Pediatria, vietato ammalarsi di notte. Una mamma: “Vi racconto la mia esperienza…”

Sono i giorni in cui si parla molto dei reparti di Ostetricia e Pediatria degli ospedali di Siracusa, Lentini ed Avola. Prima la sospensione di Ostetricia ad Avola e 24 ore dopo la riattivazione, poi il duro “botta e risposta” tra l’ex primario Antonio Rotondo e il sindaco di Avola, Rossana Cannata e le mai sopite polemiche su Lentini e i turni dei medici. In questo quadro, arriva la testimonianza di una mamma reduce da quella che definisce “una terribile nottata trascorsa in ospedale a Siracusa”. Ha accompagnato sua figlia di neanche tre anni al Pronto Soccorso “con la febbre altissima” per ritornare a casa “alle 7:00 del mattino e senza una aver ricevuto un’assistenza adeguata, soprattutto in considerazione dell’età della piccola”. Giusy, questo il nome della mamma della piccola, racconta l’accaduto. “La mia bambina ha iniziato a stare malissimo in preda a tosse, vomito e una febbre altissima, che superava i 39°, associata a dei tremori che ci hanno allarmati ulteriormente. Insieme a mio marito, abbiamo ritenuto opportuno rivolgerci al Pronto Soccorso. Erano le 2:30 di notte. Una volta sul posto, abbiamo appreso che nessun pediatra era in servizio o, quantomeno, è quello che ci è stato comunicato dagli infermieri in servizio”. Qui Giusy fa una pausa. Poi riprende il racconto.
“La bambina è stata posizionata su una brandina e lì è rimasta fino quasi alle 7:00 di questa mattina. Mentre chiedevamo aiuto, ci è stato spiegato che il pediatra sarebbe arrivato solo per casi gravi. A me questo non sembra affatto normale. Perfino per poter monitorare la sua temperatura abbiamo dovuto fare da soli, addirittura ricorrendo al nostro termometro personale. Alla fine l’unico provvedimento adottato è stato quello di somministrare a mia figlia della Tachipirina. Il momento peggiore è arrivato intorno alle 4:00 di questa mattina, quando tutti sono improvvisamente spariti. Immagino siano andati a riposare, mentre noi eravamo ancora lì in attesa di un’adeguata assistenza per una bambina di neanche 3 anni. Alle 6:30, mentre nulla ancora accadeva, abbiamo chiesto che qualcuno ci spiegasse qualcosa. A quel punto ci hanno consegnato un referto in cui semplicemente si consiglia di rivolgerci al nostro pediatra. La bambina non è stata sottoposta nemmeno ad un tampone per verificare se si trattasse di Covid”.
L’ultimo pensiero è per il delicato reparto di primo soccorso. “Persone sulle sedie e sulle brandine, mi è sembrato davvero inaccettabile. Ero convinta che dopo l’emergenza pandemica, quando si è compresa la necessità di modificare radicalmente il sistema sanitario, si fosse fatto tesoro dell’esperienza vissuta e degli errori commessi. A nostre spese abbiamo purtroppo verificato che non è affatto così”.
E’ corretto però ricordare che il reparto di Pediatria dell’ospedale Umberto I di Siracusa vanta professionisti capaci e preparati, da cui i piccoli pazienti – secondo numerose testimonianze dei familiari – hanno ricevuto e ricevono ottime cure. Il noto problema nazionale della carenza di medici ospedalieri comporta, purtroppo, anche dolorose scelte in tema di sanità, come la difficoltà nel garantire presenza h24 dei vari specialisti, ricorrendo alla reperibilità per i servizi non strettamente emergenziali.




Scia di furti a Pachino, le impronte digitali e le immagini video “incastrano” un giovane

Una scia di furti ai danni di esercizi commerciali di Pachino perpetrati in un breve lasso di tempo, tra il 3 gennaio e ieri.
Ne sarebbe responsabile un giovane di 22 anni, denunciato dagli agenti del locale commissariato, al termine di un’indagine di polizia giudiziaria condotta a seguito dei cinque furti messi a segno in negozi di abbigliamento, supermercati, un centro estetico ed una sala di parrucchiera: cinque “colpi”, un solo autore secondo la polizia.
Ingente il bottino, pari a oltre 5 mila euro in denaro, oltre ad altri beni sottratti.
Dopo le denunce delle vittime dei furti e l’effettuazione dei sopralluoghi da parte della Polizia Scientifica, finalizzati ad isolare le impronte digitali di chi si era introdotto all’interno degli esercizi, la polizia ha analizzato le immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza visitati dal ladro. Gli agenti sono, quindi, arrivati all’identificazione del giovane, adesso accusato di furto. La refurtiva è stata riconsegnata ai legittimi proprietari.




Incontri di Legalità a scuola, la Polizia di Stato parla agli studenti del Quintiliano

Continuano nelle scuole siracusane gli incontri con la Polizia di Stato. Nelle ore scorse, gli agenti hanno visitato il Liceo Polivalente Quintiliano di Siracusa per sensibilizzare i più giovani sui temi della legalità. I rappresentanti dell’Ufficio per la Comunicazione della Questura hanno affrontato i temi della lotta al consumo e allo spaccio di sostanze stupefacenti, con particolare attenzione alla fase repressiva e preventiva di questi comportamenti; l’uso consapevole di Internet e dei social ed il bullismo, perpetrato anche a mezzo web.
All’incontro ha partecipato la referente per la legalità dell’istituto, la docente Argirì.




Pediatria di Avola, il sindaco Cannata: “Voglio le scuse di Rotondo”

Si fa rovente la polemica scaturita dalle dichiarazioni dell’ex primario del reparto di Pediatria dell’ospedale Umberto I di Siracusa ed ex senatore, Antonio Rotondo sulla vicenda legata alla gestione del personale al Punto Nascita di Avola (Leggi qui).

Dopo l’intervento di Rotondo sulla sua pagina social, in cui ha parlato di “interessi elettorali di politici avolesi” (posizione ribadita in diretta su FMITALIA durante la trasmissione RadioBlog condotta da Mimmo Contestabile), il sindaco di Avola Rossana Cannata non ci sta e passa al contrattacco.
“Credo di rappresentare l’intera Zona Sud- premette la prima cittadina – Un medico e politico muove accuse gravissime, intollerabili, come se la comunità fosse composta non da cittadini ma da animali. Pretendo delle scuse- aggiunge Rossana Cannata- Non so di cosa parli l’ex senatore, che non tiene conto delle necessità di donne in gravidanza, le quali hanno il diritto di partorire e di avere un’adeguata assistenza e nemmeno dei diritti dei bambini ad un servizio adeguata. Non siamo cittadini di serie C. Non lo sono i cittadini di Pachino, Noto, Rosolini, di Cassibile, di Fontane Bianche, che come punto di riferimento hanno certamente l’ospedale “Di Maria””.
Cannata ribadisce un aspetto su cui non transige. “Non consento – tuona la prima cittadina- che passi il messaggio secondo cui facciamo politica clientelare. Chi lo dice si rende responsabile di una gravissima strumentalizzazione, forse convinto che esista solo Siracusa o solo Lentini. La Zona Sud disponeva già di un Punto Nascita e non si può di certo interrompere un pubblico servizio, lasciando abbandonate al proprio destino le donne gravide del territorio. A prendere provvedimenti dal punto di vista tecnico – chiarisce – ovviamente è l’Asp, non certamente il sindaco. Il sindaco, però, difende sicuramente le donne e i bambini dell’intera Zona Sud. Il nostro è un presidio eccellente. Merito e gratitudine, dunque, al personale. Disarmante che qualcuno, anziché tenere conto di tutto questo, colga l’occasione per lanciare accuse gravissime e fuori da ogni logica”.




Aggredisce e minaccia l’ex e la figlia: scatta l’allontanamento dalla casa familiare

Allontanato dalla casa familiare con il divieto anche di avvicinamento all’ex convivente ed alla figlia della donna.
I carabinieri della Stazione di Francofonte hanno eseguito l’ordinanza applicativa della misura cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Siracusa nei confronti di un uomo di 41 anni, già noto alla giustizia.
In preda alla gelosia, l’uomo avrebbe minacciato e aggredito, sia fisicamente, sia verbalmente, l’ex e la figlia della donna, costringendole a chiedere aiuto ai carabinieri. Gli elementi indiziari acquisiti sono risultati determinanti, tanto da spingere l’autorità giudiziaria ad adottare la misura di allontanamento.




Polstrada e studenti, un anno proficuo per la sicurezza stradale

Tempo di bilanci per la Polizia Stradale di Siracusa anche sul tema specifico degli incontri formativi con gli studenti di tutta la provincia.
Un bilancio assolutamente positivo quello che traccia il Comandante della Polstrada Antonio Capodicasa.
Nel corso del 2023 sono stati incontrati, con il coinvolgimento di 91 operatori della Polizia Stradale, 9521 studenti, 5701 dei quali della scuola dell’Infanzia e della Primaria. Altri 3820, invece, erano studenti delle scuole superiori del territorio. Nelle 20 giornate didattiche sono stati coinvolti 50 istituti scolastici.
Anche nel corso dell’anno appena concluso sono state proposte ai più giovani iniziative studiate su misura, anche in base alla fascia d’età: il Parco della Sicurezza Stradale, gli spettacoli teatrali “11 Minuti”, sempre coinvolgenti e in grado di suscitare forti emozioni ed elementi di profonda riflessione, poi Icaro Junior. Infine la proiezione del film Young Europe.
L’obiettivo che la Stradale persegue, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Provinciale, è quello istituzionale della riduzione del numero delle vittime e dei sinistri stradali.
Premiato anche dall’interesse dei destinatari della sensibilizzazione, i ragazzi, l’intenso lavoro condotto nei 12 mesi appena terminati.
Per il 2024, nuovi impegni all’orizzonte, nel solco della continuità.




Il Marina Yachting travolto dalla nave da crociera: “Nella sfortuna, è andata bene”

“Nella sfortuna, è andata bene”. A parlare è Luigi Crispino, fondatore di Marina Yachting. Conosce bene il sistema di ormeggio della struttura che è break water, frangionda e totalmente galleggiante. Strutture progettate per poter proteggere le barche dagli eventi che possono verificarsi all’interno del porto: vento di ponente, vento da sud o nei periodi invernali quando aumenta la risacca. Non poteva però prevedere un incidente come quello di sabato mattina, quando una grande nave da crociera ha rotto gli ormeggi, mentre un evento meteo estremo colpiva Siracusa. Con la sua mastodontica stazza, è arrivata sin dentro Marina Yachting. “I danni alle imbarcazione sono risibili, abbiamo solo due barche a vela danneggiate, qualche barca con piccoli danni da urto, due piccoli natanti che sono andati a fondo”, racconta oggi Crispino. “Uno dei proprietari però era a bordo e stava rischiando la vita. In un video virale si sente uno dei nostro marinai che lo richiama invitandolo a scappare”.
Inevitabile porsi delle domande. Anzitutto su cosa è accaduto. “Forse avranno ceduto le cime della nave da crociera, che per fortuna e solo per fortuna ha avuto un solo momento di rotazione su se stessa, andando con la prua contro l’ormeggio e incagliandosi con la poppa nell’area antistante la Capitaneria di Porto. In caso contrario, avrebbe potuto travolgere anche il molo Zanagora”. Ecco perchè “nella sfortuna, è andata bene”. Intonsi sono infatti rimasti i pescherecci della marineria siracusana e tutto sommato sono lievi i danni alle banchine del Porto Grande.
“L’evento meteo, in quella portata, non era prevedibile. E’ però ovvio che queste imbarcazioni o i sistemi di ormeggio delle grandi navi non possono non prevedere la possibilità che si presenti un evento straordinario. Altrimenti il rischio sarebbe continuo nei confronti di chiunque. Ora, non sappiamo nello specifico cosa sia realmente successo. Se ci fosse fatto un evento preventivo – prosegue Luigi Crispino – si sarebbero invitate in quel caso le navi a mettersi lontano dagli ormeggi. Al momento, non possiamo sostenere nessuna tesi. Abbiamo solo una certezza: la nave si è staccata, c’è stato un tentativo di buttar giù un’ancora, solo quella di sinistra. Il Marina Yachting ha fatto quasi da freno insieme all’ancora e la nave si è così adagiata, schiacciando quello che ha schiacciato”.
Chi pagherà per i danni? “Abbiamo ricevuto una telefonata della Msc, sono arrivate delle rassicurazioni ancora generiche e superficiali. E’ venuto un perito che secondo me non può rendersi conto di nulla. La struttura del Marina Yachting in questo momento non è agibile e va rimossa parzialmente o comunque messa in sicurezza con dei controlli subacquei. Sono vicende che comunque possono verificarsi. Una nave ad esempio – ricorda Crispino – in uscita dall’approdo di Messina si è trascinata i pontili del Marina del Nettuno. Quello è stato probabilmente un errore di manovra. Fin quando non ci sono morti e feriti, ne discutiamo tutti in maniera un po’ più serena”.
Il porto Grande è sicuro? “Il vento rende il porto di Siracusa il più sicuro in assoluto, perché non crea risacca ma solo una minima ondina. Ed è il riparo ottimale per le imbarcazioni. Brutto essere classificati come luoghi in cui c’è pericolo”, la risposta di Crispino.




Bimbo colpito da un cornicione durante il “ciclone”: “Salvato da un angelo in carne ed ossa”

Per certi versi è la storia di un “angelo” che salva un bambino, per altri il racconto di una sanità pubblica che a volte funziona benissimo, altre un po’ meno. Ad accomunare entrambe le prospettive è comunque, per fortuna, il lieto fine.
Il downburst (quel fenomeno meteo simile ad una tromba d’aria) della mattina dell’Epifania conta, a Siracusa, anche il piccolo protagonista (suo malgrado) di un episodio che avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi se i pezzi non si fossero velocemente composti in modo tale da poter raccontare la vicenda con un sospiro di sollievo finale.
Un bambino di 8 anni si trovava in piazza Duomo con i propri genitori, per partecipare a Pompieropoli, la manifestazione a cui i Vigili del Fuoco danno vita nel giorno della Befana, iniziativa amatissima dai più piccoli.
“Quando abbiamo visto che il cielo si stava velocemente annuvolando- racconta Luana, la madre- ci siamo subito mossi verso via Cavour nella speranza di raggiungere la nostra auto prima che piovesse. Non ne abbiamo avuto il tempo e , svoltando verso via Gargallo, ho avvertito il rumore di vetri frantumati, mentre vedevo gli ombrelloni dei locali pubblici volare spostati dalla potenza del vento. In quello stesso momento mio figlio ha iniziato ad urlare: “mamma, la testa!”. Non riuscivo a capire- questione di frazioni di secondi- In testa aveva un berretto e sopra ancora il cappuccio del giubbotto. Ho capito che urlava di dolore, ho controllato e ho visto sgorgare una quantità di sangue davvero impressionante dalla sua testa. Non abbiamo avuto il tempo di capire cosa stesse accadendo, ma certamente eravamo tutti terrorizzati”.
Un pezzo di cornicione, distaccatosi a causa delle forti raffiche di vento da un balcone, è piombato sul capo del bimbo, causando un taglio lineare, dagli effetti probabilmente attutiti dal fatto che il piccolo fosse protetto dai due cappucci.
A questo punto della storia subentra un elemento che probabilmente è stato quello risolutivo, quell'”angelo senza nome” di cui parla Luana, con profonda gratitudine.
“Qualcuno, un uomo, ci ha spinti dentro un negozio ed ha prestato un primo soccorso al bambino, tenendo bloccata la ferita, in attesa che arrivasse l’ambulanza. Deve essersi trattato di una persona che aveva nozioni di base di primo soccorso. Ha saputo lucidamente e velocemente muoversi e credo che senza di lui le cose avrebbero potuto prendere una piega diversa. In quel momento non ho nemmeno pensato di chiedergli chi fosse. Adesso vorrei saperlo, per ringraziarlo. Un altro ringraziamento va al prezioso personale del 118, che mi ha aiutata molto, restando al telefono con me fino all’arrivo, per monitorare la situazione, incoraggiarmi e suggerirmi il da farsi”.
Una volta arrivato al Pronto Soccorso dell’ospedale Umberto I di Siracusa, il bambino è stato sottoposto alle cure del caso, cavandosela con quattro punti di sutura ed una prognosi di sette giorni.
Il ricordo si fa meno gradevole, per la madre, quando si arriva al momento in cui, da protocollo, il figlio è stato indirizzato verso Pediatria.
“Lì l’attesa per essere sottoposto a visita è stata lunghissima- racconta Luana- Oltre un’ora e mezza seduto sulla panchina ad aspettare. A me non sembrava ci fossero altre emergenze. Ho chiesto più volte, ma non succedeva niente. Ad un certo punto, particolarmente adirata, ho chiesto che mi firmassero un documento che mi consentisse di rivolgermi ad un altro ospedale, ma nemmeno in questo ho avuto riscontro. Infine mi sono rivolta al personale del posto di polizia dell’ospedale. Un poliziotto ha raggiunto il reparto di Pediatria, nello stesso momento i sanitari dell’Unità hanno chiamato mio figlio e l’hanno visitato. Ecco, questo passaggio non lo ricordo affatto con piacere- confessa Luana”.
Resta la gioia per il lieto fine e la convinzione che quel signore spuntato dal nulla nel momento peggiore della storia, sia “un angelo volato dal cielo”, in carne ed ossa, certo, con un nome e cognome, ma “inviato” sul posto dalla provvidenza.
Il bambino sta bene. Da grande tifoso del Siracusa Calcio è stato felicissimo quando la società, appreso quanto accaduto, gli ha dedicato un post sui social.
“Non riesco a non pensare al terrore di quei momenti- conclude mamma Luana- Li rivivo come in un loop ma è andata davvero bene e questo per me noi tutti è motivo di grande gioia”.




Auto in fiamme sulla Siracusa-Modica, a bordo due donne e tre bimbi

Auto a fuoco poco dopo le 9:30 di questa mattina lungo l’autostrada Siracusa-Modica, tra gli svincoli di Avola e Cassibile.
Le fiamme sono divampate mentre il veicolo era in corsa, con a bordo due donne e tre bambini. Momenti di paura ma per fortuna nessuna conseguenza per gli occupanti dell’auto, tutti illesi.
Sul posto, per le operazioni di spegnimento delle fiamme, i vigili del fuoco. Sul posto è intervenuto anche personale del Cas, il consorzio delle autostrade siciliane.




I carabinieri al pranzo solidale del centro di accoglienza MondoNuovo: “Così si combatte il disagio”

Iniziativa di solidarietà a favore del centro di accoglienza MondoNuovo.
Nei giorni scorsi, i Carabinieri della Stazione di Testa dell’Acqua hanno consegnato ai 39 ospiti della struttura panettoni e doni, condividendo con loro un momento conviviale.
Una giornata all’insegna dell’inclusione e un pranzo sociale, a cui hanno partecipato i militari dell’Arma che, come vuole la tradizione natalizia, si sono riuniti nella mensa con la tavola imbandita a festa, per condividere,oltre al pasto, tradizioni e sentimenti.
L’intento dell’iniziativa è quello di dimostrare che il contrasto al disagio sociale può essere condotto anche attraverso momenti semplici e di ascolto di chi è meno fortunato.