“La capacità di piangere con chi piange” è un antidoto all’indifferenza e all’individualismo che rendono insensibili “alle sorti di chi ci sta accanto”. Sono le parole con cui Papa Francesco si rivolge ai membri della Fondazione Sant’Angela Merici di Siracusa, ricevuti in udienza ieri mattina, sabato 6 aprile, nella Sala Clementina, in occasione del 50° anniversario di attività.
L’arcivescovo, mons. Francesco Lomanto, e il presidente della Fondazione Sant’Angela Merici, don Alfio Li Noce, hanno guidato all’udienza straordinaria il gruppo formato da 170 persone in rappresentanza dei vari centri gestiti dalla Fondazione: i centri di riabilitazione a Siracusa e Canicattini Bagni; le case di riposo “Mons. Gozzo” e “San Giuseppe”; la Casa alloggio “Madonna delle Lacrime” per le persone sieropositive; il centro di Prima accoglienza “Villa Mater Dei” per le famiglie di immigrati, donne vittime di tratta e altri casi fragili e vulnerabili.
“Sono felice di incontrarvi e vi ringrazio di essere qui, in occasione dei 50 anni della Fondazione Sant’Angela Merici di Siracusa che, continuando l’ispirazione e l’impegno di Mons. Gozzo, si pone quotidianamente a servizio delle persone più fragili”, sottolinea il Pontefice.
“La vostra storia, e tutto ciò che nei diversi Centri operativi portate avanti con tanta generosità, si radica in quell’evento che ha segnato la città di Siracusa quando, nel 1953, un quadretto raffigurante la Madonna iniziò a lacrimare nella casa dei coniugi Iannuso. Sono le lacrime di Maria, la nostra Madre celeste, per le sofferenze e le pene dei suoi figli. Maria piange per i suoi figli che soffrono. Sono lacrime che ci parlano della compassione di Dio per tutti noi. Dobbiamo pensare a questo: la compassione di Dio. Egli, infatti, ha donato a tutti noi la sua Madre, che piange le nostre stesse lacrime per non farci sentire soli nei momenti difficili. Allo stesso tempo, attraverso le lacrime della Vergine Santa, il Signore vuole sciogliere i nostri cuori che a volte si sono inariditi nell’indifferenza e induriti nell’egoismo; vuole rendere sensibile la nostra coscienza, perché ci lasciamo toccare dal dolore dei fratelli e ci muoviamo a compassione per loro, impegnandoci a sollevarli, rialzarli, accompagnarli”, continua il Santo Padre, ricordando la “storia” della Madonna delle Lacrime. Infatti, fra l’agosto e il settembre del 1953 un alto-rilievo in gesso nella casa dei coniugi Iannuso iniziò a lacrimare, segnando la città di Siracusa per sempre.
“Questa è la ricchezza della vostra storia, queste sono le radici che non dovete smarrire e, soprattutto, questo è il significato della vostra opera. – continua Papa Francesco – La Fondazione, infatti, portando avanti un lavoro quotidiano dove si mescolano professionalità e spirito di sacrificio, esiste per esprimere in gesti concreti le lacrime versate dalla Vergine Maria e nello stesso tempo il suo desiderio materno di asciugare il pianto dei suoi figli. E voi, fratelli e sorelle, cercate di fare proprio questo: asciugare le lacrime di chi soffre, accompagnare chi è nel dolore, affiancare i più deboli della società, prendersi cura dei più vulnerabili, accogliere e ospitare chi vive particolari situazioni di fragilità”.
L’arcivescovo mons. Lomanto ha manifestato gratitudine al Santo Padre “per averci accolto; per le parole che ci ha rivolto invitandoci ad essere attento al bisogno dell’altro; per l’attenzione che ha avuto nel salutare tutti e rivolgere un pensiero a chi non ha potuto partecipare”. All’incontro hanno preso parte anche don Salvatore Spataro, don Alessandro Genovese e don Gianluca Belfiore.
Don Alfio Li Noce, presidente della Fondazione Sant’Angela Merici, sottolinea come “la Fondazione S. Angela Merici è veramente un “Opera di Chiesa” o meglio, è la “Chiesa all’opera”! Che non si ferma, non si può fermare e non si vuole fermare, per essere ogni giorno all’altezza di rispondere ai bisogni di tutte le Persone che bussano alle nostre porte, senza distinzione alcuna, a partire proprio dai più fragili e deboli”.
“La Madonna delle Lacrime vi protegga, vi custodisca e interceda per voi. E, per favore, non dimenticatevi di pregare per me”, conclude Papa Francesco.