Anche l’Ordine dei Medici apre un procedimento disciplinare dopo il “caso” Avola

Anche l’Ordine dei Medici di Siracusa condanna la condotta del medico del pronto soccorso di Avola che ha riportato sul verbale di dimissione di un proprio paziente un aggettivo offensivo e volgare nei suoi confronti (“scassamaroni”, ndr). “E’ un fatto grave e ingiustificabile, che contrasta pesantemente con la nostra etica professionale, e rischia di incrinare il fondamentale rapporto di fiducia che deve sempre intercorrere tra il medico e il paziente”, dice fermo il presidente dei camici bianchi, Anselmo Madeddu.
“A nome del Consiglio dell’Ordine dei Medici, esprimo le più sentite scuse della categoria al paziente destinatario di tale incomprensibile comportamento. Trattandosi di una palese violazione del codice deontologico, anche l’Ordine avvierà un proprio procedimento disciplinare, non appena acquisiti formalmente gli atti. Rincresce – prosegue Madeddu – constatare che singoli comportamenti non consoni al ruolo ricoperto rischiano di compromettere la credibilità che il Sistema Sanitario costruisce giorno per giorno, anche grazie al sacrificio di tanti straordinari colleghi, medici, infermieri e operatori sanitari che, a volte anche a proprio rischio, si spendono ogni giorno con professionalità e abnegazione per il bene e per la salute del cittadino, che rappresenta la vera e unica mission di ogni Ordine professionale”.

Anselmo Madeddu
Presidente dell’Ordine dei Medici di Siracusa




Via Ofanto riapre, cambia l’impostazione della grande piazza dell’arcobaleno

Dopo il primo “tentativo” a febbraio, concluso con una precipitosa marcia indietro, questa volta via Ofanto riapre per davvero al traffico veicolare. Viene quindi corretta l’impostazione della grande piazza dell’arcobaleno, realizzata davanti alla scuola Paolo Orsi e simbolo di un nuovo urbanismo tattico dedicato alle zone scolastiche.
Dopo un tira e molla tra amministrazione comunale, la dirigenza scolastica e alcuni residenti è stata emessa l’ordinanza con la nuova soluzione di equilibrio.
In piazza della Repubblica, nel tratto interposto tra largo 2 giugno e via Ofanto, “viene istituita una corsia adiacente l’edificio dell’ex tribunale, delimitata da pali delineatori, che potrà essere percorsa per raggiungere Via Ofanto, fatta eccezione durante il periodo scolastico, dal lunedì al venerdì, escluso i festivi, dalle ore 07:30 alle ore 08:30 e dalle ore 13:00 alle ore 14:30. Nella suddetta corsia vigerà il divieto di fermata ambo i lati”.
In via Ofanto viene istituito il senso unico di marcia in direzione via Brenta e il posizionamento di pali
delineatori nel tratto interposto tra l’intersezione con piazza della Repubblica e il civico 1. Divieto di sosta con rimozione coatta 0-24 sul lato destro del senso di marcia.
I nuovi provvedimenti seguono una relazione tecnica redatta dagli uffici comunali a metà agosto con cui sono state parzialmente raccolte anche le richieste dei residenti.




Riapertura di via Ofanto, Scimonelli: “Scelta miope, per convenienza si sacrifica un obiettivo”

Non tutti sono concordi con la riapertura al traffico di via Ofanto, accanto a piazza della Repubblica, a Siracusa. Il consigliere comunale Ivan Scimonelli (Insieme) usa solo una parola: “vergogna”. E ricorda come ad agosto del 2021 il sindaco Italia aveva salutato con favore e con un post social la creazione, in piazza della Repubblica, di uno spazio urbano “sottratto alle auto e all’indifferenza per restituirlo alle persone di questa città”. Uno spazio di sicurezza per i bimbi della vicina scuola Paolo Orsi e per permettere anche di giocare senza fare slalom tra le auto nel pomeriggio.
“E oggi, a distanza di tre anni – ruggisce Scimonelli – il primo cittadino cambia idea: restituisce il tratto pedonale di via Ofanto alle auto e strappa ai cittadini un bel pezzo di città riscoperto. Un luogo utilizzato dai bambini per dare due calci al pallone o per pedalare in bicicletta”. Per il consigliere di opposizione, la riapertura al traffico di via Ofanto è “una scelta miope in contrasto con le attuali tendenze urbane che mirano a promuovere la mobilità sostenibile e a migliorare la qualità della vita dei cittadini. Via Ofanto e Piazza della Repubblica sono (o meglio erano) dei luoghi simbolo di un nuovo approccio urbanistico, orientato a valorizzare lo spazio vitale dei bambini/cittadini e a incentivare uno stile di vita più sano”.
Con questa modifica, secondo Ivan Scimonelli, si compromettono i progressi fatti finora. “Ma soprattutto si passa un messaggio sbagliato: invece di promuovere un futuro più sostenibile, si torna indietro, sacrificando il benessere dei cittadini sull’altare della convenienza, dell’interesse personale e perchè no politico…”, chiosa sibillino.




Pioggia oleosa, Forza Italia: “le autorità si attivino per risarcire chi ha subito danni”

La pioggia di idrocarburi che ha colpito alcuni quartieri di Siracusa e Melilli a seguito del malfunzionamento di un impianto di raffinazione presso l’Isab di Priolo “richiede che tutte le autorità competenti si attivino urgentemente misure di sostegno e rimborso per chi ha subito danni, in alcuni casi anche molto gravi”. Lo sostengono i consiglieri comunali di Siracusa Cosimo Burti, Damiano De Simone, Luigi Gennuso, Leandro Marino e Ferdinando Messina (area Forza Italia) che sollecitano un intervento della Prefettura per coordinare gli interventi di quantificazione dei danni “e per attivare con urgenza ogni misura necessaria a tutelare i cittadini e le imprese.”
“Il deposito di micro gocce di sostanze oleose – affermano i cinque consiglieri – oltre a rappresentare un rischio per la salute di tutti, ha danneggiato immobili, automobili e raccolti agricoli. Se in alcuni casi, anche se a caro prezzo, i danni potranno essere riparati, e si potrà procedere al ripristino delle superfici colpite, in altri casi, soprattutto per il comparto agricolo ed in particolare quello del biologico, il danno non solo è irreversibile rispetto ai prodotti già contaminati, ma rischia di essere permanente se non si procede con urgenza ad un intervento di bonifica dei suoli. Si tratta in ogni caso di interventi il cui costo non può essere sostenuto dalle vittime che sarebbero doppiamente danneggiate. Per questo chiediamo che tutte le autorità, sotto il coordinamento della Prefettura, si attivino con celerità per sostenere i cittadini e le imprese, in attesa ovviamente che siano accertate responsabilità e decise forme di ristoro da parte dei responsabili”.
Su questo fronte, già nelle ore successive all’accaduto, Isab aveva aperto alla possibilità di risarcire i danni subiti dai privati a causa della pioggia oleosa. “Faremo tutto quello che è necessario”, è quanto filtrato da fonti interne alle grande azienda industriale.




Le indagini sulla pioggia oleosa, la Procura sequestra l’impianto in cui è avvenuta fuoriuscita

Prima mossa della Procura di Siracusa nell’inchiesta aperta a seguito della ricaduta di sostanza oleosa su parte di Città Giardino e Belvedere, in conseguenza ad un’anomalia funzionale temporanea negli impianti di Isab Sud. I magistrati hanno disposto il sequestro della Topping da dove è fuoriuscito il mix di acqua e olio che è poi ricaduto nella giornata di lunedì su case, auto e campi.
Il provvedimento è considerato un atto dovuto, propedeutico per tutti i prossimi accertamenti da eseguire, per una piena comprensione dell’accaduto. L’impianto resta comunque attivo ma è stato fatto divieto di modificarne condizioni di utilizzo sino al termine delle indagini.
Attorno alle 5.50 di lunedì mattina, per un’anomalia operativa le cui cause non sono state ancora chiarite – ed al centro di un’indagine interna della stessa Isab – dalle valvole in testa all’impianto topping è uscito a pressione atmosferica un mix di acqua e olio. Il consistente “spruzzo” è poi ricaduto a terra nelle aree a ridosso degli impianti sotto forma di pioggia oleosa. L’anomalia ha avuto una durata di “pochi minuti”, si legge nelle comunicazioni relative all’accaduto. L’evento imprevisto ha però portato ad un blocco di emergenza dell’impianto, in quel momento in marcia con una carica di circa 1100 tonnellate per ora.
L’impianto topping in questione è quello che – semplificando – si occupa della prima fase della raffinazione del grezzo. Il residuo di questa prima lavorazione viene poi trattato sottovuoto nel cosiddetto vacuum per poi conoscere una terza ed ultima fase di distillazione attraverso catalizzatore. L’anomalia è avvenuta nella prima linea produttiva. Il quantitativo di prodotto fuoriuscito è in fase di accertamento.




Sanità, pressing di Schifani anche su Siracusa: “Completare le nomine entro lunedì 2”

C’è anche Siracusa nell’elenco delle Aziende Sanitarie Provinciali che non hanno ancora nominato i nuovi direttori amministrativi e sanitari. La lista, invero, è lunga: solo Messina e Ragusa si sono già mosse in questo senso. Una situazione che ha spinto il presidente della Regione, Renato Schifani, a muovere una sorta di ultimatum ai dg della sanità locale siciliana. «A pochi giorni dalla scadenza dei termini, solamente i manager delle Aziende sanitarie territoriali e ospedaliere di Messina e Ragusa hanno proceduto alla nomina dei direttori amministrativi e sanitari. Si invitano, pertanto, gli altri direttori generali a procedere al completamento della governance entro lunedì 2 settembre. Le nomine, effettuate tra soggetti di acclarata competenza e professionalità, sono competenza esclusiva dei manager, nell’ambito dell’autonomia e delle prerogative assegnate loro dalla legge. Il perfezionamento di tutte le procedure è un passaggio essenziale per la definizione degli assetti del sistema sanitario regionale e non sarebbero accettabili ulteriori indugi».




Lacrimazione della Madonna, l’arcivescovo in via degli Orti: “Segno della tenerezza della Madre”

“La lacrimazione della Madonna non è uno dei tanti eventi. È un umile evento, carico di un inesauribile significato soprannaturale, che viene affidato alla vita, alla missione e alla preghiera degli umili. E cammina sulla presenza degli umili. Ci appartiene. Ci è stato affidato. Ci è stato donato. Ci è stato consegnato. Accogliamolo. Rispettiamolo. Trasmettiamolo. Non rattristiamolo”. Sono le parole con cui l’arcivescovo di Siracusa, Francesco Lomanto, si è rivolto ai fedeli che – come ogni anno – si sono ritrovati in preghiera questa mattina in via degli Orti, nei giorni dell’anniversario della lacrimazione della Madonna. “Le lacrime di Maria sono il segno della vicinanza, della tenerezza, della consolazione, della compassione, della compartecipazione, dell’amore e del dono della Madre. Sono anche invito al cambiamento, alla riforma, alla conversione”, ha aggiunto proprio accanto alla casa dove avvenne il prodigio.
Quest’anno si sono uniti alla celebrazione tanti giovani pellegrini, coordinati dall’Ufficio Pastorale Giovanile dell’Arcidiocesi di Siracusa, che hanno raggiunto Siracusa a piedi partendo da Priolo. “La nostra vita va intesa come un viaggio. Un viaggio per prendere conoscenza di noi stessi, delle nostre difficoltà e dell’aiuto del Signore”.
Nel pomeriggio, alle 18, processione dalla parrocchia San Tommaso Apostolo al Pantheon al Santuario della Madonna delle Lacrime dove l’arcivescovo presiederà il Pontificale con la partecipazione degli ammalati e delle associazioni di volontariato.




L’anomalia, la fuoriuscita, la pioggia oleosa: ecco cosa è accaduto

Cosa ha portato alla ricaduta di “pioggia oleosa”, lunedì mattina, su parte di Città Giardino e Belvedere? E’ ormai risaputo che all’origine vi sia stata la fuoriuscita “di prodotto idrocarburico sotto forma di emissione vaporizzata” dall’impianto U100 (topping) di Isab Sud. Una spiegazione tecnica che ha portato confusione, ingenerando la convinzione che la sostanza oleosa fosse del materiale incombusto liberato in atmosfera da uno dei camini dell’impianto industriale o dalla torcia. In realtà – come i tecnici hanno spiegato anche agli investigatori – l’accensione della torcia (il cosiddetto fuoriservizio) è la conseguenza ma non la causa del fenomeno.
Vediamo di chiarire la sequenza dei fatti, allora. Attorno alle 5.50 di lunedì mattina, per un’anomalia operativa le cui cause non sono state ancora chiarite – ed al centro di un’indagine interna della stessa Isab – dalle valvole in testa all’impianto topping è uscito a pressione atmosferica un mix di acqua e olio. Il consistente “spruzzo” è poi ricaduto a terra nelle aree a ridosso degli impianti sotto forma di pioggia oleosa. L’anomalia ha avuto una durata di “pochi minuti”, si legge nelle comunicazioni relative all’accaduto. L’evento imprevisto ha però portato ad un blocco di emergenza dell’impianto, in quel momento in marcia con una carica di circa 1100 tonnellate per ora. In questi casi, per ragioni di sicurezza – come prevenire un incendio o, peggio, un’esplosione – il materiale ancora presente all’interno delle linee di produzione interessate dall’anomalia, viene combusto. E questo determina il cosiddetto fuoriservizio e l’attivazione della torcia.
L’impianto topping in questione è quello che – semplificando – si occupa della prima fase della raffinazione del grezzo. Il residuo di questa prima lavorazione viene poi trattato sottovuoto nel cosiddetto vacuum per poi conoscere una terza ed ultima fase di distillazione attraverso catalizzatore. L’anomalia è avvenuta nella prima linea produttiva. Il quantitativo di prodotto fuoriuscito è in fase di accertamento.
L’impianto topping non ha riportato danni e dall’azienda filtra un certo imbarazzo per l’accaduto. Isab è d’altronde nota per la sua attenzione verso i temi della sicurezza – interna ed esterna – perseguiti anche con costanti campagne di formazione ed informazione sull’obiettivo ambizioso del “rischio zero” sul fronte incidenti, infortuni e problematiche ambientali. Di recente, gli impianti sono stati sottoposti ad una fermata generale di manutenzione e sicurezza, con un investimento di poco inferiore ai cento milioni di euro. L’attenta responsabilità società del grande gruppo industriale porterà, verosimilmente, anche al risarcimento dei danni subiti dai privati a causa della pioggia oleosa. “Faremo tutto quello che è necessario”, si limitano a commentare fonti interne Isab.




Ritrovato distrutto dalle fiamme il mezzo Avis rubato e utilizzato per una spaccata nel siracusano

E’ stato ritrovato completamente carbonizzato il mezzo dell’Avis rubato nei giorni scorsi a Francofonte. E’ stato poi utilizzato da ignoti per scardinare e portare via la cassaforte dell’impianto self service di una stazione di servizio di Carlentini.
A rinvenire l’auto in una zona isolata poco fuori Carlentini, in contrada Fata, sono stati i Carabinieri. Subito dopo il colpo, i malviventi avrebbero deciso di eliminare ogni traccia incendiando il mezzo rubato.




I nodi dell’industria, Nicita ‘vede’ un futuro da dissalatore per Ias: “verso la produzione di idrogeno”

Non solo i sindacati, anche la politica riporta d’attualità il tema del futuro della zona industriale di Siracusa. Il polo petrolchimico vive in costante tribolazione, sospeso tra transizione energetica ed ecologica, sostenibilità ambientale, tutela della salute, rilancio dell’occupazione, riqualificazione dei lavoratori, bonifica e riconversione industriale. Una situazione che spinge il senatore Antonio Nicita (Pd) a parlare di “ultima chiamata per costruire una strategia lungimirante” per non condannare ad un lenta agonia la locomotiva dell’economia siracusana. “Il quadro peggiore è quello di una crisi industriale, occupazionale e ambientale senza precedenti e senza soluzioni: una povertà economica, ambientale e della salute destinata ad alimentarsi e ad aggravarsi nel tempo”.
Ecco perchè ha preso carta e penna per chiedere al ministro delle Imprese, Adolfo Urso, un incontro urgente per affrontare le troppe questioni rimaste aperte, nonostante rassicurazioni e interventi. A partire, ad esempio, dalle incertezze attorno al depuratore Ias (con l’idea dissalatore, ndr) per arrivare all’assenza di investimenti pubblici strategici per il polo. “Stupisce che il PNRR, anche nella settima nuova missione RePower EU, non preveda ad oggi investimenti strategici in transizione ecologica, riconversione e rilancio di grande respiro, ad esempio nel solco della pur più volte enunciata Hydrogen Valley siciliana”, annota il senatore siracusano. Eppure, prosegue, “costituiscono un’occasione formidabile per porre le basi per quella promessa della Sicilia come Hub energetico europeo e per assumere un ruolo strategico nell’area mediterranea”.
Sarebbe un autogol clamoroso, nell’ambito delle politiche energetiche del nostro Paese, rischiare di perdere il know-how dell’area industriale siracusana e la sua capacità di produzione basata su di “un sistema infrastrutturato e interdipendente” e “con competenze particolarmente idonee allo sviluppo di un polo mediterraneo dell’idrogeno collegato con altri siti strategici siciliani (Termini Imerese e Gela)”. Quella che manca, sottolinea Nicita, è “una linea strategica complessiva che possa indicarci la strada per una profonda trasformazione di attività hard to abate destinate a esaurirsi nel medio periodo, nel quadro della compliance europea. Per questa ragione riteniamo necessario un confronto ampio e profondo che indichi nuovi percorsi strategici di innovazione sostenibile e di rilancio occupazionale e individui, nel combinato disposto di PNRR e FSC, le risorse pubbliche da affiancare all’iniziativa privata, anche tenendo conto del ruolo propulsivo che può svolgere l’infrastrutturazione dell’Autorità di sistema portuale della Sicilia Orientale e che può avere proprio nel campo dell’energia sostenibile il suo punto focale”. Parole che valgono come indicazione degli obiettivi rimasti, sin qui, fuori dai radar del governo.

Il primo, delicato nodo da sciogliere – vero tema per l’oggi e per il futuro – è quello relativo alla depurazione dei reflui industriali e della stessa sopravvivenza di Ias. Il senatore Pd è pronto a chiedere nuovi investimenti “adeguati e credibili” in Ias (“anche con un nuovo DPCM”, ndr), superando così i rilievi sollevati dalla magistratura e dalla Corte Costituzionale. Nicita ritiene che affidare ai privati la soluzione del problema, attraverso la realizzazione di impianti di depurazione interni alle stesse aziende industriali, moltiplicherebbe anzichè risolvere i problemi, specie in fase di verifica e controllo. Ecco perchè si dice convinto della necessità di un rilancio del depuratore consortile esistente, magari con un’azione “di complementarietà tra investimenti in depurazione a monte ove realizzati da parte dei privati (in questo caso limitati al pre-trattamento e alle esalazioni inquinanti) e depurazione a valle (da parte di IAS), anche al fine di economizzare e dare certezza all’attività di controllo dei reflui in mare in un unico presidio pubblico”. Altrimenti, serve subito un piano B per assicurare la sopravvivenza del gigante Ias. E la depurazione civile oggi non offre quelle garanzie di sostenibilità che sarebbero invece richieste.
In una regione che ha scoperto di soffrire la sete, come la Sicilia, quella struttura accanto al mare potrebbe allora assumere un nuovo ruolo: “il trattamento delle acque marine ai fini della desalinizzazione per usi idrici (industriali e non)”. Peraltro, come sottolinea il senatore siracusano, sarebbe anche “un passo intermedio per la produzione prospettica di idrogeno, all’interno di una nuova filiera energetica”.