Autonoleggio siracusano con sede in aeroporto e le truffe ai clienti: tre indagati
Accurate indagini eseguite dalla sezione di polizia giudiziaria della Municipale di Catania, con il coordinamento della Procura di Siracusa, hanno permesso di svelare un sistema di truffe messo in atto da un autonoleggio con sede nella provincia aretusea e nei pressi dell’aeroporto di Catania. Un meccanismo che avrebbe fruttato decine di migliaia di euro solo nel biennio 2018/2019. In questo periodo – a fronte di effettive spese di riparazione auto di circa 10 mila euro – la ditta in questione ha trattenuto dalle carte di credito dei clienti circa 150 mila euro, ripartendo l’ingente differenza, in parti diverse, tra soci e dipendenti.
Sono tre gli indagati e dovranno rispondere di falsità materiale e truffa con l’aggravante di aver approfittato di circostanze di tempo, di luogo o di persona tali da ostacolare la difesa. L’indagine ha avuto origine da una segnalazione del 2020 di due turisti polacchi che hanno denunciato di aver subito un addebito dall’autonoleggio per violazioni al codice della strada mai commesse. Dall’attento esame dei due verbali, “taroccati” ed apparentemente emessi dalla polizia locale di Catania, si sarebbe evinto che sarebbero stati falsificati ad arte.
Durante gli accertamenti di polizia, è stata perquisita anche la sede dell’autonoleggio. Sono stati sequestrati digitali (circa 5.000 gigabyte) dal cui esame sarebbe emerso un numero consistente di raggiri perpetrati dai due soci della ditta e dalla responsabile amministrativa ai danni degli ignari clienti, per lo più stranieri.
Ai clienti venivano addebitati costi extra per multe (alcune mai elevate) o con la scusa di presunte riparazioni di danni arrecati ai veicoli noleggiati. In particolare, l’autonoleggio riscuoteva dai clienti – mediante addebito sulla carta di credito registrata o sulla cauzione versata – le somme relative a verbali al codice della strada elevati durante il noleggio dei veicoli, facendo loro credere che il denaro riscosso sarebbe stato poi utilizzato per il pagamento delle multe. Ma in realtà, una volta incassato il denaro la ditta si sarebbe limitata a comunicare il nominativo del cliente-trasgressore all’Ente che aveva elevato il verbale, per la doppia notifica. I clienti truffati dovevano così pagare la multa due volte, all’autonoleggio e all’Ente che l’aveva emessa. Tra l’altro, in entrambi i casi era previsto un aggravio di spese per il trasgressore. In alcuni casi, l’autonoleggio aveva addirittura falsificato i verbali al fine di richiedere indebitamente ai propri clienti il rimborso per violazioni mai commesse, come nel caso dei due turisti polacchi.
Altro sistema per lucrare sugli ignari turisti consisteva nell’addebitare loro i costi per danni arrecati ai veicoli noleggiati. Spesso venivano caricati importi sproporzionati rispetto all’entità del danno. A più clienti, inoltre, sarebbe stato ascritto lo stesso danno. Impossibile per i turisti, specie se stranieri, verificare a posteriori la genuinità della richiesta di risarcimento e, quindi, nella maggior parte dei casi accettava di corrispondere il pagamento per l’ingiusto addebito.
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