Non si sedano le polemiche all’interno del Pd provinciale di Siracusa. Al contrario, dopo la riammissione della candidatura di Liddo Schiavo alla segreteria del partito, gli animi sembrano surriscaldarsi ulteriormente. E’ del primo pomeriggio di oggi un documento, a firma dei parlamentari Sofia Amoddio e Pippo Zappulla e dei deputati regionali Bruno Marziano e Marika Cirone Di Marco, con cui, da una parte, gli esponenti del Partito democratico “prendono atto che la commissione di garanzia nazionale ha accolto il ricorso di Schiavo”, dall’altra, “ritengono le accuse nei confronti del comitato per il congresso e dei parlamentari , l’indizio di una deriva pericolosa”. Il riferimento è al contenuto della conferenza stampa convocata ieri mattina nella sede del partito, dal gruppo che sostiene la candidatura di Schiavo, e in special modo alle dichiarazioni dell’ex segretario provinciale, Giovanni Cafeo.
“Si è cercato di ribaltare la verità della cose – scrivono i parlamentari – sostenendo che chi difendeva un principio di legalità era nel torto e rappresentava la parte colpevole di voler degradare la politica a mero formalismo e chi invece non aveva seguito le regole aveva ragione e interpretava il valore alto della politica. Per noi non è così- ribadiscono i deputati del Pd – Chi non conosceva lo statuto ha cercato frettolosamente di metterci una toppa, registrando la lettera di dimissioni con ampio ritardo, e questo costituisce una piena assunzione di responsabilità dell’errore. Non abbiamo mai pensato che una candidatura unica fosse utile al partito, né auspicato che il congresso si svolgesse senza il confronto tra diversi punti di vista”.
A queste considerazioni, Amoddio, Zappulla, Cirone Di Marco e Marziano fanno seguire una ricostruzione di quanto accaduto, partendo dall’11 ottobre scorso, data di scadenza per la presentazione delle candidature. “Lo Statuto del Partito Democratico prevede che non può essere candidato alla carica di segretario provinciale del Pd chi è assessore del Comune capoluogo che conta oltre 50 mila abitanti- ribadiscono i firmatari della nota – Questa circostanza viene rilevata dalla Commissione Provinciale per il Congresso, nella riunione di lunedì 14 ottobre, deliberando la non ammissibilità della candidatura di Schiavo e trasmettendo gli atti per la relativa decisione alla Commissione Regionale di Garanzia, a cui Schiavo presenta un ricorso avverso la decision adottata, con allegata lettera di dimissioni, senza alcun numero di ingresso al protocollo, nè firma di ricezione”. Con questo passaggio, i parlamentari tornano a muovere delle precise accuse all’ex assessore, aggiungendo che “di fronte a tale carente documentazione la Commissione Regionale di Garanzia ha confermato l’esclusione di Schiavo dalla candidatura alla Segreteria Provinciale del PD di Siracusa. La stessa Commissione Regionale di Garanzia rimanda gli atti e la decisione definitiva alla Commissione Nazionale di Garanzia” . Nel frattempo, raccontano Marziano, Cirone Di Marco, Amoddio e Zappulla, “giunge notizia, che la lettera di dimissioni di Schiavo è datata 15 ottobre 2013 e riporta, al protocollo elettronico del Comune di Siracusa, il n. 96613. Tuttavia questa lettera non viene mai presentata al Comitato per il congresso.In data 21 ottobre al Comune di Siracusa viene inviata formale richiesta di tale lettera a firma dei parlamentari nazionali e regionali e della maggioranza dei componenti della Commissione Provinciale. A tutt’oggi non è pervenuta alcuna risposta”. I deputati del Pd ritengono che “parlare di intrighi e sotterfugi sia stato un tentativo di addossare ad altri le conseguenze del proprio errore e respingono con forza le accuse da parte di Giovanni Cafeo, secondo cui un’oligarchia vuole eliminare una parte del partito, negando le tessere. Nel partito ci sono regole che vanno rispettate -concludono i firmatari del documento – Non possono tesserarsi coloro che hanno fatto parte di altri partiti o di movimenti in opposizione al Pd”.