Coronavirus. In provincia 66 contagiati (35 ricoverati, 18 guariti, 3 decessi)

I casi di Coronavirus in provincia salgono a 66. Lo dicono i numeri ufficiali forniti nel pomeriggio dalla Regione all’Unità di Crisi Nazionale. Sono aggiornati alle 17 di oggi. Ad Agrigento, 75 (0 ricoverati, 2 guariti e 1 deceduto); Caltanissetta, 61 (19, 3, 4); Catania, 368 (136, 16, 23); Enna, 181 (92, 1, 10); Messina, 266 (129, 8, 15), Palermo, 216 (78, 14, 6); Ragusa, 27 (7, 3, 2); Siracusa, 66 (35, 18, 3); Trapani, 70 (26, 0, 1). Il numero fornito dalla Protezione Civile Nazionale per la provincia di Siracusa in merito ai contagi è di 87 in quanto complessivo.

 




Siracusa. Tari: "Non è il momento delle polemiche, prima scadenza il 30 maggio"

“Non è il momento delle polemiche ma è il momento della condivisione e della collaborazione. L’Amministrazione per venire incontro alle difficoltà generate dall’emergenza del coronavirus ha deciso di differire la prima rata della Tari da marzo a maggio per un totale di sette pagamenti fino all’ultima scadenza prevista del 30 novembre che corrisponderà con il conguaglio”.
L’assessore all’Igiene urbana, Andrea Buccheri, interviene in risposta alle accuse su una presunta mancata sospensione del pagamento della tassa sui rifiuti.
“Come anticipato dal sindaco Italia, nei giorni scorsi, e come già concordato dalla metà di marzo, il settore entrate giorno 24 ha redatto la proposta di deliberazione, la numero 13. La stessa è stata inviata il giorno successivo all’Ufficio segreteria del consiglio comunale che, a sua volta, ha immediatamente girato il documento al collegio dei revisori legali per l’apposizione del parere di competenza. Il parere è stato apposto nella stessa giornata”.
Conclude l’assessore Buccheri: “A questo punto si aspettano le determinazioni di competenza che il commissario straordinario, Giuseppe Di Gaudio, in sostituzione del consiglio comunale, dovrà assumere presumibilmente nella giornata di domani in videoconferenza, secondo quanto disposto dal decreto legge numero 18”.
Ecco le nuove scadenze della Tari:
1. la prima il 30 maggio 2020;
2. la seconda il 30 giugno 2020;
3. la terza il 30 luglio 2020;
4. la quarta il 30 agosto 2020;
5. la quinta il 30 settembre 2020;
6. la sesta il 30 ottobre 2020;
7. la settima a conguaglio il 30 novembre 2020.




Siracusa. Coronavirius: "Distribuiamo spesa e medicine", delinquenti derubano anziani

Si presentano alla porta, come persone incaricate di distribuire derrate alimentari o farmaci, come fosse stati incaricati dalle istituzioni per l’emergenza Coronavirus. Nulla di più falso. Sono degli sciacalli truffatori, con intenti criminali, derubare persone, soprattutto anziane, approfittando delle disposizione che impongono di restare a casa. A Siracusa sarebbe già accaduto. In diversi condomini della città si sarebbero registrati episodi di questo tipo, tanto che su diversi portoni si vedono affissi cartelli in cui si mettono in guardia i condomini di quanto accaduto. L’invito è quello di essere prudenti e di non aprire la porta a nessuno sconosciuto, qualunque sia la qualifica con cui si presenta. Nel caso in cui si abbia il dubbio, si possono chiamare gli enti corrispondenti a quelli citati dai presunti “benefattori”, senza consentire loro l’accesso. Oppure le forze dell’ordine.




Siracusa. Covid-19: "Noi senza tutela, aspettiamo solo di prendere il virus", lo sfogo di un'infermiera dell'Umberto I

“Per noi, nessuna tutela; in ospedale, percorsi condivisi, senza alcuna distinzione tra “sporchi” – come si dice in gergo- e “puliti”; dispositivi di sicurezza inadeguati, oltre che insufficienti e un’attenzione nei confronti degli operatori sanitari carente. Aspettiamo solo di beccarci il virus e tentiamo come possiamo di proteggere le nostre famiglie”. Lo sfogo è quello di un’infermiera dell’Umberto I -di cui non citiamo il nome per tutelarne la privacy – ma le sue parole sono esattamente coincidenti con quelle di tanti altri colleghi. Si ritrova, come tutti gli altri operatori della sanità locale, a gestire l’emergenza Coronavirus in prima linea ma senza tutele, o quasi. Ai problemi nazionali e regionali, qui sembra si aggiungano dinamiche che complicano ancor di più il quadro. “Circolari che vietavano l’utilizzo di mascherine per non preoccupare i pazienti- cita l’operatrice- si sono susseguite, lasciando infine spazio ad una sorta di protocollo per l’utilizzo dei dispositivi, che indica che alcune manovre vanno effettuate con il solo utilizzo di mascherina chirurgica, quando è ben noto che, in caso di contatto diretto, la sola mascherina non può affatto proteggerci dal contagio”. Che la disponibilità di Dpi sia esigua è fatto purtroppo non nuovo. In diverse occasioni anche il presidente della Regione, Nello Musumeci ha chiaramente espresso la propria ira per la mancanza di materiale adeguato dal punto di vista quantitativo e qualitativo. “Quello che dispiace di più- lo sfogo dell’infermiera- è che sembra quasi ci sia il tentativo di convincerci che la situazione sia sotto controllo , che vada bene così, che l’utilizzo di certi dispositivi non sia indispensabile, quando è fin troppo evidente che invece lo è, anzi, lo sarebbe, eccome. La paura prende il sopravvento, anche in chi, come noi, ha la capacità, per mestiere e per esperienza, di mantenere la lucidità, di separare nettamente l’aspetto emotivo da quello professionale. Altra cosa è sentirsi quasi “immolati””. Perché sotto quei camici ci sono persone, che sanno di essere a rischio e che le conseguenze di quel rischio le conoscono, perché le vedono ogni giorno e le contrastano con quello che c’è a disposizione. “Chi lavora in ospedale, ovviamente ha contatti anche fuori dal proprio reparto e ha il diritto di sapere se subentrano casi di contagio- sbotta l’infermiera siracusana- Siamo venuti a conoscenza dei positivi tra il personale medico soltanto attraverso la stampa. Questo non è giusto e mette a repentaglio, non solo noi e le nostre famiglie, ma tutti i pazienti e i colleghi con cui si continua, non sapendo di non potere, a venire in contatto”. La creazione di percorsi distinti sarebbe fondamentale. Eppure, secondo quanto lamenta la sanitaria, non sarebbe ancora stata organizzata a dovere all’interno dell’ospedale Umberto I di Siracusa. “Molti di noi hanno deciso di tenere le famiglie lontane, per proteggerle- conclude – Noi lo sappiamo che siamo esposti e, vista l’assenza di misure adeguate – sappiamo anche che quel virus lo prenderemo e che non abbiamo modo di proteggerci. Confidiamo solo nella fortuna”.




Sequestro di mascherine a Floridia, rivendute con rincari del 900 per cento

Oltre 100 mascherine vendute sequestrate in una ferramenta di Floridia dai carabinieri. I proprietari vendevano mascherine protettive ad un costo dieci volte superiori al costo di mercato. Sequestro operato dai carabinieri . L’attività è scaturita dalla denuncia di un privato cittadino che, intenzionato ad acquistare una mascherina, si è trovato a doverla pagare un prezzo dieci volte superiore a quello di mercato. Acquisita la denuncia, i Carabinieri della Tenenza di Floridia hanno individuato i titolari della ferramenta e li hanno deferiti all’Autorità Giudiziaria per il reato di manovre speculative su merci, punito con pene variabili da 6 mesi a 3 anni di reclusione.
Ieri, dando esito all’attività delegata dalla locale Procura, i Carabinieri sono ritornati nel negozio e hanno proceduto al sequestro di tutte le mascherine presenti, per scongiurare la possibilità del protrarsi della speculazione. Le mascherine, consistenti in dispositivi FFP1 con o senza valvola, venivano rivendute al pubblico rispettivamente a 30,00 e 10,00 euro laddove, come appurato dai militari operanti, esse erano state acquistate dal negoziante a 4,92 e 0,90 euro, con rincari quindi tra il 500% e il 900%.
I Carabinieri della Tenenza, su incarico dell’Autorità Giudiziaria, stanno valutando come reimpiegare queste mascherine, che saranno donate a chi tutti i giorni silenziosamente combatte la guerra contro l’epidemia.




Siracusa. Covid-19, Mangiafico e Favara: "Dpi e buoni spesa, il Comune anticipi e stanzi"

Un impegno del Comune, con l’acquisto di dpi per gli operatori sanitari. Gli ex consiglieri Michele Mnagiafico e Gaetano Favara chiedono un intervento all’amministrazione comunale come risposta al disagio del personale medico, para-medico e infermieristico degli ospedali della provincia. ” In attesa che arrivi il materiale necessario da parte della Protezione civile nazionale-la proposta di Mangiafico e Favara-  chiediamo un impegno all’Amministrazione comunale di Siracusa: l’acquisto di 100 mila euro in dpi per gli operatori sanitari con fondi comunali, ivi compreso il fondo di riserva del Sindaco, l’anticipazione di 100 mila euro in buoni spesa per famiglie disagiate in attesa dell’arrivo dei fondi anticipati in conferenza stampa dal Presidente Conte, l’acquisto di ulteriori dpi con le indennità della Giunta quale segnale di estrema vicinanza al fronte di questa battaglia, con la consegna “brevi manu” quale segnale di sostegno e incoraggiamento e la destinazione della Casa del Pellegrino a foresteria per medici, para-medici e infermieri al fine di alleviare lo stress frutto del rischio di contagio ai propri familiari”. “Abbiamo il dovere, come comunità, di proteggere al massimo delle nostre possibilità le persone più direttamente impegnate a difesa della nostra salute. Tutti gli operatori sanitari di tutti i reparti. Perché non sarà sfuggito a nessuno che il problema non è solo nella trincea delle “Malattie infettive”, del “Pronto Soccorso”, della “Rianimazione” e del reparto “Covid”, ma in tutti i reparti il personale è a rischio contatto col virus, come ha dimostrato Cardiologia, come potrebbe emergere da altri reparti dove il personale ha già fatto tamponi. – concludono – L’istituzione locale e la comunità nel suo complesso difenda intanto con mezzi propri il fronte della lotta al nuovo Coronavirus.”




Covid-19: "Tamponi ai sanitari e alle forze dell'ordine", pressing della Fsi Usae sulla Regione

“Servono nuove disposizione. Per un paziente intubato e collegato settimane ad un respiratore, con un quadro clinico compromesso, la possibilità d’intervento è ridotto”. La Fsi-Usae Sicilia Federazione Sindacati Indipendenti scrive al presidente della Regione, Nello Musumeci e all’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, chiedendo un cambio di passo. Il segretario regionale del sindacato Calogero Coniglio parla della necessità di agire per evitare il  collasso del sistema sanitario regionale, già messo a dura prova. “Il respiratore – l’opinione del sindacato- deve essere l’ultimo supporto. E’ stato ripetuto più volte di rimanere a casa in presenza di febbre e tosse per limitare l’afflusso di persone in ospedale, perché non ci sono abbastanza letti ma ciò non è sufficiente per fermare il virus.E’ necessario l’impiego dei tamponi secondo una strategia mirata, testando gli operatori sanitari, le forze dell’ordine, considerati i casi di contagio che già si sono verificati in tali settori, le persone dichiarate ufficialmente rientrate dal Nord e le persone che lavorano autorizzate dal decreto “Cura Italia” in quei settori vitali per l’economia della regione, in modo da fare lavorare chi è negativo e fare stare a casa chi è positivo. Dedicare unità mobili per raggiungere tali cittadini presso le proprie abitazioni ed effettuare i tamponi domiciliari per diagnosticare l’eventuale positività al Covid-19 con personale dedicato, ricorrendo ad assunzioni e nell’immediato con prestazioni aggiuntive al personale del Ssr – conclude Coniglio – Altrimenti il crollo socio-economico regionale è dietro l’angolo.




Siracusa. Controlli a tappeto: impiegato anche il Reparto Prevenzione Crimine di Catania

Hanno dichiarato di essere diretti al Sert di Noto, struttura che al momento è chiusa. Per questo due uomini di 47 e 50 anni , avolesi, sono stati denunciati. Bloccati dalla polizia, durante i controlli in corso, hanno dato questa spiegazione, che è costata loro l’accusa di false attestazioni a pubblico ufficiale in atto pubblico. Ad Augusta un uomo di 42 anni è stato sorpreso fuori casa nonostante i domiciliari cui è sottoposto. A Priolo, gli uomini del locale commissariato, insieme al Reparto Prevenzione Crimine di Catania hanno effettuato un servizio straordinario di controllo del territorio ed hanno controllato 21 persone e 20 veicoli.




Siracusa. Coronavirus, positivo il primario del Pronto Soccorso: preoccupazione per altri sanitari

Positivo al Coronavirus anche il primario del Pronto Soccorso dell’ospedale Umberto I. Il tampone effettuato ha reso evidente l’avvenuto contagio, in giornate particolarmente intense nel nosocomio di via Testaferrata per la problematica gestione dell’emergenza Covid-19 , con una serie di lacune in termini anche l’indisponibilità di dispositivi di protezione, dato che rappresenta un ulteriore rischio a cui medici e infermieri  sono continuamente esposti. La preoccupazione riguarderebbe diversi operatori sanitari. Secondo indiscrezioni- fonti ospedaliere- sarebbero risultati positivi anche una dottoressa dell’Area Covid e due operatori sanitari dell’Umberto I.




Siracusa. Covid-19, Unità Speciali per chi è in isolamento e quarantena: 40 medici in campo

Unità speciali di Continuità Assistenziale per la Sorveglianza Sanitaria dei cittadini in isolamento volontario o in quarantena. Le ha istituite l’Asp di Siracusa, in ottemperanza al decreto legge  del 9 marzo e alle direttive regionali.
Le Unità speciali intervengono su richiesta del medico di medicina generale, del pediatra di libera scelta, del medico di guardia medica o del Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda.
Per la composizione delle USCA l’ASP di Siracusa ha interpellato i medici inseriti nelle graduatorie regionali e aziendali per la medicina generale, o iscritti al corso di formazione in medicina generale, anche attraverso il fattivo contributo dell’Ordine dei Medici. All’avviso hanno risposto più di 40 medici e questo ha consentito di creare al momento 6 unità così suddivise: 2 per il Distretto di Siracusa, 2 per il Distretto di Noto, 1 per Lentini e 1 per Augusta.
Compito principale delle equipe è la gestione domiciliare dei pazienti in isolamento con possibile infezione da Coronavirus già conosciuti dall’Azienda o che vengono segnalati dal proprio medico di fiducia sia asintomatici o perché presentano una sintomatologia che depone per il sospetto di infezione; l’attività svolta oltre a quella clinica potrà comportare l’esecuzione del tampone necessario per la diagnosi.
Nel caso di assenza di sintomi o di una sintomatologia lieve, i pazienti vengono monitorati giornalmente con il triage telefonico e qualora alla visita domiciliare la sintomatologia sia indicativa di un impegno polmonare o peggiori nel corso del monitoraggio, viene attivato il servizio 118 per il conseguente ricovero ospedaliero.