controlli più accurati su tutti i soffitti dell’edificio che ospita l’istituto comprensivo, dopo che questa mattina una porzione di intonaco si è staccata dal tetto di una classe al primo piano (clicca qui). “Non c’erano segnali che lasciassero presagire problemi di questo tipo”, spiega la dirigente scolastica Alessandra Servito. Nessuna crepa, nessuna lesione.
E’ stata proprio la scuola a chiedere l’intervento dei Vigili del Fuoco e del 118. Per fortuna, non c’è stato bisogno di far ricorso alle cure dei sanitari dell’ospedale. “Ma ci siamo presi un bello spavento”, aggiunge con grande sincerità.
Poco dopo le 11, sono arrivati a scuola anche i tecnici comunali. I Vigili del Fuoco hanno diffidato dall’utilizzo del primo piano, sino a completamento delle verifiche. La preoccupazione riguarda possibile altre infiltrazioni occulte, con l’acqua piovana pronta a far danni “a sorpresa”. Per togliersi ogni scrupolo, la dirigenza scolastica ha richiesto che vengano eseguiti controlli approfonditi, estesi anche al piano terra dell’istituto siracusano. La volontà è quella di comprendere esattamente quali siano le condizioni dei soffitti, per poi valutare il da farsi. La giornata di domani dovrebbe permettere di sciogliere ogni dubbio e decidere sulla riapertura, piena o con restrizioni.




Perchè quando piove le strade si allagano e i tombini saltano? La spiegazione tecnica

Da circa trent’anni a questa parte si dice spesso che “a Siracusa bastano due gocce d’acqua per far allagare le strade”. Una frase fatta, alle volte usata a sproposito e con gusto del paradosso. Pur non essendo orami le precipitazioni esattamente “due gocce d’acqua”, c’è comunque un fondo di verità in quella frase divenuta di uso comune nel capoluogo aretuseo.
Per capire il motivo per cui l’acqua piovana fatica a defluire da diverse strade cittadine, dobbiamo portare indietro le lancette del tempo e tornare alla fine degli anni 70 del secolo scorso. Siracusa era in vorticosa e frenetica crescita, nuovi palazzi spuntavano come funghi creando rioni e quartieri. Una espansione urbanisticamente disordinata e che la politica di quegli anni non seppe governare con paletti fissi. Così, mentre sorgevano nuove costruzioni e venivano collegate con strade che oggi rappresentano il reticolo urbano di Siracusa, si prestò poca attenzione al sistema di smaltimento delle acque piovane. Forse per premura, forse per mancanza di visione: difficile oggi dare un giudizio. Servivano soldi per realizzare le strade per accompagnare l’espansione cittadina e le risorse, anche all’epoca, non erano infinite. Fatti due conti, si preferì “risparmiare” su alcuni sottoservizi da realizzare al di sotto dell’asfalto. E la soluzione adottata, in molti casi, fu quella di non creare una canalizzazione dedicata per le acque piovane ma convogliarle nei collettori fognari esistenti ed in quelli (pochi) di nuova realizzazione creando così un ibrido. Una “rete duale mista” vale a dire adibita a smaltire insieme acque piovane e acque nere di fogna. Ed è questa doppia funzione che spesso finisce – in caso di forti piogge – a mettere in ginocchio l’intero sistema di smaltimento idraulico della città. Ed è sempre questo il motivo per cui saltano i tombini, spinti dall’inevitabile troppo pieno causato dalla doppia funzione.
Soluzioni? Con onestà va detto che appaiono oggi molto complicate ed estremamente costose. Quasi impossibili. Al punto che, stante la quasi irreversibilità di quella soluzione è fantascienza ipotizzare che si possano dividere le reti “nere” dalle miste esistenti. Il sistema di raccolta e regimentazione delle acque piovane va allora ripensato e riscritto, con soluzioni coraggiose e con la pazienza per cui deve essere subito chiaro a tutti che non si potrà invertire questa tendenza nel breve volgere di un ciclo amministrativo.
Un altro dato aiuta a comprendere la situazione. Sui circa 16 Km di linea di costa di Siracusa su cui si è disordinatamente piazzata la città negli anni 60, 70 e 80 si contano appena 5 sbocchi per le acque meteoriche direttamente a mare. In media, uno ogni 3,2 km quando – spiegano fonti tecniche – se ne sarebbe dovute prevedere almeno 1 ogni 300/400 m.


Anche qui, soluzioni? E’ parere di diversi esperti di ingegneria idraulica che gran parte della rete fognaria pubblica (oggi nera e mista insieme, come detto) debba essere quasi tutta convertita in rete esclusivamente nera e che quindi la rete meteorica debba essere integralmente riprogettata e ricostruita. Utili sarebbero, in questa opera, adeguati impianti di trattamento di prima pioggia che dovrebbero avere come corpo ricettore il mare. Magari attraverso i punti di immissione in mare dei pochi collettori, per lo più artificiali, oggi esistenti. Sono 11 secondo un recente censimento: Targia, Tonnara, Mazzarona nord, Mazzarona sud, Due Frati, Rutta e ciauli, via Pitagora da Reggio, via Arsenale, Juvenilia, via del Molo (da prolungare), ex Idroscalo (recapito finale Galermi).




Anche il mercato di piazza Santa Lucia ha un serio problema con la spazzatura

Non solo fiera del mercoledì. Anche per il mercato domenicale di piazza Santa Lucia c’è un problema rifiuti. Al termine dell’appuntamento settimanale, anche qui una valanga di spazzatura. Cartoni, buste, resti di organico e altri prodotti: tutto viene accatastato alla bell’e meglio e lasciato in più punti della piazza, dentro e fuori l’ampio perimetro di un luogo simbolo, nel cuore della storica Borgata.
Le scene che si presentano ai passanti sono ben riassunte nelle foto scattate al termine dell’appuntamento odierno. Dire di essere davanti ad una “vergogna” non è peccato. Anche qui il sospetto è che non tutti gli ambulanti seguano alla lettera le indicazioni per limitare la produzione di rifiuti e il loro conferimento.
Tocca ancora una volta ad una squadra di netturbini Tekra cercare di riportare in ordine il quadro complessivo. Le montagne di rifiuti accatastati qua e là vengono raccolti verosimilmente come generico (e costoso per il servizio) indifferenziato. A rendere più complesso il lavoro di pulizia, la disposizione per cui le macchine spazzatrici non possono passare sulla piazza. Tutta la spazzatura deve allora essere raccolta con operazioni manuali.
Appare evidente come anche in occasione di questo grande mercato cittadino serva un’azione di “convincimento” che spinga gli operatori a prestare più attenzione al rispetto delle norme di decoro, specie relativamente alla produzione e conferimento di rifiuti.

Le comuni regole di decoro non sembrano permeare i due principali appuntamenti mercatali di Siracusa. E se per la fiera del mercoledì è annunciata adesso una stagione di controlli e multe salate, per quella di Santa Lucia serve una fase di nuova attenzione e sensibilizzazione. Difficile chiedere di più alla Municipale, già presente dal primo mattino con le squadre dell’Annona che verificano e contrastano l’abusivismo commerciale. Sarebbe un errore scaricare il peso del problema sulla Municipale. Sembrano altri i tasselli mancanti. Il principio guida deve essere quello che non si possono usare i luoghi di questa città come fossero immondezzai: vale per i cittadini che vi abitano, vale per chi vi lavora.




Battaglia per Siracusa, ricorso al Tar contro il bando per gli idrovolanti in via Elorina

Il bando per la riqualificazione e valorizzazione dell’ex idroscalo di Siracusa non convince il Comitato Cittadino per il decoro urbano di Siracusa. Le perplessità del gruppo di professionisti aretusei finiscono in un ricorso al Tar di Catania, presentato insieme a Legambiente.
“Anzichè rispondere alla proposta di parziale smilitarizzare dell’area dell’Aeronautica in via Elorina inviata dall’amministrazione comunale, il Ministero ha pubblicato questo bando disattendendo qualsiasi lecita aspettativa dei cittadini”, spiegano gli autori del ricorso. “Sembra che così chiudano definitivamente ogni speranza di vedere restituita alla città, ancorchè parzialmente, quella straordinaria zona di via Elorina”. Una zona su cui il Comitato ha immaginato la realizzazione, ad esempio, di strade per migliorare i collegamenti con Ortigia, poi parcheggi ed altri servizi pubblici tra cui una seconda Marina.
“Appare peraltro anacronistica – incalzano – la possibilità di riutilizzo dello specchio di mare antistante per l’ammaraggio di idrovolanti, in una zona con tanti vincoli paesaggistici, archeologici, ambientali e naturalistici, già destinata all’utilizzo di piccole navi da crociera e diporto e che quasi certamente sarà presto ricompresa nella Governance del Sistema Portuale di Augusta e Catania”.
Cosa vuole ottenere il Comitato con il ricorso al Tar? “Chiariamo che questo atto non rappresenta una aprioristica negazione dell’idea progettuale del project-financing. Magari potrebbe essere spunto per avviare una rimodulazione del bando in modo da prevedere, tra le altre cose, la realizzazione di un water-front veicolare e ciclo-pedonale tanto desiderato da Siracusa e dai siracusani. Un suggestivo collegamento tra via Elorina ed il Molo Sant’Antonio. Ecco perchè intendiamo perseverare in questa lotta”.
Il ricorso al Tar in opposizione al bando (“iniziativa non legittima del Ministero”, ndr) era stato preannunciato al sindaco di Siracusa. “L’amministrazione comunale sino ad oggi non ha aderito. Speriamo possano farlo in seguito anche autonomamente”, commentano dal Comitato che da anni chiede la parziale smilitarizzazione della grande area militare. Una proposta che nel gennaio 2022 aveva incassato il “si” dell’allora sottosegretario della Difesa, on. Giorgio Mulè. Sulla scorta di quel gradimento, nell’aprile del 2023 il Comune di Siracusa aveva ufficialmente formulato al Ministero una proposta per il futuro uso a fini civili dell’area parzialmente smilitarizzata.
“Chiediamo sostegno ad ogni cittadino di buon senso che ha a cuore le sorti della città ed il suo sviluppo. Aiutateci con ogni mezzo possibile a proseguire la battaglia, ad esempio aderendo al Comitato Cittadino per la Riqualificazione e il Decoro Urbano di Siracusa. Davide alla fine la spuntò su Golia e con il solo aiuto di una fionda…”.




Tromba d’aria a Portopalo, pali divelti e strade chiuse. La sindaca invita alla prudenza

Intensa ondata di maltempo sulla Sicilia orientale, con folate di vento e pioggia. A Portopalo, nella zona sud della provincia di Siracusa, questa mattina una tromba d’aria ha causato danni e preoccupazione. “Non uscite di casa se non strettamente necessario”, l’invito della sindaca Rachele Rocca.
La Strada Provinciale SR8 Portopalo-Maucini è chiusa al traffico a causa della caduta di pali in strada. Danneggiate anche alcune serre. Segnalati blackout temporanei con alcune linee telefoniche. Nel perimetro urbano, chiuso un tratto di via Danubio, tra via Arno e via Carducci, per la caduta di grossi calcinacci da un balcone.
La tromba d’aria, poco prima delle 9, ha colpito la parte costiera di Portopalo e la zona di Torre Fano.
Gran lavoro per il gruppo comunale di Protezione Civile e per i Vigili del Fuoco.