Riprendere in mano l’idea di realizzare il terzo ponte di Ortigia, indire un concorso di idee e coinvolgere i cittadini.
Il presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Siracusa, Sebastiano Floridia torna così su un tema che, ciclicamente, torna al centro dell’attenzione: la sicurezza del centro storico, soprattutto alla luce dell’inserimento del territorio locale in Zona Uno per Rischio Sismico.
Il tema sarà affrontato durante un convegno a Rosolini e potrà essere l’occasione per mettere a confronto i professionisti dell’ingegneria, gli architetti, i geometri, su una programmazione che per certi versi manca ancora.
chiediamo ai cittadini cosa vogliono fare e salterà qualcosa di interessante
“Una decina di anni fa- ricorda l’ingegnere Floridia- ho dato uno sguardo alla documentazione relativa alla demolizione del Ponte dei Calafatari. Era in effetti molto fragile e le prove su calcestruzzo dimostrarono quanto fosse indispensabile demolirlo. L’emergenza fu così affrontata. A mancare è stata fino ad oggi, tuttavia, la programmazione”.
Per Floridia la scelta non deve essere tanto di natura tecnica a questo punto, ma politica.
“La politica deve scegliere, insieme ai rappresentanti delle varie categorie del territorio, come vedono l’Ortigia di domani. Se l’intenzione è quella di eliminare le auto dal centro storico, può non essere necessario realizzare un terzo ponte. Viceversa,serve una via di fuga ulteriore rispetto al Ponte Umbertino ed al più recente Ponte Santa Lucia.
Concorso di idee, insomma, come primo passo secondo l’ingegnere siracusano. Un confronto tra professionisti, ambientalisti e chiunque voglia dire, rappresentando delle istanze, la propria.
Floridia ricorda anche una possibile via di mezzo e lancia l’idea di un ponte pedonale, da utilizzare nei momenti di grande carico per decongestionare. Il presidente degli ingegneri auspica un maggiore coraggio. “I fondi non sono, invece, un problema- evidenzia- Esistono tante opportunità ed altrettanti bandi a disposizione, esistono, inoltre, lo ribadisco, gli ordini professionali”.
Una delle idee su cui ritiene si possa ragionare, quella di realizzare un ponte in legno lamellare da utilizzare all’occorrenza come accade in altre città .
Poi una nota a margine. “Lo stesso ponte dei Calafatari era realizzato in modo tale da ridurne notevolmente l’utilità. Il Piano regolatore generale prevedeva che il ponte tirasse dritto, fino ad arrivare in via Regina Margherita. Si ricorderà che, invece,la situazione era ben diversa e tortuosa. Altrove, in Italia e nel mondo, hanno avuto più coraggio. Anche a Siracusa serve più gene che agisce e meno persone che si siedono alla tastiera e sparano a raffica, spesso senza sapere cosa dicono”.