Siracusa. Tamponi di fine quarantena, si accelera: "Da oggi 200 al giorno, da lunedì 400"

Duecento tamponi da oggi e 400 da lunedì per la provincia di Siracusa. Da questa mattina arrivano, dunque, le telefonate attese a quanti attendono i tamponi di fine quarantena da settimana. Sarebbe il frutto di un protocollo siglato ieri con un altro laboratorio privato, che si aggiunge a quelli autorizzati dalla Regione e che si occupano di processare i tamponi della provincia di Siracusa. Il numero delle strutture arriva, in questo modo, a quattro, secondo quanto annuncia il direttore sanitario dell’Asp, Anselmo Madeddu. “Ci scusiamo per le lunghe attese- premette Madeddu- ma si tratta in primo luogo di un’errata programmazione nazionale. Nessuno ha dormito. Abbiamo dovuto assicurare innanzitutto i malati, i grigi, i contatti. Purtroppo la richiesta di tamponi è stata di gran lunga superiore a quella che era stata preventivata a livello nazionale. Inizialmente è stato sottovalutato il livello di diffusione. Non è nemmeno vero, però,che la Sicilia ha avuto un mese di vantaggio ma di nove giorni rispetto al primo caso, quello di Codogno. Nessuno aveva ospedali pronti perchè questa malattia non esisteva nemmeno sulla faccia della terra, la stiamo conoscendo giorno dopo giorno. Il primo caso a Siracusa è datato 2 Marzo. Non dimentichiamo che in Sicilia abbiamo anche pagato quei 30 mila rientri, 4 mila soltanto a Siracusa. Disponiamo di laboratorio per noi soltanto da 15 giorni”. Per quanto riguarda le lunghe attese di fine quarantena e l’impossibilità, per tanti, di rientrare al lavoro, Madeddu annuncia la richiesta di estensione dei certificati di malattia, così da “coprire” il periodo senza ripercussioni dal punto di vista lavorativo. Per quanto riguarda i contagi in ospedale, il direttore sanitario dell’Asp ridimensiona quanto accaduto a Siracusa. “In termini percentuali- sostiene- non è stata la catastrofe descritta da alcuni. Ci sono stati, in altre strutture sanitarie, anche casi peggiori. La carenza di reagenti sul mercato di certo ha rallentato di gran lunga, invece, il lavoro per processare i tamponi. Speriamo che con l’accordo di ieri l’ostacolo possa essere superato”. Madeddu entra anche nel dettaglio delle difficoltà di gestione dei percorsi all’ospedale Umberto I. “Un ospedale vecchio di 70 anni- dice- Ci sono anche responsabilità politiche, dunque, non di certo soltanto dei dirigenti medici. E’ ovvio che tornando indietro non rifaremmo tutto alla stessa maniera. Occorre aggiustare continuamente il tiro, come del resto si sta facendo a livello nazionale. E ‘ ovvio che bisogna fare tesoro di quello che è successo”. Il direttore sanitario dell’Asp parla, infine, del caso Rizzuto. “Ho vissuto con dolore la sua morte- racconta- Era un mio carissimo amico. Non entro nel merito di aspetti che adesso sono al vaglio della magistratura. Massimo rispetto. Se ci sono state delle responsabilità , ne prenderemo atto. Sarebbe scorretto e grave se io entrassi adesso nel merito”. Madeddu ribadisce che “andare in ospedale adesso non comporta rischi per i cittadini. I percorsi sono separati. Ci rendiamo conto di avere sbagliato a livello di comunicazione. Siamo la provincia con il tasso di incidenza più basso in Sicilia dopo Ragusa. Pensiamo che nella piccola Enna ci sono 316 casi mentre nella nostra provincia siamo a 98. Abbiamo un tasso di guarigione altissimo, con 87 guariti. Gli errori ci sono stati da noi come ovunque nel mondo. Se qualcuno pensava che a Siracusa non sarebbe accaduto nulla, non ha capito cosa stava accadendo in ogni luogo della terra”.




Siracusa. "In casa da marzo, tampone senza esito: questi sono arresti domiciliari"

“Dal 5 aprile attendo l’esito del mio tampone di fine quarantena. Nessuno mi risponde, nessuno mi fornisce le informazioni a cui avrei diritto e resto chiuso in casa, da solo, come fossi agli arresti domiciliari, praticamente ormai da quasi due mesi”. La storia che racconta Matteo  è simile ad altre. Sono quei cittadini, spesso lavoratori, rientrati dal Nord Italia per via della chiusura dei cantieri in cui erano impiegati. “Lavoravo in provincia di Pavia. Il 15 marzo scorso sono tornato a casa- racconta- Mi sono autodenunciato e messo in quarantena, dopo la prevista registrazione e tutte le comunicazioni previste. Ho completato il mio periodo di quarantena il 30 marzo. Fino al 5 aprile, nessuno mi aveva contattato, poi finalmente sono stato sottoposto a tampone. Da quel momento, il silenzio assoluto. Siamo al 23 aprile e non ho notizie. Ho inviato miriadi di email agli indirizzi predisposti, ho tentato centinaia di volte a contattare i numeri telefonici indicati dall’Asp: nulla, nessuno mi calcola, forse perchè non sono nessuno, non ho amici importanti? Vivo praticamente agli arresti domiciliari, con la famiglia sballottata. Mi vengono  a portare la spesa ogni due giorni e ritengo che tutto questo non sia affatto giusto”. Nella sua stessa situazione anche i fratelli Antonio e Francesco. Sono rientrati lo stesso giorno, insieme ad altri colleghi, tutti nelle medesime condizioni. La speranza è che l’annuncio di questa mattina, lanciato su FMITALIA dal direttore sanitario dell’Asp, Anselmo Madeddu possa essere effettivamente la svolta che questi cittadini attendono: 200 tamponi al giorno da oggi e 400 da lunedì per accelerare gli iter legati proprio agli esami di fine quarantena.




Siracusa. Fase 2, gli infermieri chiedono attrezzature: "Emogassanalizzatori portatili"

“Attrezzature idonee per le cure domiciliari dei pazienti Covid-19 previste nella Fase 2” . Gli infermieri della provincia di Siracusa le chiedono attraverso le parole del presidente dell’Ordine, Nuccio Zappulla. La strumentazione necessaria al momento non sarebbe sufficiente. Per questo motivo gli infermieri chiedono all’azienda sanitaria provinciale di giocare d’anticipo e fanno, per questo, anche una precisa lista dell’occorrente. “Evitare i ricoveri nella Fase 2- spiega Zappulla- vuol dire agire adeguatamente, non solo con le parole e con le teorie, ma entrando nella concretezza del cosa fare e del come agire. Il decreto legge del Ministero della Salute è sbagliato e l’assessorato regionale ne ha ricalcato gli errori, non inserendo, ad esempio, gli infermieri, che sono, invece, parte integrante di questo contesto. Le Asp hanno poi agito in maniera in alcuni casi opportuna, in altri casi, invece, hanno puntato su un’elemosina che noi infermieri non vogliamo. Se ci vogliono, non facciano proposte inaccettabili, ci facciano entrare dalla porta, con i contratti, non con la richiesta di partita iva”. Ma il punto focale del ragionamento del presidente dell’Ordine degli Infermieri riguarda le attrezzature, che a quanto pare al momento mancano.  “Servono i termoscanner, i saturimetri, dobbiamo misurare la concentrazione del ph nel sangue. Le Asp devono dotarsi di emogassanalizzatori portatili perchè il prelievo di emogas trasportato necessita di procedure che altrimenti possono variare quello che poi è il referto”. La richiesta di Zappulla è di inserire nelle squadre da inviare a domicilio anche un tecnico di radiologia, così da non costringere l’ammalato a recarsi in ospedale. Anche in questo caso, però, servirebbe la dotazione tecnologica portatile relativa. Una piccola rivoluzione dell’attuale sistema sanitario pubblico, insomma, quella richiesta, e senza perdita di tempo, dagli infermieri.




Stava per partire per Roma pur privo di esito del tampone: denunciato 50enne siracusano

Stava per partire per Roma, si trovava quasi all’imbarco, all’aeroporto di Catania. Eppure era ancora in attesa dell’esito del tampone effettuato per sapere se fosse affetto da Covid-19. Un 50 enne siracusano è stato bloccato dalla polizia di Frontiera Aerea e denunciato alla Procura. L’uomo, visto il protrarsi dell’attesa, aveva deciso di ignorare le normative e di ripartire alla volta del Nord Italia, per tornare a svolgere il proprio lavoro. L’uomo ha dunque dovuto fare rientro nella sua abitazione. Dovrà rimanere in isolamento fino all’esito del tampone e in attesa di eventuali e ulteriori disposizioni da parte dell’Asp.




Nave "volante" all'orizzonte: nel mare siracusano il suggestivo effetto ottico

Un effetto ottico particolarmente suggestivo. Si è creato questa mattina all’orizzonte, nel mare Siracusa. Una nave che sembra volare, fluttuare nell’aria. L’illusione ottica ha un nome, si chiama Fata Morgana, come la maga arturiana, di cui si diceva che avesse un castello galleggiante in Sicilia. La spiegazione è legata alle temperature. Quando scende, gli oggetti all’orizzonte assumono un aspetto elevato, esattamente come i castelli delle fiabe.




Siracusa. Mercati verso la totale riapertura: "Riperimetrazione degli spazi". La fiera dovrà attendere

Un piano straordinario per la riapertura totale dei mercati rionali e un secondo step da attuare probabilmente come ultimo passaggio del riavvio delle attività mercatali. In attesa delle decisioni del Governo nazionale per l’avvio della cosiddetta Fase 2, a partire dal 4 maggio prossimo, l’assessorato alle Attività Produttive gioca d’anticipo e avanza ipotesi per la riorganizzazione dei mercatini rionali, che sono rimasti attivi per la parte relativa al settore alimentare. “Per noi non si tratterà di ripartenza- puntualizza Cosimo- Noi non abbiamo chiuso del tutto come hanno fatto altri e la scelta si è rivelata corretta, sebbene inizialmente criticata da alcuni. Noi avremo, piuttosto una nuova ripartenza”. L’idea di massima è quella di ripensare gli spazi delle aree mercatali utilizzate: in via De Benedictis, come in Via Giarre e nell’area del mercato del contadino di piazza Adda. La gestione non sarà, però, tutta a carico del Comune, che non avrebbe la possibilità di disporre di uomini e mezzi a sufficienza per coprire adeguatamente tutte le esigenze di tutte le aree mercatali. La soluzione sarebbe, dunque, quella, di attribuire agli operatori delle specifiche responsabilità per poter lavorare. Una nuova scommessa, insomma, dopo quella fatta nella fase clou del contenimento del contagio, “quando abbiamo intuito- spiega Burti- che lasciare aperti, in parte, i mercati rionali sarebbe stato un modo per decongestionare i supermercati della città ed evitare assembramenti pericolosi, dando ai residenti di tutte le zone del capoluogo la possibilità di approvvigionarsi senza spostarsi”. La nuova scommessa parte dalla revisione degli spazi. “Il metodo di lavoro che mi sono prefissato- spiega l’assessore alle Attività Produttive- dovrà poi essere ovviamente valutato sulla base del nuovo Dpcm. In linea di massima pensiamo di creare un meccanismo di supervisione da parte del Comune  rispetto alle attività di contingentamento dei mercati che ciascun commerciante per il proprio spazio di pertinenza dovrà garantire. Noi stiamo immaginando la riorganizzazione degli spazi, con gli uffici, la squadra annonaria e gli operatori dei mercati concorderemo il piano di riorganizzazione e gestione, che noi poi supervisioneremo e controlleremo per avere la garanzia del rispetto di quanto sarà previsto e disposto”. Riperimetrazione, dunque, degli spazi ed un meccanismo che dovrebbe andare avanti con la responsabilità di ciascuno. Burti la definisce “una logica di ripartenza 2.0”. Ragionamento differente dovrà invece riguardare molto probabilmente la Fiera del Mercoledì e la Fiera di Piazza Santa Lucia. In quel caso, infatti, non si tratta di piccoli mercati rionali ma di veri e propri centri commerciali all’aperto, con centinaia di attività all’interno. “Questo aspetto andrà sicuramente gestito in maniera specifica, ma ipotizzo- conclude Burti- che possa essere l’ultimo passaggio della ripresa totale delle attività”.




Parte da Siracusa la petizione per chiedere di fare scuola all'aria aperta: via alle firme

Una petizione on line, lanciata oggi pomeriggio da Siracusa, dal Difensore dei Diritti dei Bambini del Comune, Carla Trommino. Serve per chiedere una didattica all’aria aperta nelle scuole italiane, “con il rispetto delle distanze adeguate, lezioni in movimento, secondo la strutture delle uscite didattiche, a partire dai più piccoli e da chi è maggiormente svantaggiato”. Una ripartenza graduale per la scuola, che sembra invece destinata a rimanere chiusa fino a settembre. “Nel resto d’Europa nel frattempo la riapertura delle scuole è già cominciata-fa notare l’avvocato Trommino nella petizione che viaggia su Change.org – Decine di migliaia di cittadini, genitori, educatori, psicologi, professori, hanno chiesto al Ministro di adoperarsi per garantire il diritto all’istruzione iniziando da subito a pensare, a progettare e organizzare la ripresa delle attività scolastiche in presenza, almeno a settembre e anche prima dell’estate per i più piccoli (vd. https://secure.avaaz.org). Ci uniamo a queste migliaia di cittadini per dirle, caro Ministro, che l’ARIA APERTA può essere una soluzione. Non si potrebbero ipotizzare lezioni peripatetiche, anche solo una volta la settimana, svolte camminando nei cortili della scuole o, meglio ancora, negli spazi pubblici all’aperto vicini alle scuole? A Siracusa, per fare un esempio concreto, al Teatro Greco, in Cittadella, al campo scuola, nell’ara di Ierone o alla Marina. Vere e proprie lezioni in movimento . In Danimarca e altri paesi europei si fa già, in Italia, nell’Ottocento, si è già fatto qualcosa di simile per i bambini malati e predisposti alla tubercolosi, come ci ha spiegato la proposta “una Scuola Speciale per Tutti” . Basterebbe per ripartire anche una lezione settimanale”. Un modo graduale per riattivare la dimensione sociale. L’idea è quella di svolgere questo tipo di lezioni, anche senza riaprire ancora le scuole, come uscite sul territorio, occasioni per conoscerlo meglio. “Tra aria aperta, uscite territoriali e digitalizzazione-secondo il Difensore dei Diritti dei Bambini di Siracusa-  questa scuola ai tempi del coronavirus potrebbe addirittura rappresentare un’occasione, del tutto inaspettata, come la pandemia stessa, per contaminare la scuola italiana con nuovi approcci e per inserirla in nuovi spazi, rendendola adeguata alle emergenze, al di là delle emergenze stesse”




Siracusa. Cocaina e denaro in casa, arrestato dai carabinieri: domiciliari per un 47enne

I Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Siracusa, a seguito di una specifica attività volta sia al contenimento della diffusione del virus “covid-19”, sia  alla repressione dello spaccio di sostanze stupefacenti, hanno tratto in arresto in flagranza di reato Massimo Privitera, floridiano, 47 anni, disoccupato, pregiudicato.
Nello specifico,  Privitera, a seguito di perquisizione personale e domiciliare, è stato trovato in possesso di due confezioni termosaldate di sostanza stupefacente del tipo cocaina per un peso complessivo di circa 40 grammi, un bilancino di precisione e, infine, della somma di 45,00 euro quale verosimile provento di attività di spaccio. Il presunto spacciatore è stato posto ai domiciliari.




Siracusa. Vandali all'Ipsia: tentato furto nella notte, sventato dai carabinieri

Vandali nall’Ipsia di via piazza Armerina. Tentato furto,  nella notte, nell’istituto scolastico della zona alta della città. Sul posto  sono intervenuti i carabinieri.  I ladri, dopo aver forzato il lucchetto del cancello principale dell’istituto, sono penetrati all’interno delle aule, ma il repentino intervento delle pattuglie dei Carabinieri, preceduto dal suono delle sirene ha messo in fuga i malfattori, evitando la commissione del furto ed ulteriori danneggiamenti allo stesso istituto.
Infine, l’accurato sopralluogo effettuato dai militari della Sezione Radiomobile assieme ai responsabili dell’istituto ha permesso di constatare che nulla era stato sottratto, ricavando alcuni spunti investigativi che i militari dell’Arma svilupperanno delle più accurate indagini di polizia giudiziaria al fine di risalire agli autori del reato.




Siracusa. Mille mascherine FFP2 per l'emergenza: donazione degli Ingegneri

Mille mascherine FFP2 all’Asp, per l’emergenza coronavirus. Le ha acquistate, per effettuare la donazione, il Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri di Siracusa. Nelle settimane scorse, il Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Siracusa, Sebastiano Floridia, al termine di un incontro con il direttore sanitario dell’Asp di Siracusa, Anselmo Madeddu, ha dato la totale disponibilità degli ingegneri di tutta la provincia di Siracusa a dare il proprio contributo. Le mascherine sono state ordinate ad un fornitore siciliano che ha provveduto a reperirle in un’azienda con sede in Cina.
Una parte del contributo dell’Ordine degli Ingegneri è stato stornato dal budget che, ogni anno, viene stanziato per finanziare la squadra di calcio per la partecipazione ai campionati nazionali di calcio tra tutti gli Ordini degli Ingegneri di Italia. L’edizione di quest’anno si sarebbe dovuta tenere a Rimini ma, a seguito dell’emergenza sanitaria, è stata annullata.
“Sono stati gli stessi colleghi che fanno parte – spiega il Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Siracusa, Sebastiano Floridia – della squadra a volere che il contributo fosse destinato per aiutare le strutture sanitarie del nostro territorio. Non potevamo sottrarci a questa chiamata alle armi contro il Covid19, per cui abbiamo deciso di stare al fianco dei medici, degli infermieri e di tutto il personale sanitario dell’intera provincia di Siracusa. Il Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri con voto unanime ha dato il via libera alla donazione. Abbiamo chiesto alla direzione dell’Asp di Siracusa in che modo avremmo potuto aiutarli e ci è stata sottolineata l’importanza delle mascherine”.

Foto: repertorio, dal web