Prove di dialogo nel Centrodestra, primi “si” all’appello di Forza Italia

“Prima l’Italia”, almeno per la componente che fa riferimento a Vincenzo Vinciullo, risponde “presente” all’invito di Forza Italia.
Dopo l’appello lanciato dal segretario cittadino, Gianmarco Vaccarisi, l’ex deputato regionale accoglie con favore la proposta di ricompattare il Centrodestra siracusano in vista del prossimo appuntamento elettorale: le amministrative di Giugno.

“Dalle ultime elezioni comunali della città di Siracusa-ricorda Vinciullo- il tavolo del Centrodestra non si è più riunito. Non si può continuare a perdere tempo. La città vive una situazione drammatica. Per questo motivo è necessaria una risposta comune di tutto il Centrodestra e dei movimenti civici e delle associazioni che si vogliono accostare a un progetto politico alternativo all’attuale amministrazione”.
L’idea di Vinciullo è quella di “elaborare un progetto comune, dopo anni in cui non si è avuta la possibilità di dialogare e ragionare su grandi temi. E’ difficile- riconosce Vinciullo- ma indispensabile se amiamo la nostra città”.

La necessità di ritrovare coesione è posta in evidenza anche da Paolo Romano di Fratelli d’Italia.

“In un contesto politico locale così frazionato dove l’uomo solo al comando ha causato non solo degrado e mala gestione dell’amministrazione ma anche disaffezione alla politica e alla cosa pubblica- sostiene l’ex presidente della circoscrizione Cassibile- la città, con il suo variegato territorio, ha bisogno di una alternativa valida, credibile e soprattutto capace di ridare quel ruolo da capofila, che negli ultimi 10 anni è venuto a mancare”.

Secondo Romano, il Centrodestra ha “l’obbligo di provare a mettere da parte singole velleità, seppur legittime, e creare una coalizione, in linea con i risultati regionali e nazionali, capace di dare un sindaco, un consiglio comunale e un’amministrazione all’altezza della grande storia che Siracusa rappresenta nel mondo”.




Incendio nella dependence di via Elorina: due avvisi per omicidio colposo

Avviso di conclusione indagini preliminari per due uomini, un 46enne ed un 44enne accusati di  omicidio colposo, lesioni colpose, delitti colposi di danno in cooperazione. Un altro uomo, invece, un imprenditore di 57 anni, dovrà rispondere di violazione della normativa in materia di prevenzione incendi.

Questi gli avvisi emessi dalla Procura della Repubblica di Siracusa e notificati dall’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico.
I fatti risalgono al 30 settembre 2021, quando a causa di una fuga di gas, una piccola abitazione, adibita a dependance per i dipendenti di un’azienda agricola di  Via Elorina, è andata completamente distrutta. La deflagrazione ha cagionato la morte di un uomo e di una donna, lesioni gravissime (ustioni di 3° e 4° grado) a una terza persona e ustioni di secondo livello ad altri due soggetti rimasti coinvolti.
Secondo quanto emerso nel corso delle indagini preliminari, anche alla luce delle ricostruzioni della dinamica dell’evento effettuate Vigili del Fuoco del Nucleo Investigativo di Palermo e del Comando Provinciale di Siracusa, l’esplosione sarebbe da imputare alla condotta negligente, imprudente e, in special modo, imperita degli indagati, i quali, nell’installazione del dispositivo che avrebbe dovuto fornire di gas l’unità abitativa, avrebbero omesso sia di applicare un riduttore di pressione di secondo livello, necessario ai fini della regolazione della pressione in entrata, sia il successivo collaudo di sicurezza dell’impianto.
Questa contingenza avrebbe determinato il formarsi all’interno del vano cucina di una sacca di gas, un‘atmosfera infiammabile, che è esplosa a causa dell’innesco derivante dall’attivazione di un interruttore di energia elettrica. L’onda d’urto che ne è derivata ha travolto le persone presenti all’interno e all’esterno dell’abitazione con le conseguenze per l’incolumità fisica delle stesse sopra descritte.
Dal quadro investigativo è emersa la violazione della normativa in materia di prevenzione incendi (ex artt. 16 e 20 D.lgs 139/2006) da parte del rappresentante legale dell’azienda agricola, l’uomo di 57, destinatario del provvedimento.




Whatsapp down, ripristinato il servizio dopo quasi due ore di “silenzio”

I primi disagi sono iniziati ieri. Le segnalazioni, da ogni parte del mondo, parlavano del mancato funzionamento del più importante sistema di messaggistica, Whatsapp, di proprietà di Meta (Facebook).

Questa mattina, l’apice, con un “down” pressoché totale, che comporta la disconnessione di milioni di italiani (ma il problema non riguarderebbe soltanto il nostro Paese).

Dalle 9 di oggi e fino alle 11 circa, migliaia di segnalazioni anche su  Downdetector, la piattaforma utilizzata proprio per far partire le comunicazioni di disservizi tecnologici.

La singolarità della questione starebbe nel fatto che i primi problemi si sono venuti a creare ieri, data indicata da Whatsapp come momento in cui alcuni dispositivi non avrebbero più supportato l’app.

Il servizio sta, adesso, tornando progressivamente operativo. Nelle prossime settimane potrebbero essere annunciate, tuttavia, secondo indiscrezione, delle novità.

 




Tariffe idriche, Mangiafico avanza un sospetto e accusa il Comune

“Non è un aggiornamento tariffario, sono aumenti indicati dall’Arera nel 2017 in base a indicatori che prendono in esame la qualità della gestione della risorsa idrica di una comunità sulla base delle perdite idriche, della qualità dell’acqua e delle interruzioni di servizio”.

Michele Mangiafico, leader di “Civico 4”, ricorda come Siracusa sia “al quarto posto in Italia per perdite idriche (67,6%), riporta 54 guasti importanti documentati negli ultimi 24 mesi, si caratterizza per una pessima qualità, a causa delle “elevate concentrazioni di cloruro di sodio”, dichiarate dallo stesso gestore in bolletta. Le politiche idriche dell’amministrazione comunale- prosegue Mangiafico- sono fallimentari- L’Arera, con un sistema di incentivi e di penalità, intende proprio colpire le Amministrazioni che non fanno bene il proprio lavoro e creare le condizioni per investimenti che riportino gli indicatori verso standard più adeguati”.

Il dubbio del leader di Civico 4 è che “I  cittadini pagano oggi per consentire un’anticipazione finanziaria alla società che gestisce il servizio idrico. Questi  soldi -si chiede,lanciando questo sospetto- dovranno essere restituiti quando la società non sarà più l’ente gestore del servizio idrico comunale (il cui capitolato dura solo due anni)? E da chi?”.

Mangiafico reputa tardiva la marcia indietro sulla ricerca del nuovo campo pozzi per migliorare la qualità dell’acqua”.

L’accusa di Civico 4 è chiara: “L’amministrazione fa pagare un proprio errore alla città senza comunicare in maniera trasparente”. 

I dubbi del movimento sono alimentati dalla delibera 6 del 2022 dell’Ati idrico, che – contestualmente al cosiddetto “aggiornamento tariffario” – delibera anche l’anticipazione finanziaria richiesta dalla Siam SpA per le maggiori spese per l’acquisto di energia elettrica, “anticipazione consentita solo se viene effettuato l’aggiornamento tariffario biennale. Siamo sicuri, quindi- conclude Mangiafico- che il Sindaco di Siracusa non si sia “svegliato” dopo cinque anni per aggiornare le tariffe per determinare le condizioni necessarie per l’anticipazione finanziaria a Siam di denari?”.




“Sicilia, Mediterraneo, Europa: le sfide dell’energia e della sicurezza”

Il ruolo della Sicilia nello scacchiere mondiale sul fronte della sicurezza militare e dell’energia. Questo il tema del meeting, organizzato dall’associazione Incontri a Siracusa, che si terrà a SIRACUSA dal 27 al 29 ottobre nella sede del Siracusa International Institute for Criminal Justice and Human Rights, dal titolo Sicilia, Mediterraneo, Europa: le sfide dell’energia e della sicurezza, organizzato dall’associazione “Incontri a Siracusa”. Gli interventi e gli ospiti del meeting
Sono previsti gli interventi dell’ex presidente del Consiglio ed ex presidente della Commissione europea, Romano Prodi, dell’ex Ministro degli affari esteri della Germania, Joseph Martin “Joschka” Fischer, che discuteranno del conflitto in Ucraina. Nella tre giorni di parlerà di difesa europea con i contributi di Guido Crosetto, ministro della Difesa; di Matteo Bisceglia, direttore generale di Occar, Michele Nones, vice presidente nazionale di Iai, di energia e geopolitica con Leonardo Bellodi, adjiunt professor Luiss Business School dialoga; dell’influenza russa con Orietta Moscatelli di Limes e autrice del libro “Putin e il puntinismo in guerra” dialoga con il Gen. Vincenzo Camporini, già capo di Stato Maggiore e del ruolo della Sicilia con l’ex ministro Calogero Mannino. A moderare i lavori il giornalista, Paolo Valentino, inviato del Corriere della Sera.
Il nuovo ordine mondiale
La recente invasione Russa dell’Ucraina ha impresso una forte scossa nella definizione del nuovo ordine mondiale aprendo a possibilità di escalation non facilmente governabili. L’evoluzione geopolitica da un sistema sostanzialmente unipolare ad uno multipolare, peraltro, sembra accentuare questo modello di conflittualità tra stati.
Inoltre, la nuova strategia della NATO e l’accelerazione dell’Unione Europea verso politiche legate alla Difesa rappresentano il segnale di un passaggio verso una situazione che potrebbe sfociare in conflitti distruttivi ad alta intensità non solo connessi alla sfera militare ma anche riconducibili alla mancanza di energia, cibo e risorse primari per le popolazioni di una larga fetta del pianeta.
La centralità della Sicilia
Il Mediterraneo e la Sicilia si trovano al centro di questa ondata di cambiamenti storici, culturali, economici. La centralità geopolitica dell’Isola, al centro dello specchio d’acqua che separa l’Eurasia e l’Africa, risale al 1869, anno dell’apertura del Canale di Suez senza contare che sullo Stretto di Sicilia passano le rotte che collegano l’Atlantico all’Indo-Pacifico. Il controllo della Sicilia è, e rimarrà centrale nella partita tra Stati Uniti e Cina, ma non solo (India, Turchia). Wolgang Goethe diceva: “La Sicilia è la chiave di tutto”. Non è un caso l’interesse cinese per l’isola manifestatosi addirittura con la presenza di Xi Jinping a Palermo nel marzo 2019.
Il ruolo della Sicilia nell’energia e nelle comunicazioni
La Sicilia è inoltre cruciale per l’Europa in due settori vitali: le comunicazioni e l’energia. Nell’isola italiana arrivano dall’Africa due importanti gasdotti ed è anche snodo nevralgico per le comunicazioni da e per il Medio Oriente e il nord Africa. Davanti alle coste siciliane c’è il Flag (Fiber-Optic Link Around the Globe) su cui viaggiano dati dall’Inghilterra al Giappone. A Palermo è presente un data center neutrale della Sparkle collegato a 18 cavi internazionali che fornisce connettività avanzata tra Medio Oriente, Africa e gli hub europei.
I siti militari nell’isola
La Sicilia è rilevante anche per la difesa europea e i rapporti transatlantici, in quanto ospita a Sigonella una delle basi americane più importanti al mondo, a Niscemi insiste il Muos (Mobil User Objective Sistem) parte di un sistema globale e che consente comunicazioni sicure per l’Europa, il Mediterraneo e il continente africano. Infine, Lampedusa e’ sede di un importante osservatorio radar, mentre ad Augusta vi è uno strategico porto militare.
Infine, nel triangolo Siracusano, tra Priolo, Melilli, Augusta vi è uno dei poli chimici più importanti d’Europa, mentre altre raffinerie sono presenti a Gela e a Milazzo.




Interrogatorio di garanzia per i poliziotti arrestati: in due fanno scena muta

Davanti al gip del Tribunale di Catania, interrogatorio di garanzia dei due poliziotti siracusani arrestati nei giorni scorsi. Secondo le accuse, sarebbero stati complici dello spaccio in combutta con esponenti della criminalità organizzata.
In collegamento video dal carcere di Caltagirone e di Santa Maria Capua a Vetere (Campania), dove sono detenuti, i due – Rosario Salemi e Giuseppe Iacono – difesi dall’avvocato Sebastiano Troia, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, facendo scena muta.
Ha, invece, fornito la sua versione dei fatti e respinto ogni accusa l’altra poliziotta coinvolta nell’inchiesta, Claudia Catania. La donna si trova attualmente ai domiciliari.
Stessa misura cautelare per il netino Vincenzo Santonastato che – secondo l’accusa – avrebbe fiancheggiato i poliziotti nelle loro manovre illecite. L’uomo ha preferito non rispondere alle domande.




I poliziotti arrestati, il pentito: “Sequestravano droga e la consegnavano a noi”

“Mi disse di preparare 10 buste da 50 grammi di mannitolo per poter fare lo scambio di droga dopo le analisi condotte a Catania sullo stupefacente sequestrato”. Il mannitolo (una sorta di diuretico) sarebbe poi stato utilizzato al posto dello stupefacente sequestrato che veniva, così, “recuperato”.
E’ solo uno dei passaggi delle rivelazioni di Cesco Capodieci sui rapporti con i poliziotti indagati a Siracusa, con l’accusa a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti e psicotrope, corruzione, peculato e falso in atto pubblico.
Nello specifico, la frase pronunciata dall’ex “re del Bronx” si riferisce ad uno dei poliziotti soprannominato “Occhi di Ghiaccio” e alle volte anche “Savastano”.
Nelle sue dichiarazioni, il collaboratore di giustizia riferisce di “appartenenti alle forze che sottraevano droga sequestrata, anche corpi di reato e si rendevano complici dello spaccio. Sequestravano stupefacente e lo consegnavano a noi”.
Vengono citati anche singoli episodi. In un caso, ad esempio, dopo un operazione antidroga, i poliziotti avrebbero consegnato al gruppo criminale 500 grammi di cocaina, dietro corresponsione di 20 mila euro. “In totale avrò dato 100 mila euro”, stima ancora Capodieci riferendosi a due dei poliziotti arrestati.
A loro carico, è stato disposto un sequestro preventivo di beni pari, rispettivamente, a 209.908 euro e 374 mila euro, cifre calcolate a seguito di indagini patrimoniali, prendendo in considerazione le entrate complessive dal 2001 al 2021 ed effettuando una serie di controlli incrociati con le banche dati a disposizione. A proposito di uno degli indagati, scrivono gli investigatori “risorse finanziare eccedenti a quelle frutto di redditi dichiarati”.
Un altro collaboratore di giustizia, Massimiliano Mandragona, con le sue dichiarazione lascia intendere che per i poliziotti infedeli vi fosse una sorta di stipendio. “Dal 2015 a 2017 ogni quaranta giorni consegnavamo 2000 euro. (…) Ci conveniva visto che ci avvisava di tutte le attività della polizia, dei carabinieri e della finanza riferendoci le informazioni che aveva in merito e che potevano danneggiare noi o il gruppo del Bronx”.




I poliziotti arrestati, nelle indagini il contestato legame con il boss dello spaccio

Un rapporto stretto, consolidato, fatto di rivelazioni, “consigli”, consegne di quantità di droga sottratta a quella sequestrata, soldi in cambio. Questo il quadro che emergerebbe dalla lettura dell’ordinanza del Gip del Tribunale di Catania, relativa alle misure cautelari adottate a carico  di tre poliziotti siracusani ed un cinquantenne netino
Le indagini della Direzione Distrettuale Antimafia hanno preso le mosse dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Cesco Capodieci, ma la Procura della Repubblica di Siracusa stava già conducendo approfondimenti sugli indagati. Capodieci, considerato il “re del Bronx”, collabora con la giustizia da gennaio 2021, poco dopo il suo arresto.
Dall’attività investigativa della Procura era emerso, nel biennio 2019-2020, il presunto stretto rapporto di vicinanza che legava due dei poliziotti indagati ai familiari di Capodieci che, in un primo momento si sarebbe rivolto ai due per tramite dello zio, allo scopo di essere informato sull’esito della promessa che gli avrebbero fatto, riguardo ad un possibile intervento dei magistrati per attenuare, nel giudizio d’appello, la pesante condanna ricevuta in primo grado nell’ambito del processo “Bronx”. Il tutto si basava sul presupposto che i due poliziotti avrebbero “passato” adeguate informazioni, anche in considerazione del contributo reso da Capodieci come fonte confidenziale alle indagini della Squadra Mobile.
Aspettative che non si sarebbero poi realizzate, tanto che Capodieci avrebbe iniziato a maturare l’intenzione di collaborare con la giustizia, venendo scoraggiato dagli stessi poliziotti, preoccupati – secondo gli investigatori – delle possibili conseguenze per loro stessi.
In quel periodo, allora, i due indagati avrebbero tentato di dissuadere, tramite la compagna, un altro capo del sodalizio criminale del “Bronx” che voleva iniziare a collaborare con la giustizia. Per evitare di perdere il controllo della situazione, i poliziotti arrestati avrebbero rivelato al gruppo criminale di intercettazioni in corso, telefoniche ed ambientali. E per essere ancora più convincenti, avrebbero persino “avvisato” uno dei loro interlocutori, detenuto nel carcere di Cavadonna, spiegando che se avesse collaborato lo avrebbero “buttato” e “dimenticato”, come già fatto con altri collaboratori.
Uno dei poliziotti, in particolare, si sarebbe proposto di gestire in prima persona la collaborazione di Capodieci sostenendo che avrebbe raccolto le sue dichiarazioni, presenziando agli interrogatori e attuando una strategia già possa in essere nel 2013 con un altro collaboratore di giustizia. Nel frattempo,  gli indagati pensavo di potersi così garantire il tempo necessario per predisporre una loro strategia “difensiva”, nel caso in cui qualcosa fosse andato “storto”. Ad esempio, iniziando a spiegare che Capodieci, ex confidente, era animato da intenti vendicativi per non avere ricevuto da loro l’aiuto su cui contava. Avrebbero, dunque, fornito spiegazioni “convincenti” per giustificare i contatti con l’uomo, in quanto loro informatore, avvicinando i colleghi della Squadra Mobile per carpirne notizie relative alle indagini in corso e sconfessare le voci che iniziavano a girare sul loro conto.
Intanto, un maresciallo dei carabinieri della Compagnia di Siracusa (non indagato), avendo buoni rapporti con la compagna di Capodieci, sarebbe riuscito ad indurlo alla scelta della collaborazione che, a causa di riferite intromissioni degli indagati e dei familiari, si sarebbe perfezionata solo nel gennaio 2021, poco prima dell’udienza finale del giudizio d’appello del processo “Bronx”.

foto archivio




I Villini: “Parco pubblico sprecato: pieno di immondizia, impossibile frequentarlo”

Un luogo collocato nel cuore della città, che potrebbe essere un gioiello e potrebbe ospitare nel tempo libero le famiglie, i bambini, i turisti. Un parco cittadino forse “sprecato” quello dei Villini, il Foro Siracusano.

Negli anni scorsi, era il 2019, le forze dell’ordine hanno in più occasioni effettuato in quell’area dei blitz, al fine di garantirne una pubblica fruizione sicura e tranquilla. In quel periodo, era Ottobre, le pattuglie delle Volanti controllavano, stazionavano, annotavano ed all’occorrenza intervenivano. Analogo lavoro veniva portato avanti dai Carabinieri e dalla Guardia di Finanza, anche con operazioni antidroga. Una operazione “sicurezza” discreta ma costante, che serviva per riportare sotto i livelli di guardia fenomeni come lo spaccio ed il vandalismo e privare di “linfa” vitale i gruppi criminali del territorio.

Eppure oggi i Villini si presentano in uno stato che definire di degrado è forse troppo poco. La segnalazione dell’avvocato Alessandro Cotzia, nella veste di cittadino e padre, lascia sicuramente l’amaro in bocca. “Sono rimasto allibito- racconta- Un luogo che si trova proprio di fronte al Pantheon è immerso nella spazzatura, le casette per i bambini sono invece rifugi per la notte per persone che le usano come ricoveri di fortuna. Questo è un parco pubblico, si affaccia sull’elegante Via Malta, eppure sono stato costretto ad allontanarmi: troppi sguardi tali da indurmi ad andare via”.




Tentata concussione, assolto l’ex sindaco di Priolo Antonello Rizza

Assolto l’ex sindaco di Priolo, Antonello Rizza. Per il Tribunale di Siracusa il fatto non sussiste. L’ex primo cittadino era accusato di tentata concussione.

E’ un’appendice dell’inchiesta della Procura della Repubblica Gettonopoli, abuso d’ufficio in quel caso l’ambito delle indagini, legate in particolar modo all’aumento del gettone di presenza da 30,99 a 129,11, euro,dal 2003, dei consiglieri comunali.

Nell’ambito di quell’inchiesta furono rinviate a giudizio 17 persone. Subentrò poi la prescrizione.
Il procedimento a carico di Rizza prendeva le mosse da quanto dichiarato dall’allora dirigente generale del Comune, secondo cui Rizza avrebbe operato pressioni perché non intervenisse sul danno erariale ai danni del Comune dopo una lettera dell’assessorato regionale delle Autonomie Locali in cui al dirigente sarebbe stato chiesto di controllare i costi dell’amministrazione ed in particolar modo quelli dei gettoni di presenza dei consiglieri.

L’accusa aveva chiesto una condanna a quattro anni di reclusione per Rizza, difeso dall’avvocato Domenico Mignosa.

“Garantisti 4- colpevolisti 0… Quarta assoluzione ,ì su Quattro diversi processi.ì- il commento dell’ex sindaco di Priolo-  Ringrazio il mio difensore Avvocato Domenico Mignosa, per l’inappuntabile e strepitosa difesa. Ringrazio  i giudici, per l’accurata, approfondita ricerca della verità. Ringrazio la mia famiglia, i miei figli , la mia straordinaria moglie, per aver sopportato per 10 lunghi anni, un fardello così pesante”.