La “protesta dei gazebo” domani farà tappa anche a Siracusa. L’appuntamento è al tempio di Apollo, al Largo XXV Luglio, dalle 10 alle 13, con gli operatori del welfare gratuito che protesteranno “contro la tassa occulta ai danni dei più deboli prevista nella legge nazionale di stabilità”. Sit-in, volantinaggi, raccolta di firme in calce, una petizione popolare e distribuzione agli angoli delle strade di materiale informativo le iniziative in programma in tutti i capoluoghi, compreso quello aretuseo, della Sicilia. “Il documento di programmazione finanziaria in discussione in Parlamento ipotizza all’articolo 26 (comma 10) un taglio di 150 milioni al fondo patronati, pari al 35% del totale. Un colpo di scure che finirebbe per abbattersi, soprattutto, su pensionati, donne in maternità, disoccupati, infortunati sul lavoro, extracomunitari, che si avvalgono senza alcun costo dei nostri servizi”, denunciano Inas Cisl, Inca Cgil, Acli e Ital Uil riuniti nel coordinamento Cepa i cui vertici incontreranno la stampa e i cittadini domani a Palermo alle 10 nell’isola pedonale di via Magliocco. “Inas, Inca, Acli e Ital assieme, in Sicilia esitano il 55% delle pratiche di tipo previdenziale e socio-assistenziale – aggiungono – il restante 45% è curato dalla rete dei piccoli patronati. In pratica, sono 650 mila pratiche che i quattro istituti elaborano e trasmettono, obbligatoriamente per via telematica, a Inps, Inail, questure. Gli sportelli che fanno capo ai quattro enti sono un migliaio e sono sparsi per tutto il territorio dell’Isola. Insomma un servizio sociale, tanto più che l’obbligo di trasmissione telematica richiede un livello di alfabetizzazione informatica che non tutti possiedono e che gli sportelli dei patronati invece garantiscono. Quanto al fondo patronati – spiegano Inas, Inca, Acli e Ital, si è fin qui alimentato del contributo dello 0,226 per cento del salario di tutti i lavoratori dipendenti. Ha consentito, così, le prestazioni gratuite. Ma il colpo di scure disposto dal governo, non solo non permetterebbe più di offrire questi servizi, metterebbe in ginocchio anche l’Inps e l’Inail non in grado di gestire nei propri sportelli i due milioni di persone che complessivamente, ogni anno, transitano per i patronati siciliani. E metterebbe a rischio, solo in Sicilia, centinaia di posti di lavoro”.