Non luogo a procedere per il sindacalista Marco Faranda: “Una nuova partenza”

“Dopo tre anni e otto mesi di sofferenza è giunta all’epilogo la vicenda giudiziaria che mi ha riguardato. Ho sempre operato per il bene dei lavoratori che a me si sono affidati e che tuttora si affidano. Ciò che ho fatto è stato solo difendere, nella qualità di segretario responsabile sindacale, i diritti negati ad alcuni lavoratori. Oggi, grazie alla mia famiglia, ai miei avvocati Sebastiano Ricupero e Francesco Chiappa, e a tutti coloro che mi hanno sostenuto, sono tornato nello scenario sindacale più forte e più motivato di prima, con la consapevolezza che la verità e la giustizia trionfano sempre”. Marco Faranda, sindacalista, commenta la sentenza del Gup del Tribunale di Siracusa, la dottoressa Tiziana Carrubba, che ha disposto nei suoi confronti il non luogo a procedere.
Il 50enne sindacalista, che ricopriva il ruolo di segretario della Uilm Uil a Siracusa, è stato arrestato dalla polizia il 10 novembre del 2018 con l’accusa di estorsione. Tre giorni di carcere, poi tre mesi di arresti domiciliari. Insieme a Faranda era stato arrestato con la stessa accusa Roberto Getulio, a quel tempo segretario della Fim Cisl, difeso dall’avv. Glauco Reale. Anche per Getulio il gup ha disposto non doversi procedere.
Marco Faranda ha sempre avuto fiducia nella magistratura. E così prima è arrivata la derubricazione del reato da estorsione ad esercizio arbitrario delle proprie ragioni e poi il non doversi procedere.
“Siracusa è una città che abbandona spesso i suoi figli esponendoli talvolta a giudizi spesso troppo frettolosi ed anche per questo disposti facilmente all’errore – continua Faranda -. È accaduto a me. Grazie agli uomini di Stato che egregiamente operano, per e nel diritto, l’infamante accusa a me rivolta si è sciolta come neve al sole. Ho subito una misura cautelare che ha leso la mia dignità, procurando tanta sofferenza a me ed alla mia famiglia. La Procura di Siracusa, a seguito di un eccezionale lavoro investigativo, è riuscita a svuotare l’impianto accusatorio costruito nei miei confronti riconoscendo nei fatti il solo esclusivo interesse dei lavoratori e del sindacato. Grazie a tutti coloro che hanno creduto in me, alla mia famiglia, ai miei avvocati che mi sono stati sempre vicini anche nei momenti più bui. A quei pochi ma veri amici ed a tutti coloro che hanno capito, sin da subito, che per un vero sindacalista, soprattutto nei momenti di maggiore confronto con il datore di lavoro, ciò che di più conta sono i diritti dei lavoratori, le loro famiglie, la loro dignità di uomini e di donne”. Faranda è stato eletto alcune settimane fa segretario provinciale della Fismic Confsal (sindacato autonomo metalmeccanici e industrie collegate). “Oggi per me è una nuova partenza – conclude Faranda -, con nuovo entusiasmo, per continuare, come ha detto Papa Francesco, a “smascherare i potenti che calpestano i diritti dei lavoratori più fragili, a difendere la causa dello straniero, degli ultimi, degli “scarti””.

 




Controlli straordinari dei carabinieri ad Augusta e Carlentini: multe per 23 mila euro

Esercizi commerciali, 384 persone, 271 veicoli.E’ il bilancio di un’attività dei carabinieri della Compagnia di Augusta, impegnati nella zona di Agnone e in corrispondenza delle principali arterie stradali cittadine ed extraurbane. Militari anche in prossimità delle piazze e dei luoghi di intrattenimento.

Ad Agnone, il  posto fisso, istituito lo scorso 1° luglio, ha contestato 12 violazioni per: guida senza patente, guida di motoveicoli senza l’uso del casco protettivo, guida di veicoli senza la revisione periodica o privi di assicurazione RCA.

Tra le violazioni riscontrate, il mancato uso delle cinture di sicurezza, la guida senza casco e in qualche caso patenti scadute o mai conseguite, Rca scaduta, mancata revisione.

Il tutto per un importo totale di circa 23 mila euro, con la sottrazione di 56 punti dalle patenti di guida, il ritiro di 10 documenti di circolazione e 5 fermi/sequestri amministrativi di altrettanti veicoli.




D&G a Siracusa, per il Comune un “tesoretto” da 50 mila euro

Eventi per la città o interventi utili. In questo modo il Comune ipotizza di impiegare la somma versata dalla maison di Dolce&Gabbana per il decennale dell’Alta Moda a Siracusa tra suolo pubblico e tutti i servizi.
Si tratta di circa 50 mila euro, che non saranno- questo sembra chiaro- impiegati per un unico avvenimento (ad esempio un concerto importante) ma più probabilmente usati per diverse iniziative.
Nulla ancora di certo. Il sindaco, Francesco Italia non nasconde, tuttavia, che la sua idea sarebbe quella di evitare sprechi e trovare, al contrario, il modo per coprire più ambiti con la quota a disposizione, “qualcosa- spiega il primo cittadino- che sia comunque all’insegna dell’equilibrio. Altri comuni hanno compiuto scelte diverse dalla nostra in caso di eventi analoghi a quello che stiamo ospitando. Hanno, ad esempio, concesso patrocini onerosi. Hanno dato tutti gli spazi gratuitamente ritenendo che il ritorno d’immagine fosse già più che sufficiente. Nonostante sia indubbio questo aspetto a vantaggio di un territorio, nel nostro caso a vantaggio di Siracusa- aggiunge Italia- noi abbiamo ritenuto opportuno non seguire il loro esempio, sia per evitare polemiche e sia  perché è un evento privato e commerciale ed è giusto che si paghi per ciò che si utilizza. Nessuno, comunque, ci ha nemmeno chiesto di agire diversamente.
Qualche numero: 40 alberghi occupati, disseminati per la città e oltre, centinaia di fornitori, 300 persone del solo staff della maison in città già da settimane, 1700 ospiti, il numero più alto di sempre e che supera quello, fino ad oggi record, di Venezia.

Per la giornata di domani, la Ztl  di Ortigia sarà attiva dalle 13:00. La sfilata si svolgerà, com’è noto, in una Piazza Duomo off limits per qualche ora.




Si rompe una gamba in mare, giovane salvato dalla Guardia Costiera

La telefonata ha immediatamente attivato l’intero dispositivo di soccorso della Guardia Costiera di Siracusa. Disposta la missione S.A.R. (Search and Rescue) per la Motovedetta CP 323, con l’impiego di un’unità del servizio tecnico-nautico di pilotaggio con a bordo personale militare della Sezione staccata Santa Panagia della Capitaneria di porto di Siracusa.

Raggiunto il malcapitato, il comandante della motovedetta CP 323 ha disposto  l’impiego del rescue swimmer che, gettatosi tra i flutti, ha tratto in salvo il giovane issandolo a bordo.

L’intervento del rescue swimmer, (eccellenza del Corpo delle Capitanerie di porto) in forza alla Guardia Costiera Siracusana, si è dimostrato risolutorio in un tratto di mare caratterizzato dalla presenza di scogli affioranti e bassi fondali.

La catena dei soccorsi attivata dalla Sala Operativa della Guardia Costiera di Siracusa ha evitato che la disavventura si trasformasse in tragedia, visto il serio infortunio di cui il ragazzo era rimasto vittima. 

Foto: repertorio




Non tentò di uccidere l’ex compagna, assolto Majdi Aberrazzak: “Sei anni di incubo”

Assolto con formula piena “perché il fatto non sussiste” dall’accusa di atti persecutori e tentato omicidio.

Finisce così l’incubo per Majdi Aberrazzak , assistito dall’avvocato Stefano Francesco Pipitone . La sentenza è stata emessa il 4 luglio scorso daI Tribunale di Siracusa. Dopo 6 anni di complesso iter giudiziario, dunque, è arrivata l’assoluzione con formula piena.

I fatti risalgono al luglio del 2016, quando la presunta persona offesa,  Mounia Ouassa, è stata trovata dai  Carabinieri all’interno dell’abitazione del Majdi, suo ex fidanzato, priva di sensi e con una ferita da taglio al collo.
Ouassa, una volta ripresi i sensi, ha accusato l’ex di averla perseguitata per mesi e di aver  provato ad ucciderla, tagliandole la gola con un frammento di vetro.
Sin dal primo istante Majdi ha invece rappresentato alla Polizia Giudiziaria ed alla Autorità  procedente una storia diversa, secondo la quale quella ragazza si sarebbe inventata tutto, ferendosi il collo da sola al fine di rovinare la vita al proprio ex.
Una difesa assurda, inverosimilie, che è costata all’indagato l’arresto immediato e diversi mesi di  custodia cautelare, trascorsi nella Casa Circondariale di Siracusa, (cd. Carcere Cavadonna).
A distanza di 6 anni, dopo oltre 12 udienze ed una dialettica processuale a tratti tesa, caratterizzata da colpi di scena e insanabili contraddizioni, le prove hanno dimostrato la  verosimiglianza della versione dei fatti raccontata sin dal primo momento dall’imputato.

Tra i personaggi chiave del processo, un connazionale dell’imputato, testimone diretto, presente nel momento in cui la donna si è ferita tagliandosi il lato sinistro del collo,poco sotto l’orecchio , con un piccolo pezzo di vetro.

La prova tecnico-scientifica redatta dal medico legale Cataldo Raffino, inoltre, ha fatto emergere la non compatibilità delle caratteristiche di quello specifico taglio alla gola con l’azione (aggressione) di un soggetto terzo. La morfologia del taglio, la posizione, le tracce di sangue  convergono tutte verso un’unica conclusione: quella ferita è stata autoprodotta dalla stessa
persona offesa.
“Non c’è modo di rendere giustizia alle sofferenze patite da
un innocente ingiustamente accusato- commenta l’avvocato Pipitone- trascinato suo malgrado in una vicenda giudiziaria lunga 6 anni attraverso un complesso di accadimenti degni della sceneggiatura di un film o della
pubblicazione di un libro. Una cosa è certa. Il 4 luglio è stata ristabilita la Giustizia. Abderrazzak Majdi è innocente”.




Rimosso il natante affondato a Punta Izzo dopo lo sbarco di 80 migranti

Rimosso dal litorale tra il Faro di Punta Croce e Punta Izzo, ad Augusta, su richiesta della Procura della Repubblica di Siracusa, il natante affondato che lo scorso 30 giugno aveva condotto nelle acque siciliane 80 migranti. L’imbarcazione era stata posta sotto sequestro dalla Guardia Costiera.
Le operazioni di recupero, e le successive operazioni di traino nel porto di Augusta, sono state condotte dai Palombari della Marina Militare in forza al locale Nucleo SDAI e da un mezzo del Gruppo Barcaioli del porto di Augusta, con il supporto e la scorta di un’unità della Guardia Costiera.
Gli operatori subacquei della Marina Militare si sono inizialmente immersi per chiudere una grossa falla sulla prora dell’unità, che era stata la causa dell’affondamento; il giorno seguente sono state eseguite le operazioni di recupero del relitto, con l’impiego di palloni di sollevamento, gonfiati da aria compressa. Quando l’unità è stata fatta riemergere, sono iniziate le fasi di svuotamento dell’acqua all’interno dello scafo, attraverso l’impiego di una pompa di aspirazione e dopo alcune ore è stato ripristinato il galleggiamento della barca a vela.
I Palombari della Marina Militare erano intervenuti già il giorno dello sbarco, per verificare l’eventuale presenza di persone all’interno, contestualmente erano state rimosse diverse taniche contenenti carburante ed altri materiali plastici.

Sulla base delle direttive impartite all’Autorità Giudiziaria,grazie al personale subacqueo del nucleo SDAI  e di quello della Guardia Costiera, con il supporto del Gruppo Ormeggiatori e l’ausilio di un’impresa portuale, si è potuto effettuare il recupero in tempi brevi, scongiurando il rischio di un potenziale evento inquinante, a causa degli idrocarburi contenuti a bordo. Si tratta, peraltro, di una zona considerata a vocazione turistica.




Operazione antidroga, due arresti a Noto: in casa Gbl e “Shaboo” spediti dall’Olanda

Operazione antidroga ieri a Noto.

Gli agenti della Squadra Mobile hanno arrestato due uomini, un 36enne slovacco e un suo coetaneo rumeno, entrambi domiciliari a Noto.

Gli arresti sono scattati al termine di indagini finalizzate al contrasto del traffico e dello spaccio di sostanze stupefacenti.
Nell’abitazione dei due, la polizia ha rinvenuto e sequestrato due flaconi contenenti  “GBL” di 250 ml ciascuno, ancora confezionati all’interno di un pacco poco prima consegnato da un corriere.
Nel proseguo delle operazioni, gli agenti hanno successivamente sequestrato a “Shaboo” (metanfetamina cloridrata), dal peso di grammi 3,90 ed un bilancino di precisione.
Le indagini hanno acclarato,inoltre, che i due uomini avevano acquistato la sostanza stupefacente GBL per corrispondenza, presso un rivenditore olandese.
Dopo le incombenze di legge, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente,  sono stati posti ai domiciliari in attesa dell’udienza di convalida.




Furti a raffica ed una rapina in tre mesi: arrestati “Bonnie e Clyde” di Noto

Una coppia, lui 25 anni, lei 32. In tre mesi avrebbero messo a segno cinque furti ed una rapina. In alcune circostanze avrebbero operato insieme, in altri casi, singolarmente.

su richiesta della locale Procura della Repubblica, ha disposto per entrambi gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Il periodo in cui i due giovani avrebbero agito è quello che va da settembre a dicembre 2021.

Acquisite le notizie di reato, sono iniziate le indagini della Squadra Mobile  e del Commissariato di Avola, coordinate dalla locale Procura della Repubblica, che hanno consentito di individuare i due, peraltro già conosciuti alle forze di polizia, perché accusati in passato di analoghi reati. 

I due , secondo quanto appurato dagli investigatori, avevano messo a punto “modus operandi” ben consolidato che gli consentiva di perpetrare fino a due episodi delittuosi nella medesima giornata.

La complessa ed articolata indagine, esperita anche grazie alla minuziosa attività di accertamento tecnico effettuato sui filmati estrapolati dai sistemi di video sorveglianza, presenti nei pressi dei luoghi nei quali sono stati consumati i reati, ha consentito agli inquirenti di identificare i due soggetti.

Raccolto il materiale probatorio, gli investigatori hanno compendiato una corposa informativa di reato determinando l’Autorità Giudiziaria ad emettere le misure di cautelari finalizzate ad interrompere l’attività delittuosa posta in essere dagli indagati.

La coppia è stata rintracciata a Noto, dove i provvedimenti giudiziari sono stati notificati. 




Rca auto fantasma, denunciata 24enne napoletana: truffa su internet

Dovrà rispondere di truffa una giovane napoletana di 24 anni. A lei sono risaliti gli agenti del commissariato di Noto al termine di un’indagine condotto dopo un episodio che si è verificato lo scorso 28 marzo, quando un uomo residente a Noto ha sottoscritto la sua polizza assicurativa per la sua auto.

Ritenendo vantaggiosa una polizza al costo di 280 euro, presi contatti telefonici con un operatore, ha inviato la documentazione necessaria per la stipula del contratto assicurativo, effettuando un pagamento tramite carta postepay.
Nei giorni a seguire, non ricevendo alcun riscontro e ritenendo di essere stato truffato, la vittima ha sporto querela.
I successivi accertamenti, espletati dagli investigatori del Commissariato, sulle utenze e sul conto corrente, hanno consentito di identificare la donna campana che, rintracciata dalla polizia del luogo su delega del commissariato di Noto, è stata denunciata.




“No” all’area di crisi industriale: Minardo,Turano e Vinciullo dal ministro Giorgetti

Il presunto “no” del ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti all’istituzione dell’area di crisi complessa per l’area industriale di Siracusa, il da farsi per risolvere il problema del polo petrolchimico e in primo luogo la delicatissima questione legata alla sopravvivenza della Lukoil a Priolo.

Temi spinosi, scottanti, intorno ai quali ruota buona parte dell’economia locale ma che hanno, per ovvi motivi, un respiro internazionale. Saranno al centro dell’incontro chiesto al ministro Giorgetti dal segretario regionale della Lega, Antonino Minardo, che con il commissario provinciale del partito, Enzo Vinciullo e l’assessore regionale alle Attività Produttive, Mimmo Turano riproporranno, giovedì mattina, al ministro l’ipotesi di riconoscimento dell’area di crisi complessa per Priolo, ma chiederanno anche che la questione venga sottoposta all’Europa, essendo strettamente connessa alla crisi internazionale determinata dalla guerra in Ucraina e da tutte le conseguenze del conflitto con la Russia.

Vinciullo riparte da un ricordo e da quello che definisce un serio errore di valutazione.

“Siamo abituati a verificare quello che viene detto. Cercheremo di capire se il ministro non è stato compreso o se le cose stanno diversamente.Vogliamo intanto sapere se l’errore sia stato commesso dalla Regione, che non ha proposto magari in maniera adeguata il piano o se, al contrario, sono i funzionari del ministero a non averlo compreso. Una cosa è certa- aggiunge- quando ero presidente della Commissione Bilancio dell’Ars- l’area di crisi per Gela non incontrò ostacoli. Nessun problema nemmeno per Termini Imerese. Si sottovalutò, invece, la situazione siracusana. Inspiegabilmente non pervenne mai in commissione la proposta di inserire l’area di crisi industriale per la nostra”.

Vinciullo ritiene che “nell’ultimo provvedimento approvato dalla Camera dei Deputati ci siano i presupposti per intervenire a livello nazionale al problema della zona industriale di Siracusa. Il problema di Priolo deve essere affrontato dai ministeri del Tesoro, dello Sviluppo Economico e della Transizione Ecologica. La Lukoil ha una rilevanza  internazionale ed è necessario  l’impegno dell’Europa a salvaguardia di un petrolchimico con due colossi non italiani.