Siracusa. “Via Rodante intitolata ma mai aperta”, Vinciullo attacca l’amministrazione Italia

Una strada intitolata al medico siracusano Sebastiano Rodante ma che a distanza di mesi rimane chiusa.

Questo il motivo del dissapore espresso da Vincenzo Vinciullo.
“Pensavamo, evidentemente sbagliando-dice l’ex deputato regionale-  che la strada fosse aperta al pubblico perché, per legge, come avviene nel resto del Paese, non si possono dedicare strade ancora chiuse. Invece, a Siracusa ciò è possibile. Convinti che il sole sorge perché esistono loro, hanno pensato bene di appendere l’ennesima targhetta, di apparire sui media, ma poi si sono dimenticati che la strada deve essere obbligatoriamente aperta al pubblico”.

Parole dure quelle indirizzate all’amministrazione comunale, che Vinciullo definisce “allo sbando, priva di quella dignità politica ed amministrativa necessaria”. Poi una sollecitazione che ha il sapore di un rimprovero. “Una strada- chiosa Vinciullo- prima di intitolarla, va almeno collaudata”.

 




Irruzione della polizia in un box: sequestrati cocaina e crack,scattano un arresto e una denuncia

Crack e cocaina pronti per essere spacciati.

La polizia ha rinvenuto 33 dosi di crack e 32 di cocaina ieri pomeriggio in via Santi Amato. Il controllo è scattato intorno alle 18,30, quando gli agenti hanno bloccato un uomo di 38 anni che, alla vista dei poliziotti aveva mostrato un certo nervosismo e , con fare concitato, aveva avvisato una persona all’interno di un box di allontanarsi.
Facendo irruzione nel box, gli agenti hanno sorpreso un 33enne che maneggiava delle dosi di stupefacente.
L’uomo, sottoposto a perquisizione personale, è stato trovato in possesso di un’ulteriore dose di droga, in questo caso hashish e di 315 euro in contanti, probabile provento dell’attività di spaccio.
L’uomo trovato all’interno del box è stato posto, su disposizione dell’Autorità Giudiziari, agli arresti domiciliari mentre l’altro soggetto è stato denunciato per aver concorso.




Ponte di Cava Marina, strada danneggiata dal maltempo: gli ultimi lavori nel 2020

L’impietosa ondata di maltempo che ieri si è abbattuta sulla Sicilia Sud-Orientale ha causato una serie di “ferite” alla viabilità. Tra queste figura anche quella di contrada Cavamarina, tra Cassaro e Ferla. Rientra nel territorio di Cassaro e rappresenta un piccolo caso.
Il vicino ponte è nuovissimo, consegnato lo scorso anno (Aprile 2020) dopo sopralluoghi a cui partecipò anche l’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone. Il cantiere era stato aperto dieci anni prima e poi lasciato incompleto. Ma la rampa di accesso, parzialmente rinnovata, ha accusato il cedimento di una parte della sede stradale. Circa dieci metri quadrati di strada sono venuti giù sotto la spinta delle acque di ruscellamento, verosimilmente.
Il vicino ponte ha resistito alle intemperie. Al momento della consegna dell’opera, la Regione sottolineò come   i Comuni di Cassaro e Ferla possano finalmente contare “su un collegamento moderno, sicuro ed efficiente con l’area di Pantalica, a beneficio della mobilità dei cittadini e delle attività economiche e turistiche della zona”.
Quei lavori hanno comportato una spesa di 1 milione e 300 mila euro.




Siracusa. Elicottero dei Vigili del Fuoco per i soccorsi a Pantanelli, famiglie sui tetti

Momenti difficili in contrada Pantanelli nel primo pomeriggio. Diverse famiglie si sono ritrovate con le loro abitazioni invase dall’acqua a causa dell’esondazione dell’Anapo. I detriti trasportati a valle dall’onda di piena hanno finio per ostruire i canali che erano stai recentemente ripuliti e l’onda di piena si è concentrata nella zona, diversi metri al di sotto del livello del mare.
In tanti hanno trovato rifugio salendo sul tetto della propria abitazione. Per alcuni di loro è stato necessario il soccorso con l’elicottero dei Vigili del Fuoco, richiesto dalla Protezione Civile che si è occupata degli altri interventi con auto impantanate e rimaste bloccate tra fango e acqua.
Un uomo è risultato per diversi minuti “disperso”. Non dava notizie di sè e i familiari avevano chiesto l’intervento dei soccorritori. Il piccolo giallo è stato chiarito nel breve volgere di 20 minuti, il tempo necessario ai mezzi della Protezione Civile per raggiungere l’abitazione dell’uomo, sorpreso da tanto trambusto. Era intento in sue attività e non si era accorto dei ripetuti tentativi di contatto da parte dei familiari. L’allarme è così rientrato ma non il continuo vai e vieni di mezzi di Protezione Civile, in una situazione che fatica a tornare alla normalità.




Dalla fuga su un barcone ai successi all’Università: Remon è lo studente più votato a Enna

E’ arrivato in Italia a bordo di un barcone. Aveva 14 anni quando è fuggito dall’Egitto. Era il periodo della persecuzione nei confronti dei cristiani, dopo la primavera araba. Quel viaggio della speranza è finito a Portopalo di Capo Passero ed oggi Remon Karam è lo studente più votato al Consiglio dei Garanti dell’Università Kore di Enna, con oltre 600 voti.
E’ la storia di un giovane che sogna e rischia, che ce la fa. Ma è anche la storia di una bella amicizia.
A parlare di Remon, infatti, è Tiziano Spada, “per molti suo fratello, per altri il suo sosia”. Su Facebook Tiziano parla di Remon e lo definisce “un ragazzo solare, disponibile e con tanta voglia di fare”.
Spada coglie l’occasione per ricordare che il barcone a bordo del quale il viaggio di Remon ha avuto luogo è “uno di quelli che certa politica vorrebbe affondare, e che affondano ancora oggi in mezzo al Mediterraneo. Remon oggi, dopo mille difficoltà è riuscito ad affermarsi, grazie alla sua tenacia ed alla sua resilienza, dimostrando che la vita è un dono che non va sprecato”.
Spazio poi alla speranza, all’ottimismo. “Se ci credi veramente i sogni possono realizzarsi-dice Spada- e diventare realtà, non importa chi tu sia e da dove vieni, quello che conta è dove vuoi arrivare, e tu amico mio spero riesca ad arrivare lontano. Che la tua storia possa essere d’esempio ai tanti sognatori che ancora non ce l’hanno fatta”.




Maltempo. Frana sulla provinciale 45, chiuso un tratto nella zona montana

Il maltempo che sta imperversando, ha danneggiato la rete viaria, già colpita in passato,della zona montana. Proprio una frana, un paio di anni fa, ha comportato la chiusura del collegamento, riaperto dopo alcune settimane, a seguito di lavori predisposti dal Libero Consorzio Comunale.
A causa della nuova frana, la strada, in direzione Siracusa, non è transitabile, come ha reso noto il Comune di Ferla sulle proprie pagine social.
Per raggiungere il capoluogo è necessario utilizzare percorsi alternativi via Sortino o Palazzolo Acreide.




Frecciabianca, Ficara (M5S): “Polemiche di bottega, facciamo chiarezza”

“Non mi aspettavo gli applausi ma francamente questa ondata di negatività sul debutto del Frecciabianca in Sicilia mi sorprende. Arriva un servizio in più e si reagisce quasi come ne fossero stati cancellati tre o quattro. In questa vicenda c’è tanta confusione e qualcuno sguazza nella disinformazione. Cerchiamo allora di fare chiarezza”. Così il vicepresidente della Commissione Trasporti, Paolo Ficara (M5s) interviene in merito alle accese polemiche che stanno accompagnando l’arrivo in Sicilia del primo Frecciabianca, in servizio tra Palermo, Catania e Messina.
“Ai servizi esistenti, ovvero Intercity e Regionali, abbiamo aggiunto il Frecciabianca, senza un soldo di investimento pubblico perchè Trenitalia attiva questo servizio “a mercato”, cioè attraverso il solo sbigliettamento. Ricordo che il Frecciabianca è il primo treno di questo tipo che correrà in Sicilia”, illustra anche in un video il parlamentare siracusano.
“Sgombriamo il campo da polemiche di bottega. Nessuno di noi ha mai parlato di alta velocità, anche perchè per parlare di alta velocità servirebbero prima i binari adeguati. E sui binari comunque stiamo già intervenendo in Sicilia, con una serie di lavori in corso, appaltati o in fase di aggiudicazione. Oggi il Frecciabianca si muoverà sullo stesso binario utilizzato dai regionali e, per ovvi motivi, non potrebbe mai toccare velocità diverse. Quale è la sua utilità? Aumentare il confort a bordo ma soprattutto migliorare l’attraversamento dello Stretto con la studiata coincidenza con gli aliscafi e le altre Frecce che partono poi da Villa. Non è un treno pensato per ridurre chissà quali tempi di percorrenza, al momento, o raggiungere quali velocità. E’ però un treno in più che prima non c’era”, prosegue Paolo Ficara.
“Cosa stiamo facendo per velocizzare i tempi nei collegamenti in Sicilia? La cosa ovvia che andava fatta venti-trenta anni fa: nuovi binari. Ci sono già lavori in corso nel primo lotto del raddoppio Catania-Palermo, da Bicocca a Catenanuova. Con il Pnrr abbiamo completamente finanziato la prima macro-fase che poi significa la costruzione di un nuovo binario: 200km che dovranno essere pronti nel 2026, per le regole stesse del Pnrr. Fatto questo, con il potenziamento e l’adeguamento del vecchio ed esistente binario (la seconda macrofase del progetto) sarà completo il raddoppio. Ma già con la prima macro-fase si ridurrà di un’ora il viaggio in treno tra Catania e Palermo. E allora si che parleremo di riduzione dei tempi e aumento della velocità. Nel 2022, intanto, partiranno anche i primi lavori nella tratta Messina-Catania, nel dettaglio Giampilieri-Fiumefreddo. Ricordo anche che siamo riusciti a fare includere nei lavori finanziati con il Pnrr anche il collegamento ferroviario all’interno del porto di Augusta, fondamentale per lo sviluppo commerciale e la movimentazione delle merci, e il bypass di Augusta per eliminare la cintura ferroviaria che ancora attraversa e taglia in due la cittadina. E con questi interventi si guadagnano 10 ulteriori minuti nel collegamento tra Siracusa e Catania, rendendo il treno competitivo rispetto a bus ed auto. Non dimentico nemmeno le risorse per la riqualificazione di alcune stazioni al Sud, tra cui anche Siracusa”.
Nel suo elenco, nato in oltre tre anni di lavoro in Commissione Trasporti, Paolo Ficara annovera anche i 12 mini Frecciarossa ordinati da Trenitalia, attesi entro il 2024 per sbarcare proprio in Sicilia. “Potranno imbarcarsi direttamente nei traghetti a Villa, senza manovre di composizione e scomposizione, riducendo drasticamente i tempi di attraversamento, arrivando così in Sicilia indipendentemente dalla costruzione o meno del ponte sullo Stretto”.
“Non abbiamo fatto un miracolo perchè adesso c’è un Frecciabianca in Sicilia. E’ solo uno dei tanti piccoli passi che stiamo mettendo in fila per far si che nel giro di pochi anni i servizi offerti ai siciliani non siano più indietro di millenni con il resto d’Italia, come è oggi. Non vi da fastidio questa disparità? Eppure è stata tollerata l’inerzia della classe dirigente che ci ha preceduto negli ultimi trent’anni. Ora stiamo cercando con i fatti, non con le parole, di invertire il trend. Il treno c’è, non è una promessa. I lavori sui binari ci sono, mica promessa. Noi le cose le facciamo e per questo le altre forze politiche abbaiano e cavalcano la disinformazione. Perchè se qualcuno si informasse seriamente, vedrebbe questa epocale differenza”, rivendica orgoglioso il vicepresidente della Commissione Trasporti. “Vorrei poi ricordare che il Frecciabianca che arriva in Sicilia non è un treno vecchio da rottamare, come qualcuno lascia intendere. E’ lo stesso che si utilizza sempre oggi in diverse tratte del nord Italia”.
Da parlamentare siracusano, Ficara si occupa anche delle polemiche scoppiate nella sua provincia che teme di essere tagliata fuori dai nuovi servizi ferroviari. “Trenitalia sta provando il servizio a mercato con un unico treno e in questa fase iniziale ha scelto le tre città principali della regione. Se questo treno raccoglierà il risultato atteso, è già stato detto che le corse aumenteranno includendo anche Siracusa. E poi ci sono i mini Frecciarossa che arriveranno direttamente a Siracusa, magari in concomitanza con Siracusa Capitale della Cultura 2024. Nel frattempo, nessuno tocca gli Intercity che continuano a partire e ad arrivare a Siracusa, dove fanno scalo regolarmente anche i treni regionali. Nessun ridimensionamento. E ringrazio il sottosegretario Giancarlo Cancelleri per il continuo e costante lavoro di raccordo che svolge al Ministero, in favore della Sicilia”.




Siracusa. Strade al buio nelle contrade marine, l’ex Provincia: “Non abbiamo fondi, li faccia il Comune”

L’ex Provincia non dispone dei fondi necessari per illuminare le strade, se il Comune di Siracusa li ha, svolga pure i lavori al posto del Libero Consorzio.

In estrema sintesi sembra questo il senso di una comunicazione del Libero Consorzio Comunale a proposito di lavori mai completati per gli impianti di illuminazione della provinciale 104, l’arteria che parte da contrada Carrozziere e arriva fino a Fontane Bianche. Nel caso specifico, il riferimento sarebbe alla zona Pane e Biscotti (dunque tra Ognina e Fontane Bianche).

Alle richieste dei residenti, attraverso i comitati che compongono il Coordinamento Siracusa Sud, l’ente di via Malta risponde in maniera chiara: esiste un progetto da 121 mila euro, è pronto e mancano soltanto i fondi. Nel momento in cui tali somme saranno disponibili, si partirà con l’iter burocratico propedeutico all’avvio dei lavori, ma se il Comune dovesse disporre di tali cifre, l’ex Provincia è pronta a fornire a Palazzo Vermexio il progetto affinchè sia l’amministrazione comunale a provvedere.

Una risposta che non sembra essere stata particolarmente gradita dai residenti, che l’hanno letta come la volontà di volersene lavare le mani, nonostante si tratti di strada provinciale.

Per altri due impianti di illuminazione, invece, la situazione sembrerebbe anche peggiore. Si tratta di quelli delle provinciali 110 e 58, dunque Terrauzza-Isola e Arenella-Plemmirio.

In questo caso i progetti non ci sono ancora. L’ex Provincia parla di percorso “in itinere”, inserito nell’ambito della manutenzione straordinaria. Nulla, però, sull’eventuale tempistica. In realtà, il messaggio che sembra passare è quello di lavori che, a meno che non succeda qualcosa di gradevolmente imprevisto, sono stati rimandati alle calende greche.

Intanto il dirigente Giovanni Grimaldi ha fatto presente che è in corso una fase di passaggio di alcune strade urbanizzate al Comune di Siracusa. Si attende il completamento di tale procedimento.




Siracusa. Strade al buio, la protesta: “Via Renella attende da 13 anni il ripristino dell’impianto”

“Un’attesa lunga 13 anni e che non è ancora terminata”.

Il Comitato Pro Arenella, attraverso il coordinatore, Sandro Caia, torna a far sentire la propria voce su una vicenda che rappresenta motivo di forte rammarico per i residenti. “Via Renella è al buio da 13 anni- spiega Caia- e da tutto questo tempo si attende, fino ad oggi invano, il ripristino dell’impianto di illuminazione pubblica”.

Per Caia il paragone è inevitabile. “In questi giorni si è parlato della soluzione del problema che si è venuto a creare alla Pizzuta a causa del furto di 3 chilometri di rame- prosegue il rappresentante dei residenti della contrada marina- Il Comune è intervenuto e dopo poche settimane sono in corso gli interventi di ripristino dell’illuminazione. Non possiamo dire, purtroppo, altrettanto, per il problema segnalato all’epoca e risegnalato periodicamente fino a quello che sembrava un incontro risolutivo, lo scorso anno”.

Durante la riunione a cui fa riferimento Caia, i residenti delle contrade marine con il Coordinamento Siracusa Sud, il Comune con l’assessore Pierpaolo Coppa e l’ex Provincia regionale, oggi Libero Consorzio Comunale con il dirigente Grimaldi riuscirono a venire a capo della questione competenze territoriali, stabilendo che quel tratto è di competenza dell’ex Provincia. L’ente di via Malta avrebbe, dunque, dovuto provvedere al ripristino dell’impianto di illuminazione.

“Si entrò anche nel dettaglio- prosegue Caia- Ci fu prospettata una soluzione a breve scadenza, con lo stanziamento di 134 mila euro che l’ex Provincia stava per ricevere dalla Regione e che sarebbe stato utilizzato proprio per mettere fine ai lunghi anni di buio e disagi. Da quell’incontro, tuttavia- dice ancora il coordinatore del Comitato Pro-Arenella- non è accaduto assolutamente nulla. E’ calato il silenzio -Caia non nasconde il proprio disappunto – ed è rimasto il buio lungo la strada che regna sovrano da 13 anni a questa parte. Del resto a chi importa se lungo quella strada ci sono tre strutture ricettive, due curve pericolose ed una farmacia?”.

 

 




Operazione “Coca Drive in”: le minacce nelle intercettazioni e la paura di una madre disperata

Le intercettazioni raccontano bene quelle che sarebbero state le modalità utilizzate per spacciare la droga.

L’operazione “Coca Drive in” condotta dalla polizia, con 8 misure cautelari e 12 denunce, ha portato alla luce una gestione del traffico di stupefacenti ad Avola che prevedeva anche che i pusher facessero credito agli acquirenti, salvo poi rivendicarne il pagamento con minacce e, almeno in un caso, secondo quanto appurato dalla polizia, violenza.

Alcune frasi intercettate parlano chiaro, come quelle pronunciate dal presunto spacciatore, che ricorda all’acquirente:

Ti ho dato 9 mila euro di merce. Oggi non te lo da nessuno 9 mila euro di merce”.

Un modo per far notare all’assuntore una “benevolenza” che andava premiata onorando il debito contratto. Cifre che salivano, volta dopo volta, vertiginosamente, fino a  non poter più sperare di riuscire a pagare.

A quel punto sarebbero subentrate le minacce. Tra le ipotesi di reato, infatti, figura anche quella di estorsione.

Ancor più esplicite le intercettazioni raccolte dalla polizia del commissariato di Avola, in cui si arriva alla evidente ed inequivocabile minaccia.

“Attia, pezzo di m…. che sei, se per stasera o domani mattina non sei qui, vedi che vengo fino a lì e ti scippo i cannarozza”.

“A capo dell’organizzazione -spiega il commissario capo, Mario Venuto- ci sarebbero stati un uomo ed una donna, marito  (peraltro ai domiciliari) e moglie. Questo nucleo familiare era promotore e gestiva l’attività con ruoli decisionali, di promozione e con compiti esecutivi”.

Lo smercio della droga, approvvigionata lungo l’asse Catania-Avola e poi nascosta in un’autocarrozzeria, avveniva sulla pubblica via. L’acquirente restava a bordo della propria auto. Così facendo, la cessione era certamente molto celere.

“Con l’operazione di oggi abbiamo azzerato un fenomeno- conclude Venuto- Possiamo ritenerci dunque pienamente soddisfatti del risultato conseguito”.