La Cisl si mobilita con un sit-in in piazza Archimede, davanti alla Prefettura di Siracusa. L’iniziativa di mobilitazione dell’intero settore Industria della Cisl territoriale, coordinato dalla segretaria generale Vera Carasi, è stata decisa lo scorso 5 novembre al termine dell’ultima delle assemblee organizzate nella zona industriale e tenuta nella sala meeting della Sasol. I lavoratori delle sei categorie impegnate nel polo energetico, dopo il confronto avviato in quest’ultima settimana dai segretari generali di Femca, Filca, Fim, Fisascat, Fit e Flaei, hanno condiviso la proposta del sindacato e si sono ritrovati questa mattina davanti al Palazzo di Governo per sostenere la vertenza per l’intera area industriale siracusana.
Chimici, edili, metalmeccanici, addetti ai servizi, ai trasporti e gli elettrici della Cisl hanno messo in campo una serie di richieste ben precise, che guardano a una tutela completa dell’economia industriale provinciale.
“La Cisl è per una transizione e una riconversione del più grande polo industriale italiano verso l’era green”, ribadiscono dal sindacato siracusano. “Al governo nazionale chiediamo un forte impegno a garanzia dei processi di riconversione dei vari siti dell’intero nostro polo. A Palermo si attivino, invece, per un piano industriale straordinario a garanzia e salvaguardia dei livelli occupazionali, della salute e dell’ambiente”.
Il sit-in, che ha superato le 150 presenze, si è svolto dalle ore 10 alle ore 12 e al termine una delegazione dei lavoratori ha consegnato un documento al Prefetto.
Ecco il documento affidato al termine della manifestazione al Prefetto di Siracusa, Giovanni Signer. “L’iniziativa di mobilitazione dell’intero settore Industria della CISL provinciale – si legge – intende sostenere convintamente la strategicità dell’intera area industriale per il tessuto economico del territorio siracusano. Il più grande polo energetico d’Italia rappresenta, ancora oggi, il 60% del PIL di questa provincia occupando, tra lavoratori diretti e dell’indotto, oltre 10 mila persone.
L’area industriale siracusana – continua il documento – è, storicamente, la più consolidata e strutturata del Paese. Da sempre leader per la produzione e logisticamente attrattiva per i mercati europei e non solo”. La Cisl ha poi sottolineato la propria posizione riguardo ai processi di riconversione. “La Cisl (abbiamo ribadito pubblicamente e durante le assemblee svolte con i lavoratori della zona industriale) – si legge ancora – è per una transizione e una riconversione del più grande polo industriale italiano verso l’era green”.
La delegazione, composta dal segretario confederale uscente Eugenio Elefante, e dai segretari generali di Femca, Filca, Fim, Fisascat, Flaei e Fit, ha espresso anche le preoccupazioni per il polo energetico qualora non si rispettassero tempi e investimenti.
“Il fermo di alcuni impianti, già avvenuto nelle ultime settimane a Sasol, insieme all’incertezza sul reale futuro dell’impianto IAS, rischiano, in mancanza di interventi concreti, – si legge nel documento – di provocare un effetto domino che, insieme agli stabilimenti, coinvolgerebbe i lavoratori. Un potenziale rischio sociale che il nostro territorio non può permettersi per non restare isolato nel panorama economico regionale e nazionale”.
Secondo l’organizzazione sindacale del segretario Vera Carasi, serve anzitutto una presa di posizione del governo sul nuovo piano Eni e sul rispetto degli impegni nel medio-breve termine. Alla Regione, invece, viene chiesta un’azione coordinata a difesa dei livelli occupazionali, dell’ambiente e della salute per evitare il rischio desertificazione.