Tensioni in consiglio comunale: “La maggioranza abbandona l’aula per non votare”

Tensioni ieri pomeriggio in consiglio comunale tra maggioranza e opposizione, spaccate su un ordine del giorno presentato da Damiano De Simone del Gruppo Misto, con cui propone l’istituzione della zona scolastica intorno all’istituto comprensivo Wojtyla (Ex Tucidide).

“Fratelli d’Italia”, attraverso i consiglieri Paolo Cavallaro e Paolo  Romano, grida allo scandalo e ritiene che la maggioranza abbia fatto venir meno il numero legale al solo scopo di non consentire la votazione  della proposta dell’esponente di opposizione. Venendo mene il numero legale, tutto è slittato a questa sera, in seconda convocazione.

Diversi consiglieri di maggioranza avrebbero dapprima suggerito di portare il tema in commissione anziché procedere subito con le votazioni.

“Non avendo avuto la possibilità di averla vinta, in maniera scomposta- racconta Romano- gli esponenti di maggioranza hanno iniziato a lasciare l’aula, fino a determinare l’impossibilità di procedere con gli ultimi punti all’ordine del giorno dedlla seduta”.

“Ci rammarichiamo- scrivono in una nota congiunta Cavallaro e Romano- nel costatare che questo comportamento è stato adottato deliberatamente, interrompendo il normale svolgimento delle procedure. Questa azione irresponsabile e antitetica alla trasparenza democratica -proseguono gli esponenti di opposizione- ha conseguenze dirette sulle casse comunali. Il blocco della votazione dell’ordine del giorno proposto dall’opposizione non solo compromette il dibattito democratico, ma comporta anche costi finanziari non indifferenti per la nostra comunità. La nostra amministrazione non può e non deve tollerare comportamenti che minano i principi fondamentali della democrazia e dell’integrità istituzionale. Invitiamo i consiglieri di maggioranza a riflettere sulle conseguenze delle loro azioni e a impegnarsi per ripristinare un clima di rispetto reciproco-concludono Cavallaro e Romano-  e collaborazione nell’interesse superiore dei cittadini.Chiediamo trasparenza, responsabilità e un impegno concreto per il bene comune da parte di tutti i membri del Consiglio Comunale”.

A queste considerazioni Romano ne aggiunge un’altra, di carattere economico. “Questi comportamenti costano ai cittadini migliaia di euro- fa notare- il costo dei gettoni di presenza e del funzionamento dell’apparato per lo svolgimento delle sedute comunali”.




Marcia indietro su via Ofanto, non sarà riaperta al traffico

Marcia indietro dell’amministrazione comunale su via Ofanto: non sarà riaperta al traffico veicolare.

Determinante sarebbe stata una riunione che si è svolta due giorni fa e a cui hanno preso parte, oltre all’assessore Enzo Pantano, il consigliere Ivan Scimonelli di Insieme  (da subito fortemente contrario alla riapertura di un tratto di piazza della Repubblica e della strada che conduce in via Brenta), il delegato del quartiere Neapolis, Giovanni Di Lorenzo, la dirigente dell’istituto comprensivo Paolo Orsi, Lucia Pistritto ed altri rappresentanti della scuola, oltre a tecnici del Comune.

Se lo scorso 14 febbraio, a sorpresa, gli operai erano già al lavoro per riaprire al traffico via Ofanto per ragioni che erano state spiegate come legate alla necessità di una maggiore sicurezza nella zona, adesso l’idea dovrebbe essere tramontata, alla luce di una soluzione alternativa individuata nel corso del confronto di ieri.

La dirigente scolastica ha proposto la chiusura dell’ingresso della scuola su via Brenta, soluzione che dovrebbe evitare il disordine che le auto dei genitori degli alunni possono creare soprattutto all’entrata ed all’uscita da scuola. Questo farebbe venir meno l’esigenza di prevedere cambiamenti al sistema di circolazione veicolare in quella zona. Sarà sperimentato a partire dai prossimi giorni.

Piazza della Repubblica resta, quindi, parzialmente pedonale, esattamente come deciso nel 2021 con l’assessore alla Mobilità e Trasporti dell’epoca, Maura Fontana.

Sarebbero, tuttavia, da rivedere gli orari di carico e scarico merci, che attualmente coincidono con quelli di ingresso e uscita da scuola.

In realtà di questo aspetto si è occupato tempo fa anche il consiglio comunale, con una mozione che fu votata all’unanimità e che impegnava l’amministrazione proprio a modificare gli orari in questione.

“Esiste anche un protocollo d’intesa- fa notare Scimonelli- stipulato in prefettura e con cui è previsto che ogni scuola debba avere un rappresentante delle forze dell’ordine a garantire la sicurezza. Andrebbe rispolverato e applicato, sarebbe molto utile anche per far fronte alla nota carenza di organico della polizia municipale “.

“Sono contento che abbia prevalso il buonsenso- il delegato della circoscrizione Neapolis, Giovanni Di Lorenzo – Abbiamo apertamente parlato e stabilito che era meglio mantenere lo status quo, con la collaborazione di tutti”.

 




Poliziotti sfiancati dalle chat di lavoro h24,il sindacato:”Diritto alla disconnessione o pagateci”

“Poliziotti reperibili H24 attraverso le chat di lavoro dei vari uffici,vita familiare costantemente invasa, ma al contempo limitazioni imposte sull’utilizzo dei social”.
La denuncia è della segreteria nazionale ADP, sindacato di categoria e riguarda anche la Questura di Siracusa ma più in generale il “comportamento degli Uffici di Polizia nei confronti dei dipendenti”.
La sigla sindacale scrive al Capo della Polizia e all’Ufficio Relazioni Sindacali e avanza precise richieste a fronte di un disagio rilevato tra i dipendenti.”Se il codice di comportamento dei dipendenti è diventato circolare sottoscritta dal Capo della Polizia- commenta Massimo Boscarino,segretario generale regionale Autonomi di Polizia Sicilia- esigiamo che lo stesso codice di comportamento valga, con regole chiare ed univoche, anche per gli uffici.  Si preveda allora- conclude l’esponente sindacale-  un’indennità contrattuale che ristori i dipendenti che utilizzano i mezzi propri (ad es. i telefoni cellulari) per le esigenze del datore di lavoro”.
Nota polemica,poi,nei confronti delle “sigle maggiormente rappresentative- che secondo Boscarino- anziché operare a difesa dei colleghi, si occupano di altro”.
Il segretario nazionale Gaspare Maiorana entra ancor più nello specifico. “Accettiamo l’idea che sui social non possiamo postare nulla che vada in contrasto con il ruolo che rivestiamo. Allo stesso modo, però,chiediamo tutele. Se su Whatsapp o Telegram siamo sempre raggiungibili con richieste e input dagli uffici,come se non avessimo diritto al riposo,allora si preveda il pagamento di un’indennità.Altrimenti si riconosca ai dipendenti il diritto alla disconnessione ed al tempo da dedicare alla propria vita privata e familiare senza continue sollecitazioni dagli uffici,a qualsiasi ora del giorno e della notte”. Un’analoga protesta aveva riguardato già anche gli operatori della scuola.



Accordo di Coesione, “spariti” i fondi: che ne sarà del nuovo ospedale di Siracusa?

Ad accendere la miccia è Giancarlo Garozzo, componente dell’esecutivo regionale di Italia Viva ed ex sindaco di Siracusa. “La Regione sembra avere definanziato la costruzione del nuovo ospedale di Siracusa e nessuno ha ancora aperto bocca nel territorio su un possibile scippo di questa portata”. Nel programma approvato dalla giunta regionale con 6,5 miliardi di fondi Fsc non si trova, in effetti, nessun riferimento all’ospedale nuovo del capoluogo aretuseo che attende ulteriori 148 milioni di euro, oltre ai 200 già disponibili.
“L’aspetto intollerabile è la cancellazione dei progetti di realizzazione dei nuovi ospedali di Siracusa, Carini e Gela. Significherebbe che, al contrario di quanto assicurato dallo stesso governatore durante una visita proprio in città, non solo l’intera somma necessaria non era stata recuperata, ma nemmeno i 100 milioni di cui si parlava saranno attinti da questo imponente strumento finanziario”. Una frase che vale come un interrogativo: dove sono i soldi per l’ospedale di Siracusa?
Dalla maggioranza, arrivano le rassicurazioni del deputato regionale Gennuso (FI). “I fondi per il nuovo ospedale di Siracusa ci sono e la sua realizzazione non è in alcun modo messa in discussione, state sereni”, scrive su i suoi canali social.
Il parlamentare Luca Cannata (FdI), dopo aver parlato con l’assessore regionale alle Infrastrutture Alessandro Aricò e alla Sanità Giovanna Volo, assicura che “la Regione metterà gli altri fondi necessari per avviare la gara e il presidente Schifani ha già dimostrato sensibilità e preso un impegno in tal senso. In ogni caso stiamo seguendo con attenzione tutte le procedure e ricordo che con un mio Odg approvato dal Governo Meloni di intesa con il Ministro Fitto è prevista ogni iniziativa necessaria, d’intesa con la Regione Siciliana, per indicare nel cosiddetto Accordo per la coesione, tra gli obiettivi di sviluppo da perseguire, la completa realizzazione del polo ospedaliero di Siracusa”. Anche di questo si è parlato durante l’incontro con il commissario Asp Alessandro Caltagirone, con cui si è fatto il punto non ravvisando alcun pericolo per la realizzazione di un’infrastruttura tanto importante e si è discusso del potenziamento dell’offerta sanitaria a Siracusa. “Sto seguendo la vicenda e nei prossimi giorni parlerò anche con il commissario straordinario Guido Monteforte Specchi che seguirà l’iter per la realizzazione. Il nuovo ospedale di Siracusa e il potenziamento dei servizi sanitari è una priorità per il Governo nazionale, per il Governo regionale e soprattutto per l’intera provincia”.
Dall’opposizione, il parlamentare Filippo Scerra evidenzia però le criticità della storia. “Ci avevano assicurato che i 148 milioni di extracosti necessari per la realizzazione del nuovo ospedale di Siracusa sarebbero stati trovati nell’Accordo di Coesione. Adesso invece sembrano proprio spariti dal piano proposto dalla giunta regionale. Se così fosse realmente, ci troveremmo davanti ad una presa in giro bella e buona”. Lo dice il deputato Filippo Scerra del Movimento 5 Stelle, commentando la recente approvazione della proposta di programmazione delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2021-2027 previste per la Sicilia.
“Quando nei mesi scorsi è emerso il problema delle somme extra necessarie, oltre ai 200 milioni di euro già disponibili, mi sono recato personalmente in Assemblea Regionale Siciliana. Il timore allora era che si perdesse tempo e invece adesso scopriamo che i fondi per l’ospedale di Siracusa non ci sarebbero neanche nell’Accordo di Coesione. Allora c’è un problema ed è un problema enorme al di là di rassicurazioni di facciata. I soldi per gli investimenti in Sicilia continuano a sparire, nel nome di quella boutade che è il Ponte sullo Stretto”, prosegue Scerra. “E’ evidente che il governo regionale non sa farsi valere a Roma dove la maggioranza di centrodestra non appare interessata a tutelare gli interessi della Sicilia e della provincia di Siracusa. Alla luce dell’inerzia dei Governi regionale e nazionale – conclude Scerra – la pressione politica del M5S affinchè sia tutelata la nostra sanità sarà ancora più forte e decisa”.




Sei morti per Covid in una struttura per anziani: amministratori indagati per omicidio colposo

Omicidio colposo plurimo, aggravato da violazioni in materia di lavoro, e lesioni personali colpose.

Sono le accuse di cui dovranno rispondere due persone, amministratori di altrettante residenze per anziani di Siracusa e Augusta.

La Procura della Repubblica di Siracusa, condividendo in pieno quanto accertato da personale del Commissariato a seguito di una complessa attività d’indagine durata più di un anno, ha contestato ai due soggetti, in concorso tra loro, i reati ipotizzati.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, in qualità di amministratori di due residenze per anziani, per svariate violazioni anche delle indicazioni per la prevenzione e il controllo dell’infezione da SARS-CoV-2 (Covid) in strutture residenziali sociosanitarie e socioassistenziali, i due avrebbero determinato il contagio di 23 persone tra operatori della struttura e ospiti, provocando il decesso di 6 anziani pazienti.

Per le stesse negligenze, imprudenze e imperizie inoltre, avrebbero provocato una malattia-processo infettivo con durata inferiori a 40 giorni agli operatori della struttura.

L’indagine trae origine da un esposto presentato nel gennaio 2020 dalla moglie di un defunto ospite della residenza per anziani di Augusta deceduto a seguito delle complicazioni respiratorie dovute alla polmonite da Covid-19.

Secondo quanto ricostruito dal personale del locale commissariato , i due amministratori dopo aver impiegato il 2 dicembre un’operatrice socio-sanitaria presso la struttura di Siracusa, dopo essere venuta a contatto con un’ospite risultata  positiva al Covid, avrebbero disposto che dal 4 dicembre e per i giorni successivi l’operatrice prestasse l’attività lavorativa presso l’altra struttura per anziani, ad Augusta, non ponendo in essere alcun protocollo sanitario per evitare il contagi, arrivando ad omettere le dovute comunicazioni all’USCA di riferimento.I due non avrebbero adottato alcuna tutela, determinando così il contagio di 23 persone tra ospiti e operatori.

Nel giro di circa due mesi, a causa di tali negligenze, sarebbero morti 6 ospiti della struttura per anziani per complicanze respiratorie dovute ad infezione da Covid-19.

 

Foto: generica, repertorio

 




Impazza a Siracusa la truffa Whatsapp, decine di denunce:così hackers ti rubano il profilo

Impazza anche in provincia di Siracusa la truffa del codice Whatsapp e sono numerose le denunce sporte negli ultimi giorni.
Centinaia,invece, le segnalazione di tentativi fortunatamente non andati a buon fine.
Il modus operandi di abili hackers è ben preciso e fa leva sulla buona fede delle vittime, a cui arriva un messaggio Whatsapp da parte di un amico, un parente o in ogni caso una persona presente tra i propri contatti. Non è un profilo clonato, è proprio quello della persona dal cui numero arriva il messaggio e che, a sua volta, è stata vittima di questa truffa perdendo il controllo della propria utenza Whatsapp.
Non si tratta di una truffa nuova, ma nelle ultime settimane è approdata in provincia, contatto dopo contatto, diffondendosi a macchia d’olio e destando preoccupazione.
“Questa mattina mi è arrivato un messaggio Whatsapp da parte di un’amica- la testimonianza di Antonella – C’era scritto:”Ciao scusa, ti ho inviato un codice a 6 cifre per SMS per errore. Puoi trasferirlo a me? E’ urgente” e poi un’icona che riproduce una fotocamera. Mi è sembrato strano.Ricordavo che qualcuno mi ha parlato nei giorni scorsi di una truffa. Avevo ascoltato distrattamente, ma mi è sorto il dubbio. Ho deciso, allora, di rispondere al messaggio per chiedere all’amica conferma che fosse davvero lei a scrivere. Mi ha risposto di si. Il dialogo, insomma, poteva essere condotto come se davvero dall’altra parte fosse la mia amica a scrivere. Ha insistito, anche se con pochissime parole, dicendo di essere effettivamente lei l’autrice del messaggio, come a spingermi a procedere. Non ero, in ogni caso, ancora convinta. L’ho bloccata su Whatsapp e le ho telefonato. A quel punto è emersa la verità. Mi ha detto che buona parte dei suoi contatti stava subendo lo stesso tentativo di truffa e che il suo telefono è stato hackerato. A sua volta era rimasta vittima di quest’azione, rispondendo ingenuamente e convinta che si trattasse davvero di una sua amica, alla richiesta di comunicazione del codice a sei cifre che viene inviato via Sms”.
Il principio è lo stesso utilizzato da Whatsapp quando si deve installare in un nuovo smartphone. Per questo è facile cadere nella trappola.Nel momento in cui questo codice viene comunicato, si può utilizzare quell’utenza Whatsapp a proprio piacimento. La tecnica utilizzata si chiama “social enigeering” , ingegneria sociale.
La Questura di Siracusa, alla luce dell’alto numero di denunce e segnalazioni ricevute, ha pubblicato sui social un vademecum per potersi difendersi da azioni criminali di questo tipo.
Il capo di Gabinetto, Francesco Bandiera suggerisce di seguire i consigli elargiti per non ritrovarsi in situazioni complesse, delle quali si sta attualmente occupando la Polizia Postale. Non è ancora chiaro quale sia il fine ultimo ma di certo accedendo ai propri contatti potrebbe esserci la possibilità di impadronirsi di dati sensibili e immagini, probabilmente- sembra- non alle conversazioni precedenti.
“Si diffonde però il panico- speiga Bandiera- ed è anche comprensibile visto che si tratta di una vera e propria appropriazione della propria utenza Whatsapp con tutto quello che può comportare o che si può temere. Occorre fare la massima attenzione”.

Queste le regole da seguire secondo le indicazioni della Questura:
1) Non condividere mai il codice che hai ricevuto via SMS con altri
2) Abilita l’autenticazione a due fattori (su WhatsApp: clicca su Impostazioni -> Account-> Verifica in due passaggi) e crea un codice pin.
3) Imposta l’indirizzo e-mail di recupero dell’account (su WhatsApp: clicca su Impostazioni -> Account-> Indirizzo email)
4) Proteggi i tuoi dati: consenti solo ai tuoi contatti di vedere le tue foto profilo e in generale seleziona impostazioni stringenti sulla privacy (su WhatsApp: clicca su Impostazioni -> Privacy)
5) Se ricevi richieste di denaro o se hai sospetti su chi ti ha contattato, conferma l’identità con una chiamata vocale.
Se temi che qualcuno stia utilizzando il tuo account WhatsApp, informa amici e familiari, in quanto la persona che si è impossessata dell’account potrebbe spacciarsi per te nelle chat e nei gruppi.
chi accede al tuo account da un altro dispositivo non può leggere le conversazioni precedenti.
Se hai accesso al tuo account, ma temi che qualcuno lo stia utilizzando tramite WhatsApp Web/Desktop, ti consigliamo di disconnetterti da tutti i computer tramite il telefono
Come recuperare il tuo account:
Disinstalla e reinstalla WhatsApp
Accedi a WhatsApp con il tuo numero di telefono e verifica il numero inserendo il codice a 6 cifre che ricevi tramite SMS.
Dopo che avrai inserito il codice SMS a 6 cifre, chiunque stia usando il tuo account verrà automaticamente disconnesso.
Ti potrebbe anche essere richiesto di fornire un codice per la verifica in due passaggi. Se non conosci il codice, la persona che sta usando il tuo account potrebbe aver attivato la verifica in due passaggi. Devi attendere 7 giorni prima di poter accedere senza il codice per la verifica in due passaggi. Indipendentemente dal fatto che tu conosca o meno questo codice, l’altro utente viene disconnesso dal tuo account nel momento in cui inserisci il codice a 6 cifre ricevuto tramite SMS.




Discoteca abusiva alla Borgata, denunciato il titolare. Controlli e sanzioni anche in Ortigia

Era un esercizio commerciale di somministrazione e bevande ma il titolare l’aveva trasformato in una vera e propria discoteca, con numerosi giovani che ballavano, ma senza alcuna autorizzazione.

A scoprire l’attività sono stati gli uomini della Divisione Polizia Amministrativa e Sociale della Questura, in sinergia con personale della Municipale, nell’ambito di controlli sui luoghi della movida.

Sono stati controllati numerosi esercizi pubblici, abituali luoghi di ritrovo di giovani.

Il  titolare del locale, che si trova alla Borgata, è stto denunciato. Elevata anche una sanzione amministrativa per l’utilizzo irregolare di personale adibito alla sorveglianza (c.d. buttafuori).  Altra sanzione amministrativa è stata elevata in quanto il locale era sprovvisto di apparecchiatura per la rilevazione del tasso alcolemico a disposizione dei clienti, ed altre irregolarità attinteti la documentazione.

In totale le sanzioni elevate ammontano a quasi 9000 euro.

Inoltre, è stato sanzionato il titolare di un noto esercizio di somministrazione di alimenti e bevande di Ortigia per occupazione irregolare del suolo pubblico, assenza di un apparecchio di rilevazione del tasso alcolemico ed altre irregolarità documentali. In questa seconda circostanza sono state elevate sanzioni per un importo pari a quasi 5000 euro, a cui seguirà il provvedimento di chiusura temporanea dell’attività, quale sanzione accessoria.




Tisia-Pitia, slitta il completamento del nuovo parcheggio. Il Comune “cancella” quello di Elorina

Slitta il completamento del nuovo parcheggio a servizio della zona Tisia-Pitia, collocato accanto alla Palestra Akradina e sembra siano cambiati anche i programmi del Comune circa l’utilizzo di alcune aree oggetto di sperimentazione in passato.

L’impresa che esegue i lavori di riqualificazione dell’area commerciale tra largo Dicone e viale Zecchino aveva inizialmente garantito la consegna entro il 28 febbraio ma tale termine non potrà essere rispettato e la nuova data indicata parla di fine marzo.

“La ditta ha iniziato a sgomberare l’area, liberandola dai materiali di risulta e di quanto utilizzato per i lavori nel cantiere- spiega l’assessore alla Mobilità e Trasporti, Enzo Pantano- Mi garantiscono che ragionevolmente entro fine marzo dovrebbe il nuovo parcheggio potrà essere consegnato.I tempi sono purtroppo risultati più lunghi del prevsito per via di complicazioni incontrate durante gli interventi su via Polibio, soprattutto per la realizzazione dei passaggi pedonali sopraelevati. Siamo in dirittura d’arrivo- assicura l’esponente della giunta retta da sindaco Francesco Italia- ed anche il passaggio pedonale di via Tisia, all’altezza della rotatoria con via Pitia, realizzato in maniera non adeguata sarà sistemato nei prossimi giorni”.

Il mancato completamento del parcheggio rappresenta motivo di malcontento per i commercianti della zona commerciale Tisia-Pitia- Largo Dicone, che lamentano un calo evidente del loro volume d’affari, che spiegano con le difficoltà di parcheggio per i possibili clienti, che a loro dire desisterebbero dall’intenzione di fare shopping nella zona proprio per la carenza di posteggi.

“In futuro- annuncia Pantano- il Comune dovrebbe anche poter avviare un servizio di trasporto con bus navetta che potranno fare la spola tra la zona commerciale di via Tisia ed il parcheggio Von Platen, che intendiamo riqualificare e su cui stiamo già avviando degli interventi, a partire dalla rimozione, nei giorni scorsi, com’è noto, di tutti i veicoli irregolarmente parcheggiati in quell’area ad opera dei vigili urbani, su input dell’assessore Giuseppe Gibilisco”.

La gestione dei parcheggi in città, invece, non prevede, al momento, un utilizzo costante del piazzale di via Elorina che in alcune occasioni e soprattutto nei mesi estivi è stata usata come parcheggio scambiatore da e per Ortigia.

“Quella- fa notare Pantano- è una zona a rischio idrogeologico. Per poter destinare il piazzale definitivamente a parcheggio occorrerebbe, dunque, assicurare degli interventi che possano garantirne la sicurezza. Servirebbero dei canali per il deflusso delle acque ed altri elementi che, in caso di alluvione, assicurino la tenuta dei luoghi e la solidità dei manufatti. E’ un lavoro lungo e complesso. Si potrebbe fare- puntualizza- ma non nell’immediato. Preferiamo partire dal parcheggio di via Columba, da attrezzare, e che potrà essere punto di riferimento valido per la mobilità cittadina”.




L’incendio di via Elorina, la Commissione Ambiente “convoca” sindaco e assessori

Un’attività di indagine, per sviscerare la vicenda legata al vasto incendio che ha messo in ginocchio la città venerdì pomeriggio e per comprendere se l’amministrazione comunale ha compiuto correttamente tutti i passi necessari per gestire l’emergenza, a partire dalla prevenzione e dalle verifiche sul rispetto delle regole.
La terza commissione consiliare, presieduta da Cosimo Burti, avvia oggi un percorso di approfondimento e lo fa con l’audizione del sindaco, Francesco Italia, dell’assessore alla Sanità, Teresella Celesti e dell’assessore alla Protezione Civile, Enzo Pantano, con la dirigente Delfina Voria. Tutti convocati per questo pomeriggio nella sede degli uffici del settore Mobilità e Trasporti di via Brenta.
Il punto di partenza è il timore e fondato dubbio che con il rogo della scorsa settimana possa essersi presentato un problema per la salute pubblica, oltre che un rischio legato al propagarsi delle fiamme, a fatica domate dai vigili del fuoco, per cui è stato necessario un supporto da altre province e l’impiego di un elicottero.
“Ho chiesto la presenza dei rappresentanti dell’amministrazione comunale, ciascuno per le proprie competenze nella vicenda che andremo ad esaminare minuziosamente – spiega Cosimo Burti- per comprendere come è stata gestita la fase emergenziale dell’altro giorno. Chiederemo riscontri sulle relazioni dei vigili del fuoco, sui materiali individuati, sulle particelle catastali coinvolte e i relativi proprietari dell’area oggetto di incendio. Quando saranno completi i risultati delle indagini dell’Arpa sulle sostanze immesse in atmosfera in quelle fasi- prosegue il presidente della Terza Commissione-occorrerà garantire la diffusione inequivocabile dei dati ufficiali, nel segno della trasparenza, scevra da qualsiasi altro elemento. Sarà una vera e propria indagine- annuncia Burti- per sviscerare il macro-problema e le eventuali inadempienze. Se è vero, ad esempio, che la tipologia di sostanza sprigionata e già verificata attraverso le strumentazioni dell’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente è riconducibile alla presenza di rifiuti di vario genere nell’appezzamento, si deve parlare di attività condotte, di scerbatura, di verifiche sul rispetto delle ordinanze in tema di prevenzione incendi.
Intanto, a proposito di emergenza incendi, il consiglio comunale si appresta ad esaminare una mozione che il consigliere Angelo Greco del Pd aveva preparato e poi integrato, alla luce di quanto accaduto in via Elorina. La firma insieme a Giovanni Boscarino e sarebbe stata redatta con il supporto di esponenti delle altre forze politiche. “L’emergenza dello scorso venerdì- sostiene Greco- non è stata ben gestita dal punto di vista della comunicazione alla cittadinanza ma ci sono anche tanti altri aspetti da mettere in luce, a partire dalla necessità di dotare questa città di un maggior numero di idranti che i vigili del fuoco possano utilizzare quando occorre. Altrettanto necessario- e questa è una richiesta inserita nella mozione- la costituzione di un tavolo di coordinamento in prefettura, a cui siedano il direttore del parco archeologico, la protezione civile regionale e comunale, il libero consorzio, la polizia municipale, la polizia provinciale, la Forestale, i vigili del fuoco e i volontari della protezione civile”.
Se la mozione fosse approvata, al Comune si chiederebbe, inoltre, di anticipare i tempi della scerbatura delle aree di proprietà di palazzo Vermexio al mese di aprile, nonché l’impiego del drone “altamente tecnologico” in dotazione al Comune per la mappatura delle zone maggiormente a rischio.




Parco Eolico nel Canale di Sicilia, la Fiom “candida” Marina di Melilli e Punta Cugno per costruire le torri

“Importanti opportunità per la zona industriale di Augusta con il nuovo Decreto Energia, approvato lo scorso dicembre e convertito in legge il 7 febbraio scorso”.
Lo sostiene la Fiom Cgil, il sindacato dei metalmeccanici attraverso il segretario provinciale Antonio Recano ed il segretario regionale Francesco Foti, che intravedonola possibilità che il territorio possa avere un ruolo di primo piano nel processo di transizione ecologica ed energetica. Il riferimento è in particolar modo all’articolo 8 della legge, “Misure per lo sviluppo della filiera relativa agli impianti eolici galleggianti in mare”, che prevede “la creazione di un
polo strategico nazionale nel settore della progettazione, della produzione e
dell’assemblaggio di piattaforme galleggianti e delle infrastrutture elettriche funzionali
allo sviluppo della cantieristica navale per la produzione di energia eolica in mare”.
Per questo progetto sono stati individuati due porti del Mezzogiorno, Taranto e
Augusta che hanno a disposizione gli spazi, le infrastrutture necessarie e le
competenze nel campo della movimentazione di pale eoliche e nel caso del porto di
Augusta anche nell’offshore. “Nel perimetro prospicente la rada di Augusta,
all’inizio degli anni 80’ -ricordano Recano e Foti- si realizzò una grande intuizione che vide nascere da un progetto congiunto – Sindacati, Enti locali, Associazioni Datoriali e Regione
Siciliana – un polo metalmeccanico d’avanguardia candidato alla costruzione di
piattaforme petrolifere OFF SHORE nelle aree di Punta Cugno e Marina di Melilli.
Lo sforzo economico della Regione, che finanziò con 60 miliardi di lire l’acquisto delle
attrezzature, favori la nascita del consorzio ITALOFFSHORE, che caratterizzato da una
manodopera altamente professionale acquisì importanti commesse e per oltre 10 anni
diede lavoro ad oltre 2000 lavoratori metalmeccanici.
Questa straordinaria intuizione insieme all’esperienza Si.Te.Co, azienda che ha dato
lavoro a circa 700 metalmeccanici fino al 2010 nel campo dell’Eolico- proseguono i due sindacalisti- ha rappresentato forse l’unica vera occasione di diversificazione produttiva ed occupazionale, purtroppo finita miseramente nell’indifferenza della politica e stritolata dall’inadeguatezza degli imprenditori locali”.
Con questa premessa, “i metalmeccanici pur ribadendo il ruolo centrale di
un’industria socialmente ed ambientalmente sostenibile, quale settore indispensabile
per l’economia, la ricchezza e il lavoro del nostro territorio e dell’intera economia
siciliana, sono convinti che il polo industriale siracusano abbia le potenzialità per
intercettare le opportunità offerte dalla transizione e affermare un diverso, moderno e
competitivo modello industriale, ma per fare occorrerebbe riportare le aree di Punta
Cugno e Marina di Melilli allo spirito originario di quella intuizione, costruire un nuovo
modello industriale che in chiave green affranchi da un’opprimente monocultura
industriale. Queste aree, oggi sottoutilizzate, potrebbero essere riqualificate per
sviluppare progetti coerenti con il “decreto energia” licenziato in questi giorni o
candidarsi alla costruzione delle torri eoliche da utilizzare nel progetto presentato da
RENEXIA per la costruzione di un impianto eolico offshore nel canale di Sicilia.
La Fiom è convinta che spazi importanti e officine attrezzate, imprese qualificate e
maestranze specializzate, fondali marini adeguati, rappresentino ancora oggi un
insieme di condizioni e caratteristiche difficilmente riscontrabili in Italia che se
valorizzate potrebbero intercettare importanti progetti e traghettare il nostro
territorio verso un nuovo modello industriale, capace di dare lavoro a migliaia di
metalmeccanici che vogliono essere protagonisti del cambiamento. E se fino a questo
momento la politica e il sistema delle imprese sono rimasti a guardare- aggiungono i segretari della Fiom provinciale e siciliana- occorre mettere insieme sindacato, movimenti, associazioni, cittadini perché rimaniamo convinti che a decidere le sorti del petrolchimico può essere solo la lotta che saprà esprimere il territorio”.
Per Foti e Recano servono “politiche industriali chiare”, occorre aprire un confronto
con Politica e Governo, per condividere strategie e linee di intervento pubblico che
convoglino investimenti in un’ottica di salvaguardia dei settori strategici della nostra
economia come l’energia, scongiurando un pericoloso processo di desertificazione
industriale, soprattutto al Sud.