Un incontro particolare, tra due maestri dell’arte, pittorica e musicale. Da una parte, Carlo La Licata, dall’altra, Carlo Muratori. Ieri sera, nel contesto della mostra personale di La Licata nelle sale di Palazzo Trigona, l’eccezionale appuntamento, “Il lirismo pittorico e l’identità collettiva”. L’incontro si è svolto nel terrazzo di Sala Gagliardi. Due straordinari esempi artistici dell’ identità di questa terra. Presente l’assessore alla Cultura Cettina Raudino. La serata è stata arricchita da una degustazione a cura della cantina La Favola. Intanto, mercoledì sera hanno preso il via gli appuntamenti settimanali con Noto Popolare. Una passeggiata per i quartieri piú antichi della Città: da Agliastrello a Piano Alto, da Mannarazze alla Macchina del ghiacchio. Un lungo serpentone umano fatto di anziani, giovani e bambini, tutti coinvolti in egual misura dalla maestria dei cantastorie Alfonso Lapira e Sebastiano Nanè e letteralmente rapiti dalla fisarmonica di Corrado Confalonieri. Fonte privilegiata la raccolta di canti popolari di Corrado Ferrara musicista, e i brani della raccolta di Avolio musicata da Muratori.Tanti hanno risposto presente ieri a questo singolare percorso fatto di luoghi di vita quotidiana dove il tempo sembra essersi fermato. Le viuzze ed i vicoli più stretti dove accanto alle piccole ed umili case dei contadini spiccano balconi adornati di fregi barocchi delle case dei 144 baroni che popolavano la Noto ricostruita dopo il terribile terremoto. I canti alla “viddanisca”,o quelli per le giovani fanciulle condotte a forza nei conventi per diventare suore di clausura. Basti pensare che Noto aveva 23 monasteri e la maggior parte erano proprio abitati da queste suore. I personaggi popolari come Turi Lisfera, un comico vivente, e Lina Cardelli, partigiana fiorentina, entrambi del quartiere Agliastrello. Parole struggenti nei canti “alla vicariota”, i canti del carcerato. E proprio come nella convivenza delle abitazioni, vivevano gli uni accanto agli altri i personaggi del popolo e quelli che hanno segnato la storia della Città, come Mariannina Coffa, giovane poetessa dalla storia tragica. E dopo aver attraversato Piano Alto ecco il lungo serpentone tornare giù, verso il centro città soffermandosi al quartiere Mannarazze, probabilmente chiamato così perchè abitato da uomini dediti alla pastorizia, visto che mannara era l’ovile. Ultima tappa il quartiere Macchina del Ghiaccio, passando per via Archimede con sosta musicale alla fontanella. Conclusione con canti tipici normalmente eseguiti nelle feste di quartiere, anche in questo caso con la doppia veste di popolare ( u purpu) e più sofisticata ( u fistinu). E come s’era iniziato è finito, in musica e con i saluti del vice Sindaco Frankie Terranova e dei tre protagonisti, Alfonso Lapira, Sebastiano Nanè e Corrado Confalonieri, a mercoledì prossimo sempre ore 21,30, con partenza dalla Chiesa di Sant’Antonio