Magazzino di cocaina in casa, valeva 25 mila euro: donna presunta pusher in manette

Donna presunta pusher in manette. Deteneva in casa cocaina che sul mercato avrebbe fruttato 25 mila euro circa. Consistente il quantitativo nascosto nel cassetto di un comodino della sua abitazione.  Ieri, nel corso di servizi mirati al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti, gli agenti del Commissariato  di Lentini hanno arrestato una giovane di 29 anni, incensurata. Durante un controllo su strada, la donna è stata trovata in possesso di 7,5 grammi di cocaina, già suddivisa in 6 dosi. Nella sua abitazione, ulteriori 170 grammi di cocaina, nascosti all’interno di un comodino della camera da letto.
La donna, su disposizione dell’autorità giudiziaria, è stata posta ai domiciliari.




Siracusa. Riapertura delle scuole: in provincia troppe difficoltà, famiglie nel caos

Deludono, almeno in parte, le decisioni assunte dal Governo per la riapertura delle scuole. Le parole del premier Giuseppe Conte e del ministro Lucia Azzolina aprono una serie di scenari di difficile applicazione, secondo i dirigenti scolastici, nel territorio. Chiara da questo punto di vista la dirigente scolastica del liceo Einaudi Teresella Celesti. “Ci saremmo aspettati misure differenziate- ammette- magari sulla base delle diverse situazioni che si registrano nelle regioni quanto a contagi. In Sicilia, ad esempio, speravamo che potessero essere attuate forme meno restrittive e più costruttive”. La dirigente Celesti ricorda che “certamente occorrerà adesso fare i conti con una nuova tipologia di convivenza con il Covid”. Nel territorio, alle difficoltà che riguardano tutti, si aggiungono quelle specifiche, legate ad esempio, per gli istituti superiori, alle condizioni in cui versa l’ex Provincia, oggi Libero Consorzio, dal  punto di vista finanziario. “Difficilmente- fa notare la dirigente scolastica- potrà farsi parte utile. Lo stiamo facendo noi, per tentare di accedere a fondi che possano essere utilizzati per le nuove esigenze delle scuole.  Difficile immaginare di poter essere pronti per settembre”. Il problema più serio sarà la necessaria “alleanza da creare tra scuola e genitori. Gli ingressi diversificati, gli eventuali doppi turni non credo affatto siano compatibili con l’organizzazione delle famiglie e sociali. O si lavora, o si occupa dei figli, soprattutto i minori, che non hanno nemmeno la possibilità di spostarsi in autonomia”. Potrebbe essere utile, secondo la preside siracusana, un potenziamento della rete dei trasporti interni alla città e per i pendolari. “Anche in questo caso, tuttavia, dobbiamo fare i conti con situazioni locali che di certo non consentono di attuare tutto questo in tempi celeri. Gli enti locali, peraltro,sono pachidermici. Al Comune, e nel dettaglio al sindaco, Francesco Italia, ho chiesto uno sforzo in più, ma pare che i fondi non siano ancora arrivati”. Molto dipenderà dalla disciplina di studenti e delle loro famiglie, a partire dalla necessità, se non si è in perfette condizioni di salute, di non presentarsi a scuola. L’istituto retto dalla dirigente Celesti ha acquistato termoscanner con telecamere. Cambieranno le regole di accesso ai locali scolastici, tutti perfettamente in fila, ad esempio. Molto più complesso, se non impossibile, far rispettare la distanza sociale di un metro tra i ragazzi. “Anche per altre proposte, come i gruppi di apprendimento- prosegue la dirigente- occorrerebbe rendersi conto che servirebbe il doppio del personale”. Insomma, tutto lascia presagire che si prospetta un altro anno scolastico di non semplice gestione. La certezza è la data di inizio delle lezioni, il 14 settembre prossimo. Il resto sarà organizzato proprio in queste settimane. Nell’aria anche l’idea di provvedere alla realizzazione di nuovi moduli prefabbricati per avere gli spazi adesso necessari. Solo una proposta, al momento, sebbene la realizzazione preveda tempi brevissimi e costi abbordabili.




Siracusa. Furto, 37enne passa dai domiciliari al carcere di Brucoli

Aggravamento della pena per un uomo di 37 anni accusato di furto commesso lo scorso agosto. Dai domiciliari, passa alla custodia cautelare in carcere. L’arresto, ieri pomeriggio. Gli uomini della Squadra Mobile hanno così dato esecuzione ad un’ordinanza  emessa dalla Corte di Appello di Catania.Dopo le incombenze di rito, l’arrestato è stato portato nella Casa di Reclusione di Brucoli.




Turismo, Noto rilancia l'offerta: visite guidate e degustazioni nelle strutture ricettive

“Una stagione turistica ancora più impegnativa, quasi una sfida per quanti hanno investito nel settore considerate le restrizioni determinate dal Covid19”. Il sindaco di Noto, Corrado Bonfanti fa questa premessa per spiegare le azioni che l’amministrazione comunale ha deciso di avviare per sostenere “gli operatori turistici da un lato e rilanciare, dall’altro, un’offerta turistico-culturale di qualità che offra al turista non solo l’occasione di arrivare a Noto, ma anche un motivo valido per restarci, attraverso il racconto dei luoghi, della storia e della memoria di questa città. Da qui -questa la novità- la scelta di acquistare pacchetti di visite guidate da offrire ai viaggiatori attraverso le strutture ricettive che, a loro volta, si impegneranno ad offrire un percorso di degustazione enogastronomica direttamente nelle loro strutture o in collaborazione con le nostre cantine”. Coinvolte, dunque, le guide turistiche e le strutture ricettive. Sul sito del Comune è stata pubblicata la manifestazione di interesse a cui potranno partecipare le guide turistiche da cui verranno acquistati i pacchetti e le strutture ricettive intenzionate ad accreditarsi per ottenerli e metterli a disposizione dei propri ospiti che pernotteranno a Noto almeno per 3 giorni. C’è tempo fino al 6 luglio.




Siracusa. Bosco delle Troiane già secco? Polemiche sul progetto della barriera arborea

Il Bosco delle Troiane sembra deludere le aspettative. Le foto che un lettore di SiracusaOggi.it invia alla redazione sembrano parlare di un progetto fallito, dopo l’entusiasmo delle domeniche in cui la piantumazione, alla fine dello scorso anno, delle prime piante di specie autoctone destinate a diventare barriera arborea, aveva aperto belle prospettive. Lo scenario  adesso  sembra diverso e suscita qualche polemica. Il dubbio sollevato è che l’iniziativa sia stata abbandonata. Il progetto del Comitato Aria Nuova prevede la realizzazione, tra il Tribunale e Scala Greca, di un bosco che serva per abbattere l’inquinamento atmosferico ma che diventi anche luogo da fruire pienamente. Non un parco, un vero e proprio bosco, con le tipiche dinamiche naturali che questo comporta e i relativi vantaggi dal punto di vista ambientale. L’idea, sposata dal Comune, ha visto anche il coinvolgimento dell’Inda. Le prime piante furono messe a dimora con la partecipazione di assessori, consiglieri, associazioni e di quanti volontariamente hanno voluto fare la propria parte. A turbare l’atmosfera, poco dopo, la scoperta di un contenzioso con un privato, che rivendicava e rivendica il diritto di utilizzare in maniera esclusiva parte di quell’area in quanto concessa precedentemente alla sua associazione sportiva. La vicenda non è ancora conclusa. Bocche cucite al Comune sugli sviluppi. La cura delle piante, tuttavia, stando a quanto assicurano gli addetti ai lavori, non si sarebbe arrestata. Proprio ieri sarebbe stato effettuato un sopralluogo da parte degli esperti che si occupano della cura del bosco. Parlano di una perdita fisiologica di un certo numero di piante, come sempre accade dopo le piantumazioni. La ragione sarebbe legata ad un inverno poco piovoso, poi le piogge tardive. Nulla che abbia determinato la necessità di ricorrere a interventi di soccorso. E’ con l’estate che questi aspetti saranno valutati. Ovviamente, basandosi su quanto è visibile, sembra scontato parlare di uno scenario molto poco vitale.  Qualche difficoltà ci sarebbe, anche legata alla vicenda amministrativa e dunque alle modalità di accesso ai campi. Chiarimenti che possano aiutare a dipanare, almeno in parte, la matassa sono attesi nelle prossime ore.




Siracusa. Pd, Adorno: "Il rimpasto non è priorità, ricostruiamo il partito dai circoli"

Un partito da ricostruire e che non sembra intenzionato a battere i pugni per le poltrone. Il segretario provinciale, Salvo Adorno, fresco di elezione, non si nasconde dietro un dito e riconosce il lavoro impegnativo che la guida del Partito Democratico locale dovrà comportare da adesso in poi. Una forza politica che per anni è stata dilaniata da pesanti spaccature, culminate nella “diaspora” che ha condotto una parte verso Azione, un’altra verso Italia Viva. Apertura nei confronti dell’amministrazione comunale del capoluogo. “Voglio pormi in una posizione di dialogo- spiega Adorno- che si basi sui progetti per la città”. L’imminente rimpasto di giunta tiene banco negli ambienti politici di maggioranza, in attesa della ridistribuzione degli assessorati.  Ed anche dentro il Partito Democratico. Adorno, tuttavia, preferisce parlare di altre priorità . “Noi abbiamo una rappresentanza in giunta – ricorda- E’ giusto che l’assetto amministrativo  lo scelga il sindaco. L’impegno del Pd è quello di aiutarlo ad affrontare problemi, prospettive e lavorare alle potenzialità della città”. Lo scenario politico locale, in realtà, si è modificato rispetto ai mesi passati e il primo cittadino dovrà tenerne conto. Il segretario provinciale del Pd parla, intanto, dell’importanza di  “gettare le basi per la Siracusa del 2030, la città del post Covid”. Dopo la vittoria su Giovanni Giuca, sembra che i rapporti tra le due “anime” siano cordiali ma senza troppo trasporto. Uno scambio di messaggi di congratulazioni e ringraziamenti dopo l’esito del voto e la volontà, espressa da Adorno, di voler ripartire proprio dalla provincia. “Occorre ricominciare dai circoli- sostiene il neo segretario del Pd provinciale- e la mia linea è chiara: dentro i singoli circoli vanno discusse le questioni. Una voce univoca deve uscire dal circolo, anche se difforme rispetto alla voce del segretario provinciale”. Un messaggio che risulta abbastanza chiaro,lanciato a tutti coloro i quali, all’interno delle sezioni comunali, hanno condotto fino ad oggi guerre intestine, indebolendo di fatto il partito e togliendo autorevolezza.




Cassibile. "Chiuda subito la baraccopoli", pressing di Giorgia Meloni sul ministro Lamorgese

Non ci sono alternative per Giorgia Meloni: a Cassibile occorre chiudere la baraccopoli. L’interrogazione presentata dall’esponente di Fratelli d’Italia al Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese è finalizzata proprio all’ottenimento di tale misura, “trasferendo i migranti in altra sede e garantendo il pieno rispetto delle prescrizioni in materia di tutela della salute dei cittadini, con particolare riferimento alla diffusione del Covid-19”. Al caso tendopoli di Cassibile si accosta l’emergenza migratoria, per affrontare la quale cui Giorgia Meloni chiede al Governo approfonditi chiarimenti.

Una situazione fuori controllo quella descritta dalla deputata di Fratelli d’Italia nel testo della sua interrogazione. “Nelle ultime settimane si sono susseguite proteste dei cittadini residenti nei dintorni della baraccopoli abusiva posta a sud di Cassibile, dove alcune centinaia di extracomunitari vivono in condizioni disumane, con gravi disagi igienico-sanitari e nel degrado più totale- quanto ricorda Meloni-  La situazione nella baraccopoli è fuori controllo sia dal punto di vista igienico-sanitario sia da quello della sicurezza, rispetto alla quale i cittadini hanno segnalato, tra gli altri, episodi di furti e rapine, vicende di atti osceni in luogo pubblico, molestie di vario genere;
la questione della baraccopoli di Cassibile non è affatto nuova e, nel corso degli anni, non sono mancate le denunce e le segnalazioni alle autorità competenti, ma quest’anno, soprattutto in considerazione dell’emergenza sanitaria in atto merita un’attenzione particolare per evitare l’aggravarsi della situazione sul territorio; gli sforzi e i sacrifici messi in atto sinora dai residenti per contrastare e ridurre l’espandersi dell’epidemia rischiano di essere vanificati dalla presenza della baraccopoli, posto che diversi articoli di stampa e servizi televisivi hanno evidenziato come non siano attualmente garantite le condizioni per il rispetto delle disposizioni di sicurezza stabilite dal Governo e dalle ordinanze locali”. La parlamentare di Fratelli d’Italia evidenzia in più passaggi l’atteggiamento di accoglienza dimostrato negli anni dai residenti di Cassibile, “comunità votata all’accoglienza, pronta a sostenere gli ultimi o gli invisibili. Ma oggi, con l’emergenza sanitaria, per nulla superata, la situazione rischia di diventare insostenibile con possibili rischi per la tenuta dell’ordine pubblico, oltre che sul fronte socio-sanitario”. Al Ministro, la richiesta di avviare con urgenza tutte le iniziative necessarie per l’emergenza sanitaria in atto.




Siracusa. Precari Asp, slitta la stabilizzazione: "Annunci per coprire la gestione Covid"

Niente stabilizzazione dei precari dell’Asp di Siracusa nemmeno per questo mese. I sindacati di categoria esprimono rammarico per l’ennesimo slittamento, dopo “la tanto sbandierata stabilizzazione dei lavoratori. Quest’atto- protestano Enzo Vaccaro , segretario provinciale Cgil e Franco Nardi, responsabile della Funzione Pubblica-  del quale non comprendiamo le motivazioni, ci trova fortemente contrari perchè lo riteniamo sbagliato nel metodo e nel merito”. Indice puntato contro la direzione generale, che “non è mai stata capace a intrattenere rapporti e relazioni sindacali degne di questo nome e utili nel momento particolare che attraversa la nostra sanità”. Oltre a questo aspetto di metodo, il sindacato stigmatizza quelli di merito,  “perchè le giuste aspettative di tanti infermieri, tecnici,medici,fisioterapisti che lavorano da tanti anni con continuità ma con contratti a termine si aspettavano di essere stabilizzati così come previsto da leggi nazionali, così come promesso e annunciato su stampa e social vari dalla direzione generale nei mesi scorsi quando gli elogi per questi professionisti si sprecavano. Venivano chiamati “eroi” anche se poi venivano lasciati a lavorare in condizioni drammatiche e note a tutti”. Vaccaro e Nardi non escludono che “gli annunci roboanti della direzione generale con i  provvedimenti che hanno colpito alcuni “ agnelli sacrificali” venissero fatti per distrarre l’opinione pubblica rispetto alla spregiudicata gestione della pandemia covid-19 che ha messo a rischio la salute di tanti operatori sanitari che hanno contratto il virus in servizio diventando a loro volta veicoli di infezione, e l’intera provincia”. Su questo tema, il sindacato ha presentato anche un esposto alla Procura.  

A prescindere da tali considerazioni, secondo gli esponenti della Cgil, la “non stabilizzazione dei precari  è un errore strategico in quanto buona parte del personale sanitario potrebbe migrare verso altre strutture siciliane che  da tempo hanno attivato le procedure di stabilizzazione. La nostra provincia se dovesse trovarsi nel mezzo di una nuova ondata di contagi, situazione paventata da più specialisti del campo, si troverebbe con personale sanitario insufficiente”. La richiesta all’Asp è quella di rivedere subito la decisione assunta, “figlia soltanto di una direzione allo sbando in preda a una guerra tra vertici generali amministrativi, sanitari, attivando immediatamente le procedure di stabilizzazione”. –




Sit-in davanti al carcere di Brucoli, gli agenti penitenziari: "Violato il contratto, condizioni insopportabili"

Sit- in stamattina davanti al carcere di Brucoli. Tensione alle stelle tra i sindacati della polizia penitenziaria e la direzione della struttura. La protesta di oggi mirava a dire “no” ad un accordo che le sigle sindacali di categoria ritengono scellerato e non concordato. Richiesto un incontro con la direzione del carcere per “decidere del destino del personale di polizia penitenziaria nella struttura”. Le organizzazioni sindacali chiedono un accordo che sia condiviso con tutti i sindacati e non solo con una parte. “Nel caso in cui l’accordo non sarà annullato, citeremo la direzione per condotta anti-sindacale”- annunciano i rappresentanti degli agenti penitenziari. A spiegare le ragioni della protesta il presidente Sippe Alessandro De Pasquale




Droga a Melilli, operazione "Piazza Pulita" dei carabinieri: nuove "leve" spacciavano in centro

Un giro di spaccio di droga, orbitante nella zona del centro e in particolare in piazza Rizzo. E’ quanto hanno scoperto i carabinieri della stazione di Melilli.
Sei le persone denunciate alle quali i Carabinieri hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari per concorso in spaccio di stupefacenti.
Le attività, che sono iniziate nell’anno 2018 e si sono protratte per circa due anni, hanno monitorato le piazze di spaccio melillesi raccogliendo informazioni utili ad identificare i principali spacciatori attivi nel paese ed operanti nei più frequentati luoghi di aggregazione dei giovani.
È così emerso che attorno ai predetti soggetti gravitavano molti giovani che collaboravano nell’attività di spaccio, svolgendo funzioni di vedetta oppure occupandosi di prelevare lo stupefacente e di consegnarlo agli assuntori. Tali giovani, alcuni già noti ai Carabinieri del posto ed altri da considerarsi “nuove leve”, sostanzialmente assediavano Piazza Rizzo, praticando in essa lo spaccio di cocaina, hashish e marijuana.
Poco più che ventenni e sempre con berretto da baseball e occhiali da sole per non essere riconosciuti, solitamente utilizzavano applicativi di messaggistica come Whatsapp e Messenger per comunicare tra loro e non si curavano dell’identità degli acquirenti, cedendo stupefacenti anche a minorenni. La droga, che talvolta veniva consumata sul posto dagli assuntori, veniva occultata abilmente all’interno della biancheria intima indossata dagli spacciatori o utilizzando anfratti dei muri perimetrali delle abitazioni, grondaie ovvero i contatori dell’acqua.

Le indagini hanno evidenziato come i traffici illeciti stessero progressivamente degenerando in altre attività delittuose, come spesso purtroppo accade nelle realtà gravitanti intorno al mondo degli stupefacenti.

Si è infatti accertato che due dei giovani coinvolti nel “giro”, almeno in una circostanza, hanno commesso un furto all’interno dei locali della dismessa Consulta Giovanile, asportando materiale informaticI. Quel che però è apparso particolarmente allarmante è il fatto che il giro di spaccio, diventando sempre più vasto e frenetico, stava iniziando ad attirare gli interessi di soggetti criminali di più alto profilo, essendosi rilevati più volte episodi in cui alcuni degli spacciatori sono rimasti vittime di risse e pestaggi da parte di soggetti rimasti ignoti.

Per rendere l’idea del “giro” che i sei indagati avevano messo in piedi, si può fare riferimento ai principali riscontri operati dai militari nel corso delle indagini: il 4 ottobre 2018, un minorenne fu trovato in possesso di circa grammi 30 di hashish, suddivisi in 40 dosi, e della somma contante di euro cinquanta circa in banconote di piccolo taglio che fu anch’essa sequestrata poiché ritenuta provento di attività di spaccio; il 6 dicembre 2018 furono rinvenuti nell’abitazione di un soggetto coinvolto nel giro kg. 1,600 di marijuana, kg. 3,600 di hashish e grammi 30 circa di cocaina. Nel corso dell’attività di indagine, sono stati inoltre effettuati diversi altri riscontri dell’attività di spaccio che hanno portato complessivamente all’arresto di 3 soggetti ed al deferimento a piede libero di altri tre 3