Politiche giovanili, a Siracusa il primo appuntamento con la Commissione di Anci Sicilia

Siracusa ospiterà il primo appuntamento della neo costituita Commissione delle politiche giovanili di Anci Sicilia, l’associazione che raccoglie tutti i comuni della regione. Lo fa con un incontro informativo voluto dall’assessore comunale Giancarlo Pavano e che è dedicato a “Trasversalità delle politiche giovanili e servizio civile”. L’evento si terrà alle 10 di sabato prossimo (16 marzo) all’Urban Center di via Nino Bixio 1 ed è stato organizzato con la collaborazione di Anci Sicilia, Anci giovani, Siracusa Città Educativa e Servizio civile nazionale.

I lavori saranno aperti dai saluti del sindaco Francesco Italia e dell’ex ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina. Seguiranno gli interventi di: Paolo Amenta, presidente dell’Anci e sindaco di Canicattini Bagni; Delia Ginardi, segretario generale del Comitato interministeriale diritti umani; Giancarlo Bellina, vice presidente di Confindustria Siracusa. A relazionare saranno, invece tre assessori comunali alle Politiche giovanili: Giancarlo Pavano di Siracusa, Liana Cannata di Messina e Simone Digrandi di Ragusa, che è anche il presidente della Commissione regionale di Anci.

Il nuovo organismo dell’Associazione dei comuni è stato costituito per la prima volta una settimana fa e uno degli artefici principali di questa novità è stato proprio l’assessore Pavano, convinto che le scelte politiche in favore dei giovani, anche per spingerli a non lasciare le proprie città, possono risultare vincenti se sono il frutto di un ampio confronto di idee e di un approccio interdisciplinare. Un punto di partenza che ha trovato il favore del presidente dell’Anci Amenta e che ha portato alla nascita della Commissione.

«Ci auguriamo – afferma l’assessore Pavano – di riuscire nell’obiettivo di far diventare strutturali gli interventi finanziari a sostegno delle politiche giovanili cosi che tutti i comuni possano istituire appositi capitoli di bilancio per programmare interventi organici e duraturi nel tempo».

Per l’incontro di sabato è già confermata la presenza di un centinaio di amministratori di enti locali siciliani, in gran parte impegnati in attività rivolte ai giovani.




Mafia e armi, il gip convalida il fermo dei quattro della Borgata. Restano in carcere

Il Gip del Tribunale di Siracusa ha convalidato il fermo di Giuseppe Guarino, Corrado Piazzese, Luigi Scollo e Steven Curcio. Confermata anche la custodia cautelare in carcere, “per la sussistenza del rischio di fuga e della reiterazione di gravi reati, con l’uso di armi”, scrive il giudice. Il 5 marzo scorso il blitz della Polizia. Sono accusati di associazione mafiosa e porto illegale di armi.
Secondo quanto emerso dalle indagini, il reggente del gruppo sarebbe stato il 41enne Guarino, su incarico diretto di Alessio Attanasio. A Corrado Piazzese sarebbe toccata la gestione del traffico di droga; Luigi Scollo si sarebbe invece occupato dei proventi della bisca clandestina, mentre Steven Curcio avrebbe supportato il gruppo nelle varie azioni illecite.
Ci sono anche le dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, Luca Costanzo e Claudio Barone, tra gli elementi che hanno permesso agli investigatori di disegnare la mappa del gruppo Borgata che si riorganizzava, dopo le recenti operazioni che avevano duramente colpito il sodalizio. Dichiarazioni utili anche per disvelare alcuni degli interessi del clan, come il gioco d’azzardo. La bisca principale sarebbe stata alla Mazzarrona, nei pressi di via Cassia, “attiva” già a novembre dello scorso anno e per tutto il periodo dicembre-gennaio. Secondo quanto rivelato dai collaboratori di giustizia, la ripartizione degli utili era stabilita sulla base di precisi accordi, rispettosi anche di equilibri criminali di zona.
Dalle quasi 200 pagine dell’inchiesta, emergono anche diversi elementi “particolari”: i telefonini comprati in carcere per mantenere i contatti; tatuaggi da cancellare come atto di sottomissione per essere accettati nell’organizzazione e persino un piano di espansione a Floridia, con accordi in loco per gestire il traffico della droga nella cittadina del siracusano. E poi racconti di bagni con una nota bibita gasata al posto di acqua e sapone, per cercare di eliminare eventuali tracce di polvere da sparo. Si, perchè il sodalizio criminale aveva disponibilità di molte armi e almeno 6 pistole sono state sequestrate dalla Polizia. Non si sarebbero fatti molti scrupoli nell’usarle, come rivelano spezzoni di intercettazioni shock (clicca qui) e come nel caso dell’intimidazione di fine gennaio, con diversi colpi esplosi all’indirizzo di una finestra di un’abitazione di via San Metodio, nei pressi della centrale piazza San Giovanni.
Nel corso delle indagini, emerse condotte tipiche dell’associazione di stampo mafioso come l’assistenza familiare ai detenuti, il pagamento degli stipendi agli associati, la mutua assistenza con altre organizzazioni criminali, l’attivismo anche in carcere e persino la cooptazione di alcuni appartenenti a clan di schieramenti opposti nel gruppo della Borgata.




Mense scolastiche, accuse delle mamme sui social. Il gestore : “Accuse diffamatorie e calunniose”

La Grande Ristorazione s.r.l, che gestisce il servizio di refezione scolastica negli istituti comprensivi di Siracusa, non ci sta. Dopo le pesanti accuse lanciate da un gruppo di mamme di alunni del Raiti, chiamate a raccolta dall’ex consigliere comunale Michele Mangiafico, la società chiarisce alcuni aspetti e parla di “dichiarazioni diffamatorie e calunniose, che ledono la dignità aziendale”. “L’azienda-spiega l’amministratore delegato, Corrado Spataro-  prepara e serve quotidianamente oltre duemila pasti per i bambini delle scuole siracusane. La qualità dei prodotti, la salubrità degli ambienti in cui il cibo viene conservato e preparato, la correttezza dei disciplinari richiesti sono tutti fatti certificati dalle decine di controlli a cui la Grande Ristorazione viene sottoposta costantemente, come è giusto che sia. I verbali redatti al termine delle attività ispettive condotte sia dai Carabinieri del NAS che dai tecnici del SIAN, in tempi diversi e sino allo scorso giovedì, confermano l’assenza di contestazioni o problematiche di sorta nella nostra catena di lavorazione, produzione e consegna. Pertanto invitiamo l’esiguo numero di mamme che si sono prestate ad affermazioni gravemente diffamatorie nei confronti della società Grande Ristorazione a valutare il peso di quanto sostenuto senza alcun fatto concreto a provarlo”. Eppure le mamme che hanno espresso il proprio disappunto durante la diretta social delle scorse ore parlavano di “cibo immangiabile” e di “grande disagio manifestato dai bambini, tanto da farsi venire a prendere prima”, pur di evitarsi quei pasti.
“Pur comprendendo come ogni mamma sia estremamente scrupolosa per ogni cosa che riguarda il proprio figlio-replica l’amministratore delegato-tale atteggiamento non può giustificare affermazioni calunniose e che ledono la dignità aziendale. Qualora vi fosse realmente stata una qualche circostanza degna di analisi, avremmo immediatamente ricevuto le doglianze delle Commissioni Mensa che, a differenza di quanto sostenuto da alcuni, esistono e funzionano perfettamente. E sarebbe bastato consultarle prima di lanciarsi senza paracadute nella diffamazione”. Poi qualche numero. “Da quando il servizio mensa è curato da Grande Ristorazione -spiegano i vertici- il numero dei pasti ordinati quotidianamente è raddoppiato rispetto a quello degli anni precedenti. Segno di evidente gradimento verso il servizio e la sua qualità, su cui massima è la nostra attenzione. Sia le Istituzioni che la società Grande Ristorazione si sono sempre dimostrate aperte ad ogni tipo di confronto. Nei giorni scorsi, presso l’istituto Einaudi, l’ultimo incontro dedicato alle problematiche dell’alimentazione scolastica, con l’intervento anche del SIAN, volto a fornire tutte le delucidazioni sui parametri in base ai quali vengono scelti i menù ed i rigidi parametri nutrizionali che devono rispettare. Curiosamente, proprio l’istituto comprensivo Raiti, oggi tanto accalorato nel lamentare presunta scarsa qualità, ha declinato l’invito”. La società chiede, a fronte di tutto questo, “pubbliche scuse da parte di Michele Mangiafico, anche a nome delle 200 persone che ogni giorno svolgono il loro lavoro con il massimo impegno”.
Foto: repertorio, a titolo esemplificativo



Sanità pubblica, confronto sul tema tra il presidente di Anci Sicilia e Osservatorio Civico

(c.s.)L’Osservatorio Civico di Siracusa, presieduto da Salvo Sorbello, ha incontrato il presidente regionale dell’Anci e sindaco di Canicattini Bagni, Paolo Amenta. Era presente anche Donatella Lo Giudice, vicepresidente dell’Osservatorio Civico.
È stato fatto il punto su diversi aspetti della sanità pubblica: dal nuovo ospedale di Siracusa alle Case della Comunità, agli Ospedali di Comunità e alle Centrali Operative Territoriali, previsti dalla Missione 6 del PNRR.
Paolo Amenta ha sottolineato l’importanza per i Comuni di stimolare il dialogo con i rappresentanti della partecipazione civica, come peraltro previsto dall’art. 118 della Costituzione, mentre Salvo Sorbello ha illustrato le finalità dell’Osservatorio Civico, che si propone di monitorare e promuovere la trasparenza, la partecipazione e la responsabilità delle istituzioni pubbliche, in particolare dei comuni e che sta riscontrando una lusinghiera attrattiva nell’opinione pubblica provinciale.
“E’ interesse di tutte le comunità locali – ha affermato il presidente Amenta – incoraggiare il dibattito e il confronto sulle strategie dei comuni, valorizzando il ruolo della società civile e delle positive esperienze di monitoraggio come nel caso dell’Osservatorio Civico di Siracusa, di rendicontazione e comunicazione delle azioni pubbliche, favorendo lo scambio di esperienze, competenze e risorse, anche per rafforzare il senso di appartenenza e solidarietà tra le comunità”.




Sant’Antonio di Padova, si conclude la visita del busto reliquiario con arcivescovo e sindaco

Con l’Eucaristia delle 18:00, presieduta dall’Arcivescovo, Mons. Francesco Lomanto e la concelebrazione di Mons. Giansiracusa, Don Davide Di Mare ed altri sacerdoti, si chiudono le celebrazioni dedicate a Sant’Antonio da Padova, nell’omonima parrocchia della Pizzuta.
La Messa sarà seguita dalla  processione con il Busto Reliquiario nel piazzale antistante la chiesa con cui l’evento sarà chiuso. Alla cerimonia prenderanno parte il sindaco, Francesco Italia, una delegazione della Polizia  Municipale con il Gonfalone della Città, la Polizia, i Cavalieri e de Dame del Santo Sepolcro.
Numerosi i fedeli che, in questi giorni, hanno reso omaggio a Sant’Antonio. Migliaia le candele accese durante questa settimana di preghiera intensa. La chiesa è rimasta sempre illuminata, simbolo di un faro per i fedeli. Fiori, Messe molto partecipate.
Il busto reliquiario di Sant’Antonio di Padova, usualmente custodito nel Santuario di Messina, è arrivato la scorsa settimana, scortato dalla Polizia. Rare le sue missioni in altre città e parrocchie. Siracusa è stata, dunque, un’eccezione.
“Il busto reliquiario è stato realizzato a Padova e richiesto dalla nostra basilica a Messina”, racconta don Mario Magro, rettore del Santuario dedicato a Sant’Antonio nella città dello Stretto. “E’ un busto con l’immagine del bambino Gesù in braccio al Santo, come da iconografia tradizionale. All’interno c’è una reliquia che è ex corpore, ex cute di Sant’Antonio, prelevato nelle ultime ricognizioni sul corpo. Anche la reliquia è un dono della basilica di Padova a Messina. Non va normalmente in giro, in pellegrinaggio, perchè c’è già la basilica di Padova che fa questo, loro sono i custodi del corpo”. Ed anche questa frase spiega l’eccezionalità di queste giornate a Siracusa.
“E’ stata un’accoglienza calorosa – confida don Mario – vedevo le espressioni della gente rivolte al busto, erano tipiche della pietà popolare”. I volontari della parrocchia, gli scout, centinaia di fedeli e devoti. Non è un mistero che in Sicilia sia particolarmente forte il culto di Sant’Antonio. A Messina, ogni anno a giugno, si contano a migliaia le presenze. “Nella storia della Chiesa, lui ha fatto straordinari miracoli. Le piccole e le grandi cose. Per cui nella mentalità popolare è subito divenuto un santo miracoloso, che fa grazie. Ecco allora che devozione e culto crescono all’inverosimile, in ogni parte del mondo. Ed anche in certi Paesi che non sono cristiani si vede gente di altre religioni che venera e onora questo grande Santo. Forse l’unico venerato anche da altre religioni”, spiega ancora il rettore del Santuario messinese di Sant’Antonio di Padova.
Il senso della sua visita a Siracusa? “Sant’Antonio è un messaggero di pace. I suoi insegnamenti sono la via maestra per diventare tutti uomini di pace, artigiani di pace. E sappiamo bene come gli uomini di oggi abbiano bisogno di pace, di una comunità unita e fede”.




Giornata internazionale della Donna: eccellenze a confronto al convegno di Isab

“La Donna nel Lavoro: un valore per la Società”.

E’ il tema di un convegno organizzato dalla Direzione generale di Isab, che si è svolto questa mattina nella location del Dopolavoro di via Garrone, a Città Giardino.

Un modo per focalizzare, nella Giornata Internazionale della Donna, aspetti importanti del rapporto donna-lavoro (ma non solo), non attraverso concetti astratti o comunque teorici, ma attraverso la testimonianza di due donne che, ciascuna nel proprio ambito, hanno raggiunto risultati tali da farne delle eccellenze.

Le esperienze, il vissuto, le opinioni dell’ex Ministro Stefania Prestigiacomo e della Docente associata di Chirurgia Vascolare dell’Università di Catania, Chirurgo Vascolare, componente dell’equipe che nel 2020 ha eseguito il primo trapianto di utero in Italia, hanno fatto da filo conduttore di un momento di approfondimento e riflessione concreto e particolarmente interessante.

Ricco di spunti anche il messaggio della Presidente del Tribunale di Siracusa, Dorotea Quartararo che, sebbene trattenuta da improrogabili impegni istituzionali, ha voluto affidare ad una lettera alcune riflessioni sulla condizione delle lavoratrici, sulla necessità che la società civile e le istituzioni con responsabilità sociale, insieme alle imprese, promuovano il rispetto per la persona”.

L’incontro, destinato ai dipendenti della società, è stato un omaggio alle lavoratrici della società- oggi molto più numerose rispetto al passato -e un’occasione, senza distinzione di genere, per affrontare tematiche della vita quotidiana oltre che professionale, senza alcuna retorica, entrando nel cuore delle questioni e immaginando, laddove necessario, nuovi percorsi.

Moderatrice del convegno, la giornalista Oriana Vella di FMITALIA e SiracusaOggi.

Nel corso del suo intervento, il direttore generale di Isab Bruno Martino ha evidenziato la promozione, da parte di Isab, della parità di opportunità per l’accesso al lavoro ed ai percorsi di carriera in un’ottica che mette al centro la persona e volta al benessere delle sue risorse ed al bilanciamento tra la vita professionale e quella personale.  E per il futuro si prospetta anche la possibilità che posizioni aperte sul fronte degli impianti possano essere affidate a lavoratrici. Sostenibilità è la parola, il tema, l’impegno che caratterizza il 2024 .

Non sono mancati riferimenti alle leggi alle quali, da parlamentare e da ministro, hanno visto un impegno concreto di Stefania Prestigiacomo: da quella con cui il reato di violenza sessuale sulle donne è diventato reato contro la persona e non più contro la moralità pubblica e il buon costume, alla legge leggi che, all’introduzione delle quote rosa per la rappresentatività nelle assemblee elettive nel 2001.

Alessia Giaquinta ha raccontato di un mondo accademico in cui le donne devono spesso dimostrare di più dei colleghi uomini, di scelte che alcune colleghe hanno dovuto fare per non dover rinunciare alla loro professione ma nemmeno alla gestione della famiglia, ripiegando su ruoli meno impegnativi. Ha parlato però anche di passione che porta a risultati straordinari, come quel primo trapianto di utero che poco dopo è diventato una gravidanza: soddisfazioni ma anche emozioni.




Reiterate evasioni e furto, arrestato 27enne di Floridia

Un 27enne è stato arrestato dai Carabinieri di Floridia, in esecuzione di un provvedimento di aggravamento della misura cautelare emesso dalla Corte d’Appello di Catania, per essere gravemente indiziato di reiterate evasioni e di furto in concorso commesso in danno di una ditta di veicoli industriali mentre era sottoposto alla misura cautelare.
I militari hanno prontamente segnalato le violazioni all’Autorità giudiziaria che ha emesso il provvedimento di aggravamento a seguito del quale il 27enne è stato condotto presso il carcere “Cavadonna” di Siracusa.




Rilancio del polo industriale, piano Isab da 750 milioni. I sindacati: “Strategia importante”

Isab mette in campo un piano da 750 milioni di euro. Due le linee di intervento per il rilancio: una per rendere più efficienti gli impianti esistenti e l’altra per realizzare un nuovo sito destinato alla produzione di carburanti sostenibili per aerei (Saf). Come anticipato da Il Sole 24 Ore, la società ha progettato nei mesi scorsi una spesa pari a 350 milioni di euro per l’efficientamento e la riqualificazione di alcuni “pezzi” degli impianti Sud e Nord. I fondi dovrebbero arrivare attraverso la garanzia pubblica Sace in modo da garantire l’apertura delle linee di credito necessarie. Si attende a fine marzo il decreto del Ministero Economia e Finanze, cui sono stati già trasmessi i progetti. L’obiettivo di questo intervento è ottenere un ulteriore abbassamento del livello di emissioni di Co2.
C’è poi anche il piano per la costruzione di un nuovo impianto per la produzione di carburante sostenibile per combustibili sostenibili e per aerei e – in parallelo – la realizzazione di una linea per idrogeno verde, ottenuto con energia rinnovabile. Il valore del progetto è di 400 milioni di euro.
“Noi apprezziamo le dichiarazioni dell’azienda e riteniamo importante la strategia per il futuro della raffineria e dell’intera area industriale”, commenta Andrea Bottaro (Uiltec). “Vogliamo che gli impegni presi dal governo nazionale e regionale si traducano in fatti, rapidamente. E chiediamo a Confindustria ed a tutti i soggetti interessati un confronto con tutte le aziende dell’area industriale, per ragionare sull’assetto futuro del petrolchimico più grande d’Italia”.




Clan Borgata, collaboratori di giustizia e intercettazioni “disegnano” ruoli e attività

I ruoli all’interno del gruppo criminale della Borgata erano chiari e sono stati ricostruiti dalla recente inchiesta della Dda di Catania e della Polizia di Siracusa. Quattro le persone arrestate. Secondo quanto emerso dalle indagini, il reggente del gruppo sarebbe stato il 41enne Giuseppe Guarino, su incarico diretto di Alessio Attanasio. A Corrado Piazzese sarebbe toccata la gestione del traffico di droga; Luigi Scollo si sarebbe invece occupato dei proventi della bisca clandestina, mentre Steven Curcio avrebbe supportato il gruppo nelle varie azioni illecite.
Ci sono anche le dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, Luca Costanzo e Claudio Barone, tra gli elementi che hanno permesso agli investigatori di disegnare la mappa del clan che si riorganizzava, dopo le recenti operazioni che avevano duramente colpito il sodalizio. Dichiarazioni utili anche per disvelare alcuni degli interessi del clan, come il gioco d’azzardo. La bisca principale sarebbe stata alla Mazzarrona, nei pressi di via Cassia, “attiva” già a novembre dello scorso anno e per tutto il periodo dicembre-gennaio. Secondo quanto rivelato dai collaboratori di giustizia, la ripartizione degli utili era stabilita sulla base di precisi accordi, rispettosi anche di equilibri criminali di zona.
Dalle quasi 200 pagine dell’inchiesta, emergono anche diversi elementi “particolari”: i telefonini comprati in carcere per mantenere i contatti; tatuaggi da cancellare come atto di sottomissione per essere accettati nell’organizzazione e persino un piano di espansione a Floridia, con accordi in loco per gestire il traffico della droga anche nella cittadina del siracusano. E poi racconti di bagni con una nota bibita gasata al posto di acqua e sapone, per cercare di eliminare eventuali tracce di polvere da sparo. Si, perchè il sodalizio criminale aveva disponibilità di molte armi e almeno 6 pistole sono state sequestrate dalla Polizia. Non si sarebbero fatti molti scrupoli nell’usarle, come rivelano spezzoni di intercettazioni shock (clicca qui) e come nel caso dell’intimidazione di fine gennaio, con diversi colpi esplosi all’indirizzo di una finestra di un’abitazione di via San Metodio, nei pressi della centrale piazza San Giovanni.
Nel corso delle indagini, emerse condotte tipiche dell’associazione di stampo mafioso come l’assistenza familiare ai detenuti, il pagamento degli stipendi agli associati, la mutua assistenza con altre organizzazioni criminali, l’attivismo anche in carcere e persino la cooptazione di alcuni appartenenti a clan di schieramenti opposti nel gruppo della Borgata.




“Ci vogliono i morti”, le intercettazioni shock dell’inchiesta su mafia e armi a Siracusa

“Bum, bum! Punirne uno per educarne cento”. Era questa la filosofia del sodalizio criminale della Borgata, ritenuto vicino al clan Bottaro-Attanasio. La frase viene ascoltata e registrata durante le indagini, svolte anche con il ricorso ad intercettazioni ambientali e telefoniche. Parole che testimoniano come il gruppo non avesse troppi problemi ad utilizzare armi da fuoco.
“Noi abbiamo armi caro mio…che neanche…”, si vanta uno dei fermati. “Ora sai cosa ci è capitata, cosa ci hanno regalato la 44 Smith!”, aggiunge un altro. La disponibilità di armi non era un problema: “Io ho una 9 ed una 6, ma queste sono mie”, dicono ancora senza sapere di essere ascoltati dalla Polizia. E il consiglio è subito pronto: “E tu queste te le devi conservare”.
Con quelle armi dovevano dare vita ad una “politica” criminale decisa e violenta, per una escalation cui cui riprendere il “controllo” del territorio. La violenza non era un problema. “Oh compare…si può fare questa cosa…questa che dice (nome). Si deve fare ma non si deve sapere niente, con una scusa…ci vogliono i morti…lo vuoi capire o no? Ci vuole la guerra…e non si deve sapere non solo…non si deve sapere che siete voialtri. Per prenderti il paese ci vogliono i morti, perché il mercato è libero…”. Uno spazio in cui inserirsi. “Io… io la penso in quella maniera… appena che…bum bum! Punirne uno per educarne cento! Io ho quella teoria!”.