Autosalone distrutto dalle fiamme, il proprietario: “Ho perso tutto”

 Autosalone distrutto dalle fiamme, il proprietario: “Ho perso tutto”

“Era tutto quello che avevo: il mio lavoro, il futuro che stavo costruendo per me e per i miei figli, la voglia di migliorare, di crescere. Tutto distrutto e un enorme punto interrogativo per quello che sarà”.
Salvo Gibilisco è il proprietario dell’autosalone del Villaggio Miano andato completamente distrutto dalle fiamme mercoledì scorso, la giornata terribile in cui gli incendi hanno devastato la provincia di Siracusa come altri luoghi in Sicilia.
“Erano le 15 circa- racconta Gibilisco- Stavo riposando a casa quando una telefonata mi ha avvertito che il fuoco stava iniziando a bruciare due delle nostre auto”. Gibilisco ricorda pensieri che si accavallavano velocemente, senza capire bene cosa stesse accadendo ma con la certezza di dover fare presto, di dover fare qualcosa per evitare quello che, purtroppo, invece, è comunque accaduto.
“Ho tanti amici- racconta- e in molti hanno tentato in tutti i modi di aiutarmi. Quando sono arrivato in viale Epipoli la devastazione era già in corso. Sembrava l’inferno. Ho fatto di tutto, mi sono buttato tra le fiamme nel tentativo di spegnere il fuoco. Sono riuscito a salvare solo cinque auto. Il resto è carbonizzato. Sono stato tirato fuori dai vigili del fuoco, non volevo andare via, volevo fare qualcosa. Alla fine i carabinieri mi hanno portato via, mi hanno detto che la prima tutela riguarda la vita, in questo caso la mia”.
Di richieste di risarcimento, di verifiche dell’accaduto, di scartoffie e rapporti con i vari enti e compagnie assicurative si occuperanno i suoi legali.
“Io non so nemmeno cosa pensare adesso- dice- So che devo andare avanti, che ho una famiglia che dipende da me, mi darò da fare, non so ancora come e non so in quanto tempo. Avevo investito tutto nel mio autosalone e continuavo a farlo ogni volta che ne avevo la possibilità, per dare un valore sempre maggiore alla mia azienda. Non ho più niente- conclude- Devo metabolizzarlo”.

 

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