Pallanuoto, Ortigia pronta all’avventura in Euro Cup: nuovo assalto alla coppa

Cresce l’attesa, in casa Ortigia, per l’inizio di una nuova avventura in Euro Cup, uno degli obiettivi stagionali dei ragazzi di Piccardo. Un trofeo inseguito da quattro anni, una competizione finora stregata per i colori biancoverdi, penalizzati dal Covid che, in modo diverso, ha prima strappato all’Ortigia la possibilità di giocarsi una finale già conquistata e, dopo, quella di provare a conquistarne un’altra. Si riparte allora da Siracusa per tentare un nuovo assalto alla coppa, sperando in un percorso che si concluda con maggiore fortuna. Il livello, quest’anno, è altissimo, con tante squadre in corsa per la vittoria finale. Nel primo turno preliminare, l’Ortigia, davanti ai propri tifosi, esordirà domani pomeriggio, alle ore 15.00, contro i greci dell’Ydraikos. Quindi, i biancoverdi torneranno in acqua venerdì pomeriggio (ore 16.00) contro i serbi del Partizan Belgrado. Sabato pomeriggio (ore 15.00), sarà invece il turno della sfida con gli ungheresi dello Szolnoki Dosza, in un remake dei quarti di finale della scorsa edizione; infine chiusura domenica mattina (ore 11.00) contro i francesi del Pays d’Aix. Le prime quattro classificate accederanno al turno successivo. Tutte le partite sono a ingresso libero e saranno trasmesse in diretta streaming, in chiaro, sulla pagina Facebook dell’Ortigia.

Alla vigilia, parla il portiere biancoverde, Stefano Tempesti, che presenta il girone di Euro Cup e definisce gli obiettivi dell’Ortigia: “Sarà un girone molto difficile e complesso, con squadre di alto profilo. Il vantaggio di questo gruppo è che, qualificandosi quattro squadre su cinque, bisogna che l’Ortigia rientri nelle prime quattro posizioni, cercando ovviamente di arrivare più in alto possibile. Vedremo come giocheranno le nostre avversarie nel corso dei vari incontri, però sicuramente è un gruppo che l’Ortigia deve fare suo, perché abbiamo i mezzi e le potenzialità per passare il turno, pur consapevoli del fatto che ci sono squadre di altissimo livello, non ultimo lo Szolnoki, che abbiamo incontrato lo scorso anno”.

La qualificazione alla Final Eight di Coppa Italia, con due buone prove contro Trieste e Roma, dà fiducia alla squadra di coach Piccardo, che ha ancora molti margini di miglioramento: “La Coppa Italia è stata un’ottima esperienza – afferma Tempesti – e un bel momento di crescita della squadra. Avevamo bisogno di giocare, perché erano circa 4 mesi che non affrontavamo partite ufficiali e farlo subito con una formazione come Trieste, organizzata in ogni ruolo, è stata un’occasione di crescita importante. Abbiamo impostato la partita nel migliore dei modi, poi un po’ per il troppo tempo senza giocare, un po’ perché siamo nella fase finale della preparazione, non siamo riusciti a portare a casa il risultato pieno, che però meritavamo ampiamente per come avevamo condotto la gara. Bene il pareggio, ma l’Ortigia meritava qualcosa di più. Ad ogni modo, bravura del Trieste e demerito nostro per non aver saputo mantenere il margine che avevamo guadagnato nel terzo tempo”.

Per l’Ortigia ricomincia la caccia a quell’Euro Cup, dopo quella sfortunata della scorsa stagione, interrotta in semifinale dal Covid e da decisioni extra campo: “Quello che è successo – chiarisce il numero uno dell’Ortigia – fa parte del passato, non ci condiziona minimamente, perché siamo dei professionisti e fa parte del nostro percorso di crescita dimenticare quel che è accaduto, indipendentemente dal fatto che sia stato giusto o sbagliato. Dobbiamo guardare avanti, perché altrimenti rischieremmo di dare ragione a chi, in certi momenti, ci ha voluto mettere i bastoni fra le ruote o penalizzare. La migliore risposta che una squadra matura può dare è non guardare al passato ma puntare a vincere la coppa nel presente. Con il rispetto per tutti, la consapevolezza che tutti quanti ci vogliono provare e sapendo che, quando qualcuno viene a giocare contro l’Ortigia, non viene ad affrontare una squadra di provincia ma un top club che può ambire alla vittoria del trofeo. Dobbiamo guardare avanti, pensare solo agli avversari che affronteremo ogni giorno, con la serenità di voler arrivare molto in alto in questa Euro Cup”.




Caro energia, Auteri (FdI): “Effetti devastanti di una mancata programmazione”

“L’ultimo minimarket vittima della crisi energetica, che sta mietendo vittime tra gli imprenditori, mi ha portato a incontrare immediatamente i miei riferimenti del territorio ed è palese che, parlando del comune capoluogo dove gli effetti si manifestano sempre con preavviso per motivi naturali, non posso restare e non resterò insensibile a quanto accade”.

Questo il commento del deputato regionale di Fratelli d’Italia, Carlo Auteri, nei giorni della protesta  contro il costo esorbitante dell’energia.

“Attività costrette alla chiusura-prosegue Auteri-  perché il Governo non ha saputo programmare gli effetti devastanti di una mancata programmazione. Uno dei primi atti che depositerò riguarderà quelle attività che stanno chiudendo o hanno già chiuso, abbandonate dallo Stato per non dire vessate, e con loro i dipendenti che hanno sudato uno stipendio e non si sono accontentati del “reddito del fannullone”. Sono già al lavoro-garantisce il parlamentare dell’Ars-  con la squadra di cui facciamo tutti parte, a Siracusa, per dare risposte in merito e per dire agli imprenditori: io ci sono”.




Controlli negli allevamenti di bovini: “Numerosi illeciti scoperti, incluso il riciclaggio”

Numerosi gli illeciti rilevati dai carabinieri negli allevamenti di bovini del territorio. Tra questi spiccano quelli afferenti alla mancata autorizzazione alla movimentazione del bestiame e, soprattutto, alle anomalie relative alla titolarità dell’allevamento: gli oltre cento animali, che sarebbero dovuti appartenere a soli due proprietari, sono risultati intestati ad una moltitudine di allevatori, per lo più originari della provincia di Messina.

E’ quanto scoperto dai Carabinieri della Stazione di Testa dell’Acqua, che hanno lavorato con l’ausilio dei limitrofi presidi dell’Arma, nel corso di un vasto ed approfondito controllo svolto congiuntamente a personale dell’Azienda Sanitaria Provinciale (Settore Veterinario) ed al Corpo Forestale della Regione Siciliana, hanno ispezionato diversi allevamenti di bovini.
Qualche giorno fa è stato posto sotto sequestro un toro poiché, per dissimularne artificiosamente il furto, gli erano state apposte marche auricolari di altro bovino.
Varia la natura degli illeciti rilevati nell’ultimo periodo: si va dalla mancata dichiarazione di provenienza e destinazione dei bovini, alla mancanza della prevista documentazione identificativa, al più grave reato di riciclaggio di capi di bestiame di cui era stato in precedenza denunciato il furto.
In ultimo, quattro persone sono state deferite alla Procura della Repubblica di Siracusa.




Lo spoglio infinito: convocati i presidenti di seggio, 42 sezioni ancora in cerca di risultato

Almeno due presidenti di seggio sono stati convocati dall’Ufficio elettorale centrale, in Tribunale a Siracusa. Devono spiegare i numeri ed i dati riportati nei verbali arrivati dalle loro sezioni. Lo confermano alcune fonti accreditate presso l’ufficio centrale.
Tra verifiche e controlli, è uno spoglio infinito che sta ritardando la proclamazione degli eletti per “colpa” di 48 sezioni in tutta la Sicilia. E di queste, 42 nella sola Siracusa. Una proporzione “monstre”. I presidenti di seggio e la loro preparazione al centro delle critiche pubbliche, alla luce di un dato che pare segnalare un problema ben preciso nel sistema elettorale in particolare di Siracusa, già gravato dal precedente delle elezioni amministrative del 2018. Le verifiche in corso stanno comunque riguardando tutte le 422 sezioni della provincia per capire se davvero il “problema” sia solo il capoluogo.
Al momento, a carico dei due presidenti di seggio convocati in Tribunale non sarebbe stata mossa alcuna contestazione. Dovranno però chiarire cosa è successo e perchè i loro verbali non siano stati compilati in maniera chiara e completa. Non è escluso che, nei prossimi giorni, vengano convocati altri presidenti delle 42 sezioni ancora senza risultato a Siracusa.
Sul sito del servizio elettorale regionale, a 12 giorni dalle elezioni, campeggia intanto l’avviso: “A causa di dati incompleti e/o errati trasmessi da alcuni Comuni, l’Ufficio elettorale della Regione non può ancora procedere alla comunicazione definitiva della ripartizione dei seggi in tutta la Sicilia. In particolare, mancano ancora all’appello 48 sezioni (sulle 5.298 complessive) nelle seguenti province: Agrigento (2, nel capoluogo); Caltanissetta (2 a Villalba); Siracusa (43 tra il capoluogo e Lentini); Trapani (1 a Misiliscemi). Il dipartimento regionale delle Autonomie locali potrà pertanto riprendere l’aggiornamento del portale (elezioni.regione.sicilia.it) solo quando i comuni trasmetteranno i dati corretti e completi”.
All’indomani del caos nello spoglio, l’Ufficio elettorale della Regione Siciliana aveva spiegato che “i verbali dei Comuni relativi alle sezioni mancanti sono stati trasmessi dalle Prefetture ai Tribunali competenti che effettueranno un nuovo scrutinio, il cui verbale di esito verrà inviato direttamente all’Ufficio centrale regionale presso le Corti d’Appello”. Una volta che il conteggio dei voti sarà completo, l’Ufficio centrale regionale proclamerà il presidente della Regione e il primo dei candidati alla Presidenza non eletti e stabilirà la soglia del 5 per cento valida per l’attribuzione dei seggi all’Assemblea regionale siciliana.




Spaccio nella zona delle case popolari di Rosolini: arrestato presunto pusher

Contrasto al traffico di sostanze stupefacenti nella zona sud della provincia di Siracusa.

La Guardia di Finanza continua a passare al setaccio i principali luoghi di aggregazione, nello specifico a Rosolini.
Le operazioni eseguite dai finanzieri della Compagnia di Noto, guidati dal Capitano Mariagrazia Ponziano, rientrano nell’ambito dell’ordinario controllo economico del territorio disposto dal Comandante Provinciale di Siracusa, Colonnello Lucio Vaccaro.
Nelle vicinanze della zona popolare di Rosolini, la pattuglia in servizio ha notato  un cittadino di origine  extracomunitaria che, con fare sospetto, usciva dalla propria abitazione.
Le Fiamme Gialle, pertanto, hanno seguito il soggetto che, dopo qualche minuto ha incontrato un’altra  persona a cui ha ceduto un involucro di carta stagnola, per poi dileguarsi. Sottoposto a controllo il soggetto a cui l’involucro era stato consegnato,  i militari hanno rinvenuto circa grammi 2 di hashish.
Ritenendo che nell’abitazione dalla quale era stato visto uscire il soggetto potesse essere stata nascosta ulteriore sostanza stupefacente, le operazioni di polizia sono state estese all’intero appartamento dove le Fiamme Gialle hanno rinvenuto, oltre a 150 grammi di hashish, tre bilancini di precisione e materiale per il confezionamento delle dosi.
L’uomo, già noto alla giustizia, è stato arrestato.
Gli uomini delle Fiamme Gialle stanno al momento vagliando ogni indizio in loro possesso, per cercare di individuare i canali di approvvigionamento del presunto pusher.




Progetto Mission Innovation Smart Grid, energia pulita in bassa tensione in corrente continua

La “scommessa” da vincere è quella di incrementare l’utilizzo di energia elettrica “pulita” in bassa tensione in corrente continua, prodotta da fonti rinnovabili secondo un modello di
sostenibilità che non va più inteso e declinato solo in senso ambientale ma anche economico e sociale. Quella che appare oggi come una vera e propria sfida è stata rilanciata  dall’ing. Luigi Martines, ceo del Gruppo Eneron – al quale fanno riferimento Energit, società
sarda tra le più longeve operanti sul mercato libero dell’energia in Italia, e Onda Più, operativa in Sicilia – anche a Roma, nella Sala degli Affreschi  dell’Università La Sapienza, nel corso della tavola rotonda organizzata  nell’ambito del progetto Mission Innovation Smart Grid. Si tratta di
un’iniziativa di cooperazione globale nata a Parigi nel 2015 alla quale  aderiscono 24 Paesi (tra i quali l’Italia) e la Commissione Europea che ha lo scopo primario di accelerare l’innovazione tecnologica per la decarbonizzazione. E’ stato, dunque, un importante momento di confronto per verificare come dirigere la sperimentazione in modo da superare gli attuali limiti tecnici, normativi e di standardizzazione per la diffusione delle reti energetiche integrate (come quelle di distribuzione
ibride a corrente alternata e continua). L’ing. Martines nel corso del suo intervento alla tavola rotonda alla quale hanno dato i loro contributi tanti diversi autorevoli attori dell’intera filiera
dell’energia a cominciare dall’ENEA, dal CNR e passando per le principali Università italiane, ha illustrato i confortanti risultati conseguiti di recente con il progetto condotto a Cagliari che ha visto la realizzazione di un prototipo costituito da un piccolo impianto fotovoltaico con batterie di
accumulo per alimentare due differenti apparati utilizzatori (piccoli elettrodomestici) nativamente funzionanti a corrente continua. Il progetto ha previsto due step: nel primo gli apparati sono stati utilizzati (impiegando degli adattatori) alimentandoli a corrente alternata (secondo
cioè la modalità operativa oggi prevalente); nel secondo sono stati alimentati direttamente in corrente continua (come cioè prodotta dai pannelli fotovoltaici) evitando ogni passaggio intermedio. Dalla comparazione è emerso che il sistema a corrente continua consente un risparmio energetico rispetto al primo pari al 4%, dovuto al fatto che i dispositivi nativamente funzionanti in corrente continua non sono più alimentati in corrente alternata. “Micro grid come quelle oggetto
della nostra sperimentazione rappresentano uno strumento versatile e molto utile anche per sensibilizzare i cittadini al risparmio energetico e all’uso di energia prodotta da fonti rinnovabili e non inquinanti – ha commentato l’ing. Martines -. Tutto ciò nel segno di quella transizione
energetica col progressivo abbandono dell’energie fossili in favore di quelle rinnovabili che è oggi un’esigenza non più procrastinabile”.




Struttura didattica speciale di Architettura e Patrimonio Culturale di Siracusa: Nigrelli Presidente

Il prof. Fausto Carmelo Nigrelli, ordinario di Tecnica e pianificazione urbanistica, è il nuovo presidente della Struttura didattica speciale di Architettura e Patrimonio culturale di Siracusa dell’Università di Catania, a cui afferiscono da quest’anno le attività del corso di laurea magistrale a ciclo unico in Architettura, del corso di laurea in Beni culturali – indirizzo Promozione del Patrimonio culturale e della Scuola di specializzazione in Beni archeologici.
A seguito dell’entrata in vigore del nuovo ordinamento, emanato lo scorso 8 luglio, il prof. Nigrelli – dal 2021 presidente in carica della Sds di Architettura – è stato infatti indicato dal rettore Francesco Priolo quale suo delegato alla guida della Struttura di Siracusa, per il prossimo quadriennio.
Il rettore ha inoltre nominato i componenti del Consiglio della Struttura didattica speciale. Dell’organo direttivo, anch’esso di durata quadriennale, faranno parte la prof.ssa Rita Valenti, in qualità di presidente del cdl in Architettura, la prof.ssa Barbara Mancuso, in qualità di presidente del cdl in Beni culturali, il prof. Daniele Malfitana, in qualità di direttore della Scuola di Archeologia.
Inoltre, faranno parte del Consiglio i rappresentanti dei docenti di Architettura Luigi Alini, Paola Barbera, Nicola Impollonia e Bruno Messina, di Beni culturali Monica Centanni e Vittorio Fiore, di Archeologia Pietro Militello, e i rappresentanti del personale tecnico-amministrativo in servizio nella Sds siracusana Rosa Rita Cupani, Salvatore Mezzasalma e Luisiana Vetrano, in attesa di completarne la composizione con i rappresentanti degli studenti che saranno eletti il 9 e il 10 novembre prossimi.
«La nuova Sds di Siracusa in Architettura e Patrimonio culturale – afferma il prof. Nigrelli – rappresenta un ulteriore investimento dell’Università di Catania nella città aretusea. Attraverso questa struttura si dà corpo a un preciso progetto culturale che fa leva sulla creazione uno spazio di confronto culturale, didattico e operativo tra mondi accademici e professionali che non sempre si incontrano: quello dell’architettura in tutte le sue forme, del mondo professionale legato ai beni culturali, in particolare alla loro promozione, e dell’archeologia. Attraverso la collaborazione e l’ibridazione di questi saperi sarà possibile accrescere ulteriormente il supporto a un territorio, quello del Val di Noto e più in generale della Sicilia orientale, in cui architettura, beni materiali e immateriali, paesaggio e archeologia costituiscono un unicum irripetibile».




Trovato morto in cella Paolo Cugno: uccise la compagna Laura Petrolito

E’ stato ritrovato privo di vita nella cella del carcere di Palermo in cui scontava la sua pena, dopo la condanna in via definitiva a trent’anni di carcere per l’omicidio della sua compagna, la giovane Laura Petrolito, 20 anni, accoltellata a marzo del 2018.

Il corpo di Paolo Cugno, 32 anni, di Canicattini Bagni,  è stato rinvenuto senza vita nella struttura carceraria palermitana. Il pubblico ministero, Claudio Camilleri, ha disposto l’autopsia, alla ricerca di elementi che possano chiarire le cause esatte del decesso.

Il giovane, condannato  in Cassazione, era stato difeso dall’avvocato Titta Rizza, che aveva sostenuto che il 32enne risentisse di  disfunzioni cerebrali causate da un incidente stradale di cui era stato vittima in passato. Una teoria che non ha convinto i magistrati.

Cugno uccise la fidanzata il 17 marzo del 2018, accoltellandola e poi nascondendo il suo corpo in un pozzo artesiano delle campagne di Canicattini. La giovane era madre di suo figlio. Il giovane confessò l’omicidio al termine di un lungo interrogatorio.

Durante gli anni di detenzione a Siracusa, nel carcere di Cavadonna, secondo indiscrezioni sarebbe stato tenuto particolarmente sotto controllo per via di comportamenti non sempre lineari.




Torna in Italia nonostante il decreto di respingimento: denunciato 19enne egiziano

Destinatario di un Decreto di Respingimento emesso lo scorso due maggio dal Questore di Agrigento, era rientrato illegalmente in Italia

Ieri, gli agenti della Squadra Mobile hanno arrestato un giovane egiziano di 19 anni. E’ arrivato in Italia con i 114 migranti sbarcati il 29 settembre a Portopalo di Capo Passero.
A seguito di accertamenti investigativi, si è appurato che, il 27 luglio era stato notificato all’egiziano, dagli agenti della Frontiera Aerea di Palermo, il Decreto di Respingimento emesso dal Questore di Agrigento il 2 maggio del 2022.
L’Autorità Giudiziaria, dopo il giudizio direttissimo, ha disposto che l’arrestato fosse posto in libertà e messo a disposizione dell’ Ufficio Immigrazione della Questura di Siracusa per le successive incombenze di rito.




La tragedia di via Algeri, i nodi: l’auto pirata, il cordolo, le telecamere, la cilindrata della moto

Gli investigatori si stanno muovendo con la massima cautela. La volontà è quella di fare piena luce su ogni fase del drammatico incidente di via Algeri, costato la vita al 14enne Luca. Il punto su cui tutti aspettano una parola definitiva riguarda il presunto coinvolgimento di un altro veicolo, un’auto poi dileguatasi.
Sul luogo del sinistro, in fase di rilievo, non sarebbe emerso un elemento chiarificatore, al di là di ogni ragionevole dubbio. Bocche cucite sulla possibile presenza di testimoni oculari. Di certo, la Polizia Municipale sta cercando ogni telecamera privata presente in zona. Nessun occhio elettronico della rete di sicurezza cittadina punta su quel tratto di via Algeri. Ma a poche decine di metri di distanza sono presenti diversi attività commerciali, le cui telecamere hanno forse potuto riprendere qualcosa che possa valere come indizio. Quegli eventuali fermoimmagine potrebbero mettere gli investigatori nella posizione di fornire una risposta certa a chi domanda se i due ragazzi indossassero il casco.
Altro elemento al centro del dibattito è la presenza su via Algeri del cordolo in cemento che delimita la pista ciclabile. Per l’opinione pubblica siracusana potrebbe aver parzialmente inciso sul dramma. Il pensiero di chi sostiene una simile versione è che, avendo ristretto la carreggiata, si è anche ristretto il margine per eventuali manovre di sicurezza per evitare altri mezzi od ostacoli.
Fonti di Polizia Municipale, intanto, confermano la cilindrata dello scooter su cui viaggiavano i ragazzi: 300cc. Per età e titolo di guida richiesto (patente A2 e 16 anni compiuti) non avrebbero dovuto trovarsi su quella sella. Un fatto che aumenta il profondo dolore per quanto accaduto.
Un dolore e cordoglio diffuso in tutta la comunità siracusana, colpita come un pugno allo stomaco dalla notizia della morte del 14enne. Sarebbero in miglioramento, invece, le condizioni dell’altro giovane ferito. Il 16enne, a dispetto delle prime indiscrezioni, non è arrivato in codice rosso in ospedale. Ma oltre al dolore per i traumi fisici, per lui non sarà facile superare lo shock derivato dall’aver visto spirare il proprio giovane amico.
E si leva forte dalla città la richiesta di maggiori controlli su strada. Non solo autovelox, ma anche pattuglie per posti di blocco vecchio stile, per garantire ad ogni utente una maggiore quota di sicurezza stradale.