Il Siracusa cade in casa a distanza di tre mesi (fu il Potenza a violare il “De Simone” l’ultima volta) ad opera di un Trapani cinico, bestia nera degli aretusei ma dalla grande qualità. Gli azzurri ci hanno provato a ribattere colpo su colpo ai granata secondi in classifica, ma un po’ per sfortuna, un po’ per la forza dell’avversario, non sono riusciti a conquistare punti contro la squadra di Italiano.
Raciti è privo dello squalificato Rizzo, Italiano deve rinunciare agli infortunati Tulli e Golfo ma in campo vanno due squadre dall’atteggiamento offensivo anche se nella prima frazione non si registrano grosse occasioni. La prima è una doccia fredda per il Siracusa perché il portiere Crispino, che sette giorni prima aveva fatto miracoli contro il Catania, dopo un retropassaggio di Bertolo non riesce a rinviare in tempo e Nzola nella carambola mette in rete (quinta marcatura per il centravanti granata). Tuttavia però il Siracusa non accusa il colpo e alza il baricentro, anche se per arrivare dalle parti di Dini gli azzurri si affidano ad azioni personali: Cognigni (13’), Tiscione (25’) e Catania (28’) non sono però sufficientemente precisi. La gara si mantiene su ritmi alti perché il Trapani pressa molto in mezzo al campo e sugli esterni è molto veloce con Dambros e Ferretti ma gli aretusei non arretrano e arrivano al meritato pari al 40’: Tiscione calcia in area una punizione velenosa, Bertolo spizza e Catania fa centro da pochi passi per il settimo centro stagionale dell’attaccante.
Stesso copione in avvio di ripresa, partono meglio gli ospiti che al 10’ trovano nuovamente la via della rete dopo una veloce ripartenza che porta alla doppia conclusione Ferretti, prima traiettoria sulla traversa poi palla nuovamente all’esterno d’attacco che con una perfida traiettoria fa centro. Azione in fotocopia due minuti dopo, stavolta Crispino respinge la conclusione dell’autore del gol e allora Raciti corre ai ripari: dentro gli attaccanti Vazquez e Talamo per un 4-2-4 spregiudicato alla ricerca del nuovo pari. C’è un po’ di frenesia nelle azioni offensive, Tiscione si fa apprezzare per caparbietà ma la sua punizione al 24’ da posizione defilata, non è precisa e si alza sopra la traversa. Più efficace il diagonale di Vazquez al 27’ che costringe Dini alla deviazione in angolo e dalla bandierina nasce un contropiede pericolosissimo per gli azzurri ma Fedato è egoista e calcia centrale (con due compagni liberi di colpire sugli esterni). Lo spettacolo aumenta, le due squadre si allungano e un minuto dopo ancora occasione per il Siracusa: Tiscione arriva sul fondo e sul traversone in mezzo arriva Talamo ma la sfera termina sul fondo. La fatica nel finale si fa sentire, molti accusano crampi (la trasferta di Pagani è stata molto dispendiosa) e il Trapani fa valere la miglior qualità con un palleggio (e una grande occasione con Evacuo nel finale sventata da Crispino) che non permette agli azzurri praticamente di toccare palla per quasi 7 minuti, fino al triplice fischio finale.